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Estensione del ghiaccio, tutto è relativo

Su questo sito si è già parlato recentemente del ghiaccio artico meglio di quanto possa fare il sottoscritto. Successivamente le informazioni sullo stato dei ghiacci sono state riassunte anche da un comunicato ANSA per essere successivamente diffuse sui mas-media:

“[…]In Antartide, dove i ghiacci in questo periodo sono normalmente in espansione, hanno subito, invece, nel marzo 2010, una riduzione del 6,9% (rispetto al periodo 1979-2000). Freddo al di sotto dei valori normali, invece, in Mongolia, nella Cina settentrionale ed in parte dell’Alaska ma non nel resto della regione artica, dove invece, i ghiacci, sono a livelli di estensione piu’ bassa a partire dal 1979 (da quando si effettuano le misure da satellite)[..]”.

Se leggiamo i dati dai siti statunitensi possiamo imparare che il pack artico è ai massimi degli ultimi 9 anni, l’estensione è 15.10 milioni di Kmq, 650.000 Kmq sotto la media 1979-2000 del mese di marzo ma 670.000 Kmq sopra il record minimo verificatosi nel marzo 2006 (qui e qui). Per l’interpretazione dei dati dell’Antartide potrebbe essere d’aiuto conoscere storicamente l’oscillazione della loro estensione nel mese di marzo, essendo questa solitamente maggiore di quelli dell’Artico. I due estremi della serie sono -20.17 (2006) e 32.97 (2008).

Per il ghiaccio totale sul pianeta c’è il grafico pubblicato da The Cryosphere Today. Non sono però le imprecisioni nella comunicazione la sola cosa su cui porre l’attenzione, ma come interpretare l’informazione che ci viene fornita. In fisica vale la “teoria della relatività“, questa potrebbe essere denominata anche “teoria dell’esistenza di un assoluto”(che è la velocità della luce) in quanto per esistere un relativo occorre sempre avere un termine di riferimento fisso. Anche in molti altri settori recentemente appare andar di moda l’affermare che “tutto è relativo” (cosa che se fosse vera costituirebbe un assoluto sconfessando la stessa affermazione), ma per l’estensione del ghiaccio marino artico qual è il punto di riferimento da cui partire per poi interpretare il dato?

Quasi sempre viene scelta la media 1979-2000. Perché non scegliere la 1979-2009 (che farebbe scendere un poco il valore di riferimento) o qualsiasi altro periodo? Come valore iniziale si prende ovviamente il primo utile, il 1979, cioè da quando abbiamo le misure satellitari (anche se nel tempo le caratteristiche della strumentazione sono cambiate), ma scientificamente ha valore come assoluto a cui riferirci?

Anche in casi analoghi, non trovare risposte a questo tipo di domande, può far venire in mente la frase di Andrew Lang:

“Egli utilizza le statistiche come un ubriaco usa i lampioni: come supporto piuttosto che come illuminazione”.

I ghiacci subiscono continue variazioni, proprio in questi giorni, il 14 aprile 1912, un enorme iceberg girava senza creare allarmismo climatico davanti New York (alla latitudine di Napoli) causando l’affondamento del Titanic. L’estensione dei ghiacci polari è in continua mutazione, creando problemi ed allarme quando sensibili cambiamenti avvengono “velocemente”, come nel caso della crescita avvenuta nell’ultimo periodo freddo (indicativamente 1950-1980). Fu allora che Gianni Rodari scrisse per i bambini dell’epoca la seguente filastrocca riportata nel libro “IL LIBRO DEI PERCHE'”-editori riuniti:

Domanda: Perché al polo nord fa sempre freddo? Risposta:Perché ai poli della terra i raggi solari giungono inclinati, di sbieco. I fattori del clima, però, sono molti, ed alcuni di essi possono essere modificati dal lavoro dell’uomo: si possono creare mari dove oggi vi sono deserti, si possono sbarrare stretti ed impedire alle acque dei mari di freddi di scendere in altri mari. Queste opere potranno essere fatte quando tutte le energie dell’umanità potranno essere dedicate a opere di pace.

Quando la pace brillerÃ

su tutta la terra come un sole

forse anche il Polo fiorirÃ

di margherite e di viole.

Nel paese dei pinguini

Spunteranno i ciclamini,

e gli orsi bianchi, coi loro orsetti,

andranno a cogliere mughetti.

Debbo confessare che ha me neanche piace l’idea di “comandare/mitigare” la natura tipica di quell’epoca e che ancora ha strascichi nei nostri tempi, ma non posso non notare che si trasmettevano insegnamenti un po’ differenti dagli attuali, non vi pare?

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Published inAttualitàNews

6 Comments

  1. duepassi

    dal tuo articolo “Quasi sempre viene scelta la media 1979-2000”
    Ecco, io vorrei capire perché.
    Nella mia ingenuità infantile immagino che non ci sia malizia,
    ma
    dal 1979 al 2000 sono circa 20 anni
    e non i 30 che ci rinfacciano (a noi scettici cronici) ogni volta che facciamo notare che la temperatura non sta andando su coll’ascensore, come ci raccontò al gore nel suo film doppiamente premio oscar e anche premio nobel.
    Perché la distanza di 30 anni vale per noi, e non viene invece scelta per un confronto sull’estensione dei ghiacci, pur avendo un’altra decina di anni a disposizione, visto che siamo nel 2010 e non nel 2000 ?
    Misteri della Scienza,
    o forse dei media, chissà.
    Secondo me.

    • Fabio

      IL periodo dei trenta anni quando fu scelto dal WMO per il calcolo del CLINO (nella prima metà del XX secolo) era fatto sull’ipotesi della ciclicità del clima sulla base dei cicli solari di Bruckner, il primo a ipotizzarla credo fu Francis Bacon nell’epoca post-galileiana. Ora con il progressivo l’aumento della sensibilità degli strumenti a livello sperimentale e la teoria del caos a livello teorico, credo che d’ipotesi di ciclicità se ne possono fare poche.La domanda da porsi sarebbe perché 30 anni e non 20, 31, 47, 52, 150, “tutto il cucuccaro” (scherzo, si diceva così in un vecchio gioco da bambini)? Non è una scelta arbitraria (quindi soggettiva)che può portare a vedere la realtà in modo distorto?
      Credo che a questo tipo di domande occorre dare una risposta prima di fare i calcoli. Oppure possiamo acontentarci del “si è sempre fatto così”.
      Ciao

    • duepassi

      Da noi si diceva “tutto il cucuzzaro”.
      Ma chi sono io per stabilire un periodo valido di riferimento ? Nessuno, assolutamente nessuno, e quindi mi adeguo.
      Però non vorrei che il periodo fosse scelto (come troppo spesso avviene in tanti casi) secondo il codice di maga Magò, che fa valere i riferimenti per chi si, e per chi no.
      Pur conscio della mia grande ignoranza, se mi si dice che il periodo di riferimento è 30 anni, non lo discuto tecnicamente (lo faccia chi ne ha le capacità) ma poi non me lo si può tirar fuori quando si e quando no.
      E’ questo che non mi quadra.
      Se son 30 anni, han da essere 390 anni per tutti, o no ?
      (e se fosse logico un perido diverso, mi sta bene, fate voi, ma che sia unico per tutti)
      Secondo me.

    • duepassi

      un errore di battitura mi ha fatto scrivere, involontariamente, “390” nvece di “30”
      Chiedo scusa.

    • Fabio

      Scusa anche il mio è un errore di battitura, si diceva ” “tutto il cucuzzaro”. In questo caso sarebbero tutti i dati disponibili per calcolare la media 1979-2010.
      Ciao

    • duepassi

      Qua la mano, siamo compagni di sventurata battuta 🙂

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