Gli avvenimenti di questi giorni sono tra quelli di cui si parla per anni. Un sistema complesso ad altissima tecnologia che va letteralmente in tilt per un evento tanto assolutamente imprevedibile e casuale, quanto comune nella storia anche recente del pianeta. La nube vulcanica di cenere, polveri, gas e particolato in varie forme che si sprigiona dall’eruzione del vulcano islandese continua ad espandersi sui cieli d’Europa.
Una volta fuoriuscito dalla bocca del vulcano ad altissima temperatura, questo miscuglio sale abbastanza velocemente di quota e viene quindi catturato dai venti più intensi e regolari al di sopra dello strato di attrito, su fino al limite inferiore della tropopausa. Il flusso contribuisce a diffondere sui piani sia orizzontale che verticale la nube, che è ovviamente nel tempo soggetta a diluizione. Ma quanto e dove, non è dato saperlo con un margine di precisione accettabile mediante il solo uso di simulazioni o di osservazioni convenzionali. La visibilità della nube attraverso le immagini da satellite è fortemente condizionata dalla presenza di copertura nuvolosa e, anche laddove questa consente comunque di individuare il segnale, la concentrazione di cenere deve comunque superare una certa soglia, altrimenti il discorso si complica ulteriormente. Quella soglia, non ha nulla a che fare con la concentrazione “sopportabile” nelle fasi del volo, il cui valore non è determinabile a priori. I provvedimenti presi sin qui hanno dunque seguito giustamente una policy conservativa, che agli occhi dei meno esperti potrà sembrare eccessivamente prudente.
Così non è assolutamente. Per capire perché si può fare un paragone iniziale con la sabbia proveniente dai deserti. Contrariamente a questa, le particelle solide contenute nella nube di cenere vulcanica non restano solide se ingerite dai jet, ma possono sciogliersi e accumularsi all’interno del motore. Nel video che segue questo meccanismo è spiegato piuttosto bene. Il risultato è comunque un danneggiamento che può essere grave come gravissimo, anche se non necessariamente irreparabile. Di qui, cioè probabilmente anche di qui, la decisione di fermare il traffico aereo, onde evitare di sottoporre migliaia di motori al rischio di funzionare in condizioni potenzialmente pericolose e dover essere poi sottoposti a pesanti manutenzioni.
Ora il punto è che, a prescindere dalle ovvie considerazioni in ordine alla sicurezza, sono ovviamente sorte enormi difficoltà, perdita di ingenti capitali, approvvigionamento delle merci soggette al trasporto veloce, disagi inenarrabili per quanti -si parla di centinaia di migliaia di persone- sono rimasti intrappolati tra uno scalo e l’altro cercando di trovare scampo, ove possibile, con altri mezzi di trasporto.
Tutto ciò, dopo una prima fase di ovvia e giustificata prudenza, per effetto delle valutazioni fatte in seguito all’impiego di un modello di simulazione che gira presso il WAFC1 dello UK Met Office, cui è devoluto in ambito internazionale il compito di fare questo genere di valutazioni per gli usi del traffico aereo civile. Da notare che l’informazione resa poi disponibile alle autorità del traffico aereo non dicono dove si trovi o meno la cenere, bensì dicono dove questa potrebbe essere attraverso la diffusione di un prodotto grafico codificato.
Inutile dire che passata la prima fase, hanno cominciato a farsi sentire parecchie voci di protesta. Su tutti gli operatori di alcune compagnie aeree (ad esempio KLM e Air Berlin) che hanno chiesto ed ottenuto di effettuare dei test in volo su determinate tratte, senza -sembra- riscontrare alcun problema. La stessa cosa sta accadendo in queste ore nei nostri cieli con risultati che sembrano incoraggianti. Dunque l’osservazione si sta sostituendo o quantomeno affiancando alla simulazione. Questi test, tuttavia, potrebbero nell’immediatezza risultare rassicuranti e magari permettere, sempre in accordo con quanto sarà deciso dalle autorità nazionali ed internazionali del traffico aereo, di smaltire un po’ di traffico alleggerendo la tensione. Ma già domani e poi nei prossimi giorni, se l’eruzione dovesse continuare, e con i pattern atmosferici che torneranno a dirigere le correnti in quota verso l’Europa centro-meridionale, il problema potrebbe tornare a presentarsi, per cui sarà necessario, ove fosse possibile, procedere ad osservazioni strumentali sistematiche che consentano di gestire la situazione.
Aggiornamento
18/04/2010 Ore 23.25 L’amico Alvaro ci ha fornito nei commenti un’informazione interessante, per cui ho deciso di aggiornare il post con questa immagine, a beneficio di quanti non hanno idea di cosa possa accadere in questi casi. Si tratta dell’interno dei motori di due F18 finlandesi che hanno eseguito un volo test all’interno della nube.
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E il clima? Diffidate dalle imitazioni, la sarabanda è già iniziata, c’è chi si affretta a dire che sarà influenzato da questa eruzione e c’è chi si affretta a negarlo. La verità è che anche questa volta, l’ennesima -qualcuno prima o poi dovrà farsene una ragione- la risposta è NON LO SAPPIAMO. In passato alcune famose eruzioni sono state decisive per le dinamiche di breve periodo del clima, altre non lo sono state affatto, in questo momento non si può fare alcuna speculazione se non quella di elencare tutte le ipotesi possibili, ma è un esercizio che sulla rete e non solo stanno già praticando in molti e a questi lo lasciamo volentieri. Probabilmente lo sapremo solo tra parecchi mesi se non addirittura anni, quando sarà possibile distinguere il segnale del forcing di questa eruzione ove esso fosse importante nell’andamento delle temperature. Sino ad allora, chi è abituato a farlo, avrà a disposizione un efficace strumento per giustificare un’eventuale estate fredda o calda, piuttosto che un inverno nevoso ma anche no.
- World Area Forecasting Center [↩]
[…] potessero rappresentare un problema se ingerite dai motori dei jet. Il problema, come abbiamo avuto modo di sottolineare, oltre che nella propagazione di queste ceneri, strettamente legata alla circolazione atmosferica, […]
Io so che se in cumulo volgare mi incomincia a tossicchiare il motore per ghiaccio nel carburatore non mi faccio prendere dal panico ma una mezza preghierina la faccio e smanetto per fare il botto liberatorio. Non vorrei trovarmi sul corrierone con 300 passeggeri sopra e vedere che mi si spengono i motori perche’ modelli misure e scienziati del piffero hanno preso un abbaglio.
[…] Per intanto premetto di essere perfettamente consapevole del rischio potenziale per un aeroplano che si trovi nelle condizioni e momento sbagliat…. Ma ci sono abbastanza indicazioni per mettere in dubbio la necessita’ anche remota di una […]
Qualcuno sa perche’ Obama non e’ potuto andare a Cracovia utilizzando rotte piu’ a Sud, o perche’ no, volando sul Polo Nord?
Da una cartina che ho visto, la Polonia stava proprio al centro della nube. Se quella cartina è reale, non c’era rotta possibile per evitarla. Che dire, i Polacchi sfortunati anche in questo. A loro va la mia totale solidarietà .
Aaaah ecco!
Computer simulators di nuovo in azione!
“IPCC vulcanico”?
E simili computer nurds fermeranno il mondo!
Non ho parole!
Di ciò che ho appreso dai TV, il polvere vulcanico ha raggiunto picchi di quota di appena ottomila metri.
Mentre la media sarebbe sui tremila cinquecento metri.
I jet volano normalmente a quota dieci – dodici mila metri…
Nubi di ceneri a quella modesta quota perde rapidamente le particelle.
Poi, la pioggia sciacqua davvero tutto.
Attualmente il Mare del Nord, ed i Paesi scandinavi sono sotto la pioggia da settimane, con solo brevi intervalli di sole.
Ed allora?
Sopratutto nessun cambiamento climatico come Pinatubo riuscì di scatenare.
Secondo:
Mi sembra tutto un “polverone”, costosissimo.
Scusate, ma forse questa volta la precauzione non sembra essere del tutto fuori luogo.
Se ho capito bene, i finlandesi hano fatto un breve volo nella nube di cenere nel loro spazio aereo con due F-18, e poi hanno guardato dentro i motori, trovandoli come potete vedere nelle foto:
http://redirectingat.com/?id=42X487496&url=http%3A%2F%2Fwww.iltalehti.fi%2Fuutiset%2F2010041611489346_uu.shtml&sref=http%3A%2F%2Fwww.pprune.org%2Frumours-news%2F412103-ash-clouds-threaten-air-traffic-22.html
Nessuno pensa che la cenere vulcanica sia innocua.
Il fatto è che però ci deve essere!
Grazie della notizia, nell’epoca della tecnologia hanno mandato due aerei DENTRO la nube per vedere gli effetti. Se sono andati dentro la nube che si aspettavano di non trovare nulla?Spero non applicheranno le stesse tecniche con nubi di diossina, etc? Ma non esistono strumenti di monitoraggio. Uno si domanda, quando è stato fatto il centro di controllo è stato comprato solo il calcolatore o c’è anche una rete di osservazione? Come è stato testato il modello?
Sta di fatto che la precauzione attuale ha fatto più danni economici dell’11 settembre. Speriamo che almeno negli ospedali continuino a prendere decisioni sulla base delle immagini e diagnosi, non vorrei che tra qualche tempo per ridurre i costi basterà un modello per cui ti operano subito senza “osservazione” e per precauzione.
Buonanotte
Il fatto è che un pugno di burocrati ha scritto le regole, avendo perso il lume della ragione. E ci hanno costretto a sottostare a delle simulazioni affidate al MetOffice. Agli stessi non è venuto in mente che, oltre alle simulazioni, ci volevano anche delle semplicissime osservazioni.
Sarà per la prossima volta, sic!
Se poi qualcuno mi dicesse che non è poi così facile fare questo tipo di osservazioni, allora ritiro quanto detto.
Non è un traino signori, sono le regole del traffico aereo internazionale. Le difficoltà di questi giorni stanno insegnando che si deve fare qualcosa di più, ma neanche si può pensare di derogare alle regole ogni volta che si presenta un problema.
gg
senza una misurazione è stato chiuso e senza una misurazione riaperto, siamo rimasti al traino di Londra…
lo spazio aereo riapre domattina alle 09.00 Z…
Ho letto su un blog minore della rete, non ricordo quale, che questa è la paradigmatica applicazione del principio di precauzione, nel caso in cui qualche “tonto negazionista” (parole mie, ma il concetto espresso è quello) tardasse ancora a capirne il significato.
Come ha appena detto Paolo Mezzasalma, invece questa è l’ennesima dimostrazione che quando si opera senza basi scientifiche ma solo col pepe al sedere (scusate l’immagine forte), quello che si dimostra è solo l’isteria della classe dirigente.
CG
PS: a scanso di equivoci, nessuno per questo motivo vuole mandare gli aerei *dentro* la nube di cenere. Ma allo stesso tempo, e per lo stesso motivo, nessuno dovrebbe voler distruggere l’economia mondiale, così, tanto per stare tranquilli…
Torno a esprimere il mio punto di vista anche su questa discussione.
La verità è che siamo soggetti a PRECAUZIONITE cronica con fasi acute.
Ovvio, come è stato detto, che nel momento iniziale si chiuda, si faccia subito affidamento alle simulazioni di traiettoria.
Ma passato il momento di smarrimento, non si può lasciare un intero continente ostaggio dei modelli del Met Office, con le loro capricciose correnti modellate che distribuiscono cenere a desta e a manca, ma non al centro.
Magari la faccio troppo facile, ma è così difficile nel nostro continente mandare in volo un po’ di aerei militari che vadano a prelevare le particelle? Fare cioè delle vecchie e sane OSSERVAZIONI?
E gli osservatori meteo sulle Alpi, che ci stanno a fare? Non hanno i filtri? E che ci vuole a portarli da Zurigo o da Aosta?
Una volta che la simulazione tracciava il possibile spandimento della cenere, le osservazioni sul campo sarebbero servite a delimitare la nube. Ed evitare che ieri chiudesse Bologna, mentre Firenze funzionava tranquillamente, direi ridicolo! E le correnti ieri su Bologna arrivavano da est-sud-est con rovesci associati, provenienti da Falconara che andava pur esso.
Oltre a soffrire di quella strana malattia di cui sopra, l’altra verità è che ormai ci si muove solo dietro simulazione. L’osservazione è un optional!
E volete sapere la beffa?
Il capo del MetOffice riceverà un super bonus in denaro per l’egregio lavoro svolto, quello di bloccare milioni di persone a terra. Il cui costo sarà ben superiore ai costi per il controllo a tappeto degli aerei dopo il volo in aree prossime alla nube.
[…] Nell'articolo trovate anche una dissertazionie ampia sulla attuale eruzione islandese. Traffico aereo fermo, Europa bloccata. | Climate Monitor __________________ "Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" […]
Buongiorno,
dall’articolo e dal video ho capito che:
1) l’effetto che hanno le ceneri ingerite dai motori è quello di sciogliersi e solidificarsi all’interno del motore stesso dando come risultato una specie di terracotta depositata sulle parti meccaniche del motore;
2) la soglia accettabile delle ceneri ingerite dal motore non è definibile a priori per il singolo evento (consideriamolo il singolo volo);
3) il simulatore del Met Office ci dice la probabilità sulla distribuzione delle ceneri;
4) i voli di test (sono singoli voli) effettuati danno risultati positivi sia riguardo lo stato meccanico dell’aereo sia riguardo i motori.
A valle dei punti succitati mi viene da pensare che anche se impieghiamo degli strumenti di misura delle ceneri vulcaniche (quindi disponiamo del dato misurato delle ceneri) non abbiamo informazioni rigiuardo lo stato dei motori dopo un certo numero di voli qualunque sia la concentrazione di ceneri incontrate. Pertanto l’unico modo per garantire la sicurezza dei voli dovrebbe essere quello di effettuare l’ispezione visiva dei motori anche nel loro interno. Questa campagna di verifica opportunamente cadenzata nel tempo mi sembra però molto dispendiosa.
Esistono, allora, delle procedure standard da attuare che possano garantire la sicurezza del velivolo considerando questo scenario atmosferico particolare?