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Beh, se lo dice il New York Times…

L’informazione conta tutta, nel nostro campo poi quella specializzata conta certamente di più. Ci sono però alcune fonti di informazione generalista che hanno per tradizione più voce in capitolo. Potrà sembrare un atteggiamento provinciale, ma è un fatto che vuoi per la loro storia, vuoi per la capacità di mantenere nel tempo atteggiamenti mai troppo vicini a questa o quella parte politica, vuoi perchè, pur condendole di fronzoli non necessari, usano dire le cose come stanno, fornendo spesso opinioni da più punti di vista, quando si muovono alcune testate poi si muove tutto il resto.

In genere, per vedere una notizia che comincia a camminare anche da noi, la si deve prima leggere su alcune testate straniere. Il New York Times è una di queste.  Nessuna rivelazione particolare nella fattispecie, ma un riassunto piuttosto asciutto (e quindi molto fruibile) di quanto è accaduto negli ultimi tempi nel nostro settore. Dal Climategate di novembre alle marachelle che si è scoperto essere state affogate nelle migliaia di pagine dell’ultimo report dell’IPCC.

L’elenco è interessante e neanche completo, ma mi ha colpito una frase in particolare: Il 4AR è il documento su cui uomini politici ad elevatissimo livello decisionale hanno basato le loro decisioni, anche in termini economici e di tassazione. E poi ancora: La lezione che abbiamo imparato da quanto accaduto è che gli annunci della lobby del global warming devono essere scrutinati ancora più approfonditamente.

Vale a dire, non è finita qui. Basta questo, non potrà che far bene al processo scientifico ed a quello decisionale che ne deve necessariamente conseguire.

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Post Scrittum: Piove ma c’è il Sole!

Poco dopo aver finito di scrivere trovo nella rassegna stampa dell’ENEA questo articolo uscito sul Sole24Ore. L’onda si sta ormai propagando, anche la stampa nostrana sta decisamente virando, essendo materialmente impossibile ignorare l’evidenza del clamore che le disavventure del panelissimo stanno suscitando. Con una considerazione importante: con questo “clima” sarà difficile tirar fuori il benchè minimo risultato dal prossimo mega raduno di Città del Messico. Come dire, per prendere atto del fallimento di CO2penhagen abbiamo dovuto attendere la fine del vertice, per quello prossimo non dovremo neanche aspettare l’inizio.

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