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L’anomalia precipitativa dell’Anno Idrologico 2024

di Luigi mariani e Gianni Omodeo

L’anno idrologico 2024 ha avuto inizio il 1 ottobre 2023, data convenzionalmente assunta come inizio della ricarica del sistema idrologico al termine della stagione estiva che nel Mediterraneo ha carattere siccitoso.

La carta che vi presentiamo in figura 1 rappresenta l’anomalia pluviometrica percentuale dell’anno idrologico 2024 rispetto alla media secolare 1924-2023 ed è stata realizzata utilizzando i dati pluviometrici mensili di 29 osservatori storici italiani cui si aggiungono 2 osservatori svizzeri (figura 2) che dispongono di almeno un secolo di dati (uniche eccezioni sono Frascati che ha inizio nel 1945, Brindisi che ha inizio nel  1952 e Cagliari che ha inizio nel 1939). Le crocette riportate sulla carta indicano i dati osservativi utilizzati.

L’idea di usare la media secolare si giustifica con il fato che le differenze rispetto alle medie cinquantennali (1974-2023) e trentennali (1994-2023) sono assai modeste, il che peraltro attesta la sostanziale stazionarietà degli apporti pluviometrici annui sul nostro paese.

Nell’anno idrologico 2024 la circolazione atmosferica sulla nostra area ha vissuto lunghe fasi di dominio atlantico (regime zonale). Ciò spiega il fatto che le anomalie pluviometriche positive si sono concentrate sull’areale padano – alpino, sulla Sardegna e sul versante tirrenico delle regioni centrali. Si notino in particolare le aree in blu-violetto, caratterizzate da anomalie positive superiori al 50% che hanno interessato la Lombardia (che a Milano ha segnato l’anomalia pluviometrica più rilevante dell’intera area) e il Nordest. Anomalie pluviometriche negative si evidenziano invece sul versante adriatico delle regioni centrali, sul meridione peninsulare e sulla Sicilia, risultando moderate (fino a valori superiori al 30%) su Calabria meridionale e Sicilia centro-orientale.

Si sottolinea infine che – specie al centro-sud – la fittezza della rete considerata è adeguata per un’analisi a scala sinottica ma non rende certo ragione di anomalie a carattere locale, spesso legate a particolarità orografiche e che si traducono in fenomeni di intensificazione o viceversa di attenuazione delle precipitazioni.

Qui di seguito si riportano le fonti dei dati (per ogni stazione il primo nominativo indica la fonte dei dati storici mentre l’eventuale secondo nominativo indica la fonte dei dati degli anni più recenti – speriamo di non esserci scordato nessuno!):

Basilea e Lugano: Meteosvizzera; Oropa: Osservatorio di Oropa e ARPA Piemonte; Torino, Cuneo, Casale Monferrato e Ovada: Histalp e Arpa Piemonte; Milano: Osservatorio di Brera e Luigi Mariani; Mantova: Histalp e Arpa Lombardia; Padova, Venezia, Rovigo e Belluno: Histalp e Arpa Veneto; Dobbiaco: Servizio Idrigrafico e Servizio meteorologico provinciale di Bolzano; Udine: Histalp e Osmer; Ferrara e Bologna: Histalp e Arpa SIM; Genova: Ecad e Servizio meteorologico regionale; Pesaro e Urbino: Histap e Protezione civile Marche; Pisa: SIR Toscana e prof. Sergio Pinna; Firenze: Osservatorio Ximeniano e SIR Toscana; Arezzo: Histalp e SIR Toscana; Perugia: Histalp e Annali regione Umbria; Roma: Collegio romano e prof. Costantino Sigismondi; Frascati: Ist. Salesiano Villa Sora – prof. D.A.Bressan; Montevergine: omonimo Osservatorio e Protezione civile regionale; Brindisi: Ecad e Protezione civile regionale; Reggio Calabria: Servizio Idrigrafico e Protezione civile regionale; Palermo: Osservatorio astronomico; Cagliari: Servizio idrografico (Scia).

A tutti coloro che hanno raccolto e messo a disposizione i dati che abbiamo utilizzato va il nostro più vivo ringraziamento per il servizio reso alla collettività.

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Published inAttualitàClimatologia

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