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Escatologia climatica, quale sarà  il prossimo Global Warming?

Una birra ed un hamburgher (nachos se si è vegetariani, pizza se si è da questa parte dell’oceano) a chi propone il prossimo efficace strumento di panico generalizzato, visto che l’argomento catastrofe climatica sta perdendo i colpi. Questo il premio messo in palio da Bret Stephens, editorialista di affari esteri al Wall Street Journal.

Un compito non facile, si deve trattare di qualcosa con caratteristiche di ubiquità, invisibile ad occhio nudo e, preferibilmente, che ci veda tutti coinvolti nel provocarlo. Il rimedio -perché non ha senso sollevare un problema se non se ne può vendere la soluzione- deve richiedere nuova tassazione, nuove regole e altri vari cambiamenti della civilizzazione per come noi la conosciamo.

Praticamente l’identikit del panico da catastrofe climatica, ma anche della sovrappopolazione, dell’inverno nucleare, degli assorbenti tossici (questa non la sapevamo), del buco dell’ozono, delle api killer, dei cibi geneticamente modificati e della mucca pazza. Lui non ce le mette ma si possono aggiungere anche le influenze aviaria e suina. Tutti problemi che dopo aver svolto la loro pubblica utilità  sono stati puntualmente ricondotti alle dimensioni reali e dimenticati, salvo occasionali rigurgiti in tempi di magra mediatica. Per molti di questi, tra l’altro, pur essendo cessata la presunta emergenza, sono vivi e vegeti fior di organismi di controllo, commissioni di esperti e varia burocrazia.

Eppure sembrava proprio di aver trovato quello giusto. Anni di duro lavoro a creare le condizioni ideali, produrre pezze d’appoggio, organizzare la burocrazia della gestione e poi, siccome tutto ciò che sale prima o poi scende proprio come le temperature di questi anni, all’apice del successo, ad un passo dall’apoteosi, la fede nel cambiamento climatico ha perso il favore della pubblica opinione, il sostegno della classe politica e, inevitabilmente, il primato della speciale classifica delle chiacchiere da ascensore. Quest’ultimo in particolare, è l’elemento base di cui nessun problema globale può fare a meno. Una disdetta, ma, soprattutto, un susseguirsi di brutte notizie per gli adepti di questa, che se di escatologia si tratta, sembra proprio essere una nuova religione con i sui riti, Earth Day, megaconcerti, black-out planetari e pellegrinaggi alle città che ospitano gli officianti, impegnati a distribuire indulgenze in forma di crediti per le emissioni.

Poi, improvvisamente e improvvidamente, scappano fuori le mail del gruppo dirigente della scienza del clima e si scopre che su quello che ci raccontano, hanno spesso più dubbi di quanti ne abbiamo noi nel creder loro. Qualcuno un po’ più scaltro degli altri decide di andare a guardare dove solo pochi mesi prima non era né igienico né sicuro guardare. E scappano fuori le marachelle dei ghiacciai dell’Himalaya, della Foresta Amazzonica, dell’affogamento dei Paesi Bassi, della realtà  delle dinamiche di scioglimento dei ghiacci artici, insomma, di buona parte di quelle “evidenze” su cui la burocrazia della gestione aveva costruito il consenso.

Un po’ alla volta si stanno levando le voci di parecchi santoni della scienza. L’ultimo è James Lovelock, uno che nessun militante dell’AGW sano di mente si permetterebbe mai di criticare o contraddire, benché nel tempo ne abbia dette di cotte e di crude. Ma quelli, si sa, erano tempi in cui alla macchina del panico climatico andava tutto bene. Ora l’inventore di Gaia dice di sospettare che qualcuno abbia addomesticato i dati e che se il pianeta deve essere salvato, si salverà  da solo, come ha sempre fatto, anche se questo potrà  significare che si debba liberare di noi.

E così anche testate insospettabili, la BBC con Lovelock e Der Spiegel per i fatti suoi, si smarcano dalla paura di fine XX° e inizio XXI° secolo. Sulle pagine di Der Spiegel si legge di scienziati che vogliono fare i politici -la settimana prossima sarà  lanciato in Laguna un progetto di creazione di un “International Center for Climate Governance”-, di “curiose inconsistenze” nelle ricostruzioni di temperatura, di lavoro approssimativo dell’IPCC e di altri vari peccati della moderna climatologia.

E ora, perché le risorse possano ricominciare a fluire verso gli apparati burocratici della gestione, perché si possano rimettere in moto i meccanismi legislativi e regolamentari, perché si possano ascoltare nuovi accorati appelli all’azione comune per la buona causa, per la quale più di qualcuno sarebbe disposto a rinunciare anche alle regole di vita democratica -purché gli sia dato il potere di scrivere quelle nuove s’intende-, dovrà  saltar fuori un nuovo panico generalizzato. Ci sarà  un trend, un’ipotesi, un colpevole (o quantomeno oscuro burattinaio) e si ricomincerà dal principio. Ci saranno credenti e scettici, e ci saranno quelli che sosterranno gli uni e gli altri, proprio come hanno fatto le multinazionali dell’ambiente per i primi e quelle del petrolio per i secondi nella querelle del clima, inquinando gli uni e gli altri il lavoro di quanti magari avrebbero voluto solo sapere, ma non riuscendoci quanto necessario, hanno assecondato la comparsa di ridicoli termostati planetari ad uso e consumo dei decisori.

Ci sar°  da sudare, speriamo che non faccia troppo caldo.

NB: qui, sul Wall Street Journal.

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Published inAttualitàNews

11 Comments

  1. […] spargendosi per l’Europa, ecco spuntare dal nulla la teoria di tutte le teorie. Quello che solo pochi giorni fa avevamo appena -e anche scherzosamente- ipotizzato, diviene improvvisamente realtà. Abbiamo […]

  2. Fabio

    L’azienda della paura ha già individuato il nemico molto più pericoloso del AGW: a livello globale sarà il “pericolo giallo”. Le previsioni parlano chiaro: inquina, non rispettano i diritti umani, produce a basso costo, non fa quello che dicono gli europei ed i sindacati, sono numericamente troppi, vivono a lungo, si stanno armando, sono comunisti e capitalisti, vogliono mangiare la carne, guardano solo alla crescita del PIL, costruiscono infrastrutture in cemento armato senza effettuare valutazioni d’impatto ambientale di durata ventennale, hanno un mix energetico con nucleare,carbone, petrolio gas oltre alle rinnovabili, non permettono si esprimere preferenze alle elezioni. Ma soprattutto fanno tutto questo non tenendo conto che se morissero di fame come prima noi staremmo molto meglio. Loro saranno i nemici nostri e del pianeta contro cui unirsi. La soluzione proposta dai politici attuali sarà: una bella tassa per incentivare i nostri prodotti riconoscibili dall’apposita etichetta su cui scrivere l’albero genealogico e le malattie di tutte le persone che sono state a meno di 50m di distanza dall’oggetto durante la produzione e distribuzione, una conferenza quadro a Taormina dal 5 al 20 agosto, dei talk show serali in TV in contemporanea a dei girotondi intorno l’ambascita della Cina, ma soprattutto la creazione di una nuova SPA quotata in borsa (con un CDA formato almeno da 32 persone) che si occupi di promuovere l’immagine dell’Europa tramite la creazione di un apposito sito.
    Alla fine diremo: “Aridatece il global warming”

  3. Fabio

    Propongo il terrificante DHMO (www.dhmo.org).

    • duepassi

      Mio dio, proprio stamane ne ho fatto abbondante uso ! Devo andare in qualche laboratorio a verificare se mi sono “contaminato” ? 🙂

    • Fabio

      Temo non ci sia più niente da fare …

    • duepassi

      Sono perduto. Che mi resta da fare ? In altri tempi avrebbero detto:
      “Ma buttati a mare!”
      e invece tocca buttarsi sulla spiaggia per avere qualche minima speranza di salvarsi.
      Se non ci riuscissi, portate a mio moglie il mio bel costumino azzurro…
      🙂

  4. gbettanini

    A mi parere sarà qualcosa di più fantasioso….
    Ad esempio la ‘inconfutabile’ dimostrazione che geneticamente si sta andando verso un’involuzione delle capacità intellettive umane. Ma un processo lento, i primi dati inconfutabili si avranno nel 2100-2150.
    Da cosa può essere causata una degenerazione simile? Semplice…. dall’essersi svincolati dalla selezione naturale con il nostro stile di vita consumistico e irrispettoso dell’ambiente, dalla nostra dieta con eccesso di proteine animali, dall’inquinamento delle acque e dell’aria, dalle radiazioni non ionizzanti (elettrosmog) e così via… molte cause così si può rendere ‘multidisciplinare’ la ricerca della soluzione.
    Si penserà che la medicina è una scienza seria e che dal punto di vista etico non si potrebbe mai mettere in giro fandonie simili…. poi però si pensa alle migliaia di medici omeopati che da decenni vendono acqua fresca e false speranze e ad un ordine dei medici che sostanzialmente li ‘copre’.
    Comunque sarà qualcosa di simile… ci vuole una base (pseudo) scientifica su cui appoggiarsi, una forte componente etica per coinvolgere le masse basata come al solito fatto sul che tutti i mali del mondo sono in qualche modo riconducibili a colpe o comportamenti nostri. Quanto aveva ragione Benedetto Croce quando diceva che ‘non possiamo non dirci cristiani’. Poi ci vuole un organizzazione (meglio se multidisciplinare e politicizzata) che ci mostri la luce al di fuori del tunnel per iniziare un (costoso) processo di purificazione dei nostri geni o delle nostre acque o della nostra aria o della nostra terra….
    Insomma lo schema sarà più o meno lo stesso.

  5. duepassi

    Voci di corridoio suggeriscono che la prossima presunta catastrofe sarebbe la siccità. Staremo a vedere.

    • duepassi

      Sono uscito, e cosa ti vedo in edicola ? Un numero speciale di National Geographic intitolato
      “Acqua”,
      sottotitolo “Un mondo assetato”.
      Mi assegno un punto nel mio personalissimo tacquino,
      come diceva un grande cronista di pugilato.
      🙂

    • duepassi

      Altro riferimneto alla crisi globale dell’acqua:
      http://www.comunidadandina.org/index.htm
      Riqueza hídrica de la CAN puede constituirse en poderoso factor de desarrollo para la región
      – Las autoridades de agua de los países de la Comunidad Andina coincidieron en manifestar que la riqueza hídrica de la CAN no sólo los ubica en una posición privilegiada para enfrentar la “crisis global del agua” sino que puede constituirse un poderoso factor de desarrollo para la región.
      Lima, 6 de abril de 2010

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