Un articolo (Panyushkina et al., 2021, d’ora in poi P21) mette in evidenza come la portata invernale (nov-apr) del fiume Yenisei, che sfocia nel mare di Kara e nasce nella Siberia meridionale, a Kyzyl, dalla confluenza di due suoi rami (mappa ampia e zona di Kyzyl) abbia avuto un aumento forte a partire dal 1980,aumento che nonsi osserva nella serie annuale. Il “balzo” quasi improvviso viene attribuito all’amplificazione artica (AA), cioè al maggiore trasporto di energia verso le regioni polari che si traduce in maggiore scioglimento di ghiaccio e permafrost con il conseguente aumento della portata. Nell’articolo trovo un riferimento a maggiori precipitazioni indotte dal global warming che però non sono l’unico fattore per l’aumento del flusso annuale, mentre il flusso invernale sembra sensibile all’aumento di temperatura.
In effetti, se confrontiamo le serie della portata del fiume, riferite all’anno (ott-set) e alla stagione invernale (nov-apr), mostrate nelle figure 1 e 2, vediamo che quest’ultima portata si innalza molto velocemente, a partire dal 1980, mentre non osserviamo nulla di simile nella serie annuale. Ovviamente il discorso non è così semplice perché la serie annuale contiene anche i dati invernali e quindi deve contenere anche l’aumento di figura 2.
Gli spettri di queste due serie, anche se a prima vista sembrano diversi, contengono massimi spettrali in buona parte comuni.
Prima di proseguire, vediamo la genesi delle due serie che sono frutto di un modello lineare tipo y=a+b1x1+b2x2+…+b5x5 (o solo fino a b4x4), basato su dati dendrologici (anelli di accrescimento degli alberi) della regione di Kyzyl (P21 pubblica il confronto tra dati e modello per le due serie e il confronto sembra molto buono. Per questo nel seguito considererò i dati del modello come reali ed estesi al 1701 e al 1749, molto indietro nel tempo rispetto alle osservazioni all’idrometro di Kyzyl nell’alto corso dello Yenisei.
Quindi non ho dubbi sui dati resi disponibili da P21 e in questo sono confortato anche dalla serie di temperatura di Kaliningrad, ad una latitudine (54.7°N) paragonabile a quella di Kyzyl (51.7°N), che mostra un “ginocchio”, un cambio di pendenza, nel 1980, attribuibile alla AA, molto simile a quello della serie invernale dello Yenisei (sullo stesso periodo la portata cresce del 31.6% mentre la temperatura solo del 6.3% ma questo dipende dalla natura della variabile considerata).
Ferme restando le considerazioni espresse finora, ho provato a rappresentare ed elaborare in modo diverso le due serie di P21.
- come prima operazione ho sovrapposto nello stesso grafico le due serie, scalando l’invernale (portata media ~276 m3/s) all’annuale (media ~1017 m3/s)ed ottenendo (come ci si aspettava) due curve molto simili in cui la particolarità invernale si stempera nella variabilità annuale e l’insieme sembra del tutto “normale”, solo con differenze di varianza. Il confronto diretto tra gli spettri mostra differenze e somiglianze anche nella zona di alta frequenza.
- La seconda elaborazione è stata quella di calcolare la portata media (annuale e invernale) su bin di ampiezza pari a 10 anni: il risultato, in forma di istogramma, è mostrato in figura 4, dalla quale non appaiono particolari eccessi: mi sembra, invece, di poter dire che un processo di aumento della portata c’è e si osserva dalla fine degli anni ’20 del secolo scorso in entrambe le serie come preludio all’aumento del 1980. L’inizio della salita (~1920 e 1929) rappresenta il punto terminale di una lunga discesa della portata iniziata nel 1755 per i dati annuali e nel 1839 per i più brevi dati invernali.
Come ho ormai ripetuto molte volte, mi sembra che complessivamente non ci sia nulla di nuovo sotto il sole.
- Con la terza operazione ho calcolato la frequenza di apparizione, sempre su bin di 10 anni, di eventi “estremi”, intendendo con il termine le portate superiori alla media più 2 deviazioni standard (cioè 1159 m3/s per i dati annuali e 348 m3/s per gli invernali).
Questo è uno schema normale di analisi della portata, come si può vedere in questo esempio, che ha dato origine agli istogrammi di figura 5, che, ancora una volta, presentano una situazione senza imprevisti e sulla quale non c’è molto da argomentare.
Commenti conclusivi
- L’alto corso dello Yenisei mostra senza dubbio un aumento della portata invernale dal 1920 che si amplifica a partire dal 1980, quasi sicuramente dovuto all’amplificazione artica osservabile con caratteristiche molto simili anche nella temperatura di stazioni di alta latitudine (vedere ad esempio http://www.climatemonitor.it/?p=57047).
- L’aumento, se confrontato con la portata annuale del fiume, appare molto diluito in quanto contribuisce per un terzo del totale alla portata complessiva.
- Gli stessi dati annuali e invernali, raggruppati in bin decennali, come è comune fare per l’analisi della portata, non mostrano situazioni diverse da quanto osservato nei punti precedenti.
- Se rappresentiamo il flusso totale di acqua dolce nell’Oceano Artico (didascalia), sia quello complessivo che quello dovuto ai soli fiumi europei, non vediamo aumenti di flusso fuori dalla norma ma solo normali fluttuazioni, il che fa pensare che l’aumento dello Yenisei sia certamente reale ma limitato a poche situazioni che non modificano sostanzialmente il contributo di acqua dolce all’Oceano Artico.
Bibliografia
- Irina P Panyushkina, David M Meko, Alexander Shiklomanov, Richard D Thaxton, Vladimir Myglan, Valentin V Barinov and Anna V Taynik: Unprecedented acceleration of winter discharge of Upper Yenisei River inferred from tree rings, Environ. Res. Lett., 16, 125014, 2021. https://doi.org/10.1088/1748-9326/ac3e20
Tutti i dati e i grafici sono disponibi nel sito di supporto Foto di Andrey Max da Pixabay
Sii il primo a commentare