Non molto tempo fa è stato reso pubblico il summary dei documenti di previsione che tutti i paesi membri della UE hanno prodotto in ordine al raggiungimento del target del 2020, ovvero a quella parte dell’accordo 20-20-20 che prevede che il 20% dell’energia primaria impiegata provenga da fonti rinnovabili. La direttiva che promuove l’uso delle fonti rinnovabili, prevede anche che ogni paese dichiari se e quanto intende far uso dei cosiddetti meccanismi di cooperazione, progettando di fatto un percorso di avvicinamento agli obbiettivi.
Le possibilità sono sotanzialmente due, il “trasferimento statistico” e i “progetti comuni”. Nel primo caso si tratta di trasferimento dell’eventuale eccedenza rispetto agli obbiettivi di un paese “trasferita” ad un altro che preveda di non raggiungere il target. Nel secondo caso, una volta individuato un nuovo impianto di generazione di energia, i paesi che concorrono alla realizzazione si dividono statisticamente la produzione, accrescendo quindi la loro quota di produzione da fonti rinnovabili. Questi meccanismi sono necessari per quei paesi che ritengono di non essere in grado di raggiungere il target del 2020 con la propria quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Il sommario presenta degli aspetti interessanti. Ben dieci paesi dell’Unione, pianificano di raggiungere il 2020 con quote superiori all’obbiettivo, rendendo così disponibile per i meccanismi di cooperazione l’eccedenza. I più virtuosi tra questi sono Spagna e Germania, con quote di eccedenza che sommate realizzano oltre l’80% del totale del surplus di tutta l’Unione. Cinque altri paesi, prevedono di non riuscire a raggiungere gli obbiettivi fissati e dovranno quindi riccorrere ai meccanismi. Tra questi figura l’Italia, che dichiara un deficit importante -il più alto- pari a oltre la metà del deficit totale di questo gruppo.
Il risultato netto è comunque positivo, nel senso che sommando l’eccedenza che i paesi del primo gruppo pensano di mettere a disposizione ed il deficit pianificato dagli altri, l’obbiettivo comunitario dovrebbe essere raggiunto con un surplus pari allo 0,3%. In proporzione, la quantità relativamente bassa di energia destinata allo scambio, riflette la volontà dei paesi membri di puntare al raggiungimento degli obbiettivi con provvedimenti interni, puntando così di ricavare da questi i maggiori benefici possibili in termini di ricaduta economica degli investimenti.
Il ricorso alle due diverse tipologie di meccanismi di cooperazione è sbilanciato a favore dei progetti comuni piuttosto che dei trasferimenti statistici. I progetti comuni possono vedere coinvolti anche paesi terzi, ovvero non appartenenti alla UE, tuttavia l’energia prodotta deve essere necessariamente consumata all’interno della UE per potervi avere accesso. L’Italia è l’unico paese che pur pianificando un deficit importante, ha scelto un percorso di ricorso ai progetti comuni, attraverso la realizzazione di impianti in Svizzera, Albania, Montenegro e Tunisia.
Molti paesi membri, indicando in alcuni casi il tipo di tecnologia sulla quale intendono puntare (eolico off-shore, biomasse, idroelettrico etc), hanno sottolineato nei loro documenti la necessità di importanti opere infrastrutturali, ritenute irrinunciabili al fine di raggiungere gli obbiettivi. Più importante di tutte, l’adeguamento delle reti sia interne che di interconnessione tra i paesi dell’unione, proprio per favorire, oltre che il superamento delle difficoltà attuali di dispacciamento e distribuzione dell’energia da fonti rinnovabili, anche lo scambio di energia prodotta sempre da rinnovabile da diversi paesi, come previsto dai meccanismi di cooperazione. Questo quantitativo di energia che dovrebbe essere oggetto di scambio dovrebbe ammontare al 33-35% secondo le ultime stime disponibili.
Come abbiamo già sottolineato in questo post solo pochi giorni fa, i nodi stanno venendo al pettine. Alcuni sembra abbiano iniziato a scioglierli, altri, tra cui il nostro paese, sembrerebbe molto meno.
[…] più attagliata alla fattispecie della generazione e impiego di energia da fonti rinnovabili. In questo post abbiamo parlato dei propositi di alcuni paesi europei, con l’Italia come capolista, di […]