Oggi, l’alleanza degli stati delle piccole isole (Alliance Of Small Island States, AOSIS) ha dichiarato1 che non accetterà accordi che prevedano aumenti di temperatura superiori agli 1.5°C. Questo, incidentalmente, rende inadeguato il precedente target di 2°C. Ammesso che questa alleanza tra isole abbia un qualche peso politico. Ammesso anche che si trovi il termostato per impostare la temperatura del pianeta Terra. Anni e anni di stravaganze serriste hanno instillato nella mente delle persone (e i politici non sono da meno) la possibilità di girare una rotellina per poter decidere la temperatura terrestre.
Per capirci, il target a 1.5°C prevede un cap sulla concentrazione di CO2 pari a 350 ppm.
L’AOSIS fa parte del G77, guidato dalla Cina che, insieme all’India, si è subito detta dubbiosa sulle richieste avanzate dai rappresentanti delle piccole isole (in totale 43). Dal canto suo, l’AOSIS è supportata da altre 44 nazioni, tutte estremamente poco sviluppate. Alla prova dei fatti, le 43 isolette e i loro 48 sostenitori, semplicemente, potrebbero non avere il peso politico necessario.
- http://www.guardian.co.uk/environment/2009/dec/10/copenhagen-climate-change [↩]
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