Questa rubrica è curata da Flavio
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Persiste la cellula anticiclonica europea che piazza i suoi massimi tra le isole britanniche e la Germania, in fase con la cellula atlantica con inframmezzata un’area di divergenza dal flusso principale a ovest dell’Irlanda. Sul fianco orientale della struttura anticiclonica affluisce aria fredda continentale che dalle steppe kazake muove in direzione dei Balcani prima di tuffarsi nel Mediterraneo centro-orientaleIl flusso principale resta relegato alle alte latitudini (Fig.1).
Nel corso della settimana perderà progressivamente di importanza il flusso retrogrado continentale per il rafforzamento del campo sull’Europa occidentale. L’Italia resta comunque esposta a future irruzioni di aria continentale per la persistente debolezza del campo sui meridiani orientali europei.
Continua l’andamento decisamente secco di questo inverno 2021-2022 per la solidità del campo sull’Europa occidentale conseguente alla forza del getto che non accenna a mostrare segni di stanchezza. Le temperature tuttavia si mantengono su valori nella media o anche inferiori sulle zone più esposte alle avvezioni di aria fredda continentale, con i fattori orografici a incidere positivamente sul campo termico sull’angolo nord-occidentale italiano, per venti di caduta.
Consigli per il Rescue Team
Stesso consiglio della settimana scorsa, che copio e incollo di seguito:
L’assenza di precipitazioni sull’Italia settentrionale verrà ovviamente imputata al global warming, dimenticando che la persistenza di anticicloni invernali anche più tenaci di quelli attuali caratterizzava anche gli inverni della fine degli anni ’80. Quando il “disfacimento climatico” non si era ancora manifestato (sui media) come al giorno d’oggi.
Il freddo sulle regioni centro-meridionali sarà puntualmente ignorato.
Linea di tendenza per l’Italia
Lunedì: ampie schiarite al Nord e regioni tirreniche centro-settentrionali salvo fenomeni nebbiosi localmente intensi sulla Valpadana. Nuvoloso sulle regioni meridionali con addensamenti più intensi sui versanti adriatici e in particolare sui contrafforti appenninici con nevicate sui versanti esposti. Qualche breve nevicata coreografica anche al piano.
Temperature in diminuzione, sensibile sulle regioni meridionali. Molto freddo su regioni ioniche e del basso Adriatico. Venti tesi di grecale sui bacini meridionali.
Martedì generali condizioni di stabilità su tutte le regioni con schiarite anche ampie. Persistono foschie e nebbie sulla Valpadana.
Temperature in leggero aumento. Venti di maestrale, tesi su Adriatico e Ionio.
Mercoledì e Giovedì tanto sole sulla regione alpina, addensamenti nebbiosi sulla Valpadana e sulle zone interne del Centro. Ampie schiarite sulle altre regioni salvo addensamenti nuvolosi sulla costa tirrenica siciliana e calabrese.
Temperature stazionarie. Maestrale in attenuazione progressiva su Adriatico e Ionio.
Venerdì rapido passaggio di una perturbazione che, saltato il Nord, interesserà le regioni centrali e meridionali in particolare sui versanti adriatici con precipitazioni sparse in prevalenza deboli e nevose a quote basse sull’Appennino.
Temperature in aumento al Nord e al Centro, specie al Nordovest per venti di caduta. Irrompono in serata venti tesi di grecale sui bacini settentrionale.
Sabato nuvolosità irregolare al Meridione con precipitazioni sparse, nevose al di sopra degli 800 metri sull’Appennino. Ampie schiarite al Nord e al Centro. Domenica soleggiato ovunque, ma con tendenza ad aumento della nuvolosità sui crinali alpini di confine associata a nevicate sparse.
Temperature in sensibile diminuzione. Venti tesi dai quadranti settentrionali.
“…L’assenza di precipitazioni sull’Italia settentrionale verrà ovviamente imputata al global warming, dimenticando che la persistenza di anticicloni invernali anche più tenaci di quelli attuali caratterizzava anche gli inverni della fine degli anni ’80….”
Infatti la melensa “meteorina” del TG 5 di ieri parlava già di siccità ed oggi si lamentano su la Repubblica le 6 settimane senza piogge nel nord Italia.
O tempora o mores!!!
Esatto.
Per esempio a Varese il periodo siccitoso più prolungato dal 1950 ad oggi è stato l’inverno 1980-1981 con precipitazioni trascurabili dal 28 novembre fino al 14 marzo (11 mm in 110 giorni).
Prima del 1950 non si hanno dati certi.
E ci sono stati altri inverni con periodi prolungati senza precipitazioni.
Il freddo sulle regioni centro meridionali della stagione in corso è ignorato da un pezzo.
Il folto gruppo di predicatori meteo insito tra qualche spacciato meteorologo e la massa di metereopatici fai da te insiste sulla mancanza di neve sulle Alpi e sulle pianure del centro nord ( ma che gli e ne frega se nevica o meno ) tra le altre cose ?
Nostalgia di inverni che non sono mai esistiti nella media sud europea e mediterranea o puntuale fede salva pianeta dall’orrida creatura bipede con la camicia e cravatta ?