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Flusso di (in)coscienza

Una serata trascorsa in viaggio, di quelle in cui non hai voglia di fare e di pensare a niente di importante, e quindi ti trastulli con il cellulare, leggi cazzate online e le condividi con gli amici che ti restituiscono cazzate ancora più grosse. Trattandosi di clima-cazzate, le condivido volentieri anche con i blogger del Villaggio, senza nessuna pretesa se non quella di coinvolgervi in questo “flusso di (in)coscienza” che di Joyce (purtroppo) non ha proprio niente.

  • Fridays for elections

Si vede appena la luce, alla fine del tunnel del Covid che ha costretto i giovani di mezzo mondo a vivere reclusi come animali in gabbia per gli ultimi 18 mesi. Le scuole hanno appena riaperto, e cosa fanno i nostri ragazzi?

Scendono in piazza. Non per godere della ritrovata libertà, bensì a protestare perché vorrebbero morire di freddo e restare disoccupati a vita nel nome della “transizione energetica”. La prima riflessione è consolatoria. Il lockdown non li ha cambiati: mi sembrano clima-rincoglioniti esattamente come due anni fa.

Mi chiedo se qualcuno ha mai fatto lo sforzo di notare che gli eventi dei Frydays for Climate si sovrappongono per intensità e risonanza sui media in modo perfetto con le più importanti scadenze elettorali europee. Immagino di no.

Eppure le più imponenti (e reclamizzate) manifestazioni dei clima-scioperati risalivano del tutto casualmente alle scorse elezioni politiche europee. Al termine delle quali, con malcelata baldanza, i partiti più vicini all’agenda “green” avevano imputato i loro successi proprio alla caciara salvamondista scatenata dalle scuole di ogni ordine e grado pochi giorni prima del voto (ne avevamo parlato).

In occasione del voto tedesco degli scorsi giorni, altrettanto decisivo per i destini europei (giacché quello che si fa in Europa viene ormai deciso esclusivamente in Germania) ecco che gli studenti vengono buttati nuovamente fuori di casa, strappati con dolore lacerante alla playstation e mandati in piazza con cartelli di protesta pre-cotti degni del compianto Aldo Biscardi, ma che invece di chiedere la moviola in campo, inneggiano a Greta.

Stavolta l’esito della mobilitazione è stato meno generoso del previsto, giacché i verdi tedeschi hanno raccolto un deludente 15% di voti, un dato inferiore di quasi 15 punti rispetto ai fasti dei sondaggi di pochi mesi fa.

Cosa ancora più preoccupante, i giovani tedeschi si sono divisi a metà dal punto di vista elettorale: da una parte i gretini, e dall’altra quelli che hanno votato per il Partito Liberale. Un partito, quest’ultimo, molto più attento ai temi del lavoro, della libertà di impresa e della crescita economica piuttosto che alle clima-cazzate.

Una considerazione che avrà fatto rizzare le squame dei trilionari monopolisti di rito neo-trotskista: non sarà mica che la giovane carne da cannone osa pensare con la sua testa e pretende persino di tutelare il suo benessere e il suo futuro lavorativo?

  • Prima o poi trovi qualcuno più virtuoso di te

Sarà per questo che da Davos e dintorni devono aver deciso di correre ai ripari. Mi arriva infatti una segnalazione su Telegram: pare che ci sia una nuova Greta pronta a scaldare i motori, che si spera abbia più fortuna della “Greta cinese” di cui abbiamo parlato e già caduta nell’oblio.

Che le quotazioni dell’originale fossero in ribasso era stato già suggerito dal suo recente innamoramento per temi altrettanto cari ai trilionari neo-bolscevichi, ma che col clima avevano poco da spartire (leggi neo-malthusianesimo declinato nella sua forma più “nobile”: quella dell’aborto).

Ma il punto è che nella corsa al virtue-signalling e nella scalata alla piramide della preferibilità sociale concepita a Cupertino e dintorni, prima o poi troverai per forza qualcuno ancora più virtuoso di te. La nuova Greta si chiama Vanessa Nakate, viene dall’Uganda, e quando si incazza cita Black Lives Matter. Pare sia persino capace di sorridere. Tra le due non c’è partita. Almeno, fino a che non verrà fuori una nuova attivista con qualche altro attributo socialmente superiore.

Fatto sta, Greta sembrerebbe destinata a fare una fine alla Morozov: cancellata con un tratto di penna perché non più utile alla causa, magari come quegli orchestrali inglesi recentemente licenziati perché troppo bianchi.

O forse no. Forse è solo un fatto di crescita: quando sei minorenne educhi i tuoi coetanei a vivere nel terrore della catastrofe climatica. Poi quando sei diventata maggiorenne, puoi educare la stessa carne da cannone a non moltiplicarsi. In fondo è un concetto romantico: è un crescere insieme ai tuoi fan, un po’ come per Harry Potter. L’Harry Potter di Depressolandia.

  • Cambio (canale)

Nel frattempo un amico mi manda un link ad un articolo di Repubblica, titolo: “Le foreste sono un terzo dell’Italia: i boschi aumentano ma il cambio climatico li minaccia”. Dalle parti di Repubblica la fotosintesi clorofilliana resta argomento ostico e misterioso, eppure il concetto sarebbe semplice: aumenta il tenore di CO2, prosperano le piante.

Non a caso il “greening” italiano è allineato a quello del resto del mondo, fenomeno noto come “Global Greening“. Anzi, fenomeno per nulla noto, giacché non se ne può parlare.

Aggiungiamoci l’abbandono delle campagne italiane, complici anche certe politiche talmente “Green” da indurre i contadini a gettare via l’aratro. Magari per campare di redditi di cittadinanza, o nella speranza che passi il tedesco di turno ad elargire l’agognato “reddito di pannello“. Ma anche questo tema non scalda certo il cuore di Repubblica.

Resta il dubbio su quel “cambio climatico”… Mi chiedo se i boschi siano minacciati anche dal cambio del guardaroba. Dal cambio della guardia. O dal cambio automatico. Nel frattempo cambio canale…

  • E torno alla “nuova Greta”

E leggo che nel suo intervento a Milano ha apostrofato (come da copione) le autorità presenti accusandole di non “spendere abbastanza” (per combattere la fotosintesi clorofilliana, si intende). Vuoi o non vuoi, questi giovani “ribelli” sempre di soldi finiscono per parlare. Ché saranno pure tanto ribelli, ma la sensazione è che il pensiero fisso sia sempre rivolto alla paghetta.

Vanessa sostiene che gli africani “non possono mangiare carbone e bere petrolio”. E nessuno che faccia notare alla giovane attivista che proprio il suo Paese lega le promesse di imminente crescita economica alla recente scoperta di immensi giacimenti di petrolio, e agli investimenti ad essi collegati. Se gli ugandesi potranno mangiare di più nei prossimi anni, sarà  grazie al petrolio, e non alle climacazzate.

E infine il tributo a “BLM”. Battaglia politica sicuramente alta e nobile quest’ultima, ma difficilmente declinabile in termini climatici (ne abbiamo parlato). Tanto più che proprio il suo paese conosce molto bene quello che è stato probabilmente il più grande genocidio a sfondo razziale del dopo-guerra: il massacro di quasi un milione di Tutsi ad opera degli Hutu, nel confinante Ruanda.

Un genocidio razziale che per qualche strana ragione non è molto popolare, nei circoletti di Washington o di Bruxelles. Perché sarà pure vero che “Black Lives Matter”. Ma quando si massacrano tra loro, che sia in Ruanda o nei vicoli di Chicago, le vite dei neri sembrano non importare proprio a nessuno.

In attesa che gli slanci revisionisti di qualche università californiana ridefiniscano il genocidio ruandese come conseguenza del climate change (piovevano machete dal cielo, invece che gocce d’acqua?) un ultimo particolare rapisce la mia attenzione. In una sua foto vedo in bella evidenza il logo del Rotary su maglietta d’ordinanza verde.

Mi viene pensare che il Rotary salverà il Mondo. Li immagino a sguainare la spada in circoli e salotti per fare strage di molecole di CO2. A cominciare dalle sezioni ugandesi. Perché l’Uganda, come tutta l’Africa, ha un solo problema: c’è troppa CO2. Tutto il resto, invece, va a gonfie vele.

Qualche pannello e qualche mulino a vento in più, e l’Uganda sarà la Svizzera d’Africa. Perché Black Lives Matter.

——————-

Il flusso di incoscienza e la mia serata si concludono qui.

Triste e ridicolo, è il crepuscolo della civiltà occidentale.

 

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Published inAttualità

29 Comments

  1. Brigante

    Il flusso di inconsapevolezza di questi giovani suggerisce tenerezza e spavento, per quanto sono incoscienti e manipolabili! Glielo avranno detto alla giovane ambasciatrice dell’Uganda che il suo paese, nonostante la fame le malattie e le guerre etniche, ha visto decuplicare la sua popolazione negli ultimi 60 anni? Da 5 a 50 milioni di persone!? E che nei prossimi 30 anni raddoppieranno, su un territorio che è poco più di metà dell’Italia? A cosa saranno dovuti i cambiamenti ambientali del suo paese fino ad oggi? Cosa succederà nei prossimi 20-30 anni? Invece di interrogare l’oracolo dell’IPCC, o pregare i profeti della rivoluzione energetica ed ecologica, perché non provano ad affrontare il primo vero, unico, incombente problema mondiale dell’incremento sconsiderato e asimmetrico della popolazione? Ma forse nei comodi salotti di Milano si evita chirurgicamente di parlarne, caso mai venissero fuori discorsi di solidarietà internazionale e simili! Grazie per l’articolo, come sempre dosato ma gustoso!

  2. Mario

    Per il Sig. Maurizio Rovati.
    Gentile sig. Maurizio, purtroppo il mio livello di conoscenza dell’inglese mi impedisce di capire compiutamente il discorso della Sig.ra Sabine Hossenfelder nel video che Lei ha collegato. Mi sembra di aver capito che in tutti i numerosi esperimenti di fusione condotti in tutte le parti del mondo, con le diverse tecnologie adottate, non si è mai riusciti ad ottenere dal plasma, creato, una energia pari o superiore a quella che è stata usata per crearlo (bilancio negativo).
    Non mi è sembrato di capire che c’è una legge fisica insuperabile, tipo quella che dice che la velocità della luce è insuperabile secondo la teoria della “relatività ristretta”.
    Perciò la “fusione” nucleare non è una “bufala”; e neanche dire che un giorno si riuscirà ad ottenere un “bilancio positivo” tra energia in entrata ed energia in uscita è una “bufala”, si può dire che sia impossibile, improbabile, antieconomico, insostenibile ecc. ecc. ma non “bufala”
    Non ho una formazione scientifica (che è pari quasi a zero) per contestare quello che dice la Sig.ra Sabine Hossenfelder; decine di autorevoli scienziati sono più o meno sulle Sue stesse posizioni altre decine di scienziati sostengono che si una ricerca molto promettente.
    Quello che viene “sparato” sui titoli dei giornali o nei siti internet, per guadagnare lettori, non mi interessa.
    Ma una “bufala” è quando si diffondono notizie, dati o quant’altro, provatamente falsi, per burla o per un qualche tipo di tornaconto; e, a meno di sostenere che cè una lobby, un’associazione, un gruppo di complottisti, che sostengono la ricerca sulla “fusione” per il proprio interesse, per avere “lauti stipendi” od altro, pur sapendo che è una ricerca che non porterà assolutamente a nessun risultato, non mi sembra di poter parlare di “bufale”.
    “Alla fine del dicembre 1938, esattamente nella notte tra il 17 e il 18, due chimici nucleari tedeschi, Otto Hahn e il suo giovane assistente Fritz Strassmann, furono i primi a dimostrare sperimentalmente che un nucleo di uranio-235, qualora assorba un neutrone, può dividersi in due o più frammenti dando luogo così alla fissione del nucleo (fu la chimica Ida Noddack ad ipotizzare per prima la fissione nel 1934, mentre i fondamenti teorici si hanno grazie a Otto Frisch e a sua zia Lise Meitner). A questo punto per i chimici e fisici iniziò a prendere forma l’idea che si potesse utilizzare questo processo, costruendo dei reattori che contenessero la reazione, per produrre energia o degli ordigni nucleari” (Da Wikipedia).
    “La centrale nucleare di Obninsk (in russo Обнинская АЭС), chiamata anche APS-1 Obninsk, è stato il primo impianto nucleare per elettrogenerazione al mondo. Nato come reattore per la produzione di plutonio weapon-grade (cioè contenente almeno il 90% di isotopo 239[1]) per bomba nucleare, le fu aggiunta una turbina da 5MW per la produzione di energia elettrica nel 1954” “Da Wikipedia”.
    Meno di venti anni.
    L’utilizzo dell’energia nucleare è ineludibile, secondo me, a meno di ipotizzare un ritorno alle origini per l’umanità (decrescita felice o infelice a secondo delle opinioni) che sia “FISSIONE” (attuale) o “FUSIONE (futura).
    Non sono ferrato nelle materie scientifiche, ma mi piace informarmi sulla storia del genere umano, e storicamente quando si delinea un obbiettivo vantaggioso o necessario, difficilmente gli essere umani lo mancano.
    Secondo me la “fusione” si farà anche se io non lo saprò mai a meno che non arrivi a cento anni o più (cosa possibile quanto improbabile) e, come ho già scritto qui da qualche parte, la prima centrale a “fusione” per la produzione di energia elettrica sarà, probabilmente, cinese.
    Cordiali Saluti 🙂

    • maurizio rovati

      Gentile Mario. Rispondo in breve scusandomi per l’OT con gli altri lettori.
      . Youtube offre la traduzione dei sottotitoli che basta attivare cliccando sulle icone in basso a destra del video. Devo dire che ultimamente la qualità delle traduzioni è migliorata.
      .. La fusione non è impossibile fisicamente, è solo l’approccio tecnologico su cui si basano i vari progetti che probabilmente non ha futuro.
      … La Hossenfelder sostiene nel video che la comunicazione ai media e alla politica sia stata manipolata per garantire la continuità di questo progetto colossale, in particolare è stato usato un fattore di rendimento (Q) che non tiene conto di tutta l’energia richiesta per il mantenimento della reazione, ma solo di una piccola parte, circa un decimo del totale. Questa è la bufala! Le dichiarazioni rese dai responsabili del progetto sono false per omissione di importanti dettagli.
      …. Anche Freeman Dyson (fisico nucleare e matematico recentemente scomparso) aveva chiaramente detto che la ricerca sui reattori a fusione per generare energia era in un vicolo cieco.
      ….. Ovviamente chi basa il suo sostentamento su questo progetto ha probabilmente idee diverse, ma, chiaramente, non stiamo parlando di Scienza.
      Cordialmente. M.

  3. rocco

    suvvia, signori è inutile ripeterlo all’infinito: l’ambientalismo è una religione che fa politica.
    Che la Greta sia stata fatta scendere in campo per arginare l’orda sovranista è un dato di fatto inequivocabile; anche il vboto dei giovani è utile e come tutti i giovani sono più facilmente plasmabili (sopratutto quando li si invita a marinare la scuola).
    L’argomento ambiente, per cui si fa credere che tutto il bailamme climatista serva per salvare orsi polari, è lo specchietto delle allodole.
    L’ambiente da salvare sono i giardini ed i parchi dei multimiliardari del mondo della finanza: la paura fa vendere di più!
    Lasciamo perdere i circhi equini delle varie COP, a proposito di grenning:
    “Widespread phytoplankton blooms triggered by 2019–2020 Australian wildfires” https://www.nature.com/articles/s41586-021-03805-8 , ebbene pare che il fumo degli incendi australiani ha provocato una incredibile fioritura di fitoplancton.
    E dicono che la CO2 sia un inquinante?
    Gretinate da ambnientalisti!!!

  4. …per il tipo(Flick e Flok 95), i danni del 68 sono svariati e pesanti, ma mi limito a citare i dirigenti e svariati politici oggi al potere, che era poi quello che allora contestavano!

  5. AleD

    niente, a questo mondo non si fa più nulla di buono, mica come una volta eh… più che un villaggio ormai qui è una valle di lacrime. solo critiche, null’altro. ma buttar li qualche suggerimento o riportare ogni tanto una notiziola che sproni le giovani generazioni a far qualcosa di utile no? non avete argomenti integrativi a parte le critiche perculatorie a prescindere?

    • Massimo Lupicino

      Comincia tu, dai il buon esempio.

    • Mario

      “Fusione” nucleare, per me 🙂

    • maurizio rovati

      Rispondo a Mario, AleD mi scusi…

      Gentile Mario. La fusione (la ricerca di un sistema efficace per poterla sfruttare) è ampiamente una bufala allo stato attuale e per il futuro non promette niente di buono, a parte gli stipendi che genera per coloro che vi “lavorano”. Il compianto Freeman Dyson se ne era accorto, come si era accorto delle esagerazioni ambientaliste sul clima.
      Casualmente ieri mi sono imbattuto in un pezzo di Sabine Hossenfelder proprio sullo stato dell’arte… da far cadere le braccia e altro, per il livello di manipolazione delle informazioni che poi circolano sui media.
      Se mi è consentito, lascio il link:

  6. Luigi Mariani

    Caro Massimo,
    PreCOP26: adolescenti senza cervello che ricevono lodi sperticate da potenti scriteriati. Sul piano antropologico questo meeting ci ha offerto una prospettiva davvero inquietante. Capisco che di marchette se ne debbano fare tante per conservare il potere ma qui siamo veramente al grottesco.

    • Massimo Lupicino

      Caro Luigi il pensiero più penoso per me è che le marchette le facciano proprio questi giovani, per ricavare visibilità e fama in questa epoca che campa di fenomeni social da baraccone, e in cambio svendano (inconsapevolmente, perché non hanno gli strumenti per capirlo) il loro stesso futuro e quello delle generazioni successive ai potentati finanziari che sfilano soddisfatti davanti a cotanto “impegno”. Questo, è il pensiero che mi fa più male.

    • Andrea Beretta

      Luigi
      I giovani sono già stati recentemente usati per fini altri. Parlo del 68: io non c’ero, ma i miei genitori mi hanno raccontato del clima che si respirava. E non è uscito nulla di bene, da quegli anni. Ora è evidente che i figli del sessantotto (quando non addirittura loro stessi, dato che non sono poi così vecchi) ci stanno riprovando…del resto il “divide et impera” non lo hanno inventato di certo loro. Mettono contro settori di civiltà e si godono lo spettacolo. I giovani, che sono ovviamente i più impressionabili e manipolabili, sono perfetti ai loro scopi

    • flick95

      E quali sarebbero i danni del ’68?? un elenco per cortesia, tanto per prendere le misure.

  7. La notizia dell’incremento delle aree forestali italiane (di fatto enorme, si parla di un aumento del 20-25% solo negli ultimi 30 anni) è stato dato, incredibilmente, qualche sera fa anche dal TG1 delle 20, ovvero uno dei maggiori ripetitori delle veline del MinTerPop (Ministero per Terrorizzare il Popolo) sui “cambiamenti climatici”.
    Con pure la premessa “ed ora una buona notizia!”.

    Naturalmente non si è neppure accennato al “Global Greening”, inducendo l’ignaro spettatore a chiedersi se questo risultato fosse da annoverare ad una qualche inaspettata “virtuosità ambientalista” italiana.
    “Nell’anno degli Europei di calcio, delle Olimpiadi e Paralimpiadi, un altro trionfo per il nostro Paese, un paese di Santi, Navigatori e Ambientalisti! Spezzeremo le reni alla CO2!”.

    • FabioDue

      Ad onor del vero, mi risulta che l’incremento della superficie delle foreste sia in atto perlomeno dal 1950. Dunque occorrerebbe capire quanta parte sia imputabile alla crescita della CO2 (che in effetti è un buon “concime”) e quanta all’abbandono di numerosi terreni coltivati che in passato erano a bassa resa (oggi chissà).

    • @FabioDue
      Se il Global Greening fosse un fenomeno italiano potrei avere il dubbio che sia associato, almeno in gran parte, all’abbandono della coltivazione di terreni a bassa resa.
      Per quanto, in realtà, anche i terreni coltivati, se si estendono, vengono oggi contati come aumento del “greening”.

      Ma è un fenomeno globale, planetario, che va comunque contro lo scenario di “foreste che scompaiono” e “inaridimento del pianeta”, nonostante il crescente uso dei terreni per le coltivazioni che servono a sostentare una popolazione mondiale raddoppiata negli ultimi 50 anni.

      Sono tutt’altro che ferrato sull’argomento ma è facile trovare riferimenti a studii che affermano cose come:
      “Greening is pronounced over intensively farmed or afforested areas, such as
      in China and India, reflecting human activities. However, strong greening also occurs in biomes with low human footprint, such as the Arctic, where global change drivers play a dominant role. Vegetation models suggest that CO2 fertilization is the main driver of greening on the global scale, with other factors being notable at the regional scale”.

      https://brage.nina.no/nina-xmlui/bitstream/handle/11250/2632543/BjerkeCharacteristicsEnvironmentNatureReviewsEarthEnviron2019%20.pdf

      Per quanto già si veda che anche questo effetto, che (forse per mia ignoranza?) dovrebbe essere ritenuto in sostanza una benefica retroazione della natura (aumento di CO2 –> aumento di elementi che fanno diminuire la CO2), è pronto per finire sul banco degli accusati climatici, quale fattore potenzialmente “dirompente” ad ulteriore scapito di un presunto “equilibrio” già rotto da quel cattivone dell’uomo occidentale:

      “A recent JRC-led study provides novel and robust evidence that vegetation is increasingly controlling the heat and evaporation fluxes at the Earth’s land surface, ultimately leading to an intensification of the terrestrial water cycle, and that this effect is likely to be exacerbated by climate change”.

      https://ec.europa.eu/jrc/en/science-update/global-greening-increasingly-shaping-nature-s-energy-flows-and-climate

      Comunque, che all’inizio del terzo decennio del XXI secolo e mentre rischiamo di buttarci a capofitto in “politiche climatiche” basate sul business (e sulla paura indotta) molto più che sulla Scienza, qualche scienziato ritenga di dover scrivere

      “Our findings have uncovered an important research gap that has not been considered until now, which is the need for Earth system models to incorporate data and processes about how humans are using land. These factors are essential for us to understand as we continue to look at the Earth’s plant cover and consider how green leaf area can help—or hinder—our efforts to reduce the amount of greenhouse gases in the atmosphere and combat climate change”.

      https://www.bu.edu/articles/2019/humans-are-officially-greening-the-earth-is-that-a-good-thing/

      mi sembra l’ennesimo indizio che all’attendibilità dei rozzi modelli IPCC c’è meno gente che ci creda, soprattutto in ambito scientifico, di quanto venga fatto immaginare dai media.

  8. luciano mancinelli

    W il ns. villaggio; gradirei da Lupicino oda qualche web che mi si chiarisca con critiche serie: batterie-macchine elettriche, nuove (4 gener. ) centrali nucleari-eco, vari green.
    E’ ora che il ns. villaggio cominci a picchiare forte sui romani e ……….!
    luciano m.

    • Massimo Lupicino

      Caro Luciano sicuramente non ho la verita’ in tasca e le tue richieste sono molto… variegate diciamo 🙂 il Villaggio fa resistenza da molti anni, e quindi scorrendo tanti dei post del passato troverai spunti interessanti sulle questioni che sollevi, anche da parte di nostri bloggers che lasciano interessantissimi commenti in materia 😉

  9. Cristiano

    L’intervento è bellissimo. Quello che è triste è lo spettacolo del banchiere che ci ha salvati tutti con l’aparteid sanitario, prosternato (per promettere soldi nostri?) davanti a una bambina disturbata e una giovane africana che sostiene che il problema del suo paese sono i cicli (naturali) di piogge e siccità, come se miseria, odio interetnico, malaria e altre cosette non esistessero.
    Un sentito ringraziamento per avermi fatto notare la maglietta targata Rotary, che mette molte cose nella giusta prospettiva!

    • Massimo Lupicino

      Grazie Cristiano. Una sola sottolineatura, visto che non tutti conoscono le regole non scritte di questo Blog. Facciamo sempre in modo di non parlare di politica italiana. Al piu’ di politica estera (che indubbiamente ci riguarda). Ma il problema della politica italiana e’ che, come recita un proverbio (inglese mi pare): “Un italiano, una brava persona. Due italiani, una lite. Tre italiani, tre partiti”.

      Per evitare liti e per evitare di scadere (visto il livello della politica nazionale da qualche decennio a questa parte), la politica italiana la teniamo volentieri fuori, anche nei commenti 😉

    • flick95

      In altre parole, Lupicino può far politica usando il clima come scusa, gli altri sono invitati a parlare d’altro. Contenti voi….

    • Massimo Lupicino

      PS Cristiano dall’illuminato intervento di Flick avrai capito perfettamente perché certi lussi su questo forum non ce li possiamo permettere.

      In fondo, diciamo la verità, non ci perdiamo proprio niente perché la politica italiana da almeno 20 anni è riflesso di fatti, dinamiche e pressioni che italiani non sono. Quindi non scendendo nel misero particolare nostrano non ci perdiamo proprio nulla. Semmai ci risparmiamo polemiche sterili che ci portano fuori strada…

  10. UbertoCrescenti

    Sempre illuminanti le riflessioni di Massimo Lupicino. Quanta tristezza però difronte alla gran cassa catastrofista che ormai ha contagiato la nostra società. Quanta tristezza vedere i nostri capi di stato inclinarsi di fronte alle gretine che ormai rappresentano la verità climatica assoluta in barba a tanti studiosi non asserviti al potere finanziario-politico. Mi è tornato in mente la notizia dei tre Rettori (Università di Brescia, L’Aquila e Teramo) che con una allegra compagnia (ed ovviamente televisioni) a metà del mese scorso hanno scalato il canalone del Gran Sasso d’Italia ove è presente il ghiacciao del calderone, il ghiacciaio più meridionale d’Europa. Alla constazione della grande riduzione del ghiaccio hanno dichiarato che tale situazione è causata dal riscaldamento globale del nostro Pianeta causato dall’uomo. Ne hanno parlato anche diversi giornali. E’ ovvio che tale riduzione è legata al riscaldamento globale ma non può essere la prova della responsabilità dell’uomo come invece hanno trionfalmenntee affermato. Poveri ignoranti. Se avessero lletto un articolo pubblicato sui Quaderni della Società Geologica Italiana del 2007 avrebbero letto un importante articolo di Carlo Giraudi (geologo dell”ENEA) dal titolo:”Le variazioni climatiche in Italia Centrale negli ultimi 10.000 anni”. In queso articolo così è riferito proprio in merito al ghiacciaio del Calderone: “Il ghiacciaio del Calderone, scomparso nella prima parte dell’Olocene e nel Medio Evo, è ancora presente al g iorno d’oggi, anche se estremamente ridotto……… E’ quindi probabile che nel corso di alcuni periodi, di durata imprecisabile, la temperatura abbiia raggiunto valori superiori a quella degli utimi decenni.” Ma nel Mediio Evo c’era pure l’Uomo inquinatore e responsabile del riscaldamento globale?
    Uberto Crrescenti

    • Massimo Lupicino

      Grazie Umberto, troppo buono. Io una idea sui “grandi” che si inchinano ai gretini me la sono fatta. Questi sono gli stessi (ex)ragazzini invitati a Davos gia’ anni fa dagli stessi profeti del “Gran Reset”. Si spellavano le mani, i miliardari di Davos a sentire il blablabla di Greta. L’unica spiegazione e’ che fossero contenti della buona riuscita della performance. Vengono usati i ragazzini per mandare avanti agende in realta’ distruttive e inaccettabili per la classe media dell’Occidente, dando loro una copertura “climatica” e “salvamondista”.

      I “grandi” che applaudono questi ragazzini lo fanno perche’ contenti della loro performance. Quanti secoli sono che si usano ragazzini come pretesto? Non a caso cito spesso Morozov. E’ solo un film che si ripete, a mio modo di vedere…

    • Massimo Lupicino

      Grazie a te Alessandro. Usare il cervello non fa vivere bene, ma meglio sapere di che morte devi morire, che vivere come un animale. O no?… Riguardo al futuro, permettimi di essere scettico riguardo alle previsioni climatiche, quale che sia il loro segno.

      L’unica certezza che abbiamo e’ che la Terra, presto o tardi, andra’ incontro ad una nuova glaciazione. E allora saranno veramente cavoli amari. Ma come scritto in altre occasioni, quand’anche questo dovesse succedere, inizialmente giocherebbero con i dati per dire che non e’ vero. Infine, direbbero che fa freddo perche’ fa caldo. Alla fine della fiera, l’unica cosa che importa a chi realmente comanda, e’ portare il Mondo nella direzione voluta. Il clima e’ solamente una ridicola scusa.

    • Diego

      Già, giusto, Archibald, un altro che prende un periodo di tre anni e ne deduce una tendenza. La stessa cosa che facevano quando non si parlava d’altro della “pausa”, dello “hiatus”, e poi si è visto come è andata a finire. Aspettiamo per l’era glaciale, serviranno qualche centinaio di migliaia di anni, ma vabbé…

    • Alessandro2

      @Massimo. D’accordissimo: time will tell. Magari avrà avuto ragione Archibald, chissà. Alla faccia degli scettici (@Diego].
      Mi associo all’ironia di flick95 qui sopra: facciamo che quando la questione è politica – e qui E’ politica – e riguarda anche l’Italia si può serenamente, pacatamente, ironicamente magari parlare anche di politica italiana? Paletti qui non ce ne sono mai stati, nei limiti ovviamente del buonsenso e dell’educazione. Perché limitarci a (far finta di) parlare solo di politica estera? Questo divieto imposto ai commentatori – ma non agli autori – è l’unica regola che non ho mai capito del nostro fantastico blog.

    • Massimo Lupicino

      Caro Ale, la regola e’ imposta dal fatto che non tutti riescono a dominare… i sentimenti quando si scrive di politica. Quindi piuttosto che moderare meglio risolvere il problema alla radice, e non farlo 🙂

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