Decidete voi chi ha le corna e chi l’aureola. Da giorni rimbalza sui media di mezzo mondo il contenuto dell’intervista che Phil Jones ha concesso alla BBC. Chi ci segue sa che ne abbiamo già parlato un bel po’. Sto però trovando molto interessante come ogni testata stia facendo propria questa notizia, pescando ora questa ora quella risposta per incontrare la logica della propria linea editoriale. Del resto, la diatriba sul clima dura da anni e in questo lasso di tempo ognuno ha trovato la propria posizione.
Se per esempio i media più generalisti hanno descritto a grandi linee i contenuti della chiacchierata affidandosi per lo più ai commenti della stampa estera per valutarli, gli interventi di cui vi darò conto a breve si distinguono per l’aver assunto posizioni che nello specifico possono dirsi senz’altro originali.
Così leggiamo dalle pagine dell’Unità che il succo dell’intervista a Jones sarebbe che “E’ vero, il Pianeta è più caldo di un grado centigrado”. Ma dai? La verità scientifica del secolo. Sì, in effetti quei dati li abbiamo raccolti in modo non proprio ortodosso, però il risultato non cambia, fidatevi. E’ definita solida l’autodifesa di Jones, per il semplice fatto che viene da lui. Certo, sarebbe stato interessante sentirlo darsi torto da solo. Quanto poi al diritto che egli rivendica di giudicare scientificamente poveri e quindi di non tener conto di pareri diversi dal suo direi che ci possa stare con specifico riferimento alla sua persona. Dal momento però che l’IPCC, non se lo è costruito a casa con il Lego, ma è un organismo sovranazionale che dovrebbe rappresentarci tutti, noi avremmo avuto piacere di conoscerla, quella scienza che egli definisce povera. Soprattutto alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane.
Di segno completamente opposto il pezzo di Paolo Granzotto, su Il Giornale di oggi. Una veloce disamina delle disavventure del movimento pro AGW, in cui si torna a parlare anche di statistiche di gradimento dell’argomento Global Warming da parte della pubblica opinione. Sembra infatti che la gente abbia smesso di crederci. In realtà direi che semplicemente si è smesso di farcela credere, preferendo ora cavalcare l’onda del dubbio. Non so quanto possa andar bene, se sui media gli argomenti che lo sostengono questo dubbio sono fragili quanto quelli che prima sostenevano la fede.
La realtà è che forse su questo argomento sarebbe utile una bella moratoria di qualche mese, o forse addirittura qualche anno; magari non totale, si potrebbe pensare di bandire parole e locuzioni quali, catastrofe, disastro, mutamento irreversibile da un lato e non è vero niente, sono tutte fandonie dall’altro.
Scommetto che poi questi sondaggi (se proprio non se ne può fare a meno) potrebbero anche avere un senso.
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