Si Frange l’Onda del Climategate

Finchè le onde scorrono al largo, seppur potenti e maestose, possono al più far apparire per qualche secondo quello che sollevano, lasciando che poi scompaia nuovamente dalla vista dopo il loro passaggio. Poi il mare si agita, le onde diventano più frequenti ed alte e quel qualcosa si vede sempre più spesso. Quando il moto ondoso è troppo forte o quando ci si avvicina alla costa, l’onda si rompe, e quello che trova lo trascina con sé.

Troppo in alto erano salite le grida di allarme, troppo frequenti gli annunci di catastrofi imminenti, troppo esose ed ingiustificate le pretese degli illuminati del clima. Ora l’onda si è rotta e non passa giorno senza che non venga via un pezzetto di credibilità o di sostegno al movimento dell’AGW.

Ieri è stata la volta del capo dei consiglieri scientifici del governo britannico, una delle compagini governative più impegnate sul fronte dell’emergenza climatica. Eppure, anche lì si è insinuato il dubbio. Già, perché se noi di Climategate ne abbiamo parlato e sentito parlare, loro ce l’hanno avuto in casa, così come sempre in casa hanno ovviamente la commissione d’inchiesta incaricata di far luce sull’accaduto.

Ma è un fatto che John Beddington abbia rilasciato ieri un’intervista dai contenuti soprendenti nella loro semplicità. Già, perche dice cose talmente ovvie che viene proprio da pensare perchè sin qui le cose debbano essere andate diversamente. L’impatto del riscaldamento globale è stato esagerato, c’è necessità di maggiore apertura verso le opinioni difformi, la credibilità di chi fa scienza sarebbe accresciuta, e non lesa, se si desse maggiore spazio al confronto. E poi ancora, i dati impiegati devono essere resi disponibili, ci sono delle incertezze di fondo nelle previsioni di cambiamento climatico etc etc etc.

Hey, attenzione, tutto questo avviene nel paese dei 99 mesi al disastro e del Rapporto Stern. Ah, che soddisfazione!

NB: Leggi l’articolo sul Timesonline.