di Luigi Mariani e Franco Zavatti
Nel nostro precedente post dal titolo “Le precipitazioni sull’Italia nell’anno idrologico in corso” abbiamo ragionato di 21 stazioni italiane con serie storiche secolari, individuando per ognuna di esse il livello di anomalia del 2022 rispetto all’intera serie storica di ogni stazione. Da tale analisi è emerso che il NordItalia è l’area del paese di gran lunga più colpita dalla carenza di precipitazioni degli ultimi mesi.
In questo post cercheremo allora di rispondere alla domanda su quali siano per il Nord Italia gli anni idrologici mediamente meno piovosi con riferimento al periodo ottobre-maggio e alla serie storica 1902-2022. Per fare ciò abbiamo considerato i dati delle stazioni storiche a nostra disposizione che si trovano nel Nord Italia e che consentono di coprire l’intera serie degli anni idrologici dal 1902 al 2022 per il periodo da ottobre a maggio. Tali stazioni sono in tutto 12 e cioè Belluno, Bologna, Casale Monferrato, Cuneo, Genova, Mantova, Milano, Padova, Rovigo, Torino, Udine, Venezia. Abbiamo pertanto calcolato la semplice media aritmetica delle precipitazioni di queste 12 stazioni per gli anni idrologici dal 1902 al 2022 (121 anni) e le abbiamo anzitutto ordinate dalla più bassa alla più elevata, costruendo una classifica degli anni meno piovosi per il periodo in esame che sono illustrati in figura 1.
Dalla figura emerge che il 2022 è al terzo posto essendo superato dal 1922 e dal 1944. A seguire, a brevissima distanza, troviamo il 1990 e il 2007.
Gli stessi dati di figura 1 vengono poi mostrati ordinati per anno crescente allo scopo di verificare una tendenza complessiva della precipitazione (costanza, aumento o diminuzione).
Da quest’ultimo istogramma si può dedurre che:
- come mostrato anche dal fit lineare, non è osservabile alcun trend nelle precipitazioni degli ultimi 121 anni nell’Italia settentrionale.
- Se partiamo dal massimo relativo del 2013, notiamo una generica diminuzione della pioggia fino al 2022, non dissimile però da altre analoghe diminuzioni osservabili in figura 2.
Lo spettro della serie di figura 2 mostra una generica analogia con lo spettro dell’oscillazione nord-atlantica (NAO), come riportato in tabella 1. Si noti che il quadro inferiore evidenzia la presenza di praticamente tutte le periodicità osservabili nello spettro di ENSO, ad indicare la probabile influenza di quest’ultimo sulle piogge del Nord Italia.
N. Italia | 54 | 26 | 18 | 12.5 | 8.5 | 7.3 |
---|---|---|---|---|---|---|
NAO | 38 | 22 | ~ | 13.6 | == | 7.8 |
~ indica che è presente un massimo molto debole
Tutti i dati e i grafici sono disponibi nel sito di supporto |
Invece secondo il noto esperto del sito meteo bombarolo, di cui mi rifiuto di citare il nome, assurto alla dignità accademica di aruspice del clima per conto del “Corriere” ha già sentenziato che:
non cadrà pioggia fino a settembre, dalla metà di luglio avremo la più torrida delle ondate di calore di questa che sarà comunque la più “fresca” estate dei prossimi 30 anni.
Ai tempi di altri Direttori del quotidiano già citato avrebbero deciso di “togliere il vino” al presunto esperto e di non far più scrivere articoli al redattore….
Ora naturalmente vale tutto e quindi “…Altro giro, altro allerta…”
Buona domenica a tutto il Villaggio.
Beh, non cadrà pioggia fino a settembre previsione facile, ondata di calore in arrivo lo dicono tutti i modelli (e comunque ricordiamoci da cosa derivano i termini “solleone” e “canicola”), l’estate più fresca dei prossimi trent’anni è un’affermazione assurda di cui però è sicuro che nessuno gli chiederà conto.
E intanto, invece di mettere in atto opere di adattamento comunque necessarie, si spreca tempo, soldi ed energie dietro alle gretinate
Grazie Professori.
Un fatto interessante (ma forse voi avete una spiegazione) è che la distribuzione di questi valori non passa il test di normalità.
Passa il test elevando i valori al quadrato, ma a quel punto si ottiene una deviazione standard talmente elevata che il valore rilevato quest’anno ha comunque una probabilità molto elevata.
Anche una control chart sulla serie storica non indica anomalie, quindi anche la variabilità annuale non sembra sia cambiata
La domanda che pone e i suoi risultati della control chart sono interessanti: non abbiamo considerato la possibilità che la distribuzione dovesse per forza essere normale, tanto è vero che un po’ di statistica sui dati ci dice che
N SUM AVE SD VAR SKEW KURT
121 0.7687E+05 0.6353E+03 0.1366E+03 0.1865E+05 0.5464E+00 0.3290E+01
MAX MIN RANGE
0.1083E+04 0.3300E+03 0.7530E+03
Cioè che skewness e kurtosis del campione (ma siamo sicuri che il nostro
sottoinsieme sia un campione e quindi rappresentativo della
popolazione?) non definiscono una normale e che quindi un test di normalità
potrebbe (dovrebbe) fallire ad un qualche livello di confidenza.
La sua control chart, invece, conferma in modo scientifico quello che appare in
figura 2 e cioè che nulla è cambiato in questi ultimi 121 anni.
La ringraziamo per aver fatto queste verifiche.