Mi arriva la segnalazione di una iniziativa che trovo assolutamente condivisibile. Si tratta del Manifesto della comunicazione non ostile, parte di una campagna di sensibilizzazione sull’uso di una forma di comunicazione che dia il giusto peso alle parole, che rifugga da ogni forma di violenza verbale o di prevaricazione.
Climatemonitor adotta questo manifesto, vi invita a leggerlo, farlo vostro e condividerlo. Chissà che anche nel nostro campo questo non aiuti a rasserenare gli animi :-).
bellissimo, giratelo a “mentano” che si arroga presuntuosamente il diritto di imporre la narrativa comune e blindarla senza fastidiose contraddizzioni, attraverso la sua avanguardia casareccia ‘open’, con la quale scimmiotta “news guard” truppa d’assalto americana ben piu titolata e organizzata, e finanziata da colossi big tech e intelligence federale in revolving (anche con fondi pubblici) con tanto di installazione default nei nuovi android
dopo la pandemia, la emorragia inarrestabile della attenzione del pubblico verso il main stream che la gestione della informazione ha innescato (latente) ha generato l’esigenza incontenibile e improcastinabile di un recupero della opinione pubblica sempre piu distratta, dunque la nascita del concetto fake news era quanto di piu naturale per scatenare una santa crociata contro tutto cio che stonava o era dissonante rispetto alla narrativa comune.
ora se con un po di fantasia e coscienza, senza farsi mancare la necessaria volontà analizziamo il ” crescendo” lirico che ha assunto tutta la informazione ufficiale che ruota non solo intorno alla pandemia, ma anche intorno al clima, alla scienza alla religione alla “biologia liquida” degli individui, e ad una infinità di altri aspetti, i cui concetti sono stati stravolti e poi in qualche misura imposti, in nome della scienza, della liberta, e del bene comune, allora non possiamo non vedere che in realta questi presunti cataloghi educativi
che, un giorno si e l’altro pure, appaiono nel tentativo di smorzare i toni, andrebbero per lo piu a pennello, nella informazione e narrativa dominante che, sola, è la destinataria per elezione, visto i suoi metodi di imposizione che vanno dalla negazione di qualsiasia altra verità, fino alla minaccia malcelata di una prossima purga di tutto il dissenso tout court
Ho letto con interesse tutti i commenti, trovando argomenti validi sia a favore sia contro l’iniziativa. A favore accredito tutti i punti del manifesto, perfetti in un mondo ideale votato al rispetto delle opinioni altrui, ma impotenti nel momento in cui la propria opinione viene attaccata da un esercito di haters che non rispettano neppure una singola regola presente nel manifesto stesso. Per rimanere in argomento climatico, alcuni giorni fa mi sono imbattuto in rete in un sito che rintuzzava punto su punto le teorie supportate da un collegio di studiosi cosiddetti “negazionisti”. Volendo meglio capire le argomentazioni di una parte e dell’altra, mi sono letto tutto, compresi i commenti a margine, che erano parecchi. Tra i primi ho trovato una valanga di post ironici sulle teorie alternative all’opinione dominante, a margine dei quali si intuiva una tendenza univoca che grossomodo recitava: “Se noi che la pensiamo così rappresentiamo il 90% del panorama scientifico e cultuale, significa che il restante 10% è rappresentato da imbecilli o personaggi mossi da interessi economici”.
Un pensiero che mi ha infastidito parecchio, non tanto perché possa riconoscermi nel 10% di imbecilli, quanto per l’arroganza e la povertà di argomentazioni contenuti nei vari post. Inoltre non riuscivo ad accettare il concetto di fondo che derivava da quel pensiero, vale a dire la consapevolezza del singolo di essere dalla parte della verità assoluta soltanto perché parte di una maggioranza di pensiero. In pratica, si tratta della definizione e dell’accettazione di un concetto scientifico a maggioranza, come in politica. Ecco servita la verità di gregge.
Stavo per chiudere tutto, quando mi sono imbattuto in un commento fuori dal coro: “Anche Galileo in principio era solo ed era stato preso per pazzo”.
Oltre a quello, ho iniziato a leggere altri commenti contrari, tra cui quelli postati da un nick name femminile che argomentava in maniera compiuta e intelligente con idee in linea con le mie conoscenze della materia. Inutile dire che la tipa è stata subito attaccata e sbertucciata in maniera aggressiva e sarcastica da diversi utenti. Senza perdersi d’animo, ha ribattuto e argomentato colpo su colpo, rispondendo con pacatezza e in maniera circostanziata a ogni replica. Mi ha colpito in particolare la sua determinazione nel discutere anche con chi l’aveva insultata con toni aggressivi, rimanendo colpito dalle sue parole: “Perché lei, pur sentendosi forte della stragrande maggioranza di pensiero, mi aggredisce con toni accesi e mi insulta, anziché replicare alle mie argomentazioni? Io le sto elencando dei dati, perché non prova a smontare le mie tesi sulla medesima base, anziché attaccarmi in maniera isterica?”
Confesso che ho provato il desiderio di conoscere dal vivo quella persona per quanto l’ho ammirata. Per concludere, direi che il manifesto non può purtroppo funzionare a senso unico. Nel momento in cui ci si imbatte in un soggetto ignorante e arrogante – spesso le due cose viaggiano in coppia – o si abbandona il contesto o si finisce trascinati sul piano della caciarra più bieca. Nel mio piccolo, cerco di rispettare la regola di non rispondere mai alle repliche contrarie ai miei post, lasciando perdere chi non la pensa come me, anche in questo blog, dove pure mi trovo bene in quanto vedo persone educate e sempre rispettose delle opinioni altrui, anche se non condivise. E non è certo un fenomeno frequente nel mondo irrispettoso di oggi
e perché invece non fai come la tipa che hai citato ammirandola? se cresce il numero di chi è capace di fare come lei io dico che il rapporto segnale/rumore dell’informazione argomentata sale per forza di cose
io invece apprezzo l’idea, non è raro qui leggere pezzi dove con la scusa di ribattere con dati reali a storpiature di moda si finisce esattamente con tutti e due i piedi in modalità di scrittura chiaramente perculatorie per screditare la parte che si ritiene in difetto di oggettività. sta bene ed è necessario portare altre riflessioni ma sono da scrivere senza allusioni perfettamente inutili. per essere più chiari, vi capita di far debunking usando gli stessi toni usati da una certa oca, e vi assicuro che non è serio e toglie credibilità alle vostre riflessioni
Ringrazio Guido Guidi per il promemoria delle buone maniere, ma in questo blog ho sempre avuto la sensazione di “relazionarmi” con gentiluomini, colti ed esperti, aperti al dialogo e al confronto, senza pregiudizi né secondi fini. Ogni mio commento è stato pubblicato, nonostante nessuno mi conosca o conosca le mie intenzioni e il mio modo di percepire il mondo della climatologia. In sintonia con quanto afferma lo “Stilista Colombino”, conoscere la mia identità, non credo aggiunga molto alle mie considerazioni.
Non amo particolarmente i decaloghi, in primis perché non mi spiego il fatto di non incontrare ogni tanto degli eptaloghi o dodecaloghi; in secundis perché mi ricordano tanto quei sentieri lastricati di buone intenzioni, che corrono giù, progressivamente, lungo la china del conformismo, per adagiarsi nella pianura del fondamentalismo, dove non si incontrano altro che dogmi e ideologie a passeggio e sottobraccio le une agli altri.
Tornando al decalogo del post, lo stesso potrebbe essere ridotto ad una serie di tautologie, mentre alcune “leggi” potrebbero essere riassunte in un’unica formula di cortesia, del tipo: “prima di parlare, mettiti nei panni di chi ascolta”!
Per tutti Voi, per favore, non tacete!
Il manifesto si presenta come l’innocuo e del tutto naturale decalogo del buon cittadino. ma in controluce si (intra)vedono tutti i motivi di dubbio già espressi nei commenti precedenti, compreso il tentativo di criminalizzare l’uso del nickname sottolineato dallo Stilita Colombino (lo seguo e e lo apprezzo in altri ambiti di discussione climatica) e che io evidentemente non uso ma che ritengo del tutto legittimo.
Per quanto riguarda lo scrivere quanto direi personalmente, a parte il fatto che uso il mio nome, io scrivo come so scrivere e con il tono che ritengo più opportuno in quel momento, e a 73 anni non ho bisogno di una maestrina-manifesto pronta a bacchettarmi.
E poi scrivo a casa di Guido Guidi e per me fa testo il suo giudizio: finora ho pubblicato su CM 179 post (diversi insieme a Luigi Mariani) e non vedo nessun motivo di cambiare il mio stile per seguire un decalogo che, anche a me, non sembra così cristallino come vorrebbe apparire. Franco
Ho segnalato giorni fa a Guido il manifesto perché essendo io fedele ad un approccio di tipo galileiano (in genere mi limito a considerare i dati e ad interpretare gli stessi al meglio di quanto mi riesca di fare) ritengo che la sovrastruttura interpretativa di tipo ideologico che ai dati è stata da tempo sovrapposta come una “camicia di forza” e che si incarna nei due ideotipi del catastrofista e del negazionista sia del tutto inadeguata per fare scienza. Condivido peraltro il pessimismo espresso da Donato: in un mondo di tifosi che speranza può mai avere l’approccio galileiano?
Per niente d’accordo con il Manifesto anzi è necessario in questo mondo stordito ed allineato ad idee e concetti politicamente corretti(spesso però scorretti)dare voce sempre ed in maniera educata e a concetti che vanno contro il cosiddetto pensiero unico!
Mi scuso se il mio primo commento su questo sito, che seguo da tempo e apprezzo, è non solo molto prolisso ma anche in dissenso con l’articolo.
Personalmente credo che quel Manifesto, che pure contiene molte affermazioni che condivido (es. “Quando la scelta migliore è tacere, taccio”!), sia la classica “camicia di forza” per le idee sgradite, con la quale il politically-correct da qualche decennio sta cercando di controllare la libera espressione delle opinioni.
Io, rispettosamente, vi consiglierei di NON adottare quel documento, a maggior ragione su un sito (felicemente) “eretico”.
Prendiamo anche solo il suo primo punto: “Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona”.
Bello, no?
Trasparente, fiero, orgoglioso delle proprie idee.
Bello? … Veramente?
Di fatto, è un’esortazione non troppo velata a NON usare nickname in rete (cosa presente fin dagli albori di internet e che solo negli ultimi anni è diventata bersaglio dei “benpensanti in rete”) ma nome e cognome reali (perchè “ho il coraggio di dirle di persona”).
Beh, Giordano Bruno l’ha fatto, a suo tempo, ed è stato bruciato al rogo. Forse se avesse fatto stampare le sue opere con un nickname, sarebbe morto di vecchiaia.
Vi sembra il caso, per chi “predica eresie”, di esporsi necessariamente, seguendo quel “Primo Comandamento”?
Per chi non è d’accordo con le ormai decine di incarnazioni del politically-correct e della cancel-culture, ovvero la sempre più soffocante “inciviltà del conformismo occidentale”?
O per chi è gay (per parlare di un argomento “di moda”), se non se la sente?
Cosa diciamo? Se “ci metti la faccia” sei una brava persona, se no, NON lo sei perchè fai “comunicazione ostile” nascondendoti dietro l'”anonimato”?
Non sarebbe meglio lasciare ad ognuno la valutazione personale su cosa fare, invece di promuovere l’ennesima convenzione sociale “politicamente corretta”?
Sia chiaro, io le cose che dico con nickname in rete le dico anche di persona … a parte il fatto che in alcuni casi PREFERISCO non dirle a vecchi e cari AMICI accecati dalla propaganda dell'”ambientalismo AGW”, semplicemente per NON LITIGARE con loro (perchè temo non riuscirei ad evitare di far loro capire che penso che in parte si siano “bevuti il cervello”, e dire che fino a vent’anni fa e anche dopo avevano materia grigia funzionante …).
Non sto qui a dilungarmi sui motivi per cui oggi io ritenga che l’uso del nickname e dello (in generale pseudo) anonimato sia da promuovere ANCOR PIU’ che non nel passato, se a qualcuno interessa la mia idea è riportata qui: https://lostilitacolombino.wordpress.com/2020/05/11/allutente-non-far-sapere-quanto-e-buono-il-tor-con-le-pere/
Il fatto che un tale Manifesto inizi in un modo secondo me così infelice, il fatto che quello sia (guarda caso) il PRIMO punto, mi fa sospettare che dietro a quel “civile” manifesto (che già conoscevo) ci siano coloro che incarnano ciò di cui oggi ci dobbiamo DIFENDERE, ovvero difenderci:
“dalla tirannia dell’opinione e del sentimento predominanti, dalla tendenza della società a imporre come norme di condotta, con mezzi diversi dalle pene legali, le proprie idee e usanze a chi dissente, a ostacolare lo sviluppo e a prevenire, se possibile, la formazione di qualsiasi individualità discordante, e a costringere tutti i caratteri a conformarsi al suo modello”
(John Stuart Mill, “Saggio sulla Libertà”, 1859).
Parole che sembrano scritte per l’oggi.
Non mi dilungo oltre, se non per rilevare che è vero che “le parole hanno conseguenze” ma che un Manifesto come questo sembra fatto apposta per rendere le parole così “leggere” da non avere peso, ovvero NON CONTARE NIENTE.
Il piattume del politicamente corretto, quello che usa la pavidità come giustificazione della censura, quello per cui nelle Università USA si cancellano le conferenze di oratori “fuori dal coro” se dei gruppi di studenti non vogliono che in Aula Magna vengano pronunciate “parole che li disturbano e spaventano” (e se non riescono a far cancellare la conferenza si rifugiano in “spazi protetti”!).
Mentre a volte le parole DEVONO avere conseguenze, DEVONO essere “politicamente scorrette”.
Voltaire non sarebbe esistito, non sarebbe stato lui se avesse seguito questo Manifesto.
E così tanti altri pensatori e politici “scomodi”.
Si, a volte è GIUSTO che le PAROLE siano PIETRE.
Chi cerca di consentire solo quelle che sono PIUME, come il suddetto Manifesto, non vi sta facendo un favore e certamente o sta in alto nella scala sociale o, se sta in basso, è stato corrotto oppure è stato intellettualmente brain-washed da chi sta in alto.
Grazie per l’attenzione e soprattutto per il vostro sito.
Mi spiace, ma pur essendo d’accordo, manifesto un certo disagio in tutto questo.
Il problema è che tale manifesto si applicherà in modo arbitrario a seconda di chi si esprime.
Nel dibattito oggetto di questo blog, vedrete, avverrà questo:
– le ideologie griiin verranno usate per imporre una certa agenda politica
– chi ne subirà gli effetti negativi si arrabbierà
– chi ne guadagna userà questo manifesto, violandolo, per attaccare chi si arrabbierà
Lo stiamo vedendo per i vaccini:
– i virostar auspicano la soppressione dei diritti dei famigerati no-vax affibiando loro qualsiasi epiteto (da asini, disertori, criminali ecc)
– i virostar poi si lamentano che vengono insultati asupicando magari una ulteriore soppressione dei diritti.
Come ultimamente spesso accade, si prende una sacrosanta battaglia (inquinamento, discriminazione razziale o sessuale, salute, bullismo social), lo si estremizza per fini politici (zero emissioni, non fate figli, abbattiamo le statue, cambio di sesso ai bambini, discriminazione dei no-vaccinati, odiatori ), e chi vi si oppone viene censurato e condannato per odio e magari in futuro “curato”.
Consiglio di vedere le ultime audizioni della commissione parlamentare contro l’odio (da cui proviene questo documento).
Mi permetto di dissentire: come Giuliano nel primo commento, ritengo pleonastico per un sito corretto e ben moderato come questo adottare un manifesto “esogeno”, che oltretutto ammicca ad alcuni luoghi comuni tanto cari ai ben(?)pensanti di questi anni (il draghetto che “incita e scatena violenza” ha una pettinatura col ciuffo biondo un po’ sospetta…).
Insomma, buona l’intenzione, ma ho l’impressione che grattando sotto la vernice troviamo il solito pol.corr. a senso unico.
Pienamente d’accordo. Si dibatte, ma alla fine, per qualsivoglia motivo, c’e’ chi vuol sempre avere ragione.
E che naturalmente se ne fa un vanto. Personalmete ritengo che questo sito, che seguo da anni, non abbia assolutamente la necessita’ di seguire manifesti, pensati altrove, da altre menti. Sorto solo, a mio parere per nascondere ideologie ormai al tramonto. A mio personalissimo parere, per quanto possa valere, il manifesto lo seguite gia’ da tempo; e’ quello dello studio, della applicazione scientifica. Solo ideologie moribonde hanno la necessita’ di manifesti. Buon lavoro. Personalmente non firmero’, per quanto possa valere, alcunche’.
Immagine allegata
Manifesto condivisibile da cima a fondo, per cui condivido l’idea di G. Guidi di adottarlo nel nostro blog, ma ho seri dubbi che possa trovare spazio in un ambiente, quello del dibattito climatico, dove la discussione è molto ideologizzata e dove coloro che credono di essere i depositari della verità, vedono negli scettici quasi tutti gli aspetti negativi evidenziati nel manifesto.
Credo che tutti quelli che scrivono su questo blog abbiano sperimentato sulla propria pelle quanto ho appena scritto. Io, personalmente, sono stato definito “incompetente autocertificato” da una signora che rappresenta la punta di diamante dei sostenitori della catastrofe incombente. Queste due parole ed il significato del concetto che esse esprimono, sembrano violare una buona metà dei principi del decalogo rappresentante il Manifesto, ma chi le ha scritte non lo riconoscerà mai, anzi direbbe che le parole che io scrivo nei miei post e le idee che io esprimo, violano tutto il Manifesto. 🙂
Ciao, Donato.