Questa rubrica è a cura di Flavio
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Analisi sinottica
Una fascia anticiclonica si estende dal medio Atlantico fino all’Anatolia e al Mar Nero, passando per il Mediterraneo centrale dove piazza i massimi del geopotenziale, tra la Tunisia e le regioni meridionali italiane. Una ondulazione del flusso principale muove in direzione dell’Iberia e del Golfo di Guascogna. Un minimo chiuso di geopotenziale interessa il Mediterraneo orientale. Il flusso principale scorre alle alte latitudini articolandosi in vortici depressionari in movimento dal Labrador alla Russia europea, dove una depressione artica distribuisce abbondanti nevicate su un’area molto vasta del bassopiano sarmatico occidentale (Fig.1).
La settimana trascorrerà senza variazioni significative dal punto di vista sinottico, con prevalenza di condizioni anticicloniche sul bacino del Mediterraneo, e il flusso principale che scorrerà a latitudini elevate. Sul finire della settimana sembra profilarsi un possibile cambiamento del quadro sinottico, con un generale indebolimento del campo di massa sul Mediterraneo conseguente alla formazione di un anticiclone termico centrato sul Baltico. Questo potrebbe favorire l’ingresso franco di una vasta depressione atlantica sul Mediterraneo centro-occidentale, con coinvolgimento della penisola italiana.
A livello emisferico si nota lo smantellamento della cellula centrata sul bacino centrale dell’Artico, associato alla formazione di cellule anticicloniche a latitudini inferiori, e conseguente abbassamento del fronte polare per la formazione di ondulazioni più accentuate.
Con queste premesse la previsione per l’Italia è presto fatta: mancanza pressoché totale di precipitazioni per gran parte della settimana, e possibile peggioramento delle condizioni atmosferiche nel weekend con il ritorno delle piogge (specie al Centro-Sud) e delle nevicate sui crinali di confine delle Alpi.
Consigli per il Rescue Team
Insistere con il “troppo caldo”, ca va sans dire.
Previsioni per la settimana
Lunedì e Martedì cieli in prevalenza nuvolosi al Nord e sulle zone interne del Centro per addensamenti nuvolosi nei bassi strati, localmente associati a nebbie e foschie specie in Valpadana e nelle valli del Centro. Ampie schiarite sui litorali tirreni e adriatici del Centro. Generali condizioni di bel tempo al Meridione, con nebbie nelle valli e zone interne pianeggianti nelle ore più fredde.
Temperature stazionarie. Qualche refolo di scirocco sul Tirreno, altrove venti deboli.
Mercoledì condizioni sostanzialmente invariate, ma con tendenza ad ampie schiarite sull’arco alpino.
Temperature stazionarie. Ventilazione moderata settentrionale su basso Adriatico e Ionio.
Giovedì generali condizioni di bel tempo su tutto il Paese, con il sole che tornerà a farsi vedere in Valpadana nelle ore più calde. Ancora foschie e banchi di nebbia nelle zone interne pianeggianti e nelle valli.
Temperature stazionarie. Venti deboli.
Venerdì tornano le nubi basse al Nord e nelle zone interne del Centro. Ampie schiarite sulle Alpi, lungo i litorali del Centro e al Meridione. Persistono foschie e banchi di nebbia nelle zone pianeggianti e nelle valli in particolare nelle ore più fredde.
Temperature in lieve diminuzione. Entrano venti occidentali su Mar Ligure e alto Tirreno.
Sabato ancora molte nubi al Nord e nelle zone interne del Centro, associate a foschie e banchi di nebbia nelle ore più fredde. Aumenta la nuvolosità anche sulle regioni tirreniche, in particolare a ridosso dei contrafforti appenninici. Ampie schiarite sulle regioni centrali adriatiche e su quelle sudorientali.
Temperature stazionarie o in lieve diminuzione. Venti occidentali sostenuti sui bacini di ponente.
Domenica rapido peggioramento a iniziare da Nord con piogge, rovesci e temporali in veloce spostamento verso le regioni centrali e meridionali tirreniche. Nordovest saltato, in ombra pluviometrica. Nevicate moderate sull’Arco alpino centro-occidentale, in prossimità dei crinali di confine. Regioni sud-orientali ancora in attesa.
Temperature in diminuzione nei valori massimi al Centro e sul basso Tirreno. Ventilazione sostenuta dai quadranti occidentali.
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Un augurio di buon anno a tutti i lettori di CM. Inutile chiedere la luna, basterebbe che il 2023 fosse appena meno peggio degli ultimi tre anni. Ci si accontenta di poco.
salve vorrei sapere come mai quest’anno colarieti tosti non fa previsioni stagionali,erano molto interessanti e pur sbagliando si imparava sempre qualcosa,lo aspettiamo tutti a braccia aperte,grazie mille paolo
Si intravede un po’ di buon sano dinamismo, specie per il 9 e 10.
AM, siate lesti col nome, che sennò i cugini oltralpe fanno un colpo di mano..
Un saluto da… ehm, dove?… ah, ecco, si è diradata un po’ di foschia “ravennate” : Scerne di Pineto (son più vicino lì che nel reale Comune di residenza).
Scusa Andrea ma a cosa ti riferisci per foschia ravennate?
I cascami di pineta marittima che ornano il medio adriatico abruzzese mi dicono che non abbiano nulla a che vedere con la pineta ravennate, quella sì ben abituata al clima freddo umido e di storia più che millenaria.
Sono il risultato di un temerario esperimento di botanica tendente a proteggere gli orti rivieraschi dai venti di burano, proibabilmente più frequenti fino a 50 anni fa; ma non si sono mai pienamente ambientati ed ogni nevicata marittima, con neve bagnata e pesante, ne fa strame. Idem per i pini che adornano la città del Vate, mentre le tamerici, quelle sì autoctone, godono di ottima salute ed hanno spernacchiato le palme fatte fuori dal punteruolo rosso.
Un saluto da una assolata ma freddina Corvara di val Badia.
Il Ravennate, come i lidi limitrofi sud, (Classe, Savio, Milano Marittima, Cervia) soffre di nebbie più frequentemente di noi, perché è comunque allo sbocco della pianura Padana, dalla quale ne siamo tagliati fuori dal costolone appenninico Marchigiano.
Quante volte ho fatto andata e ritorno da Brescia e, più spesso che no, lo “spartiacque nebbioso” era in sostanza nei pressi di Porto Recanati (AN).
Anche stavolta (24-27 dicembre) non è andata diversamente: poco prima di AN è sparito il sole e non l’ho più rivisto fino al ritorno. Mi dicono però che comunque ci sono stati nel frattempo diversi passaggi nebbiosi pure da queste parti.
Le pinete in zona Ravenna hanno antiche origini (a meno di eventuali ripiantumazioni recenti), mentre la lingua di pineta fra Cervia, Pinarella, Tagliata, Zadina di Cesenatico, in viale Italia, lunga 5km, (e per poco non ci lasciavo i braccetti delle sospensioni della macchina da quanto l’asfalto è butterato dalle radici superficiali), spesso “contrabbandata” per un residuo della secolare pineta ravennate, è in realtà frutto di una serie di piantumazioni ex novo effettuate nell’immediato secondo dopoguerra, ed è composta da un insieme di pini domestici e marittimi.
E’ stata decimata dalla tempesta del 4 marzo 2015 e in alcuni tratti è stata completamente rimossa e sostituita da nuove piantumazioni più diversificate.
Dal canto suo, pure la pineta di Pineto (TE) con successive estensioni a sud, verso Silvi (TE), so che è una piantumazione ex novo risalente a pressoché un secolo fa per volere del fondatore stesso di Pineto, Filiani.
La prima lezione di meteorologia del corso piloti verteva sul fatto che l’alta pressione di una massa d’aria viene causata dalla elevata presenza di particolato secco, mentre la bassa ne sarebbe praticamente priva. La prossimità del bacino mediterraneo coi territori desertici più vasti del pianeta, mi suggerisce da dove provenga il particolato di cui sopra. Quello che non comprendo è la predominanza dei venti da sud che, in questa stagione, dovrebbero soccombere al flusso più umido e freddo in discesa dal nord Atlantico.