Uno strappo alla regola ed un sguardo al tempo che fa. Solo per non perdere l’abitudine con le nevicate marzoline. Ennesima discesa meridiana della stagione, con l’aggravante della retrogressione avvenuta appena sopra le Alpi e dell’approfondimento del minimo sull’uscio di casa nostra.
Risultato: aria molto umida e fredda quanto basta per lasciar cadere la neve su gran parte del centro-nord. Anche in questo caso, come nelle precedenti numerose occasioni che quest’inverno ci ha regalato, non è stato necessario lambiccarsi più di tanto per definire la quota delle nevicate. Per quel che riguarda la Pianura Padana, ad esempio, più in basso di così la neve non può andare.
In molti altri casi è stato più difficile. Allora ecco che può tornare utile un lavoro molto interessante in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa. Si tratta di un documento dal titolo “Il Limite delle Nevicate“, scritto a quattro mani da Gianni Marigo e Thierry Robert Luciani del Centro Valanghe di Arabba.
La quota dello zero termico, l’intensità delle precipitazioni, il profilo termico verticale, il contenuto di umidità dello strato limite, il feedback positivo indotto dalla stessa precipitazione nevosa, il rimescolamento dello strato limite e, naturalmente la conformazione orografica, specialmente nelle aree vallive. Tutti fattori che occorre tenere in considerazione per determinare quale sarà la quota delle precipitazioni nevose.
Per tutto questo occorrono previsioni numeriche il più possibile ad area limitata, osservazioni attendibili in situ che consentano di validarle e, soprattutto, una approfondita conoscenza del territorio. Alta tecnologia, alta professionalità ed esperienza, tutto sapientemente mescolato in questa breve ma illuminante pubblicazione.
Buona lettura!
Veramente ottima lettura! Grazie a Guidi per la segnalazione e complimenti agli autori del documento per la chiarezza espositiva