Ormai si può dire, se abbiamo vinto gli ultimi mondiali lo dobbiamo alla geniale intuizione di Checco Zalone, un autentico collante per gli eroi di Berlino, con buona pace dei cugini d’oltralpe. Del resto fare squadra è il segreto del  successo. Così, leggendo questa ricerca ed il relativo commento uscito sul blog di Antony Watts, scopriamo che il declino del consenso sull’AGW arriva perchè gli scettici sono ad un passo dal prendere il controllo delle comunicazioni globali.
Un’orda di climanalfabeti così ben organizzata e stretta attorno a pochi fari nel web da essere capace di ordire una trama complessa come quella del climategate, con accurata e scientifica -questa sì- scelta dei tempi, per boicottare l’altrimenti felice gita sociale di CO2penhagen. E poi, senza pietà , con la stessa organizzazione e la stessa scelta dei tempi, si sarebbe colpito il nemico ferito e disperso, intento a riprendersi dalla disfatta.
Watts si pone giustamente una domanda, guardando l’immagine con cui viene ricostruita la rete di “relazioni” che sussite tra il mondo dei media tradizionali e la blogosfera, prendendo a riferimento il flusso delle informazioni sul climategate. Come noto, tutto è partito dal web e lì è rimasto a lungo, finché qualcuno non si è fatto coraggio e lo ha portato sulla carta stampata, ma, salvo rarissime eccezioni, questo è accaduto solo quando la notizia era sicura, e non si correva il rischio di beccarsi il fuoco di ritorno di chi l’informazione generalista la frequenta assiduamente da decenni. La domanda è: ma quale delle due parti del grafico qui sotto è effettivamente una rete e quale è invece un movimento spontaneo?
Perdete qualche minuto a leggere i nomi nel diagramma, poi ditemi quale delle due “fazioni” è meglio organizzata.
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