Se nel post precedente abbiamo appurato che oggi, climaticamente parlando, non accade nulla che non sia già accaduto, in questo, tratto sempre dal libro Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei),[1] rifacendomi a nozioni scientifiche ben note anche agli studenti più scarsi (di cui gli ex studenti dovrebbero aver conservato almeno qualche ricordo) cercherò di (di)mostrare l’inconsistenza di alcune credenze alla base dell’ideologia che addebita alle attività umane la causa dei cambiamenti climatici distruttivi. Mi riferisco in particolare al processo di fotosintesi, così descritto chimicamente:
Vale a dire che le piante usano acqua, luce e CO2 per produrre glucosio (C6H12O6) con cui poi sintetizzano la cellulosa che gli serve per crescere, scartando sei molecole di ossigeno nell’atmosfera. Non serve grande perspicacia per intuire che se hanno abbastanza acqua e luce, più CO2 c’è nell’aria, più le piante crescono. Una volta fatta propria questa nozione, tanti fatti acquistano un senso perché trovano una spiegazione, un po’ come le orbite ellittiche di Keplero con la formula di gravitazione di Newton. Ad esempio, spiega perché si brucia gas nelle serre per aumentare i livelli di CO2 e così accelerare la crescita delle piante anche del 50%.[2] Una tecnica nota come concimazione carbonica. Questo spiega anche perché da decenni la FAO osserva la crescita continua sia delle riserve alimentari[3] sia, soprattutto, come si evince dal seguente grafico, della produzione agricola sia totale che disponibile pro-capite.
La fame del mondo è, insomma, un problema di distribuzione non di indisponibilità di cibo.
La concimazione carbonica spiega, inoltre, perché si addebita all’aumento della CO2[4] l’incremento del 30%[5] della massa verde sulla terraferma osservato dai satelliti.[6] Un aumento che è superiore anche alle attese degli scienziati,[7] che dice tanto su quanto ne sanno. Ad esempio, solo in Europa le foreste sono aumentate di 90mila km2 tra il 1990 ed il 2015![8]
Premesso, infine, che le piante assorbono la CO2 dagli stomi sulle foglie, che maggiore è la disponibilità del gas più velocemente gli stomi ne pescano dall’aria per poi richiudersi appena ne hanno estratto a sufficienza, che dagli stomi aperti fuoriesce dell’acqua così più a lungo restano chiusi meno ne sprecano, si spiega perché più CO2 c’è nell’aria minore è il fabbisogno d’acqua delle piante che possono aggredire habitat marginali,[9] ed i deserti arretrano.[10] Un fatto di cui non ci si può lamentare.
Insomma, basta ricordarsi della fotosintesi per riconoscere come falsi tanti miti sulla CO2.
Da dove viene l’aumento della CO2? Essendo una tendenza pressoché costante dall’ultima glaciazione, la causa deve risiedere in uno o più fenomeni naturali. Uno è sicuramente il progressivo incremento delle temperature dei mari dove oggi ce ne sono disciolte 37mila Gt (miliardi di tonnellate).[11] Una proprietà dei gas è, infatti, la solubilità, cioè la quantità che può esserne disciolta in un liquido e che diminuisce all’aumentare della temperatura.[12] Perciò, più l’acqua dei mari (un liquido) è calda, maggiore è la quantità di CO2 (un gas) di cui si libera. Del resto, studi scientifici attestano che le variazioni di CO2 non anticipano ma seguono quelle delle temperature.[13] Aumento delle temperature anche marine, ovviamente.
Viceversa, durante le glaciazioni i mari sono così freddi che assorbono tanta CO2 dall’atmosfera dove scende a valori così bassi che le piante rischiano di morire di inedia[14] portandole ogni volta sull’orlo dell’estinzione (e gli erbivori e, a cascata, i carnivori con loro). Vale anche la pena ricordare, a questo punto, che la fotosintesi è anche delle alghe che producono tra il 50% e l’85% dell’ossigeno nell’atmosfera, facendone il vero polmone della Terra.[15]
Per quanto riguarda, infine, il rapporto tra CO2 e temperatura, dicono sempre che è tra i gas nell’atmosfera che lasciano passare la luce del Sole che riscalda la Terra ed il mare che perciò emettono calore che quegli stessi gas invece bloccano riscaldando l’aria. Un fenomeno noto come effetto serra, tanto più efficace quanto maggiore è la quantità del gas in atmosfera. Dicono. Ma, come direbbe il commissario Montalbano, questa è solo un “contare la mezza missa”. Tacciono, infatti, una cosa essenziale: ciascun gas serra è sensibile solo a particolari frequenze elettromagnetiche (cioè del calore, nel nostro caso) in uscita e quando le ha saturate ogni ulteriore aumento è ininfluente. È un po’ come se noi fossimo a letto e ci coprissero con una coperta e poi con un’altra ed un’altra ancora: la prima trattiene tanto calore, la seconda un po’ meno e così di seguito finché ogni aggiunta è irrilevante.[16] Come evitano di specificare che le frequenze di assorbimento della CO2 (e degli altri inquinanti che contribuiscono all’effetto serra) sono sature da tempo,[17] così della sua crescita si accorgono solo le piante che ci banchettano, non i termometri. Questo spiega l’attuale stasi delle temperature e le diminuzioni del secolo scorso con la CO2 in aumento, suggerendo anche dove sbagliano i modelli climatici. Dimostra, inoltre, l’assurdità delle Carbon Tax sulle emissioni della CO2 sia industriali (un costo che le aziende poi ribaltano su noi poveri consumatori) sia private. A riguardo è il caso di ricordare che anche Patrick Moore (1947-vivente), ecologista e cofondatore di Greepeace, in un’intervista si esprime chiaramente contro il catastrofismo climatico e la credenza che la CO2 prodotta dall’uomo sia la causa del riscaldamento recente.[18] Un altro pulcino ravveduto, insomma.
Un’altra nozione da ricordare sulla CO2 è il suo rapporto con il vapore acqueo. L’aria, infatti, non si riscalda. Si scalda invece il vapore acqueo in essa contenuto la cui concentrazione cresce all’aumentare della temperatura. Vapore acqueo che è tutto di origine naturale e certamente non inquinante. Senonché,
- il vapore acqueo può aumentare solo a spese di tutti gli altri gas (tra cui c’è anche la CO2);
- maggiore è la temperatura più l’aria si espande[19] diminuendo la quantità per unità di volume di tutti i gas che la costituiscono.
Questo spiega perché c’è necessariamente più CO2 ai poli (dove le temperature sono notoriamente più basse che altrove e, solo per questo, c’è meno vapore acqueo e l’aria è più “densa”) che ai tropici. Insomma, anche teoricamente, l’aumento della CO2 non può indurre alcun riscaldamento globale catastrofico.[20] Inoltre,
La concentración actual… l’attuale concentrazione nell’atmosfera della CO2 è di circa 400ppm (parti per milione), ossia lo 0,04% del totale. Senonché ogni aula chiusa alla fine di una lezione arriva facilmente a 2mila ppm, ciononostante sia i professori sia gli alunni ne escono indenni ed in salute. Nei nostri polmoni la concentrazione arriva a 50mila ppm, cioè il 5% dell’aria che respiriamo. È vero che un secolo fa la concentrazione della CO2 nell’atmosfera era di 300ppm, cioè uno 0,03% del volume totale dell’aria, e ora è a 400ppm, lo 0,04%, ma nell’atmosfera ci sono 210mila ppm di ossigeno, cioè il 21% e, sebbene diminuisca quando aumenta la CO2, è una perdita insignificante.[21]
Come si vede, nozioni elementari di chimica, fisica e botanica sono sufficienti per smascherare tante grosse bugie raccontate dai catastrofisti climatici, facendo riconoscere come un pezzo di legno ciò che descrivono come un frammento di cielo.
Nel prossimo post vedremo di smitizzare un altro cavallo di battaglia dei catastrofisti climatici: l’innalzamento del livello dei mari.
[1] Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei)
https://play.google.com/store/books/details?id=sz1OEAAAQBAJ
https://books.google.it/books/about?id=sz1OEAAAQBAJ
https://www.amazon.it/dp/B09JVRWNBK
[2] Blom, 2002. Blom, T.J; Straver, W.A.; Ingratta, F.J.; Khosla, Shalin; Brown, Wayne, Carbon Dioxide In Greenhouses, OMAFRA (Ontario Ministry of Agricolture – Food and Rurals Affairs) del 12/2002
http://www.omafra.gov.on.ca/english/crops/facts/00-077.htm (18/1/2021)
[3] FAO, “Domanda ed offerta di cereali”
http://www.fao.org/worldfoodsituation/csdb/en/ (18/1/2021)
[4] Zhu, 2016. Zhu, Z., Piao, S., Myneni, R. et al. Greening of the Earth and its drivers. Nature Clim Change 6, 791–795, 2016.
https://doi.org/10.1038/nclimate3004 (1/1/2021)
[5] Campbell, 2017. Campbell, J., Berry, J., Seibt, U. et al. Large historical growth in global terrestrial gross primary production. Nature 544, 84–87 (2017).
https://doi.org/10.1038/nature22030 (17/1/2017)
[6] Munier, 2018. Munier, Simon; Carrer, Dominique; Planque, Carole; Camacho, Fernando; Albergel, Clément; Calvet, Jean-Christophe. Satellite Leaf Area Index: Global Scale Analysis of the Tendencies Per Vegetation Type Over the Last 17 Years, Remote Sens. 10, no. 3: 424, 2018.
https://www.mdpi.com/2072-4292/10/3/424 (24/7/2021)
[7] Haverd, 2020. Haverd, Vanessa; Smith, Benjamin; Canadell, Josep G.; Cuntz, Matthias; Mikaloff‐Fletcher, Sara; Farquhar, Graham; Woodgate, William; Briggs, Peter R.; Trudinger, Cathy M.: Higher than expected CO2 fertilization inferred from leaf to global observations, Global Change Biology, Volume 26, Innue 4 dell’Aprile 2020, p. 2390-2402
https://doi.org/10.1111/gcb.14950 (23/1/2021)
[8] Wood, 25/7/2019. Wood, Johnny, Europe bucks global deforestation trend
https://www.weforum.org/agenda/2019/07/forest-europe-environment/ (17/1/2021)
[9] Allen, 1990. Allen, Leon. Plant Responses to Rising Carbon Dioxide and Potential Interactions With Air Pollutants. Journal of Environmental Quality – J ENVIRON QUAL. 19. (1990)
https://doi.org/10.2134/jeq1990.00472425001900010002x (17/1/2017)
[10] Lu, 2016. Lu, X., Wang, L. & McCabe, M. Elevated CO2 as a driver of global dryland greening. Sci Rep 6, 20716 (2016).
https://doi.org/10.1038/srep20716 (17/1/2017)
[11] Riebeek, 16/6/2011. Riebeek, Holli & Simmon, Robert, The Carbon Cycle, NASA
https://earthobservatory.nasa.gov/features/CarbonCycle (17/1/2021)
[12] Engineering ToolBox, 2008. Solubility of Gases in Water.
https://www.engineeringtoolbox.com/gases-solubility-water-d_1148.html (17/1/2021)
[13] Pedro, 2012. Pedro, J. B., Rasmussen, S. O., and van Ommen, T. D.: Tightened constraints on the time-lag between Antarctic temperature and CO2 during the last deglaciation, Clim. Past, 8, 1213–1221, (2012)
https://doi.org/10.5194/cp-8-1213-2012 (17/1/2021)
[14] Ward, 2005. Joy K. Ward, John M. Harris, Thure E. Cerling, Alex Wiedenhoeft, Michael J. Lott, Maria-Denise Dearing, Joan B. Coltrain, and James R. Ehleringer: Carbon starvation in glacial trees recovered from the La Brea tar pits, southern California, PNAS (2005)
https://www.pnas.org/content/102/3/690 (17/1/2021)
[15] EarthSky, 8/6/2015, EarthSky, How much do oceans add to world’s oxygen?, EarthSky
https://earthsky.org/earth/how-much-do-oceans-add-to-worlds-oxygen (17/1/2021)
[16] Macrini, 5/5/2010. Macrini, Domenico “mimmo”, L’effetto coperta
http://www.climatemonitor.it/?p=9867 (17/1/2021)
[17] van Wijngaarden, 8/6/2020. van Wijngaarden, W.A.; Happer, W.: Dependence of Earth’s Thermal Radiation on Five Most Abundant Greenhouse Gases, arXiv:2006.03098 [physics.ao-ph]
https://arxiv.org/abs/2006.03098 (17/1/2021)
[18] Videointervista a Patrick Moore di Alex Epstein (16/7/2020)
https://www.youtube.com/watch?v=uawp_w3V1xE (28/12/2020)
[19] Prima legge di Gay-Lussac (29/11/2020)
https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Prima_legge_di_Gay-Lussac&oldid=116967721
[20] Lightfoot, 2020. Lightfoot, H. Douglas, The IPCC Made Three Fatal Errors in Assumptions about CO2, Journal of Basics and applied science, (2020), n. 16, p.94-104
https://doi.org/10.29169/1927-5129.2020.16.13 (17/1/2021)
https://setpublisher.com/downloads/jbasv16a13/
[21] Uriarte, 24/5/2014. Uriarte, Anton, El CO2 no es un enemigo
http://antonuriarte.blogspot.com/2014/05/el-co2-no-es-un-enemigo.html (17/1/2021)
Egregio Doppiaelica saro breve
il suo é un commento da azzecca garbugli, perdersi in dettagli che non cambiano la sostanza del discorso. Un commento da simil ultra specialista che fa le pulci sui dettagli sulle eccezioni. Un discorso che qualunque specialista potrebbe fare nel suo campo per screditare una teoria o una visione d’insieme.
Vogliamo entrare nei dettagli dei modelli climatici? di quanti parametri sono stati considerati assodati quando analizzandoli singolarmete e approfonditamente sono tutti discutibili e rimodulabili?. Vogliamo parla della teoria dell’effetto serra? Di come sia imprecisa e scorreta nel rappresentare la realtà?
Nessun processo naturale é una semplice equazione lineare ma in base al grado di dettaglio della sua rappresentazione e della visione d’insieme che si vuole dare ci si puo accontentare di una sua rappresentazione semplificata. Anche una superficie incredibilmente liscia e perfetta se osservata con un microscopio a trasmissione apparirà piena di irregolarità. Non e questo il senso dei discorsi e della scienza.
Egregi Signori,
Nessuna replica al post di AleD?
Molto in generale, ma molto, è vero che un aumento di CO2 favorisce la fotosintesi ma …c’è un grosso ma.
Il primo problema è che l’equazione biomassa+O2 = CO2+acqua+luce non è lineare; quindi +CO2 e +acqua e +luce non sempre equivalgono a +Biomassa anzi… Ad es. l’effetto greening a volte è causato più dall’aumentata CO2 e a volte più dall’aumento delle precipitazioni (si legga bene le referenze che riporta).
Il secondo problema è che le piante per crescere hanno anche bisogno di altro (N-K-P, sali minerali e microelementi) e sinergicamente di una temperatura ottimale (che varia in funzione della disponibilità di CO2, acqua e luce). Tutte cose che non figurano nella semplicistica equazione riportata e che però sono necessarie, sinergiche e confondenti. Mi creda, le nozioni di base non bastano, l’ecofisiologia non è affatto una roba tipo y=a+bx.
Per quanto riguarda gli alberi, la fertilizzazione da CO2 favorisce solo quelli giovani.
Infine, l’aumento della superficie forestale dell’Europa non c’entra nulla con l’aumento di CO2. Si tratta per lo più di ricolonizzazione a seguito dell’abbandono di ex-coltivi.
E ora via con la sassaiola…
Dopiaelica, la ringrazio per la risposta: mi ha spiegato tante cose che non conoscevo e perciò questo giorno non è passato invano.
Come dicevo nel primo post, mi occupo di queste cose a livello amatoriale per cui metto in conto i fraintendimenti visto che mi debbo affidare a conoscenze scolastiche. Pertanto, non metto assolutamente in dubbio ciò che dice anzi, le assicuro che ne intuisco la correttezza.
Visto che conosce così bene l’argomento, sperando di non abusare della sua pazienza, le vorrei chiedere un paio di cose.
Innanzitutto, vorrei rassicurarla che, avendo aiutato da piccolo genitori e nonni anche a concimare orto ed ulivi, ho ben chiaro che le piante non campano solo di aria ma hanno bisogno anche di altro. A parità di condizioni, l’incremento della CO2 aumenta la resa delle piante?
Sono testimone della ricolonizzazione potendola osservare in un microscopico pezzetto di terreno di famiglia che vedo trasformarsi lentamente in un boschetto visto che io non sono interessato ad interferire. Poiché sono le piante giovani che beneficiano di più di un tasso maggiore della CO2, posso supporre che la ricolonizzazione se ne avvantaggi in qualche misura?
Le assicuro che non ho mai pensato che aumentando la quantità di CO2 si possa veder crescere un baobab al centro del deserto di Atacama. Sospetto, però, che se un deserto arretra senza l’intervento dell’uomo, sia merito solo ed esclusivo di piante pioniere che lo aggrediscono lungo i confini. Posso supporre che queste piante pioniere si avvantaggino dal poter ridurre il consumo d’acqua grazie all’aumento della CO2, preparando così più velocemente il terreno a quelle che le seguiranno?
La ringrazio anticipatamente.
Gentilissimo Doppiaelica ( DNA o bimotore?) Il problema è che con tutto questo greening da CO2 si fa fatica anche a trovare i sassi per la sassaiola. Tirerò una palla di neve, che, come previsto da color che tutto sapevano, non c’è più da anni e quindi non fa male.
Tuttavia, al di la del tono un fil saccente, va bene tutto, anche perchè se si lasciano pari al netto le altre condizioni, l’effetto fertilizzante della CO2 resta ben visibile comunque… A chi lo vuol vedere.
La ringrazio per l’approfondimento. In effetti abbiamo parlato molte volte di global greening su queste pagine. Magari le potrà interessare questo post di qualche mese fa.
http://www.climatemonitor.it/?p=55068
GG
La doppia elica lascia intendere un esperto di biologia, così come si evince bene dal commento, che ben si intende di piante e relativi fattori limitanti. Anche in un mio commento ad un post sul Global greening feci notare il fattore limitante dell’acqua, e non solo quella di precipitazione. È però indubbio che le piante (se ci si vuole limitare al classico Global greening) sono composte al 99,9% di cellulosa, amidi, lignina e via dicendo, tutta materia organica che si basa sulla CO2. Per quanto altri fattori possano essere limitanti, non si può certo negare che ad un aumento della CO2 non corrisponda una maggiore fertilità del mondo vegetale, specie dove questa esprime la sua massima floridità, ovvero nelle zone temperate umide, tropicali ed equatoriali, un po’ come avviene nelle nostre comuni serre. Il deserto non fiorirà, ma la biomassa vegetale aumenterà sicuramente, soprattutto laddove è già florida o potenzialmente florida.
C’è però da aggiungere, che la quasi totalità di quella CO2 ritornerà tale in tempi piuttosto brevi, sia direttamente che indirettamente, magari dopo aver preso qualche deviazione nel mondo animale o umano. Anzi, è molto probabile che si stabiliranno equilibri di consumo e liberazione di CO2 a livelli via via più elevati, che inseguiranno e si adegueranno all’aumento medio di CO2, ammesso che questo continui con tale ritmo.
Non vorrei andare fuori tema, ma il mondo vegetale, o comunque quel mondo “carbossivoro” più allargato, contiene altre forme di vita che non è facile ricondurre al Global greening, come ad esempio le alghe e relative praterie sottomarine, ma soprattutto gli unicellulari, sia marini che di acqua dolce. Decisamente non trascurabile inoltre, il contributo fornito dalla miriade di organismi marini che nutrono di CO2 i loro scheletri, gusci, apparati e via dicendo; ma qui si entra in un altro settore, ancor più collaterale.
Il mare, diversamente dalle terre emerse e dall’atmosfera, ha un rapporto con la CO2 molto diverso, così come con gli altri “nutrienti”, fatto di temperature, pressioni, equilibri chimici, correnti marine orizzontali e verticali, ecc. Gli organismi, dal canto loro, hanno esigenze di CO2 sia dirette che indirette, dove alla biomassa si affianca, come detto, l’enorme massa di gusci organogeni che assorbono CO2 dall’acqua. E a questo punto si entra in una rete di cicli biogeochimici sempre più complessi e in gran parte inesplorati.
Tanto per fare un esempio estremo, alla fine del Cretaceo, con regimi di CO2 anche 5-6 volte superiori a quelli attuali, c’erano equilibri biochimici inimmaginabili, con organismi marini caratterizzati da gusci incredibilmente più spessi, oltre a forme di vita a guscio calcareo gigantesche per gli standard attuali. Ma questa è un’altra storia, sebbene il mesozoico venga preso come standard tra i periodi più caldi della storia recente della terra, per portarlo come esempio per il prossimo futuro. Comunque questo blog è destinato a commenti brevi, suggerimenti e proposte, e non a lunghe discussioni. Mi scuso per la lungaggine e ringrazio l’autore per aver aperto il dibattito.
Gentile Brigante, sono io che ringrazio lei sia per il contributo (al di là delle mie conoscenze) sia soprattutto per la chiarezza che mi ha consentito di seguire tutto il ragionamento e di cui farò tesoro.
attualmente abbiamo intorno a 415 ppmv (con variazioni stagionali) e questo costituisce l’allarme più grave che mai abbia avuto questo pianeta, perché il CO2 è “inquinante”,
tanto inquinante che nelle mascherine ci respiriamo, sostituendone l’ossigeno con il CO2 (effetto noto della respirazione) raggiungendo livelli molto ma molto più elevati
eppure
ci obbligano a tenere la mascherina, e quindi a respirare il nostro stesso CO2.
Ma allora, questo CO2 è o non è “inquinante” ?
Possibile sia così semplice? Sia chiaro: non metto in dubbio neppure una virgola di quanto riportato nell’articolo. Però: ci dovranno pur essere scienziati e tecnici in buona fede in grado di capire la mistificazione di cui tutti stiamo iniziando a pagare le conseguenze (e temo che peggio verrà), tanto più se dimostrabile con dati inoppugnabili e formule chimiche elementari. Viene da pensare, più che ad una macchinazione planetaria, ad una sorta di maledizione che abbia colpito l’Occidente… tutti gli esperti, appena ne hanno l’occasione, si accodano. L’altro giorno un vulcanologo, intervistato sulle conseguenze nell’atmosfera dell’esplosione del vulcano sottomarino, si è lasciato sfuggire che le polveri resteranno a lungo sospese e limiteranno l’irradiazione solare. Ma subito dopo, senza che nessuno lo chiedesse, si è affrettato a precisare che questo fenomeno non sarà in grado di controbilanciare il riscaldamento di origine antropica……non illudiamoci, non ci salveranno nemmeno i vulcani!
io credo che la scienza sia semplice, forse perché ho avuto tanti insegnanti, specie al liceo ed all’università, che erano grandi divulgatori. Non solo in scienze (per chi avesse un’ora di tempo suggerisco di seguire una lezione del mio prof di italiano e latino https://www.youtube.com/watch?v=T65KKWJ6Okg).
Gli scienziati, intesi come specialisti di una particolare disciplina, possono solo approfondire le questioni ma le basi restano quelle che si apprendono al liceo. E se dicono cose che non si accordano con le nozioni basilari che tutti conosciamo, allora possiamo esser certi che non propongono una lettura scientifica della Realtà ma ideologica ,
“Scienziati e tecnici in buona fede in grado di capire la mistificazione di cui tutti stiamo iniziando a pagare le conseguenze” ci sono ma, non non essendo allineati all’agenda politico-economica-scientifica attualmente in voga, non trovano spazio come ha denunciato il prof. Crescenti su questo sito qualche giorno fa (http://www.climatemonitor.it/?p=56349) .
“It is unequivocal that human influence has warmed the atmosphere, ocean and land. Widespread and rapid
changes in the atmosphere, ocean, cryosphere and biosphere have occurred.” da Climate Change 2021
The Physical Science Basis
Buona lettura… il pdf è liberamente scaricabile.
Almeno una delle due fonti evidentemente sta semplificando troppo…
O esagera troppo 🙂