Oggi è accaduto qualcosa di incredibile e temibile allo stesso tempo. Ad un certo momento della giornata, è trapelato il testo di un accordo di massima1 . Nulla di male, in questi giorni di bozze ne stanno circolando parecchie, il problema in questo caso è che il documento in questione sia rimasto sconosciuto a tutti i paesi in via di sviluppo, quindi è stato redatto in forma segreta dai paesi più ricchi (ora ovviamente scatterà la caccia ai colpevoli). Come se non bastasse, questo documento di massima contiene dei punti davvero controversi, alcuni dei quali riguardano i paesi in via di sviluppo (PVS) e per i quali i rispettivi rappresentanti si sono letteralmente infuriati.
Vediamo insieme alcuni dei punti più contestati:
- forzare i PVS a livelli di riduzione delle emissioni e a misure di contenimento non indicate nel testo originale dell’ONU (leggasi protocollo di Kyoto);
- indebolire la posizione dell’ONU nella gestione dei finanziamenti (più avanti vedremo come e perchè questo sia, probabilmente, il punto più delicato della vicenda);
- porre un cap sulla CO2 pari a 1.44 tonnellate a persona per i PVS, mentre un cap pari a 2.67 ton/persona per i paesi occidentali
Al di là della segretezza con cui è stato portato avanti questo documento (quando ce ne avrebbero parlato?), l’aspetto più pericoloso, o ritenuto tale dai PVS, è il voler indebolire la posizione dell’ONU rispetto ai finanziamenti da erogare per la mitigazione e la riduzione delle emissioni. Nel testo si parla di altre istituzioni, molto verosimilmente la Banca Mondiale. Questo significa fondamentalmente una cosa: legare la propria attività di riduzione e contenimento delle emissioni a tutta un’altra serie di fattori, quali ad esempio il debito pubblico (elevatissimo nei PVS e finanziato dalla Banca Mondiale). Non solo, l’accesso a fondi strutturali, fondamentali per lo sviluppo di queste economie, potrebbe essere subordinato all’adesione o meno a questo o quel trattato, legalmente vincolante. In ultima analisi, da finanziamenti a cascata, si passerebbe a finanziamenti subordinati al proprio livello di contenimento delle emissioni, con un trattamento diversificato tra paesi ricchi e poveri (diversi limiti di emissioni, più alti nei paesi occidentali).
A questo punto vorremmo sapere:
- chi ha redatto questo testo (quali le nazioni occidentali coinvolte);
- nel caso vi siano nazioni europee coinvolte in questa vicenda, come si concilia tutto ciò con i proclami emessi da mesi, nei quali l’Europa vorrebbe impegnarsi a ridurre addirittura del 95% le proprie emissioni, e arrivare ad elargire fino a 30 miliardi di euro all’anno ai PVS?
- perchè si vuole togliere la gestione dei fondi all’ONU, per consegnarla in mano alla Banca Mondiale?
C’è da dire che seguendo ormai attentamente da anni le questioni intorno al clima, crediamo di avere risposte abbastanza verosimili in testa, tuttavia ci farebbe piacere che qualcuno facesse luce su questa vicenda, così come ci farebbe piacere avere anche un vostro riscontro, un vostro pensiero su quanto sta accadendo a Co2penhagen.
- http://www.guardian.co.uk/environment/2009/dec/08/copenhagen-climate-summit-disarray-danish-text [↩]
Caro Paolo,
sono d’accordo con te nell’indignazione, ma la cosa non mi sorprende più di tanto perché è ormai evidente a chi si ferma un attimo a riflettere sul significato di tutto ciò che sta accadendo intorno alle tematiche ambientali che tutte le conclusioni, scientifiche e politiche che sono presen in considerazione hanno perso di vista ciò che dovrebbe invece essere al centro di tutto: la dignità della persona umana.
Alla luce di questa notizia, forse si riesce anche a trovare una “morale” nel film 2012: è persona chi ha i soldi per poterselo permettere…
Saluti,
Marco
P.S: complimenti per il sito, estremamente interessante e ben curato
spero sia un scherzo, se fanno una cosa del genere sarebbe uno scandalo.