Il giornalismo di inchiesta è sostanzialmente sparito dai media mainstream mondiali. Per una ragione molto semplice: i proprietari di tali media sono talmente ricchi e potenti che meno si investiga e meglio è in generale, dal loro punto di vista. Al più si può spacciare la propaganda per inchiesta, quando questo si rivela funzionale agli interessi della proprietà, specialmente in funzione di character assassination di personalità scomode.
Allo stesso modo, chi prova ad indagare in senso opposto alla narrativa dettata dai giganti dell’informazione è liquidato come cospiratore nonché odiatore di professione. Una di queste schegge impazzite è Project Veritas (PV), un gruppo conservatore americano che porta avanti operazioni di “stinging” a telecamera nascosta. Più che giornalismo di inchiesta, si tratta di operazioni che mettono in grande imbarazzo personalità o organizzazioni che orbitano nella galassia del politically correct.
Ovviamente questo ha fatto sì che Project Veritas venisse liquidata come una entità che fa “disinformazione”. Accusa in realtà molto difficile da sostenere (i filmati prodotti in molti casi parlano da soli) e che ha portato il gruppo a reagire avviando cause per diffamazione tra gli altri contro il New York Times e la CNN.
E proprio la CNN è stata oggetto delle recenti attenzioni di PV, con una serie di operazioni che hanno messo in luce il segreto di Pulcinella, ovvero i giganteschi bias politici dell’emittente americana. Che in quanto “politici” non sono comunque oggetto del nostro interesse.
Molto più interessanti sono altre dichiarazioni, sfuggite al direttore tecnico della CNN in un colloquio con un membro del team di PV sotto copertura. Sono dichiarazioni interessanti perché gettano una luce sinistra sulla prossima operazione a cui verosimilmente tutto il mondo dell’informazione mainstream intende dedicare i suoi massimi sforzi, nel post-Covid.
Perché esperienza insegna che la narrativa della CNN (pur con diversità di accenti) è la stessa del New York Times, del Washington Post, del Guardian, dell’Independent, della Disney, del National Geographic, del Times, dell’Economist, dello Spiegel e di innumerevoli altri conglomerati mediatici dai quali, a sua volta, la stessa narrativa percola sul resto dei media planetari. Compresa, ovviamente, la provincia mediatica italiana.
Ed è per questo che le parole di Charlie Chester, direttore tecnico della CNN, pesano particolarmente. Tanto più che lo stesso Chester nell’intervista confessa che la “nuova” linea editoriale è stata dettata dal vertice dell’azienda, a seguito di non meglio precisate consulenze di alto livello.
L’intervista rubata la trovate a questo link, e di seguito riporto alcuni passaggi più significativi, senza commenti. Che di commenti non c’è davvero bisogno.
5’ 30”
CNN: C’è una certa “stanchezza da Covid”… E quindi quando vengono fuori delle storie nuove, la gente tende ad aggrapparvisi… I nostri capi ci hanno già detto che quando il pubblico sarà pronto, allora ci concentreremo sul clima… Il Global Warming e cose del tipo… “qual è il mondo che voglio”? Sarà questo il nostro nuovo focus come CNN: la “consapevolezza climatica”.
6’ 20”
PV: In che modo lo farete?
CNN: Non ho ancora ben chiaro come lo faremo, ma comunque faremo cose del tipo… video martellanti sui ghiacci che si sciolgono, e i riflessi sull’economia.. Martelleremo su roba del genere…
PV: Chi ha preso questa decisione?
CNN: “Questa decisione è stata presa dal Presidente in persona, con i suoi consulenti… Sarà la nostra nuova…”storia pandemica”, che manderemo avanti fino alla morte, ma questa sarà più longeva del Covid. Non è come una pandemia, che prima o poi finisce… Il Global Warming è spendibile per anni, e quindi potremo rimestarci per un bel po’…”
7’ 15”
PV: Quindi Global Warming a tutto spiano?
CNN: Si, preparatevi: sta arrivando.
8’ 00”
PV: Quindi il Global Warming sarà il “nuovo Covid”?
CNN: Sì, è così che ce l’hanno venduta. A meno che non si tratti più che altro di una chiamata alle armi per farci scrivere sopra un bel po’, e poi vedere come viene..
PV: Quindi potrebbe essere una cosa del tipo… Paura per il clima?
CNN: Sì. La paura vende.
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Nota a margine: a seguito di questa operazione, che stava avendo molta eco sui social media, Twitter ha chiuso l’account del fondatore di Project Veritas, con l’accusa di “amplificare artificialmente e manipolare conversazioni”. Cosa davvero divertente, visto che di manipolare, amplificare, quando non di inventare di sana pianta le notizie si vanta nell’intervista in questione proprio il direttore della CNN.
Project Veritas ha reagito con l’ennesima causa per diffamazione, questa volta contro Twitter.
Ma questa, è un’altra storia.
Torno a permettermi di dissentire, se non altro per motivi professionali.
Definire il COVID 19 come una “sindrome para influenzale” equivale a considerare l’uragano Kathrina (per restare in ambito meteo), un groppo estivo che cola a picco 3 pescherecci in Adriatico.
Buona giornata a tutti noi…
Buonasera,
chiedo a tutti scusa per l’off-topic, ma i liberisti (in questo caso i libertari) non sono più quelli di una volta:
https://twitter.com/CarloStagnaro/status/1198903050355826688
A me invece sembra una posizione ragionevole e, soprattutto, ragionata, che già la mette avanti a tutte quelle che non prevedono confronto. Che le attività umane abbiano impatto è vero, specialmente con riferimento all’uso del suolo, come è vero che il clima cambia per definizione. Che abbia senso ridurre le emissioni anche, posto che la decarbonizzazine è un processo già in atto da tempo. Che alcune delle politiche messe in atto o, meglio, in progetto non siano producenti è anche questo vero.
Sono tutte cose che scriviamo anche qui. Semmai si può discutere – ma questo è segno dei tempi – su perché un istituto che non annovera esperti di settore (ho letto molte analisi economiche sulle policy energetiche dell’IBL, ma non report climatici) sulla prima affermazione senta il bisogno di fare uno statement sull’argomento.
gg
Gentile Colonnello Guidi,
in linea di massima concordo anch’io su tutto, come sul fatto che l’anidride carbonica sia in reltà il meno peggio tra ciò che esce da una ciminiera.
Tuttavia sono colpito dall’evoluzione, passata da un rifiuto totale ad un allineamento sospetto. Non trovo all’interno del sito di IBL alcuni articoli alquanto espliciti a proposito (scomparsi?), in seguito un riposizionamento:
https://www.huffingtonpost.it/carlo-stagnaro/accordo-ue-clima-lezione-pragmatismo_b_6075950.html
Riguardo al profilo scientifico d’IBL consiglierei un’occhiata al vecchio sito del dott. Mingardi, si troveranno vecchi articoli che elencano i benefici del monossido di carbonio dovuto al fumo (di tabacco).
L’ultima “stupidaggine climatica” viene da Repubblica (e da chi, sennò?): “Ecocidio, solastalgia, tipping points. C’è un dizionario per capire il clima che cambia”
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/04/23/news/ecocidio_solastalgia_tipping_points_c_e_un_dizionario_per_capire_il_clima_che_cambia-297733424/?ref=RHTP-BG-I294524205-P9-S2-T1
Aggiungiamoci il neuronicidio che colpisce i lettori residuali di repubblica, e il quadro è completo.
L’offensiva “cambiamento climatico” dei media è già iniziata, anzi non si è mai interrotta. Diciamo che oggi l’interesse dell’opinione pubblica per gli argomenti “climatici” è pressoché nullo, per cui le notizie sul clima in disfacimento sono state poste in secondo piano: nell’ottica che la paura vende e consci del fatto che quella del COVID era una paura più grossa e, quindi, vende di più. Spesso però le due paure sono state utilizzate per potenziarsi a vicenda.
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Approfitto dell’occasione per raccontarvi un aneddoto di cui sono stato protagonista e che conferma quanto ho appena scritto.
Lo corso 16 aprile mi sono recato a Caserta per motivi di lavoro. In questi ultimi tempi prendo raramente la macchina e la uso solo per piccoli spostamenti, per cui non ho modo di ascoltare molto la radio. Venerdì scorso, invece, ebbi la “fortuna” di poter ascoltare il primo canale della radio nazionale (come si diceva una volta 🙂 ) e sono rimasto di sasso.
Iniziammo con una pubblicità. Una nota catena di supermercati nazionale pubblicizzava la sua offerta, specificando che buona parte dei suoi prodotti alimentari proveniva da filiere biologiche (e fino a qui ci potrei anche stare) o BIODINAMIHE! Oggi i polli (consumatori) si fanno accalappiare con il biodinamico! Roba da far drizzare i pochi peli che mi sono restati sulla testa.
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Non ho avuto neanche il tempo di riprendermi dallo stordimento che inizia il giornale radio. L’annunciatore/trice, non ricordo bene, ci comunica che i risultati di una ricerca dimostrano che il particolato che rovina l’aria delle nostre città, deriva per la maggior parte dal riscaldamento domestico. Lo sapevamo già, anche senza ricerca, ma la cosa ci conforta: bias confirmation o echo chamber, direbbero quelli bravi. Come poteva il mondo ambientalista lasciarsi sfuggire una simile occasione? Non poteva, per cui l’annunciatore/trice ci comunicava che una nota associazione ambientalista aveva emesso un comunicato stampa in cui, sostanzialmente, sosteneva che da ora in poi tutti al freddo o tumulati sotto metri di isolante termico (inutile, oltre certi limiti), per ridurre l’impatto sulla povera Gaia e diventare sostenibili: NO caldaie è la prossima frontiera!
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A questo punto sono passati circa quindici minuti da quando ho acceso la radio e di pu…….te ne abbiamo ascoltate già parecchie, ma al peggio non c’è mai limite, per cui nella successiva trasmissione che era un misto tra l’intrattenimento e la divulgazione, viene intervistato un personaggio del mondo dello spettacolo che, tra le atre cose, ci informa che la pandemia attualmente in corso è una conseguenza dei danni ambientali che stiamo arrecando al nostro pianeta. Non ci si poteva stupire, pertanto, che nel nostro povero mondo flagellato dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla non sostenibilità dello sviluppo, possa essersi sviluppato un virus come quello responsabile dell’epidemia: era un fatto ovvio. Inutile dire che i due conduttori convenivano in tutto e per tutto con lui.
Non gli era passato minimamente per la testa che, in epoche passate, in cui l’uomo viveva in “armonia con il creato”, epidemie di origine virale e batterica si erano sviluppate con uguale se non maggiore virulenza. Meno male che il nostro mondo è poco sostenibile, altrimenti avremmo rivissuto la tragedia dell’epidemia di febbre spagnola di un secolo fa! Con le decine di milioni di vittime che provocò.
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Ed infine (fortunatamente il viaggio volgeva al termine) un altro buontempone ci “informava” che il virus che ha causato l’epidemia di COVID in atto, era stato originato dalla stupidità dell’uomo. Sembrerebbe, infatti, che degli scienziati cinesi si siano recati per molte volte all’interno delle grotte in cui si trovano i pipistrelli incubatori del virus, per motivi di ricerca. Inutile dire che, secondo il tizio, gli scopi della ricerca non erano chiari , ma probabilmente finalizzati a quali oscuri progetti. Stando a contatto per diverso tempo con le tonnellate di guano prodotto dai piccoli mammiferi notturni, era ovvio che essi si fossero infettati e, quindi, avessero trasmesso il virus al resto del mondo. Se invece di andare a curiosare nelle grotte, avessero lasciato in pace i pipistrelli, non avremmo avuto l’epidemia. Il tutto venduto come verità assoluta e non elucubrazioni più o meno paranoiche della mente dell’ospite.
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Cari amici ecco il livello della nostra informazione. La fonte non è una piccola stazione radio di provincia, ma la blasonata radio1 di mamma RAI. Qualcosa di simile alla CNN, ed agli altri media di cui si parla nel post di M. Lupicino.
La paura paga e paga bene. Ed i guru del sistema informativo lo sanno: più paura, più ascolti, più pubblicità, più soldi. Ad maiora!
Ciao, Donato.
Caro Donato,
ho sempre molto da fare per cui seguo pochissimo i media radio-televisivi e dal tuo aneddoto ricavo che la mia è tutto sommato un grossa fortuna. Spero almeno che i nostri concittadini abbiano la saggezza di cambiar canale.
Ciao.
Luigi
Spegnere la radio è cosa saggia specie se hai un modello di automobile che ha almeno quattro anni di vita e che, generalmente, non dispone della radio DAB.
Radio RAI nella sua versione digitale ha un bellissimo canale di musica prevalentemente classica…Credimi, è molto meglio dell’informazione di Radio 1, ma non sarebbe meglio con gli altri canali tradizionali, Radio 3 in testa.
Peraltro, non ho mai capito quale apporto intellettuale, anzi scientifico può dare il personaggio del mondo dello spettacolo, considerato una sorta di tuttologo pontificatore su temi che necessiterebbero di approfondimenti seri e accurati e non le “tavanate galattiche” brillantemente evidenziate dal buon Ezio Greggio.
C’è sempre l’alternativa di una bella chiavetta USB con un po’ di musica in mp3.
Sono pronto a resistere anch’io, ma credo che una precisazione sia d’obbligo:
il COVID non ha nulla da spartire con AGW, ammesso che quest’ultimo esista; probabilmente invece è causato dal fatto che in alcune zone del nostro pianeta malamente sovrappopolato convivono (in territori ristretti ed embricati) milioni di H. Sapiens e specie animali che un tempo avevano habitat nettamente distinti. Da qui 3 “spill over” pericolosi a partire dall’inizio del XXI secolo. Se la nuova “morte nera” non ci decimerà, dovremo fare i conti con tutto questo e ridisegnare gli stessi Sistemi Sanitari, almeno in area OCSE…
Buon week end a tutti.
Caro Massimo,
Grazie per la tua analisi che contiene elementi di grande interesse. Come tassello ulteriore aggiungo che il link fra AGW e COVID è già stato da tempo stabilito e lo troviamo ad esempio esplicitato nel report di LANCET “The 2020 report of the Lancet Countdown on health and climate change: responding to converging crises” uscito a fine 2020 con firma di oltre 80 ricercatori e che su CM abbiamo già commentato qui: Mariani e Alimonti, 2020. La deriva ambientalistica di Lancet, su Climate monitor, http://www.climatemonitor.it/?p=54160). In tale report si stabilisce la narrazione, ovviamente catastrofica, che viene sintetizzata in un articolo di fondo di presentazione dall’emblematico titolo “Climate and COVID-19: converging crises”.
A questo stanno seguendo report estremamente preoccupati di organizzazioni internazionali (FAO, ONU, WMO) che analizzano dati dando interpretazioni che con i dati c’entrano poco o nulla: ad esempio le catastrofi naturali (ivi comprese quelli di origine meteo) sono stazionarie o in calo dal 2000 ed ecco che esce un report ONU-CRED che presenta sì questi dati ma li interpreta in modo farlocco scrivendo che le catastrofi naturali aumentano in modo parossistico (Alimonti G., Mariani L., 2020. Il raddoppio dei disastri naturali – Distorcendo i dati si terrorizza la popolazione mondiale, proprio come profetizzato nel romanzo di Michael Crichton Stato di paura” su Climate monitor, http://www.climatemonitor.it/?p=53592).
Avrai anche notato che si sta da più parti palando di “salute del pianeta” nel senso che un pianeta malato di AGW non può che partorire COVID… stupidaggini che su un’opinione pubblica ormai priva di senso critico e abituata a bere di tutto sta avendo una persa fenomenale. Ovviamente in tutto ciò rientra anche la critica al settore agricolo, per cui Agricoltura allo stato dell’arte (quella che oggi dà da mangiare al pianeta), AGW e COVID vengono additati alla pubblica riprovazione come grandi nemici dell’umanità. Cito in particolare da Lancet: “Curbing the drivers of climate change will help to suppress the emergence and re-emergence of zoonotic diseases that are made more likely by intensive farming, international trade of exotic animals, and increased human encroachment into wildlife habitats, which in turn increase the likelihood of contact between people and zoonotic disease.”
Spiace dover dar ragione a quel macellaio di Lenin quando diceva che il capitalismo è talmente vorace che si fabbricherà da solo la corda a cui si impiccherà.
Tirando le somme la mia interpretazione è che la bolla è già partita da mesi dalla “comunità scientifica” e che i grandi media hanno l’ordine di appiccicarsi come sanguisughe quando COVID andrà in stanca, ammesso che ci vada.
Massimo
Correggerei l’ultima frase: da “la paura vende” a : “la paura a breve termine vende”. Perché la paura che io mi possa contagiare domani bevendo un caffè al bar e morire dopodomani è ben diversa dalla paura che tra 20, o forse 30, o magari 50…no, erano 100 …anni arrostiremo e che ieri, anzi oggi, anzi il prossimo decennio, è il momento decisivo oltre il quale non di potrà più evitare la condanna. Io non sono complottista, credo che il covid sia una “brutta bestia” che fosse successa 600 anni fa avrebbe fatto la stessa strage della Peste Nera. Ma se proprio vogliamo analizzare i fatti, sono i seguenti: prima del covid gli Usa avrebbero rieletto un presidente che si era espresso contro gli accordi di Parigi, l’Italia stava per abbandonare un governo a trazione “ecotalebana” che vedeva un futuro di eco-assistiti e mezza Europa era infiammata dai postumi post Brexit. Adesso la situazione è ribaltata e leggiamo interviste del genere. Che qualcuno da questo Covid ci abbia guadagnato, non penso sia da complottisti sostenerlo. E che quel qualcuno non si stracci le vesti per uscirne, credo sia ugualmente sensato pensarlo
Gentile Sig. Beretta,
penso che solo qualche anno fa la COVID-19 sarebbe stata considerata per ciò che è: una sindrome parainfluenzale, sia pure occasionalmente severa.
Buona serata a tutti.
E meno male che c’è il COVID, altrimenti sai che bello un servizio sul Global Warming in Texas durante il Gennaio appena passato ?
Noi pecore nere dobbiamo resistere, perchè non sono le pecore nere ad essere diverse, ma quelle bianche ad essere tutte uguali.
Caro Massimo,
… e dopo questa intervista, amen. Potremmo dedicarci con piacere, che so, al lavoro a maglia, come il giovane tabaccaio intervistato ieri con i ferri in mano; o alla cucina popolare tipo spaghetti alla carbonara, per me assolutamente con pancetta affumicata, essendo il guanciale di stretta competenza dei bucatini all’amatriciana.
O a cose del genere.
La potenza di fuoco, prossimamente messa in campo, renderà quelli come noi altro che il villaggio di Asterix: l’ultima capanna in fondo a destra del villaggio!
Ma faremo di tutto per continuare a resistere, con lo scopo di far pensare in modo diverso anche una sola testa in più. Auguri a tutti noi. Franco
Per una volta, caro Franco, saremo stati precursori. Vogliamo parlare del tg1 pre-covid? Probabilmente il telegiornale più
gretino del Pianeta. Siamo il laboratorio del peggio, da un bel po’ di tempo a questa parte…