2020: l’alba dei morti inquinanti
La battuta del Consalvi, senz’altro folgorante, è ancora attualissima, e ci rende certi che sua eminenza confermerebbe in pieno la sua linea di pensiero se potesse conoscere monsignor Michael Jackels, attuale vescovo della sperduta arcidiocesi statunitense di Dubuque nell’Iowa. Sul sito dell’arcidiocesi, nascosto tra inviti alla vaccinazione, foto del Papa (che invita alla vaccinazione) e altri annunci, si trova questo documento dal titolo certamente non poco di impatto: “Alternative ai tradizionali metodi di sepoltura”
Il lettore che si chieda come possa entrare in questa rubrica un argomento del genere, a parte il classico “memento mori” di cui tutti ogni tanto dovremmo comunque tenere conto (e non basterà un vaccino o l’azzeramento delle emissioni di CO2 per evitare quel momento…), potrà proseguire di una sola riga, quando il prelato entra nel merito del suo comunicato, per capirne il motivo: “nel mondo muoiono 2 persone ogni secondo. Negli Stati Uniti circa 2 milioni e mezzo ogni anno. Le pratiche di sepoltura costituiscono quindi un problema ambientale significativo“.
Chiaro che per la Chiesa, almeno per quella tradizionale, la morte è solo l’inizio, e quindi il buon cristiano non dovrebbe preoccuparsene; che però debba preoccuparsi, morendo, del suo impatto ambientale piuttosto che del destino della sua anima, è un notevole capovolgimento di linea rispetto alla tradizione. Ma visto che il comunicato esordisce in modo così interessante, proseguiamo nella lettura:
“Si stima che più di 130 miglia quadrate di terra saranno necessarie per interrare i corpi delle persone che moriranno nei prossimi 20 anni. Si useranno risorse naturali per produrre bare, il terreno sarà riempito di colate di cemento e le acque sotterranee saranno inquinate dai liquidi di conservazione […] una singola cremazione utilizza 30 galloni di combustibile e la combustione rilascia inquinanti nell’aria.”
All’alba del Terzo Millennio abbiamo pertanto la conferma che morire è una brutta cosa: non tanto per il defunto in sé o per i suoi cari, ma perché, comunque la si giri, il morto inquina: se non viene cremato, perché consuma suolo e avvelena la falda freatica; e se viene cremato, perché i suoi resti mortali, bruciando, emettono CO2.
Anche se non viene specificato se le 130 miglia quadrate di terreno siano riferite ai morti “worldwide”, si ritiene da una piccola stima basata sui circa 500 mila corpi “ospitati” nei 60 ettari del cimitero maggiore di Milano, che in tutti gli USA serviranno poco meno di 30 miglia quadre per tutti i morti dei prossimi 20 anni. Se si ipotizzasse di tappezzare la stessa estensione di terra coi pannelli fotovoltaici tanto cari ai gretini di tutto il mondo, si riuscirebbe a stento a soddisfare il fabbisogno energetico della sola diocesi retta dal vescovo Jackels.
Evidentemente, però, il consumo del suolo e i danni all’ambiente valgono solo quando a consumarlo sono i nostri morti…
La morte ti fa “Green”
Ma se la stampa nostrana non ci dà mai una gioia e vede sempre l’avvenire nero, il monsignore ambientalista ci dà invece una speranza: “ci sono comunque opzioni verdi”. Meno male: se non possiamo seppellirci interi e non possiamo nemmeno farci cremare, si può sempre scegliere la “sepoltura verde” (“green burial”), che è un bel miglioramento dato che è a emissioni zero, e però ancora consuma suolo, visto che la tecnica prevede l’uso di sacchi biodegradabili per avvolgere il cadavere…una sorta di sindone “ecocompatibile”.
Morti, detergenti e contenti
Oppure, ed è l’ultimo grido della tecnologia, c’è l’idrolisi alcalina, che consiste nello “smaltimento sicuro del cadavere dopo lisciviazione”. Termini che diranno poco a chi non mastica di chimica, ma vale la pena ricordare che l’idrolisi alcalina dei grassi (come quelli accumulati nel corpo umano) è utilizzata per produrre sapone. Un concetto ritenuto forse non abbastanza politicamente corretto da meritare di essere sviscerato (è il caso di dire) dal monsignore.
Resta il conforto di poter tornare utili alla causa ambientalista così cara alla neo-chiesa in rito Black-Rock, magari trasformandoci in saponi con cui tirare a lucido i santi pannelli solari.
Pulvis es et in…stercore reverteris!
O infine, ed è il “non plus ultra” dell’evoluzione, c’è il compostaggio, che nel giro di un mese trasforma il cadavere, rinchiuso in un contenitore coperto di materiale organico, in concime per il terreno.
Dopo aver emesso da vivo tonnellate di CO2 e contribuito al Global Warming, all’innalzamento dei mari e alle caldane dell’orso bianco, almeno con la sua morte l’uomo potrà riscattarsi nutrendo qualche pianta: se Dio è ambientalista come questo pontificato sostiene, allora la trasformazione del corpo da custodia dell’anima a stallatico aprirà sicuramente le porte del paradiso.
Viene solo da chiedersi come il Foscolo avrebbe potuto trasformare l’incipit di una delle sue odi più celebri, fosse nato solo due secoli dopo: un’opzione potrebbe essere “All’ombra dei cipressi e del biocompost / confortato di pianto è forse il sonno…”
Gentile signor Beretta,
ho letto il suo articolo con interesse ma non condivido le conclusioni del suo commento finale.:”…la Chiesa non crede più nelle cose che ha insegnato in 2000 anni…”.
Trovo sia fuorviante e pericoloso -oltre che ingiusto- addebitare alla Chiesa ciò che è espressione di un membro (o di parecchi membri) di essa (dal semplice laico al porporato).
Si tratta di una distinzione fondamentale, da operare SEMPRE qualora si parli di Chiesa, pena uno sguardo superficiale e poco “scientifico” sulla realtà, proprio ciò che in questo sito -che seguo da anni e apprezzo moltissimo- si è sempre voluto evitare.
Per entrare nello specifico, la posizione della Chiesa riguardo ai corpi dei defunti è ed è sempre stata di grandissimo rispetto, in assoluto contrasto con quella dell’allegro monsignore statunitense del post. Non mi attardo ad illustrarla in quanto è spiegata benissimo in un breve documento emanato nel 2016 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (“Istruzione “Ad resurgendum cum Christo” circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione”) che invito a leggere (https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20160815_ad-resurgendum-cum-christo_it.html)
Possiamo dunque affermare che la bellissima citazione del cardinal Consalvi con cui inizia il post è proprio vera!
p.s.: a essere precisi ai tempi di Napoleone i secoli non erano ancora 20, ma oggi sÌ 🙂
Gentile Chicca , le rispondo con piacere (credo si evinca dal post) da cattolico. Sì, è vero: in teoria è ancora in vigore il catechismo stilato dall’allora cardinal Ratzinger, che ribadisce l’insegnamento bimillenario della Chiesa. Ma se i preti non lo insegnano più e i pochi che lo fanno vengono messi a tacere quando non rimossi dalle gerarchie, se addirittura viene bandito un rito liturgico solo perché in latino, e se in TV i pochi “cattolici” che si vedono parlano non di Cristo ma di global warming, accoglienza e vaccini…beh allora mi trovo in disaccordo con lei: non è solo il numero uno a deviare, ma gran parte dell’istituzione. Non tutta, ma gran parte (che poi è pure quella che conta)
Questa mattina sono andato a messa, dopo la sbornia della COP 26. Tutto mi sarei aspettato, tranne che sentire, durante l’omelia, citare G. Thunberg: tutti dovremmo seguire l’esempio di questa ragazzina, ha detto il celebrante, per proteggere il creato. Mi stava andando di traverso anche il cervello! 🙂
Ciao, Donato.
Ci sarebbe anche un’altra cosina di poco conto in questa faccenda, una sciocchezzuola che i alcuni si ostinano a definire “dogma”: la resurrezione della carne (sapete, quella roba che si dice appena prima di “la vita eterna, amen” alla fine del Credo, da circa diciassette secoli).
Rispondo ad Alessandro e a tutti quelli che hanno commentato questo post, approfittando per ringraziarli dell’apprezzamento.
Più o o meno tutti avete evidenziato, senza dirlo esplicitamente, che la Chiesa non crede più nelle cose che ha insegnato in 2000 anni (esattamente come lo Stato non crede più nella democrazia). Il risultato è grottesco ed è sotto gli occhi di tutti: in questo che è un blog che si occupa principalmente di clima ho riportato questo fatto, ma si potrebbero citare presepi equivoci, preti che celebrano in monopattino o in costume da bagno, ecc ecc.
Purtroppo però il punto lo ha centrato Rocco: l’ambientalismo radicale forse perfino inconsciamente ha un unico grande nemico: l’essere umano. E non sarà soddisfatto finché non lo avrà sconfitto
Per una pura coincidenza ho letto questo (splendido) post immediatamente dopo aver sentito da un TG dell’ultima esternazione “ambientalista” del Papa:
“Il tempo sta finendo, affronteremo il giudizio di Dio se saremo incapaci di curare il creato”.
E quello che era stato il mio pensiero è stato immediatamente rafforzato.
La Chiesa si è buttata a capofitto nella narrazione de “l’Apocalisse climatica sta arrivando” non solo perchè da quando ha (fortunatamente) perso il potere temporale sta piuttosto attenta a non andare troppo contro il “pensiero mainstream” promosso dal potere economico, tranne generiche e innocue “omelie” contro il sistema consumistico che lascia in secondo piano il trascendente ecc. ecc.
Ma anche, e io credo soprattutto, perchè questa è un’occasione PERFETTA per applicare una tattica di cui la Chiesa Cattolica (e mi chiedo se forse ancor più delle altre religioni monoteistiche) è MAESTRA da secoli:
la COLPEVOLIZZAZIONE.
Di per sè la Chiesa, che tratta del “trascendente”, avrebbe potuto dire “Abbiate fede, Dio è con noi e ci salverà dall’Inferno climatico in Terra”.
Ovviamente ha scelto l’opposto, come lo ha scelto DA SEMPRE, con le preghiere e le processioni per far cessare “la Peste mandata da Dio per punire i nostri peccati”, le inondazioni “mandate da Dio” per gli stessi motivi ecc. ecc.
Colpevolizzare, far sentire l’uomo “peccatore” e che deve “fare ammenda”, “espiare”, è un modo fantasticamente efficace per CONTROLLARE le persone.
E quali sono, AL MONDO, le forze “PIU’ COLPEVOLIZZATRICI”?
Pur contando io tra queste anche un importante partito politico italiano :D, per non fare accenni politici lo ometto e declamo il resto del mio elenco:
la Chiesa, il Femminismo, L’ONU, e Greta Thunberg.
Ora, la narrazione AGW è sostenuta da ben tre di queste forze “globali”.
Ed evito di cercare in rete se il #metoo ha preso posizione, per non deprimermi ancor di più.
L’idea del vescovo dello Iowa mi pare perfettamente in linea con questo incallito atteggiamento cattolico di “creare problemi psicologici” attraverso la colpevolizzazione.
Adesso il “povero cristiano”, oltre a non irritare la divinità “riscaldando il pianeta”, non dovrebbe più preoccuparsi solo di morire “in Grazia di Dio”, ma dovrebbe anche preoccuparsi di “non inquinare” con i suoi resti mortali.
Per chi non lo fa, quanti anni di Purgatorio?
Immagine allegata
ovviamente il cadavere sarà trasportato a spalla fino al campo da concimare o meglio usare un carro funebre elettrico.
ma per risparmiare ulteriormente risorse si potrebbe usare il metodo Totò, ossia andare al campo santo prima di morire.
Ma, chiedo, visto che la causa del problema ambiental-climatico è antropico, non basterebbe semplicemente eliminare gli umani?
Ma forse questa soluzione definitiva sarà già stata proposta da qualche intransigente movimento ambientalista.
potrebbero incominciare con l’apoptosi i salvatori del pianeta per dare il buon esempio.
Già immagino lunghe file di topolini verdi seguire la pifferaia, condotti sulle bianche scogliere di Dover e lanciarsi nel mare in pasto alla fauna marina.
Un pianeta senza qualche miliardo di ambientalisti si che si salva!
Andrea,
quella del vescovo è senz’altro una posizione non so quanto condivisa. Io non la condivido, ma era prevedibile.
Per il resto le tue considerazioni sono estremamente pertinenti con quello che è il comune sentire del movimento ambientalista: va bene tutto, purché si emetta meno CO2 et similia. Il problema di tutto ciò, non è tanto la fine che faremo da morti: mi preoccupa poco o nulla, ma quel che ci potrebbe succederci da vivi. Se questa “filosofia” dovesse essere applicata ai vivi, sarebbero dolori! Il guaio e che c’è già qualcuno che ci sta pensando. 🙂
Ciao, Donato.
Post stupendo! Noi abbiamo sempre tanto da dire su tutte le stupide “lotte per il clima” ma questo è un caso che esula totalmente dalle pratiche normali e, almeno io, non possiedo le parole giuste per commentare: è tutto troppo “fuori”, anche dal livello minimo della logica, e diventa puro fanatismo.
Leggevo ieri del fatto che la CO2 emessa durante gli spostamenti per le COP è poca cosa rispetto al totale e che vale la pena emetterla. Invece per la sepoltura dovremmo avere il decalogo del verde più verde, secondo il vescovo. Buffoni! Franco