Abbiamo un nuovo nemico, correte alle barricate! Dopo aver condotto una estenuante guerra di trincea sull’anidride carbonica, ecco che si punta al prossimo obiettivo: il vapore acqueo. L’agenzia americana per la protezione dell’ambiente (Environment Protection Agency) pare non volersi fermare alla CO2 e, soprattutto, pare non volersi fermare di fronte a nulla.
Fonti giornalistiche americane riportano l’esistenza di alcuni protocolli interni per ottenere la classificazione del vapore acqueo come inquinante. Questa del vapore acqueo è troppo iperbolica per essere vera. Quindi la prendiamo per falsa?
No, perchè ad una ricerca più attenta, in effetti siamo riusciti a trovare qualche traccia di questo dibattito, il vapore acqueo è un inquinante, nelle parole del direttore del dipartimento inquinanti presso la EPA1 , Ray Donaldson:
[…] quando si pensava che l’anidride carbonica non fosse pericolosa, abbiamo supposto che anche il vapore acqueo fosse positivo. Tuttavia oggi, ogni scienziato che si rispetti è d’accordo sul fatto che l’aumento del contenuto di vapore acqueo dell’atmosfera, da fonti quali la combustione di carburante o le torri di raffreddamento delle centrali energetiche, possa portare ad un riscaldamento potenzialmente catastrofico
Intanto, grazie per il “potenzialmente catastrofico”. Ovunque lo mettiate, fa sempre bella figura. Ciò che è seriamente catastrofico è quanto si legge nel seguito di quella intervista.
A partire dalla presa di coscienza: se il processo di classificazione del vapore acqueo come inquinante dovesse avere esito positivo, allora questa decisione avrebbe un impatto profondo sulle vite di chiunque (per il momento solo negli USA).
Bontà loro, attenzione a quanto stiamo per riportare:
Right now, we are not so concerned about the water vapor exhaled by people. That is low on our list of priorities […]
Per il momento non sono preoccupati dal vapore acqueo esalato dalle persone. Sì, esalato.
Come dicevamo, questo è un brevissimo stralcio dal dibattito intorno al vapore acqueo e, ci teniamo a dirlo, queste posizioni sono state superate da qualche tempo, ormai. Il resto è cronaca dei mesi scorsi, durante i quali le attenzioni dell’EPA si sono rivolte esclusivamente alla CO2.
Addirittura, l’ultimo report2 dell’EPA afferma:
[…] it is generally accepted that human activities have not increased the concentration of water vapor in the atmosphere […]
Quindi, tiriamo un sospiro di sollievo, è il caso di dirlo: è accettato ormai comunemente che le attività umane non abbiano aumentato le concentrazioni di vapore acqueo nell’atmosfera.
Quanto tempo ci vorrà , perchè tornino alla carica con l’idea di tassare il vapore acqueo emesso dalle attività umane e, perchè no, dalla nostra respirazione?
Ho fatto un calcolo di questo tipo: vista la produzione di energia elettrica da
iahttp://www.eia.doe.gov/iea/elec.html
-per il termoelettrico 11943 miliardi kwha
-efficenza media di produzione ener. elett. 40%
– il 70% prodotto con raffreddamento a circuito aperto ( mare, fiume)e con delta t di 3°C tra entrata/ uscita dal condensatore
-il 30% prodotto con raffreddamento in circuito chiuso (torri di raffreddamento)con delta t di 10°C ed un valore di Trascinamento/evaporazione di 1,5% della portata in circolazione
-per il nucleare 2660 miliardi di kwha
– efficenza media di produzione energia elettrica 30%
– 70% prodotto come sopra
– 30% prodotto come sopra
I risultati sono:
-Termoelettrico : 5,48 mildi m3/a di acqua che si trasforma in vapore nelle torri di raffreddamento (pennacchio)
-e 2,4 mildi m3/a per il nucleare
– totale 7.88 mildi m3/a di acqua che si immette in atmosfera come vapore.
Mentre si riscalda acqua con delta t 3°c( circuito aperto)
– pari a 2992 mildi di m3/a per il termoelettrico
– e 1243 mildi m3/a per il nucleare
– totale 4337 mildi m3/a
Se i calcoli non sono errati(prego verifica da parte di termodinamici anche per le assunzioni di cui sopra)stiamo parlando che in un anno spariamo in atmosfera 2km3 di acqua .
Giusto per avere un’ordine di grandezza ne consumiamo per tutti i nostri bisogni a livello mondiale circa 2000km3/a così ci informa Lomborg.
Spero che questo dato possa servire per inquadrare meglio le affermazioni catastrofiche dell’EPA.
Possiamo sempre, in tema di spaghetti, autoprodurli in casa…se tutti quelli che possiedono un terrazzino, invece di mettere a dimora dei banali fiori ci mettono 10 spighe di grano, ma avete idea di quanto grano possiamo produrre???? milioni e milioni di chicchi di grano….miliardi di chicchi di grano…
Quindi il prossimo passo, dopo la carbon tax, sarà l’hydrogen tax? O l’oxygen tax? E cosa dice Rifkin? E ora GreenPeace andrà a calcolare quanti disastri planetari produciamo ogni volta che ci facciamo due spaghetti?
Comunque, sarebbe divertente se proseguissero su questa strada: gli impianti di sfruttamento di energia geotermica, se non erro, producono grandi quantità di vapore acqueo, come pure i motori ad idrogeno. Insomma, due energie “alternative” non lo sarebbero più.
Agli spagehtti ci siamo già , non dimentichiamo l’impatto sui prezzi del grano della conversione delle piantagioni ai vegetali da autotrazione.
gg
A proposito di spaghetti, nel 2006 su un importante quotidiano venne ripreso questo comunicato:
Roma, 24 set. – (Adnkronos) – I voli notturni amplificano l’effetto serra gia’ provocato dalle emissioni di anidride carbonica e dagli altri gas climalteranti. Lo sostiene un Rapporto del Dipartimento di Meteorologia dell’Universita’ di Reading, uno dei piu’ autorevoli centri mondiali di studio sul clima. Sotto accusa, secondo la ricerca, non le emissioni di anidride carbonica degli aerei di linea, come si potrebbe pensare (che hanno un effetto molto piccolo), quanto soprattutto la formazione le scie di vapor d’acqua condensato che si forma in coda agli aerei e che poi via via si allarga fino a formare strisce di nubi cirriformi. Queste scie (o strisce bianche che rassomigliano a nubi cirriformi) possono persistere da un’ora fino a molte ore nel cielo prima che il vapor d’acqua, condensato sotto forma di minutissimi aghetti di ghiaccio, torni allo stato gassoso. Ebbene sono proprio queste scie che impediscono alla radiazione termica proveniente dalla superficie terrestre di andare verso lo spazio, Anzi, siccome si tratta di scie di vapor d’acqua, e il vapor d’acqua anche se consensato e’ un potente gas serra, le scie assorbono la radiazione termica all’infrarosso proveniente dal suolo e la riemettono verso il basso rimandandola al suolo, funzionando come sorgenti di radiazione termica e contribuiscono ad aumentare l’effetto serra. Di giorno un simile effetto non si verifica perche’ le scie degli aeree essendo bianche riflettono la radiazione solare che viene dallo spazio, impedendo ai raggi solari di raggiungere la superficie terrestre: le scie di giorno hanno quindi un effetto esattamente opposto e cioe’ sono raffreddanti atmosferici.I voli notturni in Gran Bretagna costituiscono il 22% del traffico aereo, ma contribuiscono dal 60 al 80% dell’effetto serra complessivo provocato dalle scie del traffico aereo. Inoltre, il traffico aereo notturno nei tre mesi invernali, quando piu’ e’ alta la probabilita’ di formazione delle scie, contribuisce per circa il 50% dell’effetto serra complessivo annuale causato dalle scie del traffico aereo. Il consiglio dei ricercatori che hanno effettuato questa ricerca e’ quello di limitare il traffico aereo notturno e di limitarlo ancora di piu’ nei mesi invernali. Qui di seguito il comunicato del Dipartimento di Meteorologia dell’Universita’ di Reading Maggiori informazioni: http://www.met.rdg.ac.uk/ The University of Reading Department of Meteorology Earley Gate P O Box 243 Reading RG6 6BB UK http://www.met.rdg.ac.uk/
All’epoca scrissi al direttore finendo con questa frase:
E’ interessante notare che della “schifezza” che butta fuori un motore a reazione di aereo ormai sembra preoccupare gli ambientalisti-ecologisti solo il temibile “vapore acqueo”. Speriamo che in futuro, per i nostri figli, sarà ancora permesso emettere di notte tale inquinante composto cucinando gli spaghetti o facendo l’aerosol. Vedrete comunque che per i verdi basterà pagare un bel ticket sugli spaghetti a “mezza notte”: la “carbonara tax”.
Ciao a tutti e complimenti per i commenti
Va bene, è ora di ammetterlo, questo è un pesce d’aprile 😛 😛
Ma attenzione! Dal momento che non ci piace mai fare le cose troppo banali, alcune informazioni sono veritiere, a voi l’arduo compito di verificare quali (i link ve li abbiamo forniti).
Buon pesce d’aprile!!!
CG
È ovvio che il vapore acqueo è un inquinante!
È formato dal terribile monossido di di-idrogeno.
Per informazioni leggete qui:
http://www.dhmo.org/
😉
Hai ragione, ragione da vendere. Questo inquinante venefico e malefico rischia di ucciderci tutti.
Andrà combattuto con tutte le nostre forze. Lo diceva anche Buscaglione che ne ammazza (e ne inquina, aggiungiamo con profonda consapevolezza scientifica) più il terribile monossido di di-idrogeno, che il vino.
Quindi bisognerà provvedere. Ma come facciamo poi con la siccità ?
🙂
Dobbiamo chiarire il concetto di “inquinamento” alla gente.
Lo dico perché sotto questo nome si sono volute raggruppare fenomeni completamente diversi e che nulla hanno a che fare con quello che suscita tale parola nell’immaginario della gente.
Nel corso di una delle mie borse di studio, mi son dovuto occupare dell’ “inquinamento acustico”.
Cos’è ? E’ una “dose” (così si chiama tecnicamente) di rumore eccessiva.
Mantenendomi il più divulgativo possibile, dirò che nel caso del rumore i danni non vengono, e lo si capisce bene, solo per un rumore forte, ma breve, ma anche per un rumore meno forte, fastidioso ma sopportabile nel breve periodo, che però si prolunghi nel tempo.
Essere esposti a lungo ad un rumore del genere causa dei danni.
Ed ecco che questo fenomeno viene definito “inquinamento acustico”.
Cioè la parola “inquinamneto” vuol dire che avremmo dei danni.
Ma per la gente “inquinamento” vuol dire “sporcizia, veleni”.
E così la parola ha buon gioco nel creare un atteggiamento negativo in chi l’ascolta.
Così è per “l’inquinamento termico”, e quindi per la CO2, che è definita “inquinante” in base al fatto che si ritiene che potrebbe dare, in futuro, e sulla base di una teoria (che non tutti condividiamo) dei danni.
Tutto ciò non ha nulla a che fare con veleni o sporcizia.
Il discrimine su ciò che sarebbe o meno “inquinante” è l’idea del mainstream che in futuro questa sostanza possa portare dei danni all’ambiente.
Resta da dimostrare che questi danni siano reali, e che il diminuire di un certo “inquinante” non sia ancora più “inquinante” del suo aumentare.
Diversamente, se diminuiscono le buste di plastica getatte in mare, quel tipo di inquinamento diminuisce anch’esso, come ognuno può capire da sé.
Ma se diminuisce troppo la temperatura, e venisse (dico solo per ipotesi) una glaciazione, allora avremmo un “inquinamento” termico assai pericoloso.
Vogliamo contare i morti per freddo e quelli per caldo ? Vogliamo contare i morti per epidemie che scoppiano col caldo con quelli che, ogni anno, muiono per epidemie che scoppiano col freddo ?
Allora parliamo anche di “inquinamento ipotermico” o smettiamo di chiamare “inquinamento” ogni cosa che ci faccia comodo, confondendo le idee alla gente distratta che si fida (ancora) degli scienziati.
Secondo me.