Che browser usate per viaggiare sulla rete? Siete magari un po’ pigri e vi piace essere coccolati dalle mille opzioni di Internet Explorer o magari preferite qualcosa di più spartano ma anche più originale e sicuro? Anche in questo campo ci sono diverse linee di pensiero, ma è opinione diffusa che il software della Microsoft possa mettere seriamente a repentaglio le informazioni che custodite gelosamente nel vostro pc. Personalmente ho scarsissima conoscenza al riguardo e quindi non so dire cosa sia meglio fare. Ricordo però di aver letto tempo fa una cosa che mi parve sensata. I problemi di sicurezza del browser della Microsoft discendono dalla sua enorme diffusione, perchè questa ha fatto sì che su di esso si siano concentrate le “attenzioni” di tutti i buontemponi della rete. Se altri software altrettanto validi fossero stati così diffusi, avrebbero incontrato le stesse difficoltà . Penso sia ragionevole, ma, ripeto, non posso esserne sicuro.
Questa problematica ha delle interessanti analogie con le questioni che affrontiamo quotidianamente su queste pagine. Qual’è la pubblicazione di riferimento che negli ultimi anni ha dominato la scena del dibattito in materia di clima? Non ci sono dubbi, la palma va al 4° Rapporto dell’IPCC, l’organizzazione premiata addirittura con il nobel per la pace proprio dopo la pubblicazione di questo lavoro. Logico dunque che su di esso si sia concentrata l’attenzione di tutti quanti hanno necessità di essere informati su questi temi. Date le dimensioni dell’allarme lanciato proprio da questo rapporto, tale massimo livello di attenzione ha segnato l’inizio dei problemi circa la solidità scientifica di quanto pubblicato. Per la verità già le precedenti edizioni avevano dovuto fronteggiare parecchie critiche, rivelatesi poi più che fondate, ad esempio in merito alla ricostruzione delle temperature dell’ultimo millennio basata su un lavoro successivamente rigettato dalla comunità scientifica, ma questo non ha impedito che attorno alle determinazioni dell’IPCC si generasse un movimento di isteria climatica che con la scienza e la ricerca non dovrebbe proprio aver nulla a che fare.
Eppure, sia nel corpo del rapporto, quanto nei sunti destinati ai decisori politici e nelle dichiarazioni dei suoi massimi rappresentanti, lo stesso panel si è reso spesso protagonista di eccessi di catastrofismo del tutto privi di fondamento scientifico. Purtroppo gli esempi sono davvero numerosi e riguardano aspetti tutt’altro che marginali, anzi, una volta messi in evidenza minano profondamente l’attendibilità di molta parte delle informazioni diffuse sin qui.
Su queste pagine abbiamo parlato recentemente della gaffe che ha riguardato la previsione di scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, una faccenda che quando ha iniziato a prender corpo è stata liquidata troppo in fretta dal presidente del panel, che bollò come Voodoo Science -leggi stregoneria- le critiche mosse dai detrattori delle posizioni del panel. Ora è arrivata la smentita ufficiale, che promette un’analisi più coerente basata su fonti più attendibili. Evidentemente la stregoneria è stata messa da parte.
Poi c’è stata la faccenda delle risorse idriche mondiali. Pubblicare soltanto i numeri che indicano quanti milioni di persone potrebbero essere a rischio di approvvigionamento idrico in ragione del cambiamento climatico, omettendo quante invece cesserebbero di dover combattere questi problemi in ragione degli stessi cambiamenti, non so quanto possa essere indice di disattenzione e quanto piuttosto sia dovuto alla volontà di trasmettere un messaggio univoco, pratica questa che si allontana tantissimo dagli scopi di approfondimento scientifico e divulgazione che dovrebbero animare le attività del panel stesso.
Appena ieri è stata messa in luce un’altra significativa disattenzione. Questa volta tocca ad una questione ancora più delicata, la presunta accentuazione dei fenomeni estremi. Questo problema è decisamente centrale, perchè se tutte le proiezioni diffuse sin qui riguardo a sconvolgimenti epocali, per quanto allarmistiche e catastrofiche possano essere sono riferite ad eventi abbastanza difficili da comprendere e contestualizzare quali l’innalzamento del livello dei mari, la desertificazione, l’aumento stesso delle temperature non più solo in veste di causa scatenante, ma anche come elemento che renderebbe invivibili alcune zone del nostro pianeta, sono comunque percepibili solo con finzioni grafiche ed effetti speciali cinematografici, l’aumento di intensità ed occorrenza degli eventi estremi è qualcosa che potrebbe toccarci da vicino sin da subito, nelle nostre case e nei nostri affetti. Di fatto si tratta del link attraverso il quale il terrore del clima che cambia si attualizza e si rende immediatamente percepibile.
Peccato che non sia vero. Lo dimostra la scienza e lo dimostrano i fatti. Dal punto di vista strettamente empirico, la stessa teoria dell’AGW nega la possibilità che i fenomeni estremi possano aumentare, dato che in una presunta irrefrenabile tendenza delle temperature ad aumentare, queste aumenterebbero di più alle alte latitudini che non a quelle equatoriali. Questo ridurrebbe il differenziale di temperatura lungo la longitudine, di fatto sottraendo carburante a questi eventi. Ma è giusto entrare nel merito e procedere con un’analisi di quanto accade o è accaduto nel recente passato, evitando di lasciare campo libero a sonore baggianate come quelle pronunciate nella clima-fiction di Al Gore, dove l’uragano Katrina è stato chiaramente portato ad esempio spaventevole del clima e del tempo meteorologico che ci aspettano. Lo ha fatto l’IPCC? Sì, sia nel 3° che nel 4° ed ultimo dei suoi rapporti. Come? Citando come fonti nel primo caso un lavoro pubblicato su Munich Re e nel secondo caso un lavoro di Robert Muir-Wood del 2006, entrambi non sottoposti a revisione paritaria. Ma c’è di più, se nel 3° rapporto la possibilità che l’impatto degli eventi estremi potesse essere correlato al cambiamento climatico è stata espressa con molta cautela, pur alimentando lo stesso delle roboanti dichiarazioni dell’allora presidente del panel, nell’ultimo la ricerca di riferimento si guarda bene dal centrare questa correlazione, individuando un lievissimo trend di aumento degli eventi estremi  nel periodo 1970-2005, ma non trovandone alcuno nel periodo 1950-2005. Infatti, una volta sottratte le mutate condizioni a contorno, quali ad esempio l’urbanizzazione delle coste per gli uragani, una volta aggiustato l’ammontare dei costi dei danni con le oscillazioni dell’economia e una volta eliminati dalle serie storiche gli anni 2004 e 2005, eccezionalmente anomali quanto a incidenza di uragani, il segnale di correlazione è praticamente irriconoscibile. Del resto anche altri autorevoli esperti quali ad esempio Roger Pielke Jr (che non è uno scettico oltretutto) e con lavori peer reviewed, hanno prodotto le prove che ad oggi non c’è nessuna possibilità di mettere in correlazione il cambiamento climatico con la frequenza di occorrenza e l’intensità degli eventi estremi.
E l’IPCC cosa ha fatto? Ha preso il lavoro di Robert Muir-Wood ed ha citato soltanto quanto detto per il periodo 1970-2005, ignorando quanto indicato nel resto del lavoro e soprattutto ignorando la letteratura peer-reviewed che invece va in tutt’altra direzione. Le giustificazioni questa volta non arrivano dalla massima carica del panel, ma da uno dei suoi vice, co-chairman del Working Group II, proprio quello che studia l’eventuale impatto del cambiamento climatico: “Il lavoro del 2007 dovrebbe essere visto come una fotografia di ciò che era noto allora. la scienza progredisce. Se qualcosa si rivela inesatta, possiamo sistemarla al prossimo giro”.
Nel frattempo però abbiamo Ed Milliband, ministro dell’energia e del cambiamento climatico in Inghilterra che va in giro dicendo che le alluvioni nel suo paese e nel resto del mondo potrebbero essere collegate al riscaldamento globale, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti ha ammonito lo scorso autunno che tempeste più violente ed alluvioni minacciano tutti i continenti, per non parlare delle catastrofiche profezie di Al Gore. Dove lo hanno letto? Chi lo ha suggerito? Che dite, al prossimo giro faranno delle dichiarazioni di smentita? Oppure abrogheranno qualche legge approvata nel frattempo per fronteggiare un pericolo tutto da dimostrare?
E  poi perchè si dovrebbe attendere il prossimo rapporto dell’IPCC? I grandi della Terra si sono a visti appena un mese fa a Copenhagen, quale occasione migliore per avvisare tutti in un colpo solo che la situazione non è così tragica e che ci sono ancora parecchie cose da capire? Ogni volta che esce qualche nuovo lavoro nella direzione della catastrofe gli si fa fare il giro del mondo in un batter d’occhio, ora, per leggere queste novità dovremo aspettare degli anni, perchè, si sa, queste cose richiedono tempo!
Tiriamo un po’ le somme. Cosa è il cambiamento climatico generato dal riscaldamento globale? Aumento delle temperature: E’ di questi giorni la notizia che l’attuale rete osservativa potrebbe avere seri problemi di rappresentatività . Scioglimento dei ghiacci marini e terrestri: L’Antartide cresce, L’artide è tornato a crescere (per quanto non si sa, ma questi sono i fatti) e i ghiacciai dell’Himalaya stanno meglio di quanto si pensava. Disponibilità idrica: ci sarà più gente che smetterà di avere problemi di quanta non comincerà ad averne. Eventi catastrofici: non c’è alcun legame dimostrato tra aumento delle temperature e la loro frequenza di occorrenza o intensità . Ho una voglia matta di leggere questo famoso prossimo giro!
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Post Scrittum: In una intervista al Mailonline il coordinatore del gruppo di lavoro dell’IPCC che a suo tempo inserì nel report la fantomatica data del 2035 per la scomparsa dei ghiacciai dell’Himalaya, ammette che la notizia riguardava molte nazioni nella zona della catena montuosa e che se avessero potuto “metterla in risalto”, avrebbe contribuito a convincere i policy makers a intraprendere azioni concrete, nonostante, come egli stesso ricorda, sapessimo che si trattava di “gray literature”, ovvero non sottoposta a processo di revisione paritaria. Un problema tecnico? Non proprio, una mistificazione bella e buona, perchè se la revisione fosse avvenuta (e di commenti prima della pubblicazione ne hanno ricevuti ed ignorati parecchi), quella notizia non sarebbe mai apparsa, proprio perchè palesemente infondata.
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Post Scrittum #2: I Want My Money Back! Altra interessante rivelazione. Appena una settimana fa, giusto prima che uscisse la dichiarazione congiunta del presidente dell’IPCC e dei suoi vice che chiedeva scusa per l’errore commesso sui ghiacciai dell’Himalaya e prometteva di porre rimedio, con ciò intendendo anche una più rigorosa applicazione del principio di revisione paritaria delle ricerche impiegate, la Carnegie Corporation ha effettuato una donazione di 310.000 sterline alla TERI, la fondazione di cui è presidente Rajendra Pachauri. Tra le motivazioni per la donazione compare proprio la problematica dei ghiacciai himalayani:
“The Himalaya glaciers, vital to more than a dozen major rivers that sustain hundreds of millions of people in South Asia, are melting and receding at a dangerous rate.
“One authoritative study reported that most of the glaciers in the region “will vanish within forty years as a result of global warming, resulting in widespread water shortages,”
In effetti di questa faccenda se ne parla già da prima del vertice di CO2penhagen, ma la dichiarazione ufficiale dell’IPCC è giunta solo all’indomani della donazione. Eh, si sa, anche per queste cose ci vuole tempo. Che dite, ora gli chiederanno i soldi indietro?
Per informazioni:
- Leggi l’articolo del Times on line su questi argomenti;
- Leggi a critica di Roger Pielke Jr al modo con cui l’IPCC ha affrontato la tematica degli eventi estremi;
- Leggi il capitolo dell’AR4 dedicato all’impatto degli eventi estremi;
- Leggi l‘intervista a Murari Lal sul Mailonline;
- Leggi l’articolo sul Timesonline che riporta l’informazione;
- Leggi il comunicato stampa con cui TERI ha riconosciuto la donazione.
NB: Grazie a Maurizio Morabito per la segnalazione.
Grazie per la segnalazione, la giro immediattamente…e io pensavo di essere spiritoso….
Per cortesia, questo non è un forum. Se i commenti sono IT bene, altrimenti è inutile pubblicarli.
gg
Più studio e più mi convinco sull’esistenza di una strettissima correlazione tra aumento della CO2, aumento della temperatura e aumento esponenziale della popolazione…In effetti, l’uomo respira, quindi genera CO2, non solo…disperde nell’ambiente calore…..che sia il caso di prendere provvedimenti al riguardo???? ( scusate ma le galline sgozzate mi hanno stimolato….)
Potresti ucciderti, per esempio, tanto il tuo contributo all’umanità è nullo.Questo è inaccettabile. Non posso intervenire sull’IP, ma posso cancellare tutti i commenti. Se succede ancora lo farò, a prescindere dai contenuti.
gg
Se non è accitabile una battuta, mi domando come si possano ritenere accettabili gli insulti del Borrielli, sebbene maldestramente velati.Evidentemente a leccarvi il deretano qualcosa si guadagnaMi dispiace, da questo momento in poi i tuoi commenti non sono più benvenuti. Ti auguro miglior fortuna altrove.
gg
Purtroppo, caro amico, qualcuno pensa sul serio quello che tu hai detto per scherzo.
Potrei farti molte citazioni, ma mi limito a segnalarti questo sito:
http://www.green-agenda.com/
dove troverai che il Club di Roma e tanta bella gente (nel senso di ricca e potente) la pensa a quel modo, e suggerisce di ridurre la popolazione chi a 2 miliardi (i più buoni, quelli di “Rientro dolce”, che non parla dell’amarezza della scomparsa degli altri miliardi e miliardi di persone…), chi a un miliardo, chi a 500 milioni, chi a 300, chi a 100…chi, come un rampollo della casa reale inglese vorrebbe rinascere virus per sterminare l’umanità …!
Secondo me.
Le citazioni sono in inglese, ma se a qualcuno fa piacere, potrei riportarle in italiano, col metodo Shelburn, di cui vi do un esempio:
“… the resultant ideal sustainable population – “…la popolazione ideale sostenibile risultante
is hence – è perciò
more than 500 million – più di 500 milioni
but less than one billion.” – ma meno di un miliardo.”
– Club of Rome,
Goals for Mankind
ma questo è ancora più sterminatore:
“My three main goals – “(I) miei tre obiettivi principali
would be – sarebbero
to reduce human population – di ridurre la popolazione umana
to about 100 million – a circa 100 milioni
worldwide, – in tutto il mondo,
destroy – distruggere
the industrial infrastructure – le infrastrutture industriali
and see wilderness, – e vedere la natura selvaggia
with it’s full complement of species, – con il suo pieno complemento di specie
returning throughout the world.” – tornare in ogni parte del mondo.”
-Dave Foreman,
co-founder of Earth First!
Le traduzioni sono mie, i testi sono del sito citato sopra, che ne fornisce le fonti.
In effetti nel ’98 l’attività dei cicloni tropicali è stata ai suoi massimi a livello globale.
Poiché il Pacifico è l’oceano che conta di più, quando questo è nella sua fase calda, in quella zona si formano più cicloni che in anni con ENSO neutra o positiva. E’ vero che l’Atlantico è anticorrelato, ma essendo il Pacifico a dominare il segnare globale, se quest’ultimo è più caldo, ci sarà una maggiore attività di cicloni.
Da qui a pensare che l’AGW possa entrarci qualcosa ce ne corre.
ENSO dà un riscaldamento differenziale di una certa zona del Pacifico e quindi una maggiore instabilità termodinamica su quella parte del globo. Un riscaldamento AGW diffuso su tutta la zona tropicale non ha alcun effetto sull’instabilità termodinamica. Anzi, per come la vedono i modelli con l’hot spot nell’alta troposfera, l’instabilità diminuirebbe e di molto!
In ogni caso, visto che la scienza climatica è molto aleatoria ed ogni gruppo ha un modello migliore di quell’altro, ci sarà sempre qualcuno che troverà un segnale AGW sui cicloni tropicali, qualcuno altro su quelli extra-tropicali, qualcun altro sulle alluvioni, qualcun altro sulle siccità , qualcun altro sulla malaria, qualcun altro sui suicidi, qualcun altro sulle galline sgozzate, ecc… ecc…
@Martino
La questione dell’aumento dell’intensita’ nasce primariamente dai danni prodotti che vedono un aumento negli ultimi decenni.
Anche molti scienziati assolutamente corretti anni commesso questo errore di correlazione senza pensare all’inurbamento costiero e a quante persone oggi stipulano assicurazioni rispetto al passato.E’ successo anche a chi ha pubblicato ‘una piccola lezione di climatologia’.
L’analisi dell’indice ACE (accumulated cyclone energy) dal 1950 ad oggi ha dimostrato l’assoluta mancanza di correlazione con alcun trend di temperatura. Per esempio intorno al 98 si e’ avuta una marcata diminuzione dell’indice (quasi appunto a voler dimostrare quanto detto da Guidi ovvero che l’eventuale AGW diminuisce l’occorrenza di questi episodi.
In realta’ l’indice ha una variabilita’ enorme. Per maggiori info su come viene calcolato come al solito basta digitare ACE su un browser (spero di aver detto bene e non aver fatto arrabbiare gli informatici che ci seguono).
Teo
PS: meglio di ACE e’ scrivere il nome dell’indice per esteso, non vorrei che apparisse solo WilCoyote
“corretti anni” va letto “corretti hanno”, scusate.
@Gravina:
Era solo una imprecisione e, dato che ne avevo la competenza, avevo pensato che era il caso di correggerla, per evitare che qualcuno magari un giorno dicesse “Ho letto da qualche parte che è così”.
Poi purtroppo è stata alimentata una polemica senza senso.
Guidi la prego, non cerchi di fondare un’azienda di software, ma continui a scrivere di climatologia che, come al solito, è molto efficace.
Riguardo al tema degli uragani, vorrei evidenziare questo interessante studio apparso su Nature nel 2007 e oggi disponibile presso il NOAA paleoclimate center a questo indirizzo
http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/nyberg2007/nyberg2007.html
Dontfeed non ha capito una cosa (peraltro fondamentale): lo spunto dato dai browser è letterario, non tecnico. Non penso proprio che Guidi volesse scrivere un manuale sullo stile “Internet for dummies”.
Per Martino: ad oggi la maggior parte degli studi che cercano di correlare il GW agli uragani portano ad un nulla di fatto statistico, sia dal punto di vista della frequenza che dell’intensità .
CG
Infatti l’assenza di correlazione è ciò che ho sentito fino ad ora e da varie fonti.
Per questo quando ho visto il nuovo paper mi è sembrato interessante approfondire e quindi ho chiesto.
Grazie per le risposte
Salve a tutti, seguo ormai da tempo con molto interesse questo sito, ma questo è il mio primo commento.
In merito a questo post volevo segnalare questo articolo sull’ultimo numero di Science (molti probabilmente l’avranno già visto)
http://www.sciencemag.org/cgi/content/short/327/5964/454
Qui si dice che una correlazione tra global warming e uragani c’è: non nell’aumento della frequenza di questi ultimi, bensì dell’intensità .
Tuttavia volevo chiedere agli esperti in uragani ed in modelli climatici:
1) In questo studio si è fatta una complessa operazione per aumentare la risoluzione del modello, però non ho capito in cosa consiste l’operazione di “downscaling” che qui riportano.
2) Possiamo a seguito di questo studio affermare che una correlazione tra uragani e riscaldamento globale è probabile, oppure ci sono ancora troppi margini di incertezza?
Grazie per l’aiuto e per il grande lavoro che fate con questo sito.
Salve Martino,
se mi mandi il testo all’indirizzo mail della pagina chi siamo vediamo di cosa si tratta.
Grazie.
gg
Vabbè ragazzi, ma un parola sull’argomento riusciamo a dirla oppure no? 🙂
gg
Ma no, è inutile, tu sei infallibile, quindi è sicuramente come hai detto.
Da lei mi aspetto sempre che venga a pescare…Lasci in pace questo gruppo…la sua tecnica ormai la conosce tutto il Web!!!!
Taci Giampiero, sei inutile alla discussione qui, come su Facebook, come nella vita.
Sono questi gli atteggiamenti che non sopporto.
Spero che questo post venga moderato, essendo senza alcuna argomentazione, e puramente teso ad insultare gratuitamente un altro, peraltro rispettabilissimo, forumista.
Secondo me.
Perchè non sai che il borrielli ha aperto con me una faida trans-forumistica in cui non ha esitato a insultarmi i morti, la mamma e la famiglia quando lo ho inchiodato alle sue incongruenze.
Purtroppo in internet c’è anche questa gente.
Per quanto riguarda la sicurezza dei browser, la realtà è che tutti i maggiori hanno problemi simili e nessuno si può dire più sicuro degli altri.
http://attivissimo.blogspot.com/2009/03/gara-firefox-ie8-safari-bucati-in-pochi.html
Nessun prodotto informatico è sicuro al 100%.
E’ un fatto.
Nessun prodotto è insicuro quanto Internet Explorer.
E’ un altro fatto.
Al punto che Germania e Francia hanno intenzione di BANDIRLO dagli uffici pubblici.
Ma quelli sono altri Paesi, con un’altra cultura.
Come al solito, il sig. dontfeednuclearists è eccezionale nello scrivere tanto senza dire nulla!!!!!!
Gli indichi la luna col dito e il su citato ti polemizza sulla lunghezza dell’unghia…
Il fatto che tu non capisca Borrielli non vuol dire che io non abbia detto nulla.
Ma rimani pure ignorante, per carità , da te non ci si aspetta altro.
Nell’altro articolo hai attaccato la fonte, senza dir una parola sulla sostanza.
In questa te la sei presa col cappello, senza entrare nel merito della questione.
Nessuno discute la tua competenza sui browser, ma qui vorremmo parlare (credo di interpretare il senso delle parole di Borrielli) di climatologia.
Diceva Schopenhauer che quando si vuole aver ragione a forza, e si ha torto, ci si allontana dal merito della questione.
Il tuo intervento, come OT, ci sta pure, ma se fossi su un altro sito ti direi cosa penso dei tuoi modi.
Qui mi freno, e la chiudo qui, per quel che mi riguarda.
E’ perchè, caro duepassi, io credo nella logica.
E la logica dice che da premesse sbagliate si puo’ derivare qualsiasi cosa. Quindi il “cappello” era scritto male e andava corretto, o sbaglio?
O ti da fastidio che abbia ragione su qualcosa? (o magari su tutto).
O dobbiamo ritenere Guidi infallibile + del Papa e non dobbiamo correggerlo mai? Anche quando dice delle castronerie?
Io non sono acritico come voi altri, mi dispiace.
Quella non era una “premessa” ma solo un esempio, un’analogia.
Il pezzo di Guidi, infatti, funziona tranquillamente senza quel cappello.
Guidi non ha mai detto né pensato di essere infallibile, e quello, ha dichiarato, non è il suo campo di specifica competenza.
Stai dunque facendo una polemica sul nulla più assoluto.
Quanto al fatto che tu avessi ragione su una questione extra-climatica, non hai letto la mia frase, tu che sei un amante della logica ? “Il tuo intervento, come OT, ci sta pure”
Analizzalo, secondo logica, se ti sembra il caso. E’ scritto in italiano, e, se letto bene, non si dovrebbe prestare ad equivoci, credo.
Se poi vuoi un aiutino, aggiungerò che non mi dà affatto fastidio che tu dica cose giuste. Sono gli insulti gratuiti, invece, ad altri forumisti, che mi danno fastidio.
Finché dirai cose giuste, che siano o no in linea con quel che penso, non mi darai mai fastidio.
Tu amerai la logica, io amo la verità e la coerenza… e una logica, che non credo sia quella stessa che ami tu, probabilmente.
Secondo me.
E qui pongo veramente fine a questo OT già troppo lungo, per cui mi impegno a non rispondere oltre, qualsiasi cosa tu scriva.
Il solo fatto che lei stia leggendo quanto pubblicato su tale sito mi riempie di felicità …magari qualche dubbio le viene anche se, come al solito, come sempre, non entra mai nel merito dell’argomento…
Io leggo tutto, a differenza di te che dai credito solo a cio’ che ti fa comodo.
Per le tante inesattezze dell’incipit non sono nemmeno riuscito a temrinare l’articolo.
Chiariamo due punti sui browser, mi permetto dato che sono un esperto del settore.
1) E’ FALSO che Internet Explorer abbia + opzioni e Features dei sui concorrenti, è semmai + esatto dire il contrario.
2) Quanto a sicurezza TUTTI i browser sul mercato, e ribadisco tutti, sono + sicuri di IE ma è FALSO che siano + spartani. E’ vero, come dicevo, il contrario. Inoltre IE non rispetta gli standard, o meglio, li rispetta meno degli altri browser. Tra noi addetti al lavoro diciamo che “IE è il male” e la sua diffusione peggiora criticamente tanto le nostre condizioni di lavoro, tanto la qualità dei prodotti.
3) I problemi di SICUREZZA di IE NON sono legati alla sua diffusione. In effetti non c’entra nulla. Qualcuno puo’ aver detto che i problemi di WINDOWS (cioè dell’intero sistema operativo) siano legati alla sua maggior diffusione, ma anche questo è FALSO. Conoscendo un minimo di architettura dei S.O. i motivi della poca sicurezza di Windows ed internet explorer risiedono altrove. Come vedi il fatto che qualcosa sembri ragionevole non vuol dire che lo sia.
Wow, meno male che ho premesso che non ne capisco affatto! 🙂
gg
E allora perchè parlare di cio che non si capisce?