Per un discreto numero di anni siamo stati letteralmente bombardati da grida d’allarme e di ultimatum. Secondo qualcuno si sarebbe trattato addirittura di qualche anno, poi sarebbe sopraggiunta inesorabile la catastrofe climatica. Ora siamo sulla parte discendente della parabola, ed è iniziato il bombardamento al contrario. Per certi aspetti questo ci piace anche meno, perchè mette in luce la superficialità con cui vengono normalmente affrontate tematiche che meriterebbero molta più calma e molta più riflessione, ma, il cambiamento climatico è ormai stato dato in pasto ai maghi della speculazione, per cui tornare a toni meno accesi, qualunque segno abbiano, penso sia piuttosto difficile.
Però possiamo provare a fermarci un attimo a riflettere. Cosa è esattamente il Global Warming? Facile, direte, è l’aumento della temperatura del pianeta generato dalle attività umane. Sbagliato, per essere corretti dobbiamo fermarci alla prima pate di questa definizione; la seconda, pur essendo ormai parte del comune sentire, non ha nulla a che vedere con il significato scientifico del riscaldamento globale. Certo l’uomo può esserne la causa, ma resta il fatto che se ci trovassimo a commentare esclusivamente l’aumento delle temperature, dovremmo usare la stessa locuzione anche se il riscaldamento avesse -come almeno in parte probabilmente è- delle prevalenti origini naturali.
Come capirci qualcosa di più? Come per tutte le cose occorre innanzi tutto capire come funziona il sistema clima, poi si può provare a vedere se l’intervento di elementi perturbanti può indurre delle modifiche nelle dinamiche di questo funzionamento. Senza l’esatta conoscenza del sistema però, questa seconda fase è quasi impossibile, perchè attribuire un ruolo o un peso ad un fattore senza conoscere il comportamento degli altri è quasi certamente garanzia di insuccesso. Nonostante ciò, è lecito provarci, perchè oltrettutto così si può capire ogni giorno qualcosa in più sul sistema stesso. Il Working Group I dell’IPCC si occupa appunto di questo, ovvero della produzione e raccolta delle conoscenze sul sistema clima, fornendo le cosiddette “scientifical basis” del cambiamento climatico indotto dal riscaldamento. Su questo, malgrado qualcuno si ostini a negarlo, c’è ancora un dibattito piuttosto vivace, specie perché ogni giorno interviene qualcosa di nuovo che rimescola le carte, accrescendo o diminuendo a seconda dei casi, il peso ed il ruolo degli elementi che si suppone possano essere intervenuti a perturbare il sistema. A ciò si aggiunge il fatto che, proprio a causa di questo elevato livello di incertezza, le simulazioni -i cui output sono l’unica giustificazione di tanta preoccupazione- divergono in modo sensibile dalla realtà osservata per molti dei parametri principali con cui si traccia l’evoluzione del clima.
Tutto questo sarebbe già sufficiente a mettere in discussione la fermezza con cui l’IPCC nell’ultimo report pubblicato, ha attribuito alle origini antropiche del riscadamento globale una probabilità elevatissima o, per dirla in breve, una quasi certezza. Ma c’è dell’altro. Tornando al significato letterale del riscaldamento globale, quel che dovrebbe rafforzare questa convinzione sarebbero le evidenze di intervenute modifiche a tutto quanto è dal clima modificabile, l’ambiente in generale, l’intensità e la frequenza di occorrenza degli eventi estremi, la disponibilità di risorse idriche, la criosfera, le risorse alimentari potenzialmente producibili etc etc.
A produrre queste evidenze dovrebbe pensare il Working Group II dello stesso panel, raccogliendo e riassumendo appunto gli studi sugli impatti del cambiamento climatico. Posto che comunque molte di esse sarebbero tali e quali a prescindere dalle origini del riscaldamento, è bene sapere che queste evidenze sono ancora più importanti delle basi scientifiche di cui sopra, perché, con la chiave di lettura che di esse dà l’IPCC, rappresentano la trasposizione del problema nel mondo reale, cioè quello che può cambiare per noi e per i nostri interessi. E’ chiaro dunque che devono essere studiate ancora più attentamente, visto che poi è nel mondo reale che si devono prendere le decisioni, non nei modelli di simulazione.
Bene, leggo quanto segue dal blog Real Climate, il portale che ospita gli interventi ed approfondimenti informali del gruppo di scienziati inglesi ed americani che sostiene con maggiore convinzione la teoria delle origini antropiche del riscaldamento globale1:
[…] the Working Group 2 report on impacts, […] does not get the same amount of attention from the physical science community than does the higher profile WG 1 report. […] in general, the science of climate impacts is less clear than the physical basis for climate change, and the literature is thinner, so there is necessarily more ambiguity in WG 2 statements [..]
Proviamo ad interpretare (la traduzione è nella nota). La trasposizione nel mondo reale della catastrofe climatica è meno certa delle sue origini, ragion per cui, sapendo che comunque nessuno ci avrebbe fatto caso, è stata messa meno attenzione alla selezione delle fonti, giungendo a conclusioni anche ambigue. Come dire, per convincere il mondo che abbiamo ragione, abbiamo dovuto usare quello che avevamo. Sicchè, in base a cosa esattamente dovrebbe maturare in chi legge questa convinzione? Vogliamo rinfrescarci la memoria sulle fonti trovate nel report del WGII?
Ma sì dai, che ci vuole. Dunque vediamo, interviste televisive mal riportate, attivismo ideologico, riviste per il tempo libero, tesi di laureandi che riportano le impressioni delle guide alpine e, dulcis in fundo, un manuale di pulizia degli abiti da lavoro (leggi scarponi) diffuso dall’associazione dei tour operator antartici. Tutto seguendo rigorosamente il rigido protocollo dell’indagine scientifica naturalmente.
Cosa volete che vi dica, sento la nostalgia del Manuale delle Giovani Marmotte di cui da bambino collezionavo ogni edizione.
- Il report del WGII sugli impatti, non riceve tanta attenzione da parte della comunità scientifica quanta invece è rivolta al più alto profilo del report del WGI. In generale, la scienza degli impatti del clima è meno chiara delle basi scientifiche del cambiamento climatico, e la letteratura è meno ricca, sicchè c’è necessariamente più ambiguità nelle determinazioni del WGII [↩]
complimenti a tutti quanti voi “scienziati”
🙂
Domani su questi schermi un blog dove si spiega come un milione di lavori scientificamente validi riportati dall’IPCC non importano granche’ quando finiscono con l’essere macchiati dalle pezze non-scientifiche che l’IPCC stessa si trova comunque costretta ad aggiungere.
Speriamo che almeno si decida di tagliare tutti i lavori non-scientifici fuori dal rapporto del 2013. Sicuramente ne parlerò con un paio di colleghi che dovrebbero collaborarci (anche se loro lavoreranno per il WG1).
Caro Paolo,
nonostante il Climategate, non mi pare che siano emerse pressioni indebite per escludere lavori considerati scientificamente validi. Naturalmente sono pronto a essere smentito a tale riguardo. Sulla bontà o meno della teoria, l’impianto generale del lavoro dell’IPCC AR4 mi pare buono. Eliminare l’ideologicità e ampliare il confronto, la collaborazione e l’incertezza dei risultati con l’aiuto di chi non “crede” nel riscaldamento antropogenico non potrà che essere un beneficio. Ovviamente, ci vuole igiene mentale da entrambi i campi. Il problema è: potrà mai esserci qualcosa di “scientifico” che convinca gli scettici? Quanti, fra gli scettici, sono convinti aprioristicamente che il riscaldamento non possa essere antropogenico e quindi non accetteranno mai una ipotesi diversa? Che cosa distingue questi scettici dagli sciachimisti o dai “matti da legge 180” di cui si parla in un altro post del blog?
Questo è un punto interessante Giulio, che probabilmente scrmerebbe e non poco la schiera dei contrari ad ogni costo. D’altro canto la stessa schiera potrebbe infoltirsi se dal confronto uscisse fuori che non siamo sull’orlo del baratro, perchè magari risulterebbe anche più chiaro che c’è qualche priorità in più su cui investire le risorse del mondo.
gg
Non sono uno scettico di professione, sono scettico perché così mi induce il mio scetticismo. 🙂
Esiste una cura ?
Ma certo, pillole di dati chiari, metodi chiari, e risultati congruenti e convincenti, e non “trickati”.
Non mi rioordo come si chiama questo farmaco, ma quando lo chiedo, dico soltanto
“Trasparenza”.
Secondo me.
Sulle pressioni indebite rilevate dal Climategate, i fatti sono stati mostrati. Nonostante questo, la sua e la mia opinione divergono e per me rimane lampante l’indebita pressione e ingerenza. Anche alcuni di noi qui ne sono stati vittima, ma tanto la nostra risposta ai lavori pubblicati era un cattivo lavoro…
Inoltre la prego di liberarsi dall’idea che gli scettici negano il riscaldamento antropico. Affermo a caratteri cubitali che l’uomo PERTURBA E SCALDA.
Il problema sta nell’attribuire ai vari elementi perturbanti la quota di riscaldamento, dopo che il segnale è stato pulito dalla componente naturale.
Questi sono campi di studio e di approfondimento riconosciuti nella comunità scientifica, che è stata però estromessa dall’IPCC dall’atteggiamento dominante del team.
Le cose stanno cambiando e tanti lavori prendono in esame vari aspetti del sistema e delle sue perturbazioni, naturali e antropiche, cercandone le implicazioni.
Molti di questi lavori, però, utilizzano i modelli climatici che, per quanto unico strumento d’indagine complessa, sono degli strumenti assolutamente imperfetti e vanno visti solo e semplicemente quali studi di “sensitivity” del sistema alle perturbazioni. Con questo in mente, fare una previsione al 2100 è qualcosa che adesso non ci si può permettere in quanto a-scientifico.
Caro Paolo,
non intendevo rivolgermi alla totalità della comunità “scettica”, volevo solo fare un esempio. Così come ci sono persone che sono disposte a usare materiale non scientifico (magari spacciandolo per tale) per farsi dare conferme inesistenti, così ci sono “scettici” che “truccano” dati che dicono il contrario. Così come ci sono persone che, a prescindere da qualsiasi dato scientifico o obiezione seria, risponderanno che “i lavori non sono seri” perché contraddicono i loro preconcetti, così ci sono persone che a nessun costo crederanno mai che l’uomo possa avere una parte nel riscaldamento globale, ammesso che pensino che ci sia stato o che ci possa essere un riscaldamento.
Credo che tra coloro che scrivono e seguono questo blog ci sia una vasta gamma di posizioni, e non è mia intenzione “mettervi” tutti nello stesso “calderone”. Premesso che rispetto le opinioni di chiunque non pensi di avere la Verità in mano (che poi si argomenti a favore della propria posizione e ragione è un altro discorso, nessuno argomenta pensando di essere nel torto, no?).
Caro Giulio,
hai perfettamente ragione, c’è di tutto, di qua e di là .
Sono gli uomini che son fatti così, e quando ci si mettono in mezzo interessi specifici, le cose van peggio.
Ma c’è anche del buono, di qua e di là , e credo che in questo sito puoi trovare molta gente di sicuro valore coi quali discutere in maniera costruttiva.
Dici che ognuno di noi pensa di avere ragione, e mi pare normale. Io sono convintissimo, per alcune cose, di avere ragione, per esempio. Su altre meno, data la mia profonda ignoranza in materia.
ma anche sulle cose su cui penso di avere ragione, so bene di non essere onniscente ed infallibile, e che potrei aver preso una svista terribile. Mai per malafede (mi conosco e mi stimo) ma certamente per ignoranza e per limiti mentali (non sono Einstein, ahimè). Di conseguenza “penso” ma “non pretendo mai” di avere ragione, né impongo mai la mia ragione ad altri, per principio.
Per favore state tutti calmi. La discussione è interessante e non vorrei si perdesse in botta e risposta poco utili. La verità non ce l’ha nessuno, sarebbe utile partire da questo presupposto per continuarla magari.
gg
@Paolo
Senza leggere tra le righe mi pare che tu voglia ridurre il problema a qualcosa del tipo “ci raccontano un sacco di fregnacce e non sanno neanche come usare e interpretare i loro giocattolini”: non metto in dubbio tu conosca i modelli meteorologici e climatologici. Qualche ideuzze ce l’ho anche io. E francamente non mi stupisco siano incompleti e non diano previsioni deterministiche. Rinnovo la domanda un’altra volta: dove nell’rapporto incriminato si vendono certezze? Dove si asserisce che la scienza sia settled? C’e chi, ben noto alla “cuploa”, ma non per questo ostracizzato, dai modelli ci tira fuori parecchio sporco (http://www-pcmdi.llnl.gov/wgne2007/abstracts/display.php?uqid=46, http://www.agu.org/pubs/crossref/2006/2005JD006286.shtml), senza sollevare inutili e sterili polveroni.
A me pare che gli scandali sbandierati a gran voce non abbiano prodotto che sterile polvere e manco un paper di risposta riguardo le accuse sollevate agli scienziatucoli smaneggioni. E’ davvero solo un problema del filtro del peer review o è l’inconsistenza degli “argomenti contro”?
Solo 2 esempi interessanti:
Riallacciandomi al post sulla proposta di Miskolczi: non è l’ultimo degli arrivati nel campo del trasferimento radiativo (HARTCODE funzia piuttosto bene), tuttavia la proposta ha molti punti oscuri e non spiegati dallo stesso autore (per essere completi, la bibliografia in fondo al post avrebbe potuto riportare anche questo link dove la discussione sulle mancanze del lavoro è interessante http://rabett.blogspot.com/2008/06/gigo-eli-has-learned-over-years-that.html) il che ne fa una teoria meno solida di quella tutt’ora ritenuta più plausibile riguardo il bilancio radiativo terrestre.
Discorsi come quelli di Erl Happ invece (Guido vedo solo ora l’invito a questo post di tempo fa), suonano invece fantasiosi e contengono semplificazioni grossolane nella presentazione dei concetti fondamentali di fisica dell’atmosfera (tipo: A loss of ozone in the ice cloud zone reduces temperature enhancing the formation of reflective ice crystals. Less solar radiation reaches the surface which cools. Fosse cosi’ semplice liquidare l’effetto radiativo netto dei cirri polari…). Non è l’unico che tenta di spiegare l’influenza di forzanti termiche in tropopausa e bassa troposfera dovute ad influenze solari o di qualunque altra natura (volcani ad esempio) e gli effetti di modifica della dinamica della circolazione globale. Nè è lui che ha trovato l’uovo di colombo suggerendo di guardare alla stratosfera come motore dei cambiamenti climatici (tuttavia è l’unico che adduce non meglio specificate cause elettromagnatiche): consiglio un confronto tra quello che suggerisce lui ed altri studi pubblicati quali http://ams.allenpress.com/perlserv/?request=get-abstract&doi=10.1175%2FJCLI3509.1&ct=1 o http://ams.allenpress.com/perlserv/?doi=10.1175%2FJCLI3472.1&request=get-abstract e rispettive bibliografie.
Interessanti Alessio, grazie. Dunque, con molta più attenzione alle complesse dinamiche stratosferiche, gli spostamenti di massa sono presi in considerazione in qualità di forzanti. Nel primo caso in particolare non è che sia fornita la spiegazione del perchè emerga il segnale di riscaldamento adiabatico della stratosfera polare e conseguente intensificazione della BDC. Al di là dei meccanismi che Happ invece indica come innesco, quelle che stupiscono sono le evidenze osservative a supporto delle sue esternazioni, che saranno pure grossolane, ma hanno qualche numero che quanto meno fa riflettere. Se non altro sulla complessità del problema.
gg
Senza dubbio il sistema è complesso e fa riflettere. E fa piacere che la soluzione sia ricercata anche con vie alternative. Voglio solo mettere in luce che il problema è ben noto e si rischia di far passare l’idea che se non ci fosse qualcuno che quardasse il sistema con occhi innocenti, nessuno se ne occuperebbe. La bibliografia sull’argomento è ricca e ovviamente tutt’altro che definitiva (personaggi come Hartmann ci si sono cimentati ricredendosi anni dopo e rivedendo alcuni errori )
Riguardo al paper di Salby: si prendono in considerazione le cross-correlation tra diverse variabili in stratosfera e troposfera, segnatamente la temperatura a 70hPa in zona polare come proxy della parte downwelling della BDC. Si prende un aumento di 1SD della temperatura in stratosfera polare come indicazione di un aumento nell’attività della BDC. Quest’ultimo è ben noto essere legato alla wave activity denna troposfera invernale. Non è l’obiettivo principale del lavoro ricercare i meccanismi che portano allo sviluppo della circolazione anomala messa in luce dalle correlazioni. Qualche studio sulle cause che portano alle circolazioni anomale evidenziate in quel lavoro, si puo’ trovare ad esempio qui http://www.nature.com/nature/journal/v370/n6490/abs/370544a0.html mentre qui qualche altro studio sui trend di temperatura stratosferica, wave activity invernale ed effetti sull’indice NAO da reanalisi NCEP/NCAR.
Perchè nell’analisi di Erl Happ si resta ancorati su MSLP e temperatura asserendo di cambi nella circolazione ma senza mostrarne le evidenze in ermini di variabili legate alla circolazione generale? Perchè riduce un problema, come dici bene anche tu, complesso a frasi generali come ” In point of fact warming of the upper troposphere at the equator is less likely as the globe warms because the quantum of outgoing radiation diminishes as convection and de-compressive cooling is enhanced.” (ignorando il fatto che un rinforzo della parte ascendente della cella di Hadley, tra le altre cose, aumenta il rilascio di calore latente riscaldando l’atmosfera invece che raffreddandola) o “Any warming tendency in these areas is more likely to be due to a loss of ice cloud density than a greenhouse effect.” (nuovamente soprassedendo sul fatto che la presenza di cirri, con certe distribuzioni dimensionali e di forma dei cristalli di ghiaccio possono altresì avere l’effetto radiativo netto di riscaldare l’atmosfera invece che raffreddarla per solo effetto di riflessione della radiazione solare. Tra l’altro si dovrebbe pure giustificare un eventuale trend nella copertura delle nubi cirriformi, a tutt’oggi uno dei maggiori punti di domanda nella fisica delle nubi e nello studio dei loro effetti radiativi netti). Potrà essere interessante per un pubblico di non addetti ma credo converrai che per portare nuovi argomenti agli studi attuali si richiede un po’ più di rigore.
Un saluto
Alessio
…sorry perso un link per strada http://ams.allenpress.com/perlserv/?request=get-abstract&issn=1520-0442&volume=15&page=1659
Alessio,
intanto grazie per aver accettato la polemica senza minacciare di ritirarsi sulla rocca.
Con questo non voglio essere più tenero nei suoi confronti.
Non ho alcuna intenzione di andare a rileggere il rapporto in questo momento per cercare se si vendono certezze o meno. Di sicuro le certezze sono vendute nell’SPM1. E quello che conta è la percezione che si è avuta all’esterno. Il riscaldamento recente è very likely man made!
Lei mi deve spiegare la schizofrenia del sistema IPCC. Se tante e tali sono le incertezze dei modelli, perchè l’attribuzione delle cause e le previsione future sono percepite a livello planetario come qualcosa di assodato. E’ colpa mia o dei realisti come me?
Torno a ripetere a lei. E’ vero che il team ha agito affinché certi lavori fossero esclusi. E adesso ci viene a chiedere, dopo un ciclo lunare o due, che ancora non è arrivato un lavoro risolutivo che confuti la vostra teoria.
In questo caso la rimando alla risposta di Due Passi
“Non basta “avere una teoriaâ€
ma
ha da essere buona.”
Chi ha pausa dell’ignoranza, lei o io?
Leggendo i commenti, tra le righe, mi pare che la Volpe e Alessio vogliano far passare gli scienziati del WG1 e il frutto del loro duro lavoro come l’agnellino tra i cattivoni (solo pochi per carità ), tutti dentro il solo WG2.
Svegliatevi, mi verrebbe da dire.
Lo scandalo sta nel WG UNO! Avete già dimenticato Jones, Mann e tutto il team e le famose lettere del CRU? La sporcizia è tutta lì, nel WG UNO.
Adesso si viene a sapere che la comunità scientifica (quale, Alessio?) è furiosa col WG DUE.
Ma dai!
E lo scandalo del WG1? Perchè per quelli non t’indigni? Lasciamo perdere il folklore del WG2.
Credi che noi ce ne dimentichiamo o ci facciamo distrarre?
Ci si racconta che questi bravi ragazzi, con i loro super-computer, super-modelli, super-teorie, sono in grado di dirci quello che accadrebbe se!
Alessio, prima di dire che i modelli ci danno un’idea delle possibili reazioni del sistema, bisognerebbe avere idea di che cosa sono i modelli.
Ecco poi la ciliegina, il paradosso, il cattivo che alla fine non è cattivo ma è il buono.
La Volpe c’informa, infatti, che la buona fede è importante, che è lo stesso sistema (l’IPCC) che dal suo interno, grazie al lavoro di tanti scienziati in buona fede, riesce a far emergere gli scandali del WG1 ed il folklore del WG2.
La Volpe, mi scusi, in quale pianeta?
Il Climategate non è mica partito per un improvviso ravvedimento di Jones, nè di Mann, nè di Wigley, nè di…
L’Himalayagate è venuto fuori dall’interno dell’IPCC?
L’Hollandgate forse? No, neanche quello.
Lo stesso si può dire per tutte quelle altre chicce folkloristiche del WG2.
Neanche il tempo di cominciare che già si è passati alla revisione?
Un po’ di tempo fa scrivevo su questo sito chiedendo se non fosse il caso di approfondire l’analisi dei rapporti tra politica e lobby degli idrocarburi (nomi come Cheney, Bush, Cooney, gente così, insomma…). Mi fu risposto che “mancavano le skills”. A quanto pare, mancano ancora, e scrivere di anidride carbonica e lobby dei combustibili fossili è fuori moda, e in più si fa la figura dei dietrologi, non sia mai…
Avevo poi scritto che il climagate era una tempesta in un bicchier d’acqua. A distanza di qualche mese, non ho cambiato idea: la gazzarra sulle mail ha prodotto anche solo un risultato in grado di modificare le basi scientifiche della teoria del riscaldamento globale? Ha prodotto modifiche al lavoro che da un paio di secoli si va accumulando (con correzioni e integrazioni) sull’argomento? Qualcuno (Scafetta e Lindzen, please, try again…) ha presentato qualche nuova rivoluzionaria teoria in grado di spiegare con eleganza, economia dei fattori e capacità previsionale la quantità di fatti spiegata dal lavoro di sintesi dell’IPCC?
Mi pare che ci sia un concetto che gira e gira:
“noi abbiamo una teoria e voi no, quindi siamo meglio noi”
Anche un mio amico ha una teoria sui numeri del superenalotto.
Io non ce l’ho.
Ma non ha ancora vinto, lui.
Morale ?
Non basta “avere una teoria”
ma
ha da essere buona.
Secondo me.
Caro Paolo,
sono venuto su questo sito pensando che potesse essere interessante discutere con persone dalla mentalità aperta, per quanto abbiano opinioni differenti sulla questione climatica. Non per prendermi insulti e per farmi mettere in bocca cose che non ho detto.
Evidentemente un dibattito sereno non è possible. Così come non è possibile esprimere un’opinione. E poi accusate gli scienziati di avere opinioni aprioristiche.
La Volpe,
ho voluto rileggere il suo primo commento, quello delle 7:56 pm.
Lei subito esordisce con una critica tagliente “cattiva disposizione d’animo”. Perché fa l’offeso adesso? Suvvia, provi a discutere e a controbattere! Preferisce ritirarsi nella rocca del castello? Bene.
Poi le dice che in effetti nel WG2 sono stati usati dati indifensibili.
E’ colpa nostra adesso?
Perché si meraviglia del fuoco di sbarramento sull’IPCC. La questione è fortemente politicizzata e dunque anche uno sprovveduto sa che al primo errore le armi partono a sputar fuoco. E’ la vita in questo mondo!
Ci è stato assicurato che il rapporto era il meglio della letteratura peer reviewed. Invece si scopre che il WG1 ha fatto di tutto per non includere i lavori peer reviewed non allineati. E il WG2 invece di fare scienza rigorosa si mette a fare anche folklore.
Poi, lei si consola dicendo che i lavori esclusi dal WG1 sono in gran parte lavori discutibili.
Qui la verità è una sola. Prima di provare a discutere di scienza bisogna fare piazza pulita della nomenklatura all’IPCC e bisogna trovare persone che non portano dal presupposto che l’altrui letteratura è poco credibile.
A che serve discutere con un sordo?
Caro Paolo,
mi spiace di essermi lasciato andare, spero che si possa continuare a discutere in maniera più pacata.
Continuiamo con gli attacchi personali, Paolo. Sarà sicuramente utile a un dibattito sereno.
Rimando al commento sopra: mi scuso per essermi lasciato andare.
Caro Alessio,
senza scaldarsi tanto, che la scienza fosse “Settled” ce lo hanno raccontato loro o no? A me sinceramente non importa un fico secco della assoluta buona fede di tutti quelli che hanno contribuito a formare un lavoro così vasto e complesso, se poi le decisioni vengono prese sulla base di suggerimenti, riassunti, mistificazioni ed esagerazioni varie fatte da pochi altri.
Se c’è gente furiosa è bene che si sappia e che non abbandoni la nave, ma ne prenda il timone. Con la risonanza mediatica che hanno questi argomenti, qualsiasi “furioso” potrebbe trovare tutto lo spazio desiderato per dire “così non va bene, le cose andavano fatte diversamente, da ora si volta pagina”. E invece c’è qualcuno che va in giro a dire che ormai si discute sui dettagli. E queste sarebbero le considerazioni da fare solo su “scenari probabilistici” di cui non si conosce la probabilità di occorrenza? Per favore, torniamo nel mondo reale, in un mondo in cui le dinamiche atmosferiche a breve, media, lunga e lunghissima scadenza sono così oscure che non sappiamo se tra 5 giorni il flusso sarà zonale o meridiano, cioè se farà la neve oppure no. Per favore.
gg
Beh che non intressasse il dibattito scientifico alla base dei rapporti del Famigerato si era visto. Rinnovo la domanda, dove c’è scritto che la scienza sia “Settled” nell’AR4, WG1?
Suggerisco di dare anche un’occhiata agli avvicendamenti nella direzione dei wg in vista del nuovo rapporto, per vedere se le cose siano cambiate rispetto al precedente o se la cupola continua a fare i suoi giochetti. La risonanza mediatia, ricordati, avete i merito/demerito di crearla anche voi: se sparate a zero con le orecchie aperte solo da un lato della disputa, non mi pare si faccia un gioco tanto diverso a quello che attribuite ai “cattivi”.
Non ci fossero stati quegli scenari probabilistici, manco se ne parlerebbe e la zonalità dei flussi troposferici sarebbe imprevedibile anche a 3 girni
Non riesco a spiegarmi evidentemente. Quello che si critica qui è l’uso distorto delle informazioni disponibili, per scopi che con la scienza e la ricerca non hanno nulla a che vedere. Staremo a vedere comunque se la musica cambierà , lo ritengo utile e necessario sia da addetto ai lavori che da cittadino.
gg
Questo pezzo lo ritengo abbastanza equilibrato http://www.nature.com/news/2010/100202/full/463596a.html
Cheers
Caro Guido,
credo che la buona fede sia importante, invece, anche perché proprio il fatto che si riescano a fare emergere errori e omissioni la dice lunga sul grado di impegno e professionalità che tante persone mettono nel progetto. Nonostante gli scandali, gli errori e le omissioni, molti meccanismi sembrano sufficientemente chiari da giustificare una certa cautela e una certa attenzione nell’affrontare le problematiche legate alle emissioni, all’inquinamento e al riscaldamento. In ogni caso non vale la pena parlarne troppo: la battaglia, anche per colpa degli scienziati che si sono fatti prendere la mano dalla ribalta mediatica e dalla scelta di un allarmismo talvolta manipolatore, è ormai vinta dagli scettici, come ha dimostrato il pasticcio di Copenhagen. Speriamo che abbiano ragione loro e che non ci ritroviamo tra trent’anni con una situazione peggiore di quella che avrebbe potuto essere se avessimo preso qualche provvedimento, ovviamente senza farci prendere dal panico, oggi.
Concordo in parte. Il pasticcio di Copenhagen c’è stato perchè le stesse forze che avevano assicurato il loro appoggio nella fase di gonfiaggio della bolla, al momento di trasformare le intenzioni in fatti si sono tirate indietro. E questo serva di elzione a chi pensava di “manipolare” il pensiero politico con argomenti forti ma scientificamente poco solidi. Alla fine è stata la politica a manipolare, come sempre.
Sui meccanismi ti rispondo sul commento all’altro post.
gg
Onestamente mi sembra che ci voglia un po’ di cattiva disposizione d’animo per leggere certe cose nelle affermazioni del Working Group II. Il gruppo riconosce il fatto che i risultati saranno per forza di cose meno chiari, non che si dovrà quindi fare ricorso a dati discutibili. Che poi ci sia chi lo ha fatto, non lo metto in dubbio.
E’ giusto che gli scienziati siano pungolati e controllati dalla stampa (è a questo che serve). Trovo però frustrante che la quasi totalità dell’attenzione sia rivolta agli scienziati che temono il cambiamento climatico e che non si punti il dito sulla mole di dati falsificati e discutibili presentati da quelli che vorrebbero portare prove a discredito. Non mi sto ora riferendo a voi, sto facendo un discorso generale. Quello che è drammatico, purtroppo, è che una parte di personalità anche rilevanti della comunità climatologica si è buttata su un gioco politico, fatto anche di colpi bassi, pressioni e allarmi catastrofisti (sfruttando i media alla caccia di informazioni catastrofiche, come ben sappiamo), e questo ha forse irrimediabilmente minato la fiducia della gente negli scienziati del campo. Questo avrà conseguenze molto gravi soprattutto se davvero le idee generali della comunità climatologica sono corrette. E la responsabilità è anche nostra, proprio di noi che dovremmo spiegare il nostro lavoro ed eliminare le ambiguità .
Lei scrive:
“Questo avrà conseguenze molto gravi soprattutto se davvero le idee generali della comunità climatologica sono corrette. E la responsabilità è anche nostra, proprio di noi che dovremmo spiegare il nostro lavoro ed eliminare le ambiguità .”
Uno dei motivi che mi ha spinto ad interessarmi di climatologia è stata proprio la paura che la moda dell’al lupo al lupo, che ha i suoi vantaggi nel breve, potesse danneggiare la credibilità della Scienza nel suo insieme.
Si sa che gli allarmisti hanno bisogno di spaventare a breve. Nessuno sgancerebbe i cordoni del borsellino con la minaccia di una glaciazione tra 10 mila anni… le fini del mondo sono tutte “a breve”, e “i punti di non ritorno” sono tutti dietro l’angolo.
Questo obbliga chi vuol spaventare la gente a dichiarare calamità o fini del mondo che ricadano nell’arco della vita delle persone viventi, quindi
ecco le mazze da hockey che all’improvviso (“ecco, ci siamo già …!”) si innalzano quasi verticali;
ecco gli ascensori degli al gore che ci mostrano una temperatura che cresce verticalmente;
ecco i 2350 che diventano 2035;
ecco i 2012, rispolverato per chi ha paura della potenza di una civiltà morta e sepolta…ma qualcuno che ama spaventarsi si trova sempre;
ecco i millennium bug, che sorprese i geniali progettisti informatici che non avrebbero mai potuto immaginare che dopo il 1999 non sarebbe arrivato il 199A…;
ecco le fini del mondo dei santoni religiosi, dal quale si salva solo qualcuno con l’intera cassa di tutti i fedeli…
Non crede, caro la Volpe, che sia questo il vero male da combattere ?
Non crede che una Scienza più trasparente,
più aperta al dialogo,
una Scienza che non rifiuti di mostrare dati e metodi che le son serviti per dedurre conclusioni che toccano tutti noi,
sarebbe certamente più rispettata e più credibile ?
Non crede che valga la pena di battersi per un mondo scientifico più sincero, e che non si difenda dietro gli ipse dixit ?
Secondo me si.
Vi propongo parte di un commento che mi ha divertito
da:
http://jennifermarohasy.com/blog/2009/05/the-work-of-ferenc-miskolczi-part-1/?cp=1#comments
Comment from: Ian George
May 3rd, 2009 at 10:51 am
Hansen says – Hansen dice (che)
we have only 4 years left. – ci sono rimasti solo (altri) 4 anni.
Others say – Altri dicono (che)
the earth is doomed – la Terra sia condannata
within 8 years – entro 8 anni
(100 Months Project). – (100 Months Project).
Not long to go – Non ci vuole molto
to find out. – per scoprirlo.
Avevo detto:
“Si sa che gli allarmisti hanno bisogno di spaventare a breve.”
per cui mi associo a Ian George nel dire:
“Not long to go to find out.”
“Onestamente mi sembra che ci voglia un po’ di cattiva disposizione d’animo per leggere certe cose nelle affermazioni del Working Group II.”
Quoto
“Trovo però frustrante che la quasi totalità dell’attenzione sia rivolta agli scienziati che temono il cambiamento climatico e che non si punti il dito sulla mole di dati falsificati e discutibili presentati da quelli che vorrebbero portare prove a discredito.”
Riquoto.
E pero’ questo resta l’atteggiamento: Guidi scrive “Su questo, malgrado qualcuno si ostini a negarlo, c’è ancora un dibattito piuttosto vivace, specie perché ogni giorno interviene qualcosa di nuovo che rimescola le carte, accrescendo o diminuendo a seconda dei casi, il peso ed il ruolo degli elementi che si suppone possano essere intervenuti a perturbare il sistema.” Teppensa…la ricerca di frontiera è dinamica….
” (…) A ciò si aggiunge il fatto che, proprio a causa di questo elevato livello di incertezza, le simulazioni -i cui output sono l’unica giustificazione di tanta preoccupazione- divergono in modo sensibile dalla realtà osservata per molti dei parametri principali con cui si traccia l’evoluzione del clima. ”
Semplicemente, no! La fonte di preoccupazione arriva anche dai confronti con i climi e le reazini del pianeta a cambiamenti del passato. La preoccupazione deriva dal fatto che, per quante chiacchiere si prodicano, l’uomo sta facendo un esperimento sul sistema di cui non si conoscono le reazioni e sulle quali non si possono mettere pezze. Gli output servono a dare un range probabilistico di possibili scenari, e sono ben lungi dall’essere definitive, ma aiutano ad avere un’idea delle possibili reazioni. E’ meglio non provarci nemmeno a vedere che succederebbe se.. ?
“Tutto questo sarebbe già sufficiente a mettere in discussione la fermezza con cui l’IPCC nell’ultimo report pubblicato, ha attribuito alle origini antropiche del riscadamento globale una probabilità elevatissima o, per dirla in breve, una quasi certezza”.
Dove, nel’IPCC AR4, nei capitoli del WG1, si ignora l’incertezza dei modelli, l’incertezza su vari aspetti del sistema clima? Voglio le citazioni. Almeno dimostrerebbe che quel rapporto che si giudica con tanta faciloneria come carta straccia almeno, lo avete letto. Non si tratta di un articolo su di un blog, ma di una cosa un tantinello piu’ complessa. Suggerisco un’occhiata http://www.ipcc.ch/ipccreports/ar4-wg1.htm
C’è gente che ha contribuito all’AR4 che è furiosa per quello che è accaduto con il WG2 (e non sta abbandonando la nave, anche se è questo che volete fare credere). Lo è come lo si po’ essere in un’azienda in cui c’è qualcuno che lavora male. Ma, nuovamente, per voi questo basta ad inficiare tutto e a sbandierare in giro che è tutta una farsa.
Percio’ benvenga una Volpe che sugerisca la mala disposizione
A me invece sembrerebbe che la “letteratura” sugli impatti dell’AGW sul mondo reale sia ricchissima e vastissima.
Non c’è persona quasi, mi sembra, che non attribuisca all’AGW una conseguenza (a volte ci si domanda quale sia il legame e se esista davvero) o spesso (con naturalezza e disinvoltura da consumati uomini di mondo), la conseguenza opposta.
Ricordate un articolo, proprio qui su CM, che elencava le centinaia di conseguenze attribuite all’AGW, e quante di queste erano di verso opposto l’una rispetto all’altra ?
Mi ricordo quando organizzai un torneo aziendale di calcetto. la squadra che mi volle, e che battezzai Goalland (ho una fantasia mostruosa, si, me lo riconosco), vinse il torneo, 26 goal fatti, 5 subiti.
Nessuno mi accusò mai di averla aiutata, ed anzi mi accusarono (altre squadre) di averla danneggiata (avevo fatto prevalere gli interessi del torneo rispetto a quelli della mia squadra). Una squadra (chiamiamola A) mi accusò di aver aiutato la squadra B a suo danno. La squadra B mi accusò del contrario.
Di fronte a due accuse contemporanee ed opposte dissi loro
– Decidete prima tra di voi chi avrei aiutato a spese dell’altro, e poi potrò organizzare una mia difesa –
Allo stesso modo la CO2 dovrebbe chiedere ai suoi detrattori di mettersi prima d’accordo tra di loro su quali disastrosi effetti abbia, e poi potrebbe difendersi.
Trovo che gli scienziati che hanno trovato conseguenze opposte tra di loro a fronte della stessa causa (l’AGW) farebbero bene a incontrarsi e a stilare un documento comune. La Scienza ne guadagnerebbe.
Secondo me.
C’è di più di una semplice sciatteria a mio avviso.
Da climatopoli emergono inequivocabili delle pressioni per raccontare al mondo che il periodo caldo medioevale è stato solo un abozzo e che il caldo corrente è eccezionale e senza precedenti in millenni quindi non può che essere antropico ..solo che non è così!
http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind=news&op=news_show_single&ide=1060
Storiella amplificata da realclimate i cui soci fondatori sono appunto Mann e Bradley