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Le Previsioni di CM – 22/28 Maggio 2023

A cura di Flavio con il contributo di Massimo Lupicino

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Analisi sinottica

La cellula atlantica staziona sul vicino Atlantico, con i massimi di pressione a nord delle Azzorre. Agisce in fase con la cellula russa, anch’essa dinamica, attraverso un ponte anticiclonico che passa per il Mare del Nord. Più a sud, sul bacino del Mediterraneo, la pressione si mantiene bassa per l’azione di due centri depressionari: il primo tra l’Iberia e il Marocco, il secondo in fuga dallo Ionio in direzione dell’Egeo.  (Fig.1).

Nel corso della settimana la configurazione sinottica non muterà significativamente. Il campo di massa aumenterà sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, mantenendosi tuttavia su valori piuttosto bassi, e con la persistenza di deboli circolazioni depressionarie in quota che manterranno sull’Italia condizioni di instabilità. La persistenza di figure anticicloniche alle alte latitudini non offre al momento garanzie di stabilità duratura sul lungo termine.

Dopo una settimana di tregenda sulla Romagna e di preoccupazioni in Piemonte, il tempo concede una tregua pur in presenza di precipitazioni che continueranno a manifestarsi sotto la forma di temporali pomeridiani diffusi su tutto il Paese, in particolare sulle zone interne e montuose.

Consigli per il Rescue Team

Le carte purtroppo parlavano chiaro, e purtroppo l’alluvione è arrivata. Non è ovviamente tempo di polemiche né tantomeno di ironie sul Rescue Team, vista la gravità della situazione. Una riflessione però andrebbe fatta.

Questo Paese viene da decenni di carenza di investimenti in infrastrutture. Troppe volte è stata utilizzata la scusa del “rapporto deficit/PIL” per giustificare l’incapacità e la mancanza di volontà di spendere soldi per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la gestione dei bacini idrici, ridurre le perdite degli acquedotti, o portare la qualità della rete viaria del Mezzogiorno a livelli che non fossero da Terzo Mondo.

Chissà come mai, invece, quando si è trattato di mettere qualche euro di mancetta nelle buste paga degli elettori, di pagare la gente per stare in poltrona a girarsi i pollici, o di alimentare l’industria della “accoglienza” (appesantendo inutilmente il deficit, e senza creare nemmeno l’ombra di un aumento del PIL), il modo di spendere si è trovato sempre, e il problema del rapporto deficit/PIL è sparito dai radar.

Investire in infrastrutture fa aumentare il PIL, genera benessere, crea occupazione, protegge e migliora le vite degli italiani, e fa risparmiare allo Stato montagne di miliardi spesi a babbo morto per rimediare ai danni. Investire in infrastrutture è keynesiano e fa il bene degli italiani.

E deve essere proprio per tutta questa serie di motivi che negli ultimi 20 anni in Italia si è fatto esattamente il contrario. Si è preferito distribuire mancette, far esplodere il debito, e propalare a reti unificate infinite cazzate sul global warming e su inesistenti crisi climatiche.

Per eludere le proprie responsabilità attribuendole al clima impazzito, e per dirottare la spesa pubblica dove si è ritenuto elettoralmente e geopoliticamente più conveniente, a tutto beneficio di speculatori, mega-fondi di investimento e presunti “amici” dall’altra parte dell’Oceano che del tutto incidentalmente si arricchiscono proprio grazie alle scelte economiche suicide dell’Europa.

I risultati di questa meravigliosa politica sono sotto gli occhi di tutti: siamo tutti più poveri, più insicuri e più depressi. Le fabbriche chiudono, l’inflazione ci dissangua, ma in compenso abbiamo tanti mulini a vento, pannelli solari e tasse sulle emissioni di CO2 che ci regalano una bolletta energetica sanguinosa e mettono fuori gioco le nostre aziende dal punto di vista competitivo.

In tempo di siccità ci scopriamo con pochi invasi e acquedotti-colabrodo. Dopo di che, bastano due settimane di pioggia e finiamo sommersi.

Tutto si può dire, tranne che non ce la siamo andata a cercare.

Previsioni per la settimana

Da Lunedì a Mercoledì schiarite anche ampie al mattino, e aumento della nuvolosità pomeridiana con associata fenomenologia in prevalenza temporalesca nelle ore più calde in particolare sui rilievi alpini e appenninici e nelle zone interne del Centro-Sud peninsulare. Fenomeni in attenuazione in serata con schiarite associate.

Temperature in lieve aumento. Venti deboli.

Giovedì persiste l’instabilità pomeridiana su tutto il Paese ma si intensifica al Nord, con possibili fenomeni localmente intensi sulla Val Padana centro-occidentale.

Temperature stazionarie. Ventilazione debole.

Da Venerdì a Domenica ancora instabilità pomeridiana su tutte le regioni, in graduale attenuazione per intensità e diffusione dei fenomeni.

Temperature stazionarie, in lieve diminuzione Domenica al Nord e versanti adriatici. Maestrale in intensificazione su Adriatico e Ionio.

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Published inAttualità

17 Comments

  1. DonatoP

    Sentito adesso da un giornalista Rai al seguito del Giro d’Italia: “È meglio che non ci siano elicotteri al seguito, bisogna pensare alla sostenibilità e abbiamo visto cosa è successo in Emilia Romagna!”

    No comment.

    • Andrea D

      Invece l’8 maggio andava evidentemente bene che il medesimo elicottero facesse ardite acrobazie giusto sopra la mia testa in transito a Scerne di Pineto, con tanto di elettrotreno ETR104 che marciava sincrono con il “gruppone” (RFI deve aver fatto miracoli per trovare una idonea traccia oraria sulla trafficatissima linea Adriatica).

      Un altro -sostenibile- elicottero più in quota inquadrava le zone più interne.
      Una mezzoretta prima del passaggio ne avevo visti altri tre militari -ancora più sostenibili-a doppio rotore che puntavano sul mare, ma su quelli preferisco non darmi spiegazioni.

    • andrea beretta

      Sentito anch’io…del resto probabilmente non sarebbe al seguito del Giro se non facesse di questi commenti (ne ho sentiti altri, su altri argomenti, e sono tutti rigorosamente ortodossi…rispetto al catechismo mainstream)

  2. rocco

    “…Provincia di due imperi provincia industrializzata provincia terzializzata provincia di gente squartata
    1/4 al benessere
    1/4 al piacere
    1/4 all’ideologia
    L’ultimo quarto se li porta tutti via…”
    è parte di un testo del gruppo musicale CCCP- Fedeli alla linea.
    PROFETI!!!
    Perdonatemi questa divagazione artistica, ma le dinamiche meteorologiche sono quanto mai CASUALI!
    E’ perfettamente inutile sciorinare statistiche (la statistica, non è una scienza, ma uno strumento matematico utile a dare un senso ad una serie di dati), i risultati della statistica possono essere utilizzati in qualsiasi modo: per far credere che esiste il clima stabile, così come esiste il clima instabile, così come per giustificare una causa antropologica.
    La statistica è stata inventata per i giochi di azzardo, poi, però, illustri illusionisti l’hanno utilizzata per propagandare le scemenze più assurde.
    Caso da manuale sono le statistiche di Dalton per cui nacque il darwinismo sociale, l’eugenetica e successivamente il nazismo.
    Evvai, riduciamo la cioddue così il clima sarà stabile.
    Le comiche non finiscono mai.
    E quel famoso episodio narrato da tantissime culture del diluvio universale (un alluvione per intenderci) anch’esso lo attribuiamo ai cambiamenti climatici antropici.
    Ma facciamoci una grassa risata e passa la paura!

  3. Uberto Crescenti

    Faccio riferimento alla nota di Andrea Brescianini per confermare quanto da lui riferito. A proposito sul noto geologo catastrofista, scrissi per Climatemonitor l’articolo: “Cresc enti a Tozzi e bocconi”. E’ semplicemente vergognoso il comportamento di questo collega geologo nei confronti del quale ho di recente scritto su Meteoweb confutando le sue affermazioni in fatto di clima e dissesto idrogeologico. Sono convinto ch i catastrofissti sono di due categorie, o sono ignoranti o sono in malafede. Due di questi sono sempre intervistati da RAI 3.

  4. shadok

    Per curiosità mi sono scaricato i dati di precipitazioni orarie di maggio per una quarantina (scarsa) di stazioni pluviometriche comprese fra Reno e Marecchia e ho provato a fare alcune valutazioni speditive:
    – in circa 20 giorni, nella collina imolese, ravennate e forlivese sono piovuti fra 400 e 500 mm (quasi la metà delle precipitazione medie annue)
    – in alcune stazioni si sono registrati due eventi, distinti, a distanza di circa due settimane, con piogge su 24h dell’ordine dei 150-200 mm in entrambi i casi
    – per queste stazioni (Brisighella, Castrocaro, Castel del Rio e altre) spesso questi valori sono i massimi mai registrati (a volte con serie storiche di 50-80 anni)
    – molto spannometricamente per diverse stazioni gli eventi meteo appena accaduti possono essere valutati con TR fra i 100 e i 200 anni (ma magari qui mi sbaglio).
    Premesso che sarebbero opportune elaborazioni più complete (immagino verranno resi disponibili a breve specifici report), in alcune aree si è trattato di eventi forse “mai visti prima” (ma magari sbaglio anche qui).
    Che in collina montagna si siano verificate frane è stato, a mio avviso, inevitabile; immagino che sarebbe stato possibile e opportuno difendere meglio alcune infrastrutture principali ma, anche dove abito io ed è piovuto circa la metà rispetto alle zone più colpite della Romagna, gli smottamenti ma anche le frane sono stati così diffusi da rendere impensabile una sistematica prevenzione. Che in pianura siano crollati diversi argini è invece inaccettabile, anche perché eventi di questo genere (crolli/collassi) in Emilia-Romagna sono ormai una consuetudine. Le soluzioni ovviamente ci sono, casse di espansione e messa in sicurezza degli argini, ma richiedono tempo e grossi investimenti.
    Sono d’accordo che nell’ultimo medio periodo si è accuratamente evitato di fare investimenti e che si deve cambiare rotta.
    Quello che francamente trovo svilente è la tirata “anti elites” (“speculatori”, “falsi amici oltreoceano”, industria “dell’accoglienza”, ecc). Ricordo che il più recente ed enorme sperpero di denaro pubblico non è stato fatto a beneficio dei rettiliani: si tratta di circa 110 miliardi di euro regalati a proprietari di abitazioni (mediamente benestanti), senza alcun criterio e con risibili ritorni in termini ambientali.

  5. Andrea Brescianini

    Buongiorno
    Dopo aver letto l’articolo e il commento del Professor Crescenti mi sento di dire che, non solo la scienza non ha più la S maiuscola, ma addirittura mi pare assurdo continuare a parlare di scienza.
    Quella che sentiamo tutti i giorni in televisione è pura ideologia. Poi fateci caso, i presunti esperti che vanno a parlare in TV della “crisi climatica” sono sempre quelli e dicono sempre le stesse cose. Per altro senza mostrare uno sputo di dato che confermi le loro affermazioni. Ahh dimenticavo… loro sono “esperti” non hanno bisogno di mostrare dati, la gente crede ciecamente a quello che dicono.

    Esempio: geologo tuttologo parla in trasmissione (a parte che è in tutte le trasmissioni) – ” abbiamo cementificato in modo incontrollato, abbiamo costruito troppo vicino a fiumi e torrenti, li abbiamo stretti e tombati, non li teniamo puliti, con il cemento l’acqua non penetra nel terreno, etc….. questa situazione è figlia del cambiamento climatico!”
    Ma mi chiedo, sono io “stronzo” o c’è qualcosa che non va?? P………!! Tutte le cose elencate cosa centrano con il cambiamento climatico?
    Per colpa di questi esperti che confondono volutamente le cose, la gente poi si trova a fare i conti con situazioni come quelle dell’Emilia.
    Scusate lo sfogo, ma sono stufo di questo schifo! Vogliamo parlare di clima? Ok, facciamolo seriamente, altrimenti saranno dolori…!! Forse lo sono già!!

    Un saluto

  6. Uberto Crescenti

    Condivido totalmente l’articolo. Ricordo che su questo sito alcuni anni fa pubblicai l’articolo “Sul dissesto idrogeologico in Italia: ci vuole il geologo condotto”. Quanto al nostro Premio Nobel è doloroso osservare il suo comportamento in fatto di clima. Ricordo che lo scorso anno, credo all’inizio dell’estate, fu ricevuto dal Presidente Mattarella a capo di un gruppo di catastrofisti che avevano curato una Petizione per il Governo. Nell’occasione ci fu una proposta di costituire una Commissione presieduta dal Premio Nobel, il quale però non accettò in quanto “non esperto di clima”. Viene spontanea una domanda: allora su che base ha aderito al catastrofismo climatico? Non c’è purtroppo che una risposta: in base alla suo orientamento politico: E’ questo è triste perchè non può esistere una Scienza di destra una Scienza di sinistra. La Scienza con la S maiuscola è Scienza e basta. Ricordo che con i miei amici di Clintel Italia scrivemmo al gruppo di cartastrofisti per invitarli ad un dibattito sul tema in ambiente politico o scientifico da loro scelto, dando un termine di un mese circa alla loro risposta. Ne fu data notizia con un comunicato stampa apparso su numerosi giornali. Non ci fu alcuna risposta, non accettarono di incontrarsi per un confronto corretto scientifico. Riflessione: non accettarono perchè non hanno alcuna prova scientifica che dimostri l’origine antropica del riscaldamento globale. Per quanto riguarda il Presidente Mattarella devo purtroppo comunicare che in precedenza non aveva accettato di riceverci per illustrare la nostra Petizione sul clima. La risposta della sua segreteria: purtroppo il Presidente ha troppo impegni e non poteva riceverci. Risposi che però aveva avuto il tempo per ricevere la grande scienziata Greta Thumberg.

    • Andrea D

      Mi spiace doverlo dire, ma in questa disciplina ritengo ormai da tempo che la parola Scienza abbia perso di vista la “S” maiuscola, annebbiata dai “raccoglitori di ciliege”, dai “tengo famiglia” e dagli atteggiamenti di importazione nipponica, ovvero “tatemae/hon’ne”.

      Ho trovato rifugio al Villaggio e ci rimarrò cercando magari di non dar troppa noia, perchè vorrei che quella “S” ritorni ad essere visibile.

    • Mario

      Dopo aver letto questo intervento, non si può provare che sconcerto come cittadino comune che vorrebbe riporre fiducia nella scienza… Ma appunto quale scienza? Quella di Parisi e quella di Mercalli che impartisce la lezioncina al professore scettico finalmente fuori dal coro non paiono in alcun modo credibili.

  7. DonatoP

    > Siamo in piena tragi-commedia all’italiana se anche un premio Nobel per la fisica scrive idiozie sull’aria calda che risale verso il polo nord e fa scendere l’aria fredda.

    Ormai Parisi, dopo le divagazioni gastronomiche sulla cottura della pasta, sta diventando una macchietta!

  8. rocco

    tutto giusto, ma ricordo che la climatologia è una pseudoscienza”!
    Siamo noi ad adeguarci alla natura e non la natura a doversi adeguare alle nostre aspettative/ideologie

  9. andrea beretta

    Massimo/Flavio (non so chi dei due ha steso questa parte sul rescue team): hai ragione a non fare ironie dato che la situazione richiede serietà e approfondite analisi. Le stesse che ci saremmo aspettati durante l’emergenza pandemia…e invece il tenore del mainstream noto essere sempre lo stesso: scaricare la colpa sul nemico immaginario e proporre soluzioni inutili se non dannose. Mi piacerebbe che la stessa sobrietà mostrata in questo articolo e in questo sito fosse tenuta anche dalla cosiddetta “intellighenzia” che invece non fa che strizzare l’occhio agli ecotalebani (con molta, cautela perché i gesti tipo quelli della fontana di Trevi son talmente impopolari che rischiano seriamente il linciaggio, se li appoggiassero) e attribuire questi disastri alla sempreverde CO2. Insomma i miliardi di danni e le vite spezzate o sconvolte saranno presi come scusante per accelerare sulle gretinate verdi

  10. Franco Caracciolo

    STANDING OVATION per il paragrafo sul c.d. “rescue team”……
    Per non parlare del Corrierone che già annunciava il ritorno dell’anticiclone africano nei primi giorni di questa settimana.

    Siamo in piena tragi-commedia all’italiana se anche un premio Nobel per la fisica scrive idiozie sull’aria calda che risale verso il polo nord e fa scendere l’aria fredda.

    Buona settimana di lavoro a tutti noi.

    • Mario

      Perfetto. Fino a quando a pontificare su Apocalisse climatica e dintorni sono editorialisti e direttori di quotidiani e periodici, in genere provenienti da studi umanistici magari pure un po’ incerti e lacunosi, possiamo tutti tranquillamente passare oltre le scemenze propalate, se invece sono gli scienziati a parlare o a scrivere in ossequio alla “società dello spettacolo” e ad interessi economici e finanziari quanto meno discutibili, allora le cose si fanno preoccupanti.

  11. Andrea

    Complimenti come sempre! Semplice e diretto! C’è purtroppo ben poco di altro da aggiungere, ahimè!!

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