Quante volte su queste pagine abbiamo affrontato il tema della rappresentatività della rete osservativa globale? Quante volte abbiamo cercato di dire che la diminuzione del numero delle stazioni, la loro disomogeneità spaziale, il bias introdotto dal cambiamento delle condizioni al contorno e poi ancora i gap temporali, il cambiamento della strumentazione, il mancato rispetto degli standard etc etc, minano seriamente la possibilità che si possa avere una misura attendibile dello stato termico del pianeta?
Molte, e come noi tanti altri, ma spesso in modo farraginoso e disorganizzato. Ora c’è la possibilità di farsi un’idea di quanto possa essere compromessa la situazione, di toccare con mano quanto poco si sappia delle famose temperature medie superficiali globali, concetto quanto mai astruso ed ignoto a quella stessa Natura che ci piacerebbe tanto controllare.
Date un’occhiata al report di Antony Watts e Joe D’Aleo, così, per capire di cosa stiamo parlando. Come? Non è peer-reviewed? Ah, già , questo è un bel problema. Facciamo così, come hanno fatto gli autori. Piuttosto che sottoporlo ad un gruppo di revisori, lo hanno semplicemente sottoposto a tutti quelli che lo vogliano vedere e rivedere.
Qui, su WUWT, sono aperti i commenti. Buona peer-revisione!
NB: Da qui scaricate l’intero pdf (attenzione che è pesante).
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