Non una gran giornata questa, perciò, chi fosse sopravvissuto alle libagioni pasquali, avrà forse il tempo e la voglia di dedicarsi ad una sana lettura. Un bell’esempio di divulgazione equilibrata, otto brevi capitoli in cuisi fa il punto sulla querelle del clima. C’è tutto, dalla storia del calcolo delle temperature medie superficiali, alla nascita del target dei 2°C, obbiettivo molto politico e per nulla scientifico, alle polemiche degli ultimi mesi, allo stato dell’arte della scienza del clima.
Non è il punto di vista di chi è scettico, non è quello di chi è allarmista, è una lezione di giornalismo. Non pretende di avere il crisma della scienza, non è superficiale e credulone. Forse non piacerà ai credenti, ma non fa fare nemmeno salti di gioia alla controparte, proprio come dovrebbe essere sempre.
Lo trovate qui, su Der Spiegel.
Tutta la storia del hockey stick è minuziosamente descritta in:
“The Hockey Stick Illusion” di A.W. Montford,
ISBN: 978 1 906768 35 5
Però, mi piacerebbe anche conoscere delle opinioni su:
1. Precisamente, quando e per iniziativa di chi “Global Warming” fu cambiato in “Climate Change”?
2. La imprevedibile pubblicazione degli e-mails archiviati presso il CRU ha proprio “cambiato il futuro” della climatologia, o ne ha solo accelerato un percorso comunque inevitabile?
Ho letto qualcosa su climalteranti, ma non lo trovo, sembra che J Hansen si sia espresso con climate change fin dagli anni 80 perchè diceva che il pianeta in caso di aumento delle T avrebbe visto alcune zone del pianeta andare incontro a siccità e desertificazione,(tra cui l’europa meridionale vedi Giorgi) altre ad un aumento delle piogge e delle inondazioni.
Mentre nei media sono solo pochi anni che hanno cambiato terminologia.
Caro Alvaro,
io non sono affatto sicuro che il futuro sia cambiato. I monoliti continuano a far finta di non sentire. Il climategate e, soprattutto, le magre figure dell’IPCC e dei suoi leader hanno certamente smosso le acque, ma temo che si stia preparando un bel colpo di spugna. Le risultanze della commissione d’inchiesta inglese lo testimoniano. Ad ogni modo, piaccia o no, più che cambiare il futuro della climatologia, qualcuno dovrebbe accorgersi che è cambiato il clima, nel senso che da qualche anno ormai, siamo entrati in una modalità climatica certamente diversa da quella che ha caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso. Di questo, gli unici che stentano ad accorgersene sono proprio i termometri, perchè le reti di rilevamento sono così cariche di bias e di disomogeneità spaziale da risultare molto poco rappresentative del comportamento del sistema.
Il tuo secondo quesito è però certamente corretto. Perchè nel medio-lungo periodo queste modalità sarebbero comunque emerse. Nel breve, invece, continuiamo ad essere inondati di messaggi schizofrenici per cui una primavera in anticipo è chiaro sintomo di deriva catastrofica, e una in ritardo (come l’attuale) è solo un capriccio del tempo atmosferico.
gg
Occorre dare atto a DerSpiegel di questa divulgazione sulle vicende del clima e per chi come me è appassionato ,ma non studioso o ricercatore, è di sicuro interesse.
Intanto portare al grande pubblico la storia ( è documentata) dell’hockey stick in modo dettagliato e raccontare di McIntyre e McKitrick e della loro “battaglia” verso il “noto e potente” Phil Jons anche se ora dispiace che “umanamente ” se la stia passando male ma come si è già detto su questo blog la scienza non è democratica e chi la scambia per una opinione poi pianga se stesso.
Ad esempio l’hockey stick molto noto tra gli addetti ai lavori come icona del rapporto ipcc2001 con la quale si dimostra che il XX secolo è il più caldo dell’ultimo millennio e ripetuto all’infinito dai media è sostanzialmente sconosciuta al grande pubblico e vi dico questo per averla raccontata ,non con i dettagli dell’articolo, a circa una trentina di persone e solo 2 o 3 ne avevano sentito parlare su qualche articolo,niente tv.
Vediamo nei prossimi giorni il giornalismo nostrano che spunti e/o commenti prenderà da questo articolo : come sempre verrà virgolettato,interpretato ecc, ma saranno sempre e solo notizie di seconda mano, dubito che testate di tirature nazionali siano in grado su questi argomenti di fare giornalismo divulgativo.
Cordiali saluti e felice Pasquetta
L’ultima frase dell’articolo citato, che rappresenta bene la sua sintesi, e, nel mio piccolo, anche la mia:
“Fearmongering -“Fomentare la paura
is the wrong way – è il modo sbagliato
to go about it,” – di trattare la cosa
says Storch. – dice Storch.
“Climate change – “Il cambiamento climatico
isn’t going to happen – non avverrÃ
overnight. – da un giorno all’altro.
We still have enough – Abbiamo ancora abbastanza
time to react.” – tempo per reagire.”
Anche secondo me.
Ancora dall’articolo citato:
Last month – Il mese scorso
Landsea, together with – Landsea, insieme con
top US hurricane researchers, – i massimi ricercatori americani sugli uragani
published a study that – ha pubblicato uno studio che
finally disproves – finalmente prova la falsità del
the supposed link between – supposto legame tra
hurricanes and global warming. – uragani e GW.
The study concludes with – lo studio si conclude con
the assessment that – la valutazione che
“tropical cyclone frequency – “la frequenza dei cicloni tropicali
is likely to either decrease – probabilmente diminuirÃ
or remain essentially the same.” – o rimarrà essenzialmente la stessa.”
Top wind speeds – Le massime velocità dei venti
could increase somewhat, – potrebbero un po’ aumentare,
says Landsea, – dice Landsea,
but the changes – ma i cambiamenti
would “not be truly substantial.” – “non sarebbero in verità sostanziali.”
Sempre dall’articolo citato, una cosetta che mi sembra interessante:
Air pollution in the south – L’inquinamento dell’aria nel Sud
has always been much lower – è sempre stato molto più basso
than in the north, – che al Nord
because, as Webster explains, – perché, come spiega Webster,
“there is less land – “C’è meno terra
and therefore less industry – e quindi meno industria
in the Southern Hemisphere.” – nell’emisfero meridionale.”
Oddly enough, however, – Abbastanza stranamente, comunque
the temperature increase – l’aumento di temperatura
in the south – nel Sud
is just as strong – è proprio ugualmente forte
as it is in the north. ” – come quello al Nord.”
That isn’t really possible,” – Questo non è davvero possibile”
says Webster. – dice Webster.
Sto leggendo l’articolo, nel poco tempo che ho attualmente a disposizione a causa dei gravosi e pressanti impegni che ho in questi giorni ( =i festeggiamenti e abbuffamenti pasquali 🙂 ).
Ci sono vari punti che varrebbe la pena di mostrare. Mi limiterò ad uno solo, per il momento:
The media, politicians – I media, (i) politici
and even scientists – e perfino (alcuni) scienziati
often talk about – spesso parlano di
changes to the weather – cambiamenti del clima
with a certainty – con una certezza
that does not in fact exist. – che in effetti non esiste.
Buonasera,
ho seguito il consiglio del dott. Guidi ed ho letto l’articolo dello Spiegel.
Siccome sono un semplice laureato in biotecnologie, avrei delle domande da fare.
In questo articolo si individuano i paesi dell’area mediterranea, come i futuri paesi che subiranno grossi periodi di siccità . Alla luce di questa affermazione, come mai negli ultimi anni nel sud Italia non vi è stata una diminuzione significativa delle piogge, mentre nel nord vi è stata (http://www.agrometeorologia.it/documenti/rivista10_1/70.pdf)?
Nella parte 7 dell’articolo, viene affermato che in 20 anni il fenomeno neve in Germania potrà essere associato a qualcosa del passato.
Quanto può essere credibile una ricostruzione del genere?
Grazie per le eventuali risposte.
Buonaserata, Buona Pasqua e Felice Pasquetta.
Roberto.
E’ credibile nella misura in cui si ha fede Roberto. Sono proiezioni, solo il tempo può confermarle o smentirle. Per ora non è così, e non si tratta di differenze banali. Se cerchi sul blog gli articoli di Paolo Mezzasalma, troverai delle interessanti analisi sulla visione del mondo che hanno questi modelli.
gg