[photopress:Trend_aumento_T_100_anni_1.jpg,thumb,pp_image]Oggi apre Climate Monitor, un posto dove cercheremo di fare un po’ d’ordine nell’informazione meteorologica e climatica. Non abbiamo la pretesa di fare divulgazione scientifica, perché non siamo scienziati e non useremo i toni foschi e catastrofici che il mondo dell’informazione sembra prediligere su questi argomenti. Cercheremo “soltanto†di fare chiarezza su quello che sta accadendo e soprattutto su come vengono affrontate le tematiche del clima.
Il 2007 è un anno importante, perché lo ricorderemo come l’anno in cui questi temi sono entrati nei salotti buoni del dibattito politico, hanno di fatto monopolizzato i mezzi d’informazione, la tv, la carta stampata e la rete e si sono anche affacciati anche sul panorama finanziario. Tutto ciò in nome di un’urgenza che però è già tale da qualche anno e tale resterà ancora per molto tempo.
Questo tam tam mediatico è però unidirezionale, ovvero lascia veramente poco spazio alle voci discordanti e produce almeno due risultati. Da un lato ha il grosso merito di rendere il problema del rispetto dell’ambiente ineludibile per chi è chiamato a prendere delle decisioni, dall’altro, peccando di eccessivo catastrofismo rischia di far assumere agli eventi futuri una dimensione di ineluttabilità che allontanerà dalla scena gli attori principali cioè i singoli cittadini.
Le decisioni minate dall’urgenza sono spesso poco ponderate, specie se l’informazione è come detto unidirezionale e rischiano di porre obiettivi irraggiungibili restando nel limbo dei buoni propositi e degli annunci ad effetto, producendo poco o nulla per la soluzione del problema.
Nel frattempo l’impronta ambientale della specie animale più popolosa, la razza umana, è sempre più profonda, più riconoscibile e, per molte parti del pianeta forse indelebile.
Che questa impronta sia tale da divenire una forzante del clima, al pari degli eventi astronomici, naturali o casuali, oppure sia effettivamente ancora troppo leggera, come una parte autorevole della comunità scientifica sostiene, non sposta molto i termini della questione. E’ abbastanza inutile paventare disastri climatici nel prossimo secolo se già oggi le nostre città sono invivibili, i nostri fiumi inquinati ed i nostri mari sempre più poveri di risorse. La scienza ci dirà se tutto questo ha alterato l’equilibrio climatico del pianeta, mentre a scala locale ne abbiamo già la certezza. Roma, Milano e le altre metropoli del mondo non somigliano sempre di più a dei forni a causa del global warming, ma per la grande quantità di calore che producono autonomamente, eppure sempre più spesso si sente dire il contrario, snobbando questo problema sia nelle ricerche sul clima che nella gestione delle città stesse. Noi di Climate Monitor cercheremo di non farlo invece, su questi ed altri argomenti. Le notizie non mancheranno di certo.
Benvenuti.
Non vedo l’ora di leggere tutti i vostri articoli e, nel mio piccolo, farmi un’idea anche di come voi stessi affrontiate la parzialità nell’informazione.
In fin dei conti, nessun essere umano può essere imparziale, ma non è vero che tutte le parzialità sono sbagliate, almeno non nella stessa misura 🙂
L’obiettivo di imparzialità è comunque sempre lodevole, per quanto sia spesso un miraggio. Compito difficilissimo quello che avete scelto!
Con “Una doverosa presentazione” sono in doverosa condivisione !
Si inizia molto bene .
F.G.
In bocca al lupo e complimenti per questa splendida iniziativa!
Raffaele
…Se il buongiorno si vede dal mattino… Questa “doverosa presentazione” merita “doverosi complimenti”!
Davvero una bella idea!
In bocca al lupo!
Chiara D.G.
Beh, che dire……oggi iniziamo una nuova avventura e spero porti tante soddisfazioni a TUTTI.
ciao
Cristina
Ottimo articolo d’introduzione. Complimenti e in bocca al lupo per l’iniziativa.
Buona iniziativa, lodevole, non c’è che dire
In bocca al lupo anche da parte mia. Ci voleva proprio una simile iniziativa
Riporto un passo:”Che questa impronta (quella umana, ndr) sia tale da divenire una forzante del clima, al pari degli eventi astronomici, naturali o casuali, oppure sia effettivamente ancora troppo leggera, come una parte autorevole della comunità scientifica sostiene, non sposta molto i termini della questione” Come non sposta i termini della questione?! Se è colpa dell’uomo qualcosa si può fare, se non lo è allora ci metteremo il cuora in pace. Ma è proprio questo il punto fondamentale da chiarire e da cui partire per eventualmente prendere provvedimenti: è colpa nostra o no? Altrimenti se non si vuole/può rispondere a questa domanda possiamo solo guardare ed attendere la fine…
ottimo e benvenuti
Complimenti per l’iniziativa!
Vi mando un grosso “IN BOCCA AL LUPO” per questa avventura che sta iniziando!
Oltre a un doveroso e cordiale benvenuto, mi piace osservare la lucidità dello sguardo gettato sulla situazione attuale. Un grande in bocca al lupo, perchè si ottengano nell’ottica di una informazione meteorologica e climatica brillanti risultati, e si dia voce a punti di vista spesso trascurati.
benvenuti e in bocca al lupo…