L’analisi delle precipitazioni cumulate nell’anno idrologico 2023 indica un’anomalia negativa assai più contenuta rispetto a quella registrata nell’anno idrologico 2022.
Premessa
Le analisi qui di seguito riportate si riferiscono all’anno idrologico 2023, che per convenzione ha avuto inizio l’1 ottobre 2022 ed è terminato il 30 settembre 2023. Tale scelta ha il vantaggio di analizzare la pluviometria da quando, al termine della siccità estiva, ha inizio la ricarica del sistema idrologico (laghi, fiumi, falde). L’analisi è stata riferita a 29 stazioni pluviometriche dell’area italiana che dispongono di serie secolari[1] e a due stazioni elvetiche di Lugano e Basilea (fonte: Meteosvizzera) in modo da coprire l’intero anno idrologico 2023. Le stazioni sono riportate in figura 1.
Si rammenta che nell’anno idrologico 2022 il Nord Italia fu interessato da una siccità con tempi di ritorno secolari: per Milano (serie 1764-2023), Torino (1803-2023), Casale Monferrato (1870-2023) e Rovigo (1878-2023), il 2022 è stato l’anno in assoluto meno piovoso dell’intera serie storica. La causa circolatoria di tale potente anomalia è da ricercare in un anticiclone dinamico a lunga persistenza con anomalia positiva del livello barico di 850 hPa più sensibile sul Centro Europa. Tale struttura circolatoria ha impedito alle perturbazioni atlantiche di accedere all’areale italiano determinando un’anomalia pluviometrica soprattutto sul Nord Italia mentre il Centro e il Sud hanno goduto di una piovosità più abbondante e legata all’attività di strutture depressionarie mediterranee. Nell’evento del 2022 ha giocato un ruolo di rilievo l’orografia alpina come si evince osservando le differenze esistenti fra le stazioni elvetiche di Basilea (a Nord delle Alpi) e Lugano (a Sud): ambedue le serie hanno inizio nel 1864 e l’anomalia pluviometrica negativa è stata assai più drastica a Lugano (solo 7 anni idrologici dal 1864 con precipitazioni inferiori a quelle del 2022) che a Basilea (nei 70 anni con precipitazioni inferiori a quelle del 2022).
Precipitazioni del 2022 e 2023 – confronto con 5°, 50° e 95° percentile
La figura 2 mette a confronto i valori registrati nel 2022 (pallini rossi) e nel 2023 (pallini verdi) con tre soglie di riferimento (linea rossa, verde a blu) che indicano rispettivamente il 5°, il 50° e il 95° percentile e cioè il valore al di sotto del quale si collocano il 5% degli anni (soglia di anomalia negativa rilevante) il 50% degli anni (da intendere come la norma) e il 95% degli anni (soglia anomalia positiva rilevante).
Si noti che al Nord la maggior parte delle 13 stazioni considerate presentano valori del 2023 più elevati rispetto al 2022 e che tendono ad approssimarsi al 50° percentile e in alcuni casi (Torino, Rovigo e Ferrara) a superarlo. Inoltre le stazioni che nel 2022 avevano presentato le anomalie pluviometriche negative più vistose (valori inferiori al 5° percentile per Milano, Venezia, Padova, Casale Monferrato, Rovigo, Torino, Ferrara e Genova) manifestano in generale una salita al di sopra della soglia critica del 5° percentile. Eccezioni sono costituite da Ovada che presenta valori per il 2023 prossimi al 5° percentile e inferiori a quelli del 2022 e Mantova per la quale 2022 e 2023 presentano totali molto simili e ambedue al di sotto del 5° percentile.
Al Centro rispetto al 2022 si osservano aumenti delle precipitazioni a Pesaro, Urbino, Pisa, Arezzo e Frascati mentre lievi diminuzioni si colgono a Firenze, Perugia e Roma. Infine al Sud il 2023 presenta lievi flessioni rispetto al 2022 in tutte le 5 stazioni considerate.
Analisi delle serie storiche dei valori medi per subaree
Le figure dalla 3 alla 6 presentano le medie areali per la 4 macroaree Nordovest (5 stazioni per il periodo 1902-2023), Nordest (8 stazioni per il periodo 1902-2023), Centro (5 stazioni per il periodo 1917-2023) e Sud (3 stazioni per il periodo 1922-2023)[2]. In ciascuna di tali figure si riportano, dall’alto in basso, tre diagrammi (a,b,c) che rappresentano rispettivamente le medie aerali in ordine crescente di piovosità (diagrammi a, b) e per anno crescente (diagramma c).
Al Nordovest (figura 3 – a, b) l’anno idrologico 2022, con una media di 502 mm, era stato l’anno in assoluto meno piovoso superando anche il 1922 (547 mm). Il 2023 ha segnato invece una sensibile ripresa delle precipitazioni e con 804 mm si è collocato al 33° posto a partire dal meno piovoso, piazzandosi non lontano dal 50° percentile ( 922 mm).
Al Nordest (figura 4 – a, b) l’anno idrologico 2022, con una media di 613 mm, si è collocato a 4° posto a partire dal meno piovoso in assoluto (1922 con 578 mm). Il 2023 ha invece goduto di un buon apporto precipitativo: 859 mm che lo collocano al 58° posto a partire dal meno piovoso e in prossimità del 50° percentile (865 mm).
Al Centro (figura 5 – a, b) l’anno idrologico 2022 aveva manifestato una buona piovosità e con una media di 602 mm si era collocato a 32° posto a partire dal meno piovoso in assoluto (1922 con 390 mm). Non lontano dal 2022 si è piazzato il 2023: 36° posto con 609 mm, non lontano dal 50° percentile ( 637 mm).
Al Sud infine (figura 6 – a, b) l’anno idrologico 2022 aveva manifestato una buona piovosità (630 mm) che lo pongono al 92° posto a partire dal meno piovoso in assoluto che è stato il 1922 (356 mm) e ben al di sopra del 50° percentile (518 mm). Il 2023 ha dal canto suo goduto di una piovosità inferiore al 2022: 441 mm che lo collocano al 18° posto a partire dal meno piovoso.
Infine i diagrammi in basso nelle figure dalla 3 alla 6 corredati dall’interpolante lineare (in viola) evidenziano che le serie storiche sono stazionarie pur con una rilevante variabilità interannuale. In tali diagrammi sono evidenziati in rosso i 10 anni idrologici più poveri e in blu i 10 più ricchi di precipitazione. Si noti che fra i più poveri ricadono ben 3 anni su 6 fra il 1944 e il 1949 al Nordovest e ben 4 anni su 6 fra il 1943 e il 1949 al Nordest e al Centro[3]. Si noti inoltre che gli anni più ricci si presentano non di rado in coppie (1959-60, 1977-78 e 2014-15 al Nordovest, 2009-10 e 2013-14 al Nordest, 2013-14 al centro) e in un solo caso in triplette (1931-32-33 al Sud). Per comprendere le ragioni di tali particolarità occorrerebbe sviluppare analisi circolatorie più specifiche.
Analisi spaziale
Nelle figure 7 e 8 sono riportate per gli anni 2022 e 2023 le carte del numero di casi per secolo con precipitazioni inferiori al valore del’anno considerato. Si noti che le aree in arancio e rosso presenti al Nord nel 2022 si sono sensibilmente ridotte nel 2023.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare il dott. Gianni Omodeo per l’aiuto offerto nella gestione dei dati, il prof. Angelo Bressan per aver fornito i dati pluviometrici dell’istituto Villasora di Frascati e il prof. Costantino Sigismondi per aver fornito i dati pluviometrici di Roma.
[1] Negli anni più recenti le serie originali sono state surrogate con dati di stazioni operative poste nello stesso sito o in località limitrofe.
[2] La scelta di archi di tempo diversificati nelle diverse subaree risponde alla necessità di disporre di un numero sufficiente di stazioni con dati completi.
[3] Non è da escludere che la vicende belliche e dell’immediato dopoguerra possano aver influenzato negativamente la qualità delle misure.
Per noi centro-adriatici valga lo stesso commento relativo agli andamenti termici delle serie mensili e che comincia ad assomigliare ad un “mantra”:
tutta qui la apocalisse climatica prossima ventura?