Nella prefazione al libro “Piccola lezione sul clima†di Kerry Emanuel il Professor Franco Prodi scrive1:
“Il protocollo di Kyoto, ora messo di nuovo in discussione…â€
Chissà se il professore è a conoscenza di dubbi nei decisori politici non noti al pubblico. Di fatto, dopo l’esito di della Cop15 di Copenhagen, si può affermare che abbia avuto un sesto senso per il vaticinio.
Un’altra affermazione riguarda il periodo caldo medioevale:
“Se consideriamo l’ultimo millennio, variazioni di poco superiori (probabilmente da 1 a 1,3 °C) hanno prodotto la piccola era glaciale (dal 1400 al 1850) ed il pericolo di riscaldamento conosciuto come “Optimum Medioevale†(1000-1300)…â€
Non è chiaro a cosa si riferisca, ma secondo me il professore si riferisce alla media delle temperature del millennio.
Come si può notare dai grafici delle ricostruzioni delle temperature dell’ultimo millennio di Moberg 2005 (viola) ed Esper 2002 (verde), da cui ho tolto l’innesto dei dati strumentali, l’ampiezza di variazione tra il picco del periodo medievale e quello della piccola glaciazione è di circa 1° C. In altre ricostruzioni del paleoclima come quele di Loehle 2007 e 2008 l’ampiezza tra i due picchi arriva a 1,3°C. Da notare nel grafico che i ratei di crescita delle temperature medioevali sono del tutto simili ai ratei di crescita del 1900, in Esper addirittura più accentuati.
Infine ci sono molti dubbi su queste righe:
“È noto, poiché lo si misura con precisione, che il valore dell’anidride carbonica, ora intorno a 360 parti per milione, è aumentato del 31% dal 1750 ad oggiâ€.
In realtà però, come giustamente fa notare il prof. S. Caserini, il valore di CO2 atmosferica di 360 ppm risale al 1995 non ad oggi2.  E’ davvero molto strano che il prof F. Prodi non sia aggiornato sui dati della concentrazione atmosferica, a meno che intendesse con 360 ppm l’ultimo valore utile riscontrato nelle ice core, senza l’innesto dei dati strumentali; questo andava però specificato, per evitare fraintendimenti.
Seppur un po’ datata, parla di 360 ppm la peer review di Petit 1999, comunque sembra che il valore riguardi il dato strumentale non quello derivato dalle ice core.
L’ultimo dato utile delle ice core che conosco è 345 ppm di Joss 19993. Molto interessante nel grafico della figura 1 di Joss, la concentrazione di CO2 del 1993 nel frin, cioè nel ghiaccio poroso, circa 345 ppm, ovvero inferiore alla concentrazione atmosferica dello stesso anno che è intorno al 357 ppm.
Questo pone molti interrogativi sulla reale rappresentazione della concentrazione atmosferica dei gas atmosferici da parte dei proxy delle ice core.
Chiudo gli articoli sui dubbi Di Franco Prodi con una frase di J.Hansen a mio giudizio rivelatrice:
“L’uso di scenari estremi per drammatizzare il riscaldamento globale,
è stato un tempo opportunoâ€
James Hansen4
- http://www.climatemonitor.it/?p=7380 [↩]
- http://www.climalteranti.it/2009/04/17/un-bel-libro-con-una-prefazione-poco-aggiornata/ [↩]
- http://www.climate.unibe.ch/~joos/OUTGOING/publications/joos99grl.pdf
Joos, F., R. Meyer, M. Bruno, and M. Leuenberger (1999), The variability in the carbon sinks as reconstructed for the last 1000 years, Geophys. Res. Lett., 26(10), 1437–1440 [↩] - http://naturalscience.com/ns/articles/01-16/ns_jeh6.html
J. Hansen :Can we defuse the global warming time bomb?†naturalscience August 1, 2003 [↩]
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