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Una Befana Solare

Con il natale appena archiviato, un discreto numero di bambini (e non solo) avrà già fatto il pieno di giocattoli. Tutti gli altri lo faranno oggi, tra questi anche parecchi ripetenti che gioiranno per entrambe le occasioni. Per i meno meritevoli (che tra i piccoli non esistono per la verità) sarà interessante scoprire quale sostanza sostituirà il carbone, dal momento che quest’ultimo è stato bandito anche dai dizionari.

Ma è proprio vero? Vediamo un po’, ieri sera mi è tornato tra le mani in articolo pubblicato sulla newsletter Access to Energy nell’ottobre scorso. Titolo: Giocattoli Solari. Testo: un po’ di conti e qualche amara verità sull’energia ricavata direttamente dal Sole. Ecco qua.

Il 25 ottobre scorso è stat inaugurata in Florida la più grande centrale elettrica solare degli Stati Uniti, ben 25 megawatt di potenza nominale, 150 mln di dollari e un anno di lavoro; un ottimo esempio di come, quando si vuole, le cose si possano fare presto e bene. La società che la gestisce fa sapere che conta di tirar fuori dai 90.000 pannelli installati circa 42.000 MW/h all’anno, cioè 4,8 MW, cioè il 19% della potenza nominale. Con quello che è costata, ed al prezzo medio del kWh per la zona di esercizio, l’impianto andrà in positivo tra circa 36 anni, più o meno quando si dovranno sostituire i pannelli e ricominciare il conto. Se si facesse il paragone con i costi del kWh prodotto con tecnologia nucleare -circa 1/5 di quello medio- di anni ce ne vorrebbero oltre duecento.

Va bene, ma col tempo il costo dell’energia da fonti non rinnovabili salirà, per cui i tempi di ammortamento diverranno più brevi. Vero ma solo in parte: se aumenta il prezzo dell’energia aumentano anche i costi della produzione industriale, per cui aumenterà anche il costo di questi impianti. Non è così semplice.

Ad ogni modo, sempre la società costruttrice dice che l’energia prodotta alimenterà circa 3.000 abitazioni, al costo di 50.000 $ per ognuna, garantendo la bellezza di 38 kWh al giorno, ossia quanto basta per qualche lampadina, un personal computer e, se piuttosto che il gas si usa l’elettricità, in alternativa una doccia o un pasto sempre al giorno. Con il gas, un po’ più pulito ma comunque sempre finito in senso assoluto e dunque soggetto ad aumento dei costi, ci sta che la casa possa essere occasionalmente rinfrescata con un condizionatore dai bollori del global warming. I riscaldamento non è contemplato. Va bene che i cittadini americani sono dei grandissimi spreconi di energia, ma vale la pena ricordare che un’abitazione nel nostro paese dispone generalmente di 72 kWh al giorno e quanto a sprechi non ci facciamo mancare quasi niente.

Nel frattempo la Cina non sta a guardare, anzi, ha in costruzione la più grande centrale solare del mondo, il cui impiego andrà a rimpolpare quanto già fatto sin qui nel paese del dragone nel campo delle fonti rinnovabili: un favoloso 1% del fabbisogno nazionale. E l’altro 99%? Fonti fossili, idroelettrico e nucleare, al ritmo di una centrale a carbone inaugurata ogni settimana e numerose nucleari in costruzione. Del resto, per produrre le grandi quantità di pannelli solari che ha in animo di usare l’occidente servirà parecchia energia.

E così, l’energia prodotta da fonti prevalentemente fossili sarà stoccata nei pannelli e rilasciata lentamente nei paesi occidentali, tra una doccia ed un pasto al giorno, con un po’ di occasionale refrigerio d’estate e senza riscaldamento d’inverno. C’è da sperare che faccia caldo sul serio e cioè che il sole splenda incessantemente, magari facendo gli straordinari notturni (non si sa mai, con questi sconvolgimenti può anche succedere), altrimenti con i pannelli ci si potrà fare ben poco.

E qualcuno, con queste premesse tecniche e di mercato, è pure andato a CO2penhagen pieno di speranze. Niente male come specchietto (solare) per le allodole.

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Published inAttualitàEnergiaNews

31 Comments

  1. max

    non entro nel dettaglio dei costi del decomm., ricordo però che la gestione e sorveglianza della centrale “decommissionata” durano decenni, se non secoli, con costi duraturi nel tempo che si continuano a non calcolare;
    non si calcola nemmeno il costo dell’uranio, né il suo processo di arricchimento, necessario a farlo funzionare come combustibile, né il suo trasporto, che certo non si può affidare a autocisterne o carrette del mare qualsiasi…
    per altro, mi pare che anche il progetto nucleare attualmente in voga nel nostro governo preveda sostanziosi incentivi e finanziamenti statali, senza i quali né Enel, né Montedison, o chi altri per loro metterebbe mano alla faccenda… il che la dice lunga sulla convenienza……

    da Rainews24:

    La centrale nucleare finlandese finisce in tribunale mentre aumentano i costi
    Venerdì 06 Marzo 2009 11:09 Rai news 24

    Il nuovo impianto nucleare Epr finlandese, dello stesso modello che si vorrebbe fare in Italia, in tre anni ha prodotto atti giudiziari, ritardi e un danno al contribuente per 3,5 miliardi di euro. La società costruttrice francese Areva e l’azienda finlandese per l’energia TVO sono ai ferri corti per la costruzione del nuovo impianto nucleare di Olkiluoto in Finlandia.
    Ne da notizia il principale giornale economico finlandese Kauppalehti, la società costruttrice francese Areva ha dichiarato di voler procedere per vie legali contro la committente TVO.
    Le due società si stanno infatti incolpando l’un l’altra dei ritardi: l’impianto Epr (Olkiluoto 3), che doveva essere consegnato nel 2009, non sarà consegnato nemmeno nel 2011, avendo accumulato 3 anni di ritardo nei primi 3 anni di cantiere. Secondo la CEO di Areva Anne Lauvergon, TVO non ha eseguito le procedure di accelerazione che erano state concordate nel giugno 2008, mentre ha impiegato un anno per l’approvazione dei documenti di costruzione rispetto ai due mesi precedentemente concordati. Per cui Areva ha deciso di chiedere a TVO per via giudiziale 2 miliardi e mezzo di euro. Inoltre, secondo Areva, TVO pretenderebbe a sua volta dall’azienda francese 2,4 miliardi di euro per il ritardo.
    Areva stima che OL3 costerà 1,7 miliardi di euro in più rispetto ai 3,2 miliardi di euro stabiliti da contratto. L’anno scorso ha accantonato riserve per 749 milioni di euro per Olkiluoto 3, che hanno duramente impattato sull’utile di esercizio della società, riducendo il risultato di fine anno del 21%.

    Una cosa è certa: comunque andrà a finire, gli ulteriori ritardi e costi peseranno non poco sulla bolletta dei cittadini finlandesi. Secondo la testata finlandese Kauppalehti gli utenti finali finlandesi si accolleranno almeno 3,5 miliardi di euro in più rispetto al passato.

    ——————————-

    ah, vogliamo anche parlare dei costi delle coperture assicurative statali?

    inoltre:

    sullo smaltimento delle scorie, GBettarini scrive che costa 1 MLD di Euro….
    dove? quando? come?
    nelle rosee previsioni dei Finlandesi, a cui basta fare un buco profondo 90 metri per ritrovarsi confinati in scisti cristallini vecchi di 370 milioni di anni, lontani migliaia di km da zone sismogenetiche, vulcaniche, e a quasi totale impermeabilità?

    dove stanno esperienze definitive e concretizzate di smaltimento e confinamento di scorie ad alta attività, con situazioni ambientali e SOPRATTUTTO geologiche paragonabili all’Italia?
    risposta: NON ESISTONO!

    o vogliamo prendere per buone le scemenze che ha scritto l’esimio prof. Battaglia, su IL GIORNALE, paragonando la pericolosità delle scorie ai rifiuti solidi urbani?

    • gbettanini

      Un aneddoto su come fa i conti Greenpeace.
      Qualche mese fa Greenpeace ha diffuso un documento chiamato ‘bolletta nucleare’ dove prevedeva di un costo del kWh nucleare in Italia pari a 0,14€/kWh, un valore assolutamente esagerato. Alla mia richiesta di spiegazioni sui metodi di calcolo utilizzati la risposta del direttore di GP Italia è stata che bisogna considerare per la centrale dei costi finanziari pari a quelli che si avrebbero se si richiedesse un mutuo (!!!) industriale da ripagare in 15 anni. Insomma… il calcolo di GP implicava che gli alti costi di costruzione della centrale si ammortizzassero in 15 anni… per un impianto che ha una vita produttiva di almeno 60 anni. Secondo queste ipotesi gli 0,14€/kWh sono matematicamente esatti ma poi per dare un’informazione corretta bisognava aggiungere che la centrale produrrà energia elettrica al bassissimo costo di 0,02-0,03€/kWh per altri 45 anni almeno.
      Il costo del kWh nucleare in Italia a mio parere sarà compreso tra 0,05 e 0,08€/kWh a seconda degli scenari economici (e politici) che si presenteranno. Quindi 3 o 4 volte inferiore all’attuale costo dell’energia elettrica da fonte solare.

    • Lorenzo

      niente da dire sul costo dell’uranio fra 30 anni? 🙂

    • gbettanini

      Più prevedibile e comunque meno rilevante dell’aumento di costo che avranno petrolio e gas naturale.

  2. Lorenzo

    @ bettanini

    vedo che riguardo al solare termodinamico, così come alle politiche AGW derivate siamo in perfetta sintonia. A mio parere altro progetto perverso derivante dalla CO2 fobia è il ben noto DESERTEC. Sono contento che anche tu concordi col fatto che fra una ventina di anni (ma io penso ancor prima) il fotovoltaico avrà un costo uguale se non inferiore a quello delle fonti fossili. Non condivido invece la tua preoccupazione riguardo alle superfici. Calcolatrice alla mano, un’area di circa 2000 kmq ricoperta di pannelli è sufficiente a soddisfare completamente il fabbisogno elettrico italiano. 2000 kmq significa meno del 2% dei terreni agricoli: un’inezia; anche senza contare le superfici dei tetti industriali, commerciali e residenziali e senza contare che naturalmente il fotovoltaico non deve essere l’unica fonte da cui ottenere energia, ma anzi è auspicabile che la gran parte provenga dall’eolico.

    Anche se non spieghi il motivo, sostieni di essere scettico rispetto all’eolico di alta quota. Posizione comprensibile, com’è naturale per ogni tecnologia in via di sviluppo; tuttavia per il momento le premesse sono tutte buone e se i nostri governanti e imprenditori avranno un pò di coraggio, spero vivamente che entro una ventina di anni possa dimostrarsi che tale scetticismo è stato mal indirizzato 🙂

    @ Marangi

    strano che si parli di imposizione di energie rinnovabili quando solo le briciole dei proventi di una tassa che ognuno di noi paga in bolletta dagli anni 90 e che dovrebbe essere appositamente indirizzata allo sviluppo di tali fonti, venga invece in buona parte destinata alle cosiddette fonti assimilabili (CIP6) che di rinnovabile non hanno proprio niente.

    strano altresì che si parli di imposizione di energie rinnovabili in paragone al nucleare, quando un referendum ha democraticamente sancito che il popolo italiano è contrario alla costruzione di centrali nucleari nel nostro paese

    bizzarro infine che si parli del nucleare come unica alternativa all’esaurimento delle fonti fossili quando le riserve accertate di uranio sono previste esaurirsi molto prima di carbone e metano 😉

    il ritorno al nucleare è una scelta antieconomica (centrali a carbone e metano producono energia a costi minori, con molto minore investimento iniziale) e miope ( 1) le rinnovabili saranno concorrenziali prima che qualsiasi centrale nucleare che si inizi a progettare adesso abbia ripagato il suo investimento 2) l’uranio è un elemento piuttosto raro, si esaurirà molto prima delle fonti fossili)

    l’unica cosa che potrebbe in qualche modo giustificare il ricorso al nucleare è l’abbattimento delle emissioni di CO2 ad una 15ina di anni da adesso….ma allora ho sbagliato sito, pensavo che almeno sulla CO2 fossimo d’accordo 🙂 🙂

    • gbettanini

      Per la verità per il solare stiamo parlando di una superficie pari a circa l’1% del territorio nazionale oppure se preferisci di una superficie pari all’intera Valle d’Aosta… quindi non la definirei proprio un’inezia…
      Per quanto riguarda l’eolico d’alta quota sono scettico perchè non c’è allo stato attuale alcuna dimostrazione che un sistema simile possa produrre l’energia che promette, per ora si è visto solo un prototipo che governa un aquilone che vola per qualche minuto. Se il sistema funzionasse davvero sarebbe bastato lasciarlo in funzione 24h e poi mostrare al mondo l’energia prodotta… invece niente. Si parla da molto tempo di un prototipo da 3 MW che sarebbe dovuto già essere operativo alcuni mesi fa… invece niente. Noi aspettiamo ma fino a prova contraria sussistono forti dubbi.

    • Lorenzo

      Beh, dipende naturalmente da quale dati di efficienza media dei pannelli e di insolazione media del territorio consideri, secondo quelli che avevo considerato io erano sufficienti 2000 kmq, tu parli di un’area quanto la Val d’Aosta, per cui diciamo circa 3000 kmq. Bene, ti do per buono questo dato; la superficie agricola in Italia è di circa 130000 kmq, per cui invece del 2% circa da me calcolato, dovremmo occupare il…2.3% ! 🙂 non mi sembra che cambi molto la questione…2.3% della superficie agricola, rimane comunque un’inezia. E lo è ancor più considerando che: 1) anche senza considerare la superficie tetti del civile, che pure al momento è quella pur sfruttata, ma soltanto la superficie tetti delle aree industriali si può ridurre di molto quel 3000 kmq; 2) una tale superficie è quella necessaria a coprire l’INTERO fabbisogno elettrico nazionale, cosa che nessuno si sogna di richiedere, dato che è ovvio che il fotovoltaico debba essere affiancato da oltre fonti, eolico in primis; 3) come il prezzo dei pannelli è in continua discesa, così è in continua salita la loro efficienza, il che significa minor spazio necessario a parità di energia generata, solo questo fattore potrebbe decurtare quel 3000 kmq di un terzo entro il 2030.
      Per tutto quanto sopra, ribadisco che porre la questione superficie come fattore limitante del fotovoltaico è un’argomentazione che null’altro può essere definita se non pretestuosa.

      Riguardo l’eolico di alta quota, andrebbe chiesto al diretto interessato il motivo per cui è stato fatto girare qualche minuto, invece di qualche ora, ma una cosa è certa, per quei minuti ha funzionato bene 🙂 Di solito quando si parte con una tecnologia completamente innovativa, si procede così, per piccoli passi, in modo da non sprecare risorse.
      Inoltre non vedo questi grandi ritardi, soprattutto considerato che il progetto al momento non ha ricevuto un centesimo di finanziamento dallo stato italiano, nonostante sarebbe sarebbe già assegnatario in quanto vincitore di un bando. In un articolo di fine 2007 http://www.kitegen.com/pdf/IEEECSM200712.pdf (pag.27) , si parlava di un prototipo di 0.5 MW da realizzarsi in 24-36 mesi, il che ci porterebbe a fine 2010; ma credo che quel progetto sia stato sostituito da quello da 3 MW di cui parli tu, le cui ultime notizie lo davano in costruzione alle porte di Torino http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2009/07/aquiloni-energetici.html#more
      Insomma, considerata la rivoluzionarità della tecnologia e la scarsità di fondi, la cosa mi sembra anche troppo “on time”, soprattutto considerando gli standard italiani 😉

    • gbettanini

      Caro Lorenzo,
      i consumi elettrici italiani annui sono pari a circa 350 TWh, cosiderando una resa media di 1300 kWh/kWp vuol dire dover installare circa 270 GW di pannelli FV del costo di circa 800 miliardi di euro. Tu consideri l’occupazione minima teorica per i pannelli monocristallini più efficienti di 7mq/kWp, un valore più realistico considerando l’inclinazione dei pannelli, ombreggiamenti ecc è di 12-14 mq/kWp (di più per pannelli thin-film) e quindi siamo ben olre i 3500 kmq… considerando la tecnologia attuale ed i suoi costi pare chiaro che il fotovoltaico deve essere ‘reinventato’ prima di essere applicato massivamente.

    • Lorenzo

      🙂 caro Bettanini,

      riguardo al costo mi pare di non aver scritto niente oltre il mio primo commento dove semplicemente mostravo, con prodotti già commerciali, l’incredibile abbassamento del costo di produzione degli ultimi anni; mi pare anche avessimo convenuto che fra 20 anni (in tempo perchè qualsiasi impianto nucleare in progettazione adesso ripaghi il suo investimento) il costo dell’energia fotovoltaica sarà concorrenziale con le fossili.

      Riguardo le superfici, ho preso il dato che hai fornito te, ovvero la superficie della Val d’Aosta. Più che prendere per buoni i tuoi dati, non so che fare :-). Adesso vuoi giocare al raddoppio? Va bene, invece di 2.3%, facciamo il 4.6% della superficie agricola italiana. Ancora fattibilissimo, soprattutto considerando tutti gli altri fattori che ho sopra elencato e che non starò a ripetere per non tediare eventuali lettori 😉

  3. MaUrO

    Per chi afferma la superiorità del nucleare rispetto al termodinamico, ritengo non tenga conto che quando si parla di centrali termodinamiche si fa riferimento a centrali pilota e poco più che prototipi. Niente a che vedere con l’economia di scala di cui possono beneficiare i costi per la costruzione di centrali nucleari, basta pensare che solo in Europa le centrali nucleari attive sono 197!! mentre quelle termodinamiche si contano tranquillamente sulle dita di una mano, traete voi le facili conclusioni nel caso di un investimeno in termini di economia di scala applicato al termodinamico.
    Saluti

  4. max

    continuo a notare che nel costo del nucleare ci si dimentica di costi dovuti a sorveglianza, gestione, prevenzione dei rischi, gestione e confinamento di scorie, e dismissione dell’impianto a fine ciclo di vita, con tutto quello che ne consegue…..

    • gbettanini

      Caro Max,
      il decommissioning di una centrale nucleare e lo stoccaggio definitivo delle scorie sono attività complesse ma il loro costo non è così elevato come in tanti ci vogliono far credere…. è pari a circa 1 miliardo di € (1G€ per il decomm. ed 1G€ per lo stoccaggio)che va raffrontato con i più di 50 miliardi di € del valore dell’energia elettrica prodotta dalla centrale. Per avere un’idea delle fasi di costruzione, gestione e chiusura di un sito di stooccaggio con tanto di indicazione su costi e tempi di esecuzione si guardi cosa stanno facendo i finlandesi con il deposito Onkalo.

  5. Francesco Marangi

    Le fonti cd rinnovabili, a mio parere, meritano l’attenzione che va rivolta a qualunque altra cosa di cui non conosciamo ancora il limite: questo significa che possa accettarsi la destinazione di risorse, anche tante, al loro studio, ma non all’imposizione (perchè di questo si tratta) dell’uso immediato delle relative tecnologie che, allo stato dell’arte, sono inefficienti e costosissime.
    La prospettiva dell’uscita dall’impiego di “energia fossile” ci offre, semplificando, due scenari: il loro esaurimento (per quanto le stime sulle riserve del carbone siano tranquillizzanti per svariati secoli) o il loro superamento.
    Nel primo caso, se persistesse il suddetto stato dell’arte, il nucleare resta l’unica alternativa concreta: proprio in ragione dei “tempi inerziali” nel costruire centrali, trovo responsabile darsi oggi da fare nel costruirle.
    Nel secondo caso: evviva! Chi non vuol vivere in un mondo con energia a BASSO COSTO e più pulita? Ovviamente il superamento deve essere il risultato del libero, volontario accesso alle nuove fonti e tecnologie energetiche, e non dell’imposizione dirigistica, dettata da ideologia o scelte etiche.
    Su quest’ultimo punto mi preme considerare che la gran cassa del riscaldamento globale di origine antropica sia battuta con fervore proprio da chi coltiva ancora, sotto nuove spoglie, l’idea di una organizzazione verticistica e centralizzata della società, l’idea della redistribuzione della ricchezza, l’idea degli obblighi risarcitori a carico dell’occidente verso il resto del mondo.
    Capite bene che se cade la teoria ontropogenica del riscaldamento globale, cade la foglia di fico che nasconde il recondito desiderio di perpetrare le liberticide teorie collettivistiche.

    • Caro Francesco, benvenuto nel club.
      gg

  6. Lorenzo

    @ Bettanini

    dammi pure del tu. certo, parlavo di GW non di MW, ero rimasto alle dimensioni di una centrale fotovoltaica 😉

    infatti non sono affatto un tifoso del termodinamico, proprio per i motivi da te citati, di complessità degli impianti, ero intervenuto in proposito solo per capire i dati di Marangi, il solare termodinamico di per sè non avrebbe bisogno di affiancarsi ad una centrale termoelettrica preesistente, che poi questo lo si faccia perchè non si è calcolato bene la radiazione disponibile in loco è un altro discorso. Concordo che il termodinamico può andare bene solo in veri e propri deserti, ma ai costi del progetto Archimede non è necessario aggiungere nient’altro, se viene posizionato in luoghi opportuni.

    Il discorso dei costi del nucleare sarebbe lungo, infatti, oltre l’enorme investimento iniziale, chi può dire quanto costerà l’uranio fra 15 anni? e il reale costo del denaro da qui a 15 anni? e per quanto ancora sarà disponibile l’uranio? e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, quanto costerà fra 20 anni? inoltre, se anche tutto andasse nel migliore dei modi, ci vogliono 15 anni per mettere in funzione la centrale, un’altra decina perchè con la sua produzione sia ripagato l’investimento iniziale. E davvero si può pensare che nel 2025 la tecnologia fotovoltaica (i cui impianti per essere messi in funzione necessitano non più di un anno) e l’eolico di alta quota non saranno ancora competitivi? 🙂 Tornare al nucleare adesso è un non senso che tornerebbe comodo ai francesi che quelle centrali non sanno più a chi proporle. Se proprio si vuole evitare di investire in tecnologie futuribili, allora meglio costruire delle ottime centrali termoelettriche a metano 😉

    • gbettanini

      Mettiamola così… per metà del costo di un impianto solare termodinamico equivalente si può comperare una centrale EPR più tutto il combustibile necessario per 40 anni di funzionamento. Sono d’accordo che è una cosa insensata… ma ti dovrebbe far capire quanto sia più insensato costruire un impianto solare termodinamico di grande potenza, come peraltro sembra voler fare la Banca Mondiale con i soldi nostri nell’ambito di misure per la lotta ai cambiamenti climatici (che tristezza!).
      http://cleantechbrief.com/node/1159

      Tra 20 anni il costo del kWh fotovoltaico sarà probabilmente paragonabile al costo del kWh da fonti fossili, ma la tecnologia sarà completamente diversa da quella attuale e rimarrà il problema dell’enorme superficie necessaria (e del suo costo…almeno in Italia).
      Nell’eolico d’alta quota infine io non riporrei grandi speranze…..

  7. ricky

    complimenti, mi sono (amaramente) contorto dalle risate

  8. Roberto

    @Guido Guidi
    Potresti tradurre/spiegare cosa vuoi dire?
    “42.000 MW/h all’anno, cioè 4,8 MW, cioè il 19% della potenza nominale.”

    Grazie

    • gbettanini

      L’iterpretazione corretta è: L’impianto in un anno produce un’energia pari a 42.000 MWh che corrispondono ad una potenza media di 4,8 MW (infatti 4,8 MW x 8760 h porta al risultato). Il fattore di utilizzo dell’impianto è quindi pari al 19%.

  9. gbettanini

    @Lorenzo

    Per quanto riguarda il solare termodinamico il problema fondamentale è che questa tecnologia unisce i difetti del solare (richiesta di enormi superfici) con i difetti degli impianti termoelettrici (presenza di fluido termovettore, turbine-generatori, complessità e necessità manutenzione, usura parti mobili). Il Solar One per motivi di costo non è stato ancora dotato di sistemi d’accumulo che ne permettano l’utilizzo h24. D’inverno poi la producibilità dell’impianto è molto inferiore alla producibilità estiva. In Italia il povero progetto Archimede si è dovuto integrare con una centrale termoelettrica di cui sfrutta il calore di scarto, poichè anche in Sicilia non ci sono le condizioni climatiche adatte e la radiazione solare sufficiente a consentire una buona producibilità dell’impianto… condizioni che invece ci sono nel deserto del Nevada o nel sud della Spagna, il prezzo del kWh da solare temodinamico rimane comunque ancorato sugli 0,25 c€/kWh che vanno confrontati con gli 0,05 c€/kWh dell’energia elettrica prodotta da fonti fossili e con gli 0,05-0,08 c€/kWh dell’energia prodotta da fonte nucleare. Per quanto infatti un reattore EPR costi parecchio (sono d’accordo con lei che ad Olkiluoto supereremo di molto i 5 miliardi di €) bisogna ricordare che nella sua vita utile un solo reattore della potenza di 1,6 GW (e non MW come da lei indicato) produrrà energia elettrica per un valore superiore ai 60 miliardi di euro.

    PS Sì sono d’accordo che un impianto FV non si ‘autodistrugge’ letteralmente dopo 30 anni….ma i 30 anni vengono indicati ovunque come limite massimo della vita utile di un impianto fotovoltaico, le esperienze di ricerca che hanno protratto la vita dei pannelli fino ai 40 anni hanno richiesto la sostituzione di tutte le pari elettriche (non solo degli inverter) e dei sistemi di supporto, attività non pensabili per un impianto FV a scopo commerciale.

    • gbettanini

      Errata corrige: per i prezzi dell’energia intendevo 0,25€/kWh o 25c€/kWh e così via…. scusate l’imprecisione.

    • Giampiero Borrielli

      Sig. gbttanini, se vuole discuttere di solare termodinamico per produrre idrogeno, le segnalo che esiste un gruppo, su facebook, che tratta l’argomento.
      Si chiama SOLE E ACQUA PER IL FUTURO
      La avverto in anticipo di non fare domande imbarazzanti o verrà come il sottoscritto, completamente oscurato!!!!

    • gbettanini

      Beh, se lì non è possibile un contraddittorio sereno possiamo sempre fargli concorrenza aprendo su Facebook un gruppo sugli impianti cricetoelettrici (fonte primaria: criceti che girano in una ruota) che dovrebbe avere un’efficienza globale decisamente superiore a quella di un impianto solare termodinamico che produca idrogeno costruito in italia.

  10. Lorenzo

    @ Marangi

    Benché tu opportunamente premetta che il condizionale è d’obbligo, 3000 miliardi euro/MW è davvero un dato ottimistico per il nucleare. Prendiamo l’esempio più recente, tanto recente che non è ancora stato costruito :-), l’impianto finlandese di Olkiluoto, commissionato ad Areva, lo stesso gruppo francese che dovrebbe costruire gli impianti in Italia. Alla firma del contratto la cifra richiesta è stata di 3,2 miliardi di euro per la potenza di 1,6 MW (quindi già superiore al tuo 3 miliardi per 1,8 MW). Solo che i costi sono già lievitati fino a 5,3 miliardi e forse non è finita qui, fonte Financial Times: http://www.ft.com/cms/s/0/0c9b59aa-9665-11de-84d1-00144feabdc0.html?nclick_check=1

    Poi avrei da capire il motivo per cui affiancare un impianto tradizionale ad uno solare termodinamico; infatti quest’ultimo viene utilizzato proprio perché sfruttando la capacità di trattenere il calore di una miscela di sali fusi, supera la generazione intermittente caratteristica del fotovoltaico, permettendo all’impianto di funzionare anche di notte e/o con cielo coperto.

    Infine, piccola notazione, quando si parla di energia ci si esprime con kWh, ovvero l’energia fornita dalla potenza di un kW per il periodo di un’ora, e non con kW/h, cioè una potenza divisa per il tempo, che dal punto di vista fisico non credo abbia molto senso.

    @ bettanini

    Dopo 30 anni un impianto fotovoltaico non si autodistrugge 🙂 Tutti vengono assicurati per un’efficienza dell’80% rispetto all’iniziale per i primi 25 anni. Per i successivi l’efficienza può essere inferiore e sicuramente lo sarà col passare del tempo, ma la riprova della longevità dei pannelli è testimoniata dai primi che vennero installati negli anni 70, ancora perfettamente funzionanti a 40 anni di distanza.

  11. gbettanini

    Non facciamo confusione….. sono perfettamente d’accordo che senza incentivi un impianto fotovoltaico non si ripagherà mai prima di autodistruggersi ovvero entro 30 anni….Però va detto che 38 kWh (per carità non scriviamo kW/h) al giorno sono un consumo di energia elettrica di tutto rispetto, basti pensare che la famiglia italiana media consuma solo 10 kWh.
    Con 38 kWh posso fare molto più che accendere qualche lampadina, posso tenere accesi un ferro da stiro, un forno elettrico ed un condizionatore ininterrottamente per 12 ore.

    • Hai ragione, sono consumi di un altro sistema energetico, ma è quello che, almeno fino a poco tempo fa, ha contato di più. Che sia eticamente giusto o meno, è una realtà. E siccome da queste cose non si recede ma semmai si peggiora, sono i numeri di cui si deve tener conto, perchè su quelli si basano le scelte politiche ed energetiche che contano.
      gg

  12. Francesco Marangi

    X Mauro:
    Il Nevada Solar One (credo possa classificarsi termodinamico)è costato 220 milioni di euro per 64 MW di potenza installata, pari a 3,43 milioni di euro x 1 MW di potenza (220 milioni:64 MW).
    Il progetto Archimede (Sicilia, Prof. Rubbia) costa 40 milioni di euro x 5 MW di potenza = a 8 milioni x ogni MW, dunque più del doppio del Solar One.
    Un impianto nucleare costerebbe (condizionale dovuto a molte variabili: sito, logistica, etc) 1,60 milioni di euro x ogni MW di potenza installata (= a 3000 milioni:1800 MW).
    Inoltre il solare è intermittente: durante la notte serve un impianto convenzionale.
    Il solare, per ogni MW di potenza istallata, dunque costerà: Nevada Solar One 3,43 milioni + 1,6 milioni del convenzionale = 5,03; Archimede 8 milioni + 1,6 convenzionale = 9,6.
    X Guido Guidi:
    i dati 38 kw/h e i 72 kw/h mi confondono.
    Abito in una casa in campagna ed essa non è servita da acquedotto nè gas: questo vuol dire pompa elettrica per l’acqua piovana stoccata in cisterne interrate, scaldabagni elettrici ed illuminazione notturna esterna.
    Inoltre: home office per mia moglie; mio studio professionale in casa; 2 bambini piccoli (cambio panni; bagnetti; duplicazione pasti; etc). Consumo medio giornaliero 27 kw/h in autunno/inverno; 17 kw/h in primavera/estate.
    Premesso che la spiegazione sui dati non cambierà il senso del suo articolo, perchè i conti non mi tornano?
    Con stima.

    • I 38kw/h escono dal conto della disponibilità di energia prodotta dalla centrale divisi per le 3.000 case ed i giorni dell’anno.
      I 72kw/h al giorno sono semplicemente la disponibilità che abbiamo (potenzialmente) nelle nostre case, sulla base dei contratti standard. Non hanno nulla a che fare con i consumi, nè sono ovviamente misurabili.
      gg

  13. Lorenzo

    Se hanno speso 6000 $/Kwp per un impianto da 25 MW mi sa che si sono rivolti all’azienda sbagliata :-), considerato che sono già commercialmente disponibili pannelli ad un costo di circa 1500 $/Kwh per grossi ordini di acquisto http://www.kensan.it/articoli/Fotovoltaico_Tellururo_di_cadmio.php .

    Naturalmente vanno aggiunti i costi di installazione, ma 4500 $/Kwp di installazione mi sembrano un po’ tantini 😉 . Per inciso faccio notare che i prezzi che ho citato si riferiscono alla First solar, leader mondiale assoluta di produzione con oltre 1 GW venduto nel 2009.
    Ma i dati riportati nell’articolo che ho linkato sono già vecchi perché si riferiscono a Marzo 2009 quando il costo di produzione First Solar era di 0.93 $/Wp, mentre nel terzo trimestre 2009 era già arrivato a 0.85. Il costo si abbassa velocemente e costantemente, tanto che per la metà del prossimo decennio arriveremo a 0.5 $/watt, aumentando nel contempo l’efficienza del pannello stesso, diminuendo così anche il costo di installazione http://www.reuters.com/article/idUSTRE55O05K20090625

    Già altre aziende fanno concorrenza (condizione necessaria ad un reale abbassamento dei prezzi) alla First Solar con costi di produzione bassissimi e prodotti commercialmente disponibili, in particolare http://it.nanosolar.com/ , che tra l’altro si basa su una tecnologia completamente diversa.

    Riguardo al fatto che per produrre pannelli è necessaria energia prodotta da fonti prevalentemente fossili, mi pare un argomento un po’ debole, primo perché si vuole incentivare la produzione da fonti non fossili proprio per uscire da questa condizione e tanto più la si incentiva, tanto prima ci arriveremo, secondo perché il payback time energetico di un pannello in film sottile è di circa 1 anno- 1 anno e mezzo, il che si significa che per i restanti 29 e più anni di esercizio esso fornirà energia senza alcun tipo di emissione.

    Il costo dell’energia solare fotovoltaica diverrà competitivo nell’arco di 10-15 anni, esattamente il tempo necessario per costruire una centrale nucleare 🙂 per il cui avvio sono però necessari oltre 5 miliardi di euro per ogni singola unità, miliardi di euro che io spenderei per ammodernare la rete elettrica in modo da renderla capace di gestire una produzione distribuita dell’energia da più fonti rinnovabili.

  14. MaUrO

    Concordo pienamente con l’articolo, però gradirei anche un’esame del genere sulle centrali solari termodinamiche(ben più efficienti) e paragonarle con quelle fotovoltaiche e perchè no con il nucleare, credo che ci saranno delle sorpresone.
    Vi ringrazio anticipatamente.

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