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La rappresentazione antropomorfa della pioggia sulla colonna di Marco Aurelio

L’episodio è narrato sulla colonna di Marco Aurelio (alias colonna antonina) fatta erigere dal figlio di Marco, Commodo, dopo il 180 d.C. e sita in piazza Colonna, davanti a Montecitorio.
Dell’iconografia colpisce in particolare il fatto che la pioggia sia rappresentata come un individuo alato con barba e lunghi capelli che si mutano in rivoli di pioggia.

La fonte storica

L’episodio ha luogo nel corso della guerra contro Quadi e Marcomanni condotta da Marco Aurelio dal 171 al 174 d.C., dopo che i barbari avevano varcato i confini. Durante una battaglia, un reparto di legionari romani venne a trovarsi in grave pericolo: fiaccati da giorni di carenza d’acqua furono accerchiati rischiando una disfatta. Fortunatamente, una fortissima pioggia arrivò in loro soccorso, placando la sete e infondendo nuova forza e la capacità di rovesciare le sorti della battaglia a loro favore, aiutati anche da una tempesta di fulmini e tuoni che terrorizzarono i nemici, disperdendoli.

Informazioni storiche sull’episodio provengono da Dione Cassio, storico greco (Nicea di Bitinia, prima del 163 – m. dopo il 229) che fu senatore e console e redasse una Storia romana, conservata solo parzialmente. Scrive Dione Cassio (Storia romana LXXII, 8-9):

[A Marco Aurelio] capitò anche una grande guerra contro la popolazione chiamata dei Quadi e gli capitò la fortuna di vincerli inaspettatamente, o piuttosto la vittoria gli fu donata dal cielo. Infatti, mentre i Romani erano in pericolo durante la battaglia, il potere divino li salvò in modo del tutto inaspettato. I Quadi li avevano circondati in un luogo favorevole per loro e i Romani combattevano animosamente con gli scudi legati l’uno all’altro; allora i barbari sospesero la battaglia, pensando di prenderli facilmente per il caldo e la sete. Quindi, avendo chiuso i passaggi tutto intorno, li circondarono in modo che non potessero prendere acqua da nessuna parte; i barbari infatti erano molto superiori di numero. I Romani dunque erano in una situazione disastrosa per il caldo e le ferite, per il sole e la sete e così non potevano né combattere né ritirarsi, ma stavano schierati e ai loro posti, bruciati dal sole, quando improvvisamente si raccolsero molte nuvole e cadde una pioggia abbondante non senza interposizione divina. E vi è infatti una storia secondo la quale un certo Arnufis, un mago egiziano che accompagnava Marco Aurelio, avrebbe invocato alcuni demoni e in particolare Ermes, dio dell’aria, con degli incantesimi e in questo modo avrebbe attirato la pioggia. (Trad. di G. Norcio, A. Stroppa, Rizzoli, Milano 1997).

 

Riferimenti

Fai clic per accedere a LdS2_Miracolo.pdf

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Published inAttualità

Un commento

  1. Mario T.

    Bella storia:)

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