“Perché si vede sorgere d’un tratto la sagoma della nave dei folli, e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché, dalla vecchia alleanza dell’acqua con la follia, è nata un giorno, e proprio quel giorno, questa barca?” (Michel Foucault)
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La rincorsa a rotta di collo verso il più clamoroso e ridicolo suicidio di massa nella storia dell’umanità segna ogni giorno nuovi ed ambiziosi traguardi. In una lotta all’arma bianca contro i nemici più temibili della “neo-scienza dell’energia”: il primo e il secondo principio della termodinamica.
Il guanto della sfida a Kelvin e Clausius viene lanciato in questo caso dalla Maersk, il gigante danese leader nel trasporto marittimo. Che annuncia con gran pompa l’avvio di un progetto per l’utilizzo di ammoniaca come combustibile per le navi.
Retroscena
Il retroscena pare essere il solito: quello per cui i gruppi industriali del mondo occidentale devono rilasciare con regolarità comunicati stampa “green” per guadagnarsi la benevolenza di fondi pensione, fondi sovrani e fondi di investimento che guidano (allocando sui mercati trilioni di dollari, e soprattuto dislocandoli), la transizione delle economie occidentali verso un nuovo Paleolitico corporativista, monopolista e socialistoide.
Ma con le peculiarità proprie del settore di riferimento. Nel caso specifico, il trasporto marittimo era già stato sottoposto di recente ad una rivoluzione “green” a causa della direttiva europea 2016/802/EU che impone limiti sulle emissioni di SOx ed NOx (responsabili delle piogge acide) e del particolato. Direttiva che ha di fatto imposto l’utilizzo di diesel a basso tenore di zolfo anche al settore marittimo.
Bene. Problema risolto, quindi? Ovviamente no, perché bruciando il diesel (per quanto “green”) si emette comunque CO2. Il che è inaccettabile per una civiltà la cui unica missione è diventata affamare le piante. Il che mette fuori gioco anche l’utilizzo del gas naturale (stoccato come LNG), per quanto ancora più “green” del diesel in termini di emissioni.
E la batteria che salva tutti i peccati del mondo? Malauguratamente ricaricare una porta-container infilando una spina in una presa non è impresa facile. Il problema assume quindi i contorni del rompicapo. Cosa resta? In che modo si può sostituire una tecnologia economica ed efficiente con una abbastanza dispendiosa e insostenibile da mettere fuori mercato il trasporto navale dei paesi occidentali?
L’idrogeno, l’idrogeno!!!
Resta innanzitutto l’ideona dell’idrogeno, riesumato in tutta fretta grazie al Great Reset post-Covid dopo un decennio di (meritato) oblio. Diciamo subito che dotare le navi di grandi serbatoi di idrogeno liquefatto a bassissime temperature, o compresso ad altissime pressioni, con tutti i rischi (e gli extra-costi) che questo comporta, non appare una scelta particolarmente oculata. Tanto più se lo si fa con l’intento di “preservare” l’ecosistema marino.
Resta il fatto che non essendo disponibile in natura allo stato libero, l’idrogeno viene tipicamente generato a partire dagli idrocarburi con lo steam reforming (idrogeno “grigio”). Con la possibile geniale ottimizzazione di reiniettare la CO2 prodotta sotto terra per evitare che le piante la utilizzino nella fotosintesi (idrogeno “blu”).
Oppure si può produrlo per elettrolisi dell’acqua, ma (orrore!!!) utilizzando energia fornita dagli idrocarburi (idrogeno “nero”, definizione poco politically correct, qualcuno potrebbe arrabbiarsi).
Ma il top sarebbe il mitologico “idrogeno verde”. Quello cioè generato attraverso l’elettrolisi dell’acqua facendo uso di energia prodotta in modo “rinnovabile”: dalla dea Pala o dal dio Pannello.
Spreco circolare
Ma anche l’idrogeno “verde” tanto verde non è, perché con quale energia si produrranno i pannelli e le pale necessari allo scopo? In buona parte da idrocarburi e dal nucleare, tanto più se si considera che i pannelli solari sono prodotti ormai in massima parte in Cina. Almeno per qualche altro decennio in cui il mix energetico continuerà ad imporre le sue regole.
In un futuro più o meno lontano in cui saranno risolti i problemi relativi all’intermittenza delle energie rinnovabili, al costo dell’accumulo delle stesse, e al costo della supply-chain (dalla produzione allo stoccaggio alla distribuzione) l’idrogeno “verde” sarà una tecnologia spendibile anche per il trasporto marittimo. Pur con i costi e i rischi addizionali connessi all’applicazione marina.
Fatto sta, se si vuole percorrere la via tecnologicamente più praticabile oggi, occorrerebbe generarlo da steam reforming del metano, o per elettrolisi dell’acqua utilizzando energia in buona parte prodotta da idrocarburi in una apoteosi di spreco circolare in cui si continuerebbero a utilizzare gli idrocarburi, ma non per generare immediatamente energia. Bensì per separare l’idrogeno dal carbonio o dall’ossigeno. Per poi comprimere/raffreddare l’idrogeno a scopo di stoccaggio. E infine bruciarlo.
Una sfida senza esclusione di colpi al primo e al secondo principio della termodinamica nella pretesa di sottoporre la materia ad una serie infinita di trasformazioni chimiche e fisiche senza pagare un prezzo a causa delle irreversibilità associate a queste trasformazioni. E tutto questo, col solo fine di impedire alle piante di mangiare CO2. Geniale vero?
Il Prodigo e la Scema
Ma se Idrogeno è il figlio spendaccione del signor Metano (quello che manda l’impresa familiare a gambe all’aria perché pretende di sapere tutto senza aver studiato nulla), Ammoniaca è decisamente la nipote scema.
Innanzitutto perché l’ammoniaca che salva i peccati della Mersk si ottiene proprio a partire dall’idrogeno, combinandolo con l’azoto. Grazie al processo inventato dal genio di Haber circa un secolo fa, quando la scienza era ancora una cosa seria. Una ulteriore trasformazione, quindi. Altre irreversibilità e altra entropia generata. Altri schiaffoni a Clausius e Kelvin da parte dei gretini.
Il tutto per generare un “combustibile” per il quale attualmente non esiste ancora una tecnologia matura in ambito motoristico.
Ma soprattutto… l’ammoniaca (sostanza di per sè estremamente tossica per l’ecosistema marino) è un combustibile che presenta il problemino di generare grandi quantità di NOx nel processo di combustione, o in alternativa incombusti (ammoniaca libera) e particolato. I “nuovi Clausius” sostengono però che questo non è un problema, perché le portacontainer sono abbastanza spaziose da poter ospitare dei mega-marmittoni catalitici sul modello di quelli delle automobili. Peccato che l’abbattimento non sarà mai del 100%, e quindi gli NOx verrebbero emessi comunque.
E pensare che il tutto era cominciato proprio dalla necessità di abbattere gli NOx e il particolato come da normativa europea del 2016. Un mirabile esempio di scemenza circolare.
Riepilogo ed Epilogo
Con l’unico obbiettivo di rubare CO2 alle piante ed affarmarle, dovremmo quindi produrre l’equivalente contemporaneo della “Nave dei Folli” di medievale memoria: una nave ad ammoniaca che sperperi una quantità di energia mostruosa nelle trasformazioni chimico/fisiche del processo produttivo, che comporti investimenti ingentissimi in tecnologie motoristiche dedicate, che sia capace di danneggiare l’ecosistema marino con piogge acide o rilasci di ammoniaca.
Ma soprattutto, una nave che incidentalmente uccida l’industria europea del trasporto marittimo a causa degli extra-costi collegati allo spreco monumentale di energia appena descritto. A tutto vantaggio di chi continuerà ad alimentare le sue navi a diesel e nafta, strafregandosene delle cretinerie ambientaliste occidentali.
Siamo diventati l’equivalente di una civiltà che investe il suo massimo sforzo “scientifico” e “tecnologico” nella realizzazione di una automobile con le ruote quadrate, premurandoci per altro di acquistare i cerchioni (anzi, i “quadratoni”) dalla Cina. Il tutto mentre cinesi e altri nostri competitor continuano a correre usando ruote convenzionali.
E come tali, meritiamo di estinguerci senza che venga spesa una sola lacrima per noi.
Al più una risata. Anzi due: quelle di Kelvin e Clausius. Sembra già di sentirli ridacchiare, in sottofondo a certi comunicati stampa.
Da semplice lettore senza competenze specifiche avrei una domanda da porre a Massimo Lupicino. Causa le mie tante voragini culturali sono rimasto colpito dalla frase “affamare le piante” ignoro se possa apparire una domanda banale o stupida, sarei però interessato ad approfondire questo passaggio. Consigli su qualche lettura inerente?
Caro Walter, nessuna domanda è stupida, e la curiosità è il motore della buona ricerca (non i soldi). Troverai risposte alla tua domanda ripassando la fotosintesi clorofilliana. Troverai tanto materiale su internet o in testi scolastici (spero, non ne sarei così sicuro, visti i tempi..)
Caro Don Massimo,
sono, purtroppo, d’accordo con molte delle Sue affermazioni.
Eccetto una: le Sue ruote quadrate sono molto inferiori alle mie triangolari, che offrono una riduzione del 25% di salti per giro.
Per il resto, chapeau.
Ahi, Don Alvaro… Sapessi quanto ho penato per trattenermi dallo scrivere la stessa cosa… hahaha
Il Sahara come deserto di pannelli che fornirebbe elettricità al mondo è una bestialità incommentabile, da tanto è cretina…..
Io comunque sono d’accordo con Massimo, i fondi speculativi stanno facendo la classica gara con il cerino, a qualcuno si spegnerà in mano scottandolo – e i cerini non sono molto lunghi…..
Il top è il mercato dell’auto: come possano, davvero, pensare di vendere le bidonate elettriche a quei prezzi assurdi. Ma soprattutto a CHI pensano di venderle? Prezzi che non sono suscettibili di discesa, perchè la maggior parte del costo è data dagli accumulatori e dalle materie prime necessarie a fabbricarle e non da economie di efficienza industriale o di scala. Anzi, se la richiesta di quei materiali (spesso bannati da millemila prodotti perchè dannosi all’ambiente ma leciti là dove si vuole che lo siano) supererà la capacità produttiva (e nuove miniere mica si creano in due mesi….) i prezzi saliranno ancora.
Portando al collasso qualche genio che ha puntato su quello. Dopodichè diranno che i “nuovi” motori diesel sono ecologici e ricominceranno a vendere quelli, dicendo che il mondo non ha mai capito nulla.
Grazie per l’articolo, mi sono veramente “divertito”, nel senso che ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Sono d’accordo con lei e con Luigi Mariani sul fatto che tutto questo tentativo di “circuire” le leggi della termodinamica senza pagare pegno sia colpa di politiche fiscali che spiazzano la razionalità del mercato. Da economista agrario mi hanno sempre fatto rabbrividire i campi “coltivati” a pannelli solari, come se la fotosintesi che viene usata dall’agricoltura vera non fosse un processo che crea surplus a partire dal sole: e mi sa che anche lì, con i miliardi del recovery plan in arrivo, ci toccherà di vedere terribili scempi in nome della agro-energia…
ho fatto delle riflessioni sull’editoriale qui soora ieri , e non lo vedo, mentre il successivo, fatto sul primo editoriale, e stato visibile subito.
se si tratta di contenuti , complimenti per l’attenta cura posta nel preservare la narrativa e la sapiente diminuzione del dissenso stile social ‘ ma senza algoritmi .
in una informazione cosi difficile e sibillina dove testate come byo blu
perdono la testa per la loro inclinazione alle fake news, rassicura che anche algoritmi nostrani in doppio petto riescano a svolgere un lavoro apprezzabile nel filtrare le stupidaggini degli ignoranti
Calma Angelo era Pasqua, i commenti vengono approvati da telefonino, capita di perdersene alcuni e andare a rimediare appena possibile 😉
Grazie a Massimo Lupicino per essere riuscito a strapparci un sorriso, parlando di questioni in realtà gravi. Nave dei folli, figlio spendaccione, nipote scema, ruote quadrate e scemenza circolare sono umoristiche definizioni che s’attagliano perfettamente alle follie ambientaliste propagandate dai fautori del CEO-capitalism (o stakeholder-capitalism) per distruggere, inondando il mondo di prodotti low-cost di infima qualità, i sistemi industriali occidentali ed in particolare quello italiano. Quest’ultimo era basato per lo più su piccole e medie imprese, nelle quali l’imprenditore medio puntava alla qualità quasi artigianale dei prodotti. Il CEO-capitalism ha rappresentato, almeno dagli anni 80 in poi, la parte più deleteria delle forme in cui il capitalismo liberista si è espresso nei tempi moderni. Si è affermato asservendo prima di tutto le fasce (pseudo-)intellettuali dei vari paesi. Per questo sulla nave dei folli io farei salire la maggior parte dell’accademia mondiale, dei giornalisti e dei personaggi dello spettacolo.
chiedo scusa la quota gestita dai 3 fondi al 2016 era di circa 18 trilioni
contro un pil globale di circa 75 trilioni
un quarto di quanto generato dall’ intera popolazione mondiale
“spreco circolare”
una puntualizzazione geniale .
ormai è diventato una ginnastica mentale ossessiva
quella con cui si esercita la strettissima oligarchia della finanza
per individuare un modo efficace per sfrattare i coinquilini
del ” loro” pianeta di cui ormai non sopporta piu il puzzo e il chiasso
delle loro colorite attività.
naturalmente le big three ( state street, vanguard , black rock )
macchina perfetta per dirigere e ” pianificare ” l’intera economia come fosse un monopoli ,dall’alto dei suoi 45 trilioni giro di affari ( pil mondiale al 2016 75 trilioni) non manca di noccioline da distribuire a destra e a manca
( informazione, cultura , statistica, scienza, medicina,) ,
quando ha bisogno di assecondare le sue necessita di ri formare e ri modellare l’economia, non lesina mai.
naturalmente va con se che anche l’intero apparato di intelligence militare
e’ perfettamente funzionale, anche se, c’ è da dire, si e fatto prendere un po la mano nel individuare un modo per ” resettare” questa economia troppo chiassosa, tirandola per i capelli dentro un di quei filmetti predittivi holliwoodiani
che narra di una terribile pandemia che ha gia ucciso 2.500.000 di persone su un pianeta di circa 7.800.000.000 individui in 14 mesi , e potrebbe farne anche di piu
con un po di varianti.
in questo geniale modo di ” reset” non sono stati lesinati front man del calibro di buffet, musk, branson un formicaio di virologi, scienziati, medici il cui nome appare puntualmente sulle copertine patinate piu prestigiose e poi vediamo,
ah dimenticavo il prezzemolo, bil gates (e la sua adorata compagna melissa french) che con le sue ” previsioni” ed i suoi presentimenti ci ha ” abituato” da tempo a quello che verra, ” questa pandemia sembrera una passegiata di salute di fronte ai cambiamenti climatici che ci aspettano”
sarà per questo che ha ordinato una ” tendina” solare ( scopex) per ripararsi da un sole sempre piu aggressivo e ci avvisa di risparmiare il bene piu prezioso per il futuro , l’acqua , visto che da un decennio con il suo giocattolo (geoingegneria)
gioca a distruggere il ciclo idrologico di interi continenti.
tornando alle ” intuizioni” che il main stream distribuisce a noi poveri ignoranti per abituarci ad una vita piu green ( la fame)
resta una considerazione banale quanto desolante,
100 anni di denaro fiat che hanno creato ” mostri” finanziari con un contraltare di miliardi di persone e imprese immerse nel debito ( il solo denaro circolante)
poteva finire bene?
Grazie a Guidi ho avuto modo di seguire lo zoom del Prof. Lindzen. Il tema fondamentale , oltre alle innumerevoli citazioni “they are stupid” , è che oggi non si fa’ più scienza ma solo no tecnologia. Il che fa il quadro con quanto scritto da Lupicino … da qui infatti le ruote quadre .
Buongiorno. Bell’articolo Massimo (-:. Un paio di cose: innanzi tutto una bella chicca da smontare ( anche i commenti) pezzo per pezzo come se fosse un castello di lego > https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/04/02/clima-stiamo-andando-nella-direzione-opposta-ormai-lunica-strada-e-ridurre-le-emissioni/6153589/ seconda cosa: concordo in pieno col commento di Donato b per quanto riguarda l’ammoniaca che allo stato più naturale lo possiamo trovare ad esempio su un pianeta ( il gigante ) come Giove che per la sua gravità e le sue pressioni consente all’idrogeno presente di legarsi all’Azoto e quindi formare l’ammoniaca (-:. Bella la similitudine con i vaccini per malattie infettive mortali per la quale non c’è stato un riferimento specifico ad esempio al coronavirus o ai coronavirus ( che per loro natura sono endemici e che quindi i vaccini tutt’al più servono alle persone fragili e suscettibili, poichè si tratta oramai di un’endemia. Terza cosa e più importante. Guardate, la semplicità spesso è la cosa che rende di più. Si demonizza la CO2 perchè la si ritiene ( non noi ne!) la principale fonte di tutti i mali legati al riscaldamento globale..ecc ecc.. bla .. bla.. ma provate solo a spiegare sta cosa e a farla capire ( perchè non si tratta di opinioni ma di fatti!): l’atmosfera di Marte e di Venere contengono pressapoco la stessa percentuale di anidride carbonica (96%) e più o meno anche di azoto ( intorno al 3 %), domandate quindi “ perchè su Venere ci sono circa 460 gradi in superficie e su Marte -60 ??? semplice!!!!!! la distanza dal sole. Ergo, il clima di un pianeta è determinato sia in parte minore dalle proprie dimensioni ma soprattutto dalla quantità di calore ( in tutte le sue forme ) che riceve dalla sua stella! Ergo il clima della Terra è influenzato per il 99,999999 % dal S O L E !! (punto). Buona giornata di Sole a tutti e viva la CO2, lunga vita alla CO2 . http://ftarantino.altervista.org/alterpages/files/PRESENTAZIONEATMOSFERE.pptx Ale.
Se proprio si vuole a stare a sindacare, l’idrostatica + adiabatica spiegano praticamente da sole il delta di temperatura di venere rispetto alla Terra, anche al netto dell’effetto della CO2…
Da vecchio ingegnere chimico, aggiungo un paio di considerazioni sulla follia dell’idrogeno. Non sono aggiornatissimo, ma ai miei tempi l’idrogeno industriale veniva prodotto principalmente dall’hydroreforming catalitico: mettere benzina a catena lineare (n-c8) in un buzzico con Pt all’interno, un po’ di idrogeno, 400°, 400 atm, sale quanto basta ed esce fuori isoottano e più idrogeno di quanto ne fosse entrato. Non so se questo idrogeno si chiami giallo, arancione o a strisce, ma sempre dal petrolio viene fuori. Semmai potrebbero avere un futuro alcuni batteri (desulfovibrio desulfuricans) che pare riescano a rilasciare idrogeno. Ma la vedo dura produrre idrogeno in quantità utili a partire da un processo di questo tipo.
In ogni caso, per averle viste ai miei tempi di studente, le esplosioni da idrogeno non sono per niente simpatiche e l’H2 forma miscela esplosiva con l’aria in qualsiasi proporzione. Episodio 1: due miei colleghi fecero la tesi su una variante del processo Fischer-Tropsch; usavano una autoclave piccolina, praticamente una pentola a pressione, che esplose, per fortuna di notte e senza far male a nessuno; il giorno dopo trovammo la porta del laboratorio incastrata nella parete di fronte.
Episodio 2: nel laboratorio accanto a dove ero io stavano trafficando con una bombola di H2 a 400 atm, ovviamente con un riduttore di pressione applicato. Il riduttore si ruppe. Io sentii del trambusto e delle voci, poi silenzio totale. Strano. Con tutta calma, raccolsi le mie cosette ed uscii dall’Istituto, che appariva deserto e silenzioso. Appena fuori mi vidi davanti TUTTI. “Che fate qua?” “CHE CI FACEVI TU LA’ DENTRO? Abbiamo avuto una fuga di idrogeno”. I VVFF ci fecero stare fuori per tre giorni, in modo da consentire lo smaltimento per ventilazione naturale della bolla di idrogeno che si era formata negli alti soffitti dell’edificio, l’Istituto di Chimica Applicata ed Industriale a Roma, colle Oppio. Non metterò mai una bombola di idrogeno nella mia macchina.
Giusto un paio di anni fa è esploso un distributore di idrogeno in Norvegia, ma pare brutto diffondere la notizia
https://www.newsauto.it/notizie/esplosione-distributore-idrogeno-norvegia-2019-205394/
Immagine allegata
Grazie Claudio per la bellissima testimonianza. Il ricordo che ho io dell’idrogeno e’ una bombola nel laboratorio dell’Uni, e noi studenti che ridevamo (nervosamente) all’idea che stesse li’ accanto a noi… Quanto alla Fischer Tropsch, la reazione di steam reforming era (e’ ancora) usata proprio per produrre il feedstock da alimentare al reattore catalitico. Si producevano CO e H2 per ricombinarli nella forma di un idrocarburo liquido, nei fatti un distillato diesel a bassa densita’: si usava il gas per produrre diesel, prevalentemente per autotrazione, dai tempi della seconda guerra mondiale a… ieri. Oggi vogliamo usare lo steam reforming per ossidare la CO a CO2 e intombarla (!), stoccare e comprimere l’idrogeno per poi farci la reazione di haber e metterlo sulle navi. Ne abbiamo fatta di strada eh? Il prossimo passo e’ tornare alla clava e ad appuntire le frecce.
Caro Massimo,
in un’economia di mercato in cui il pubblico adempie in modo corretto al proprio dovere di verifica della razionalità dei progetti prima di finanziarli, un progetto che non ha gambe dovrebbe venir affossato perché nessun investitore privato cin metterebbe il becco di un quattrino; il rischio oggi è invece quello che siano investimenti pubblici dissennati a creare bolle speculative che solo dopo anni vengono smontate. Ricordo che anni fa in una delle tante leggi sulle rinnovabili vennero finanziate grandi serre solari ed io ne vidi un certo numero al Nord che avevano il tetto coperto per il 30-50% da pannelli solari. Ciò faceva si che ad esempio tu non potessi coltivare pomodori in inverno in quanto la radiazione solare in tali serre era palesemente insufficiente, mentre d’estate non aveva senso farlo in quanto i pomodori li su può benissimo coltivare all’aperto. Eppure, nonostante l’irrazionalità di base, i progetti furono approvati e finanziati.
Osservo anche che l’ammoniaca in quanto fonte di azoto è un nutriente essenziale per le piante e tu hai giustamente citato il benemerito processo di Haber e Boch, da cui oggi dipende il 50% delle proteine prodotte dai vegetali coltivati e che non assumiamo con l’alimentazone. Alcune piante assorbono direttamente azoto come ione ammonio ma la maggior parte lo utilizzano solo dopo che è stato convertito in nitrato dai batteri nitrificanti. Pertanto mettere in circolo ammoniaca significa spingere gli ecosistemi verso una maggiore produttività (un po’ come accade con CO2), il che in certi casi può rivelarsi negativo (eutrofizzazione).
In modo del tutto naif, osservo infine che senza mettere in piedi la gigantesca macchina del professor Baltasar che hai descritto, a navigazione potrebbe forse pensare a sfruttare direttamente il vento, accumulando quello in eccesso in forma di idrogeno per far andare i motori in caso di bonaccia. E’ chiaro però che le gigantesche portacontainer della Mersk non possano certo andare a vento…
Caro Luigi, vero, ma non siamo piu’ una economia di mercato da un bel po’ di tempo. Gli asset hanno valori che non sono legati a profitti, o rendimenti. Le monete fiat sono state iperinflazionate e vengono stampate come rotoli di carta igienica, abbiamo monete elettroniche il cui valore e’ proporzionale allo spreco associato di energia. Buona parte dei bond sovrani sono emessi a tassi negativi: nella “nuova economia” bisogna pagare per poter avere il privilegio di prestare i soldi ai governi. Si e’ deciso di dare valori negativi a prodotti come la CO2 per rendere artificialmente redditizio il business della reiniezione. E quant’altro. In questo mondo alla rovescia, ci sta tutto, anche la nave dei pazzi a NH3.
L’altro giorno parlando ai miei alunni dei principi della termodinamica, ho discusso di Clausius e della macchina frigorifera. Parlando dei fluidi refrigeranti, feci loro notare che quelli attuali sono frutto dell’evoluzione tecnologica e non sono tali da danneggiare l’ozono, come quelli utilizzati nel secolo scorso. Dissi anche che all’inizio dell’era dei frigoriferi domestici, quale fluido refrigerante si utilizzava l’ammoniaca, ma che esso fu sostituito con i clorofluorocarburi a causa della sua tossicità ed infiammabilità.
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Oggi si sta tornando indietro, a causa delle norme sempre più restrittive che vengono imposte sui fluidi frigoriferi a base di fluoro. Nei consessi tecnici specialistici, è considerato assodato che nel prossimo futuro i refrigeranti “naturali” prenderanno il sopravvento su quelli sintetici. Ciò significa che l’ammoniaca diventerà il fluido refrigerante per eccellenza. Come poi si possa considerare “naturale” una cosa come l’ammoniaca, non riesco a concepirlo. Forse perché è presente in natura? Anche il metano è presente in natura, ma viene demonizzato!”
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In campo industriale l’utilizzo dell’ammoniaca quale fluido refrigerante potrebbe anche essere accettabile: gravando il gestore dell’impianto con una serie mortifera di norme di sicurezza, il rischio potrebbe essere abbattuto in modio considerevole, ma cosa succederà con gli impianti domestici?
Non oso pensare a cosa potrebbe accadere a seguito di una perdita di ammoniaca in una cucina durante l’ora di cena o in una stanza da letto, quando è in funzione un condizionatore.
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Stesso discorso per l’ammoniaca utilizzata come combustibile: un serbatoio di ammoniaca, come di idrogeno, è una bomba pronta ad esplodere.
Come mai i nostri solerti decisori politici che bramano la transizione ecologica, non pensano alle ragioni per cui il dirigibile è stato soppiantato dall’aereo?
M. Lupicino si preoccupa dei ceffoni dati a Kelvin o a Clausius! In un mondo governato dall’ignoranza scientifica, la cosa non mi stupisce più di tanto, ma io mi meraviglio perché la gente non si chiede per quale motivo alcune tecnologie sono state soppiantate da altre. Non credo che bisogna capire la termodinamica, per comprendere che se l’ammoniaca o l’idrogeno sono stati sostituiti dai refrigeranti sintetici e dal combustibili attuali, ci deve essere stata una ragione ben precisa e che riguarda la sicurezza delle persone. Basta andare a leggere l’etichetta di un normale prodotto per le pulizie domestiche, per capire che l’ammoniaca è molto tossica! Non serve una laurea in chimica.
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Eppure si ha paura di mangiare un po’ di salame perché fa male (secondo i tutori della salute mediante il principio di massima precauzione), mentre si accetta di mettersi in casa una pompa di calore o un frigorifero ad ammoniaca che sicuramente è molto, ma molto più pericoloso per la salute di una fetta di salame o di carne.
E’ lo stesso discorso di chi preferisce prendersi una malattia infettiva, sicuramente mortale, piuttosto che vaccinarsi perché ha paura dell’effetto collaterale del vaccino.
E’ stupido, ma così sarà il mondo che verrà e che io, fortunatamente, non avrò modo di sperimentare per evidenti ragioni anagrafiche. 🙂
Ciao, Donato.
Caro Donato, io invece penso che farai in tempo a vedere crollare questo castello su se stesso, perche’ per me e’ evidente che si e’ gia’ raggiunta la fase parossistica. Le ideologie disumane, comicamente disumane, non possono resistere a lungo, tanto piu’ in tempi come questi in cui gli eventi corrono piu’ veloci che in passato. Per ora tocca stare sul bordo del fiume, e aspettare…
“Fusione” nucleare, (energia elettrica a basso costo ). Idrogeno per elettrolisi. Motori a “celle di combustibile” (motori elettrici). Potrebbe essere una soluzione per il futuro, o una pazzia? 🙂
per la fusione nucleare si prospettano tempi lunghi, i più ottimisti parlano del 2050, ma non è detto che si riesca a spostare il calore dall’interno di un campo magnetico all’esterno.
per il momento si stanno investendo 30 miliardi di euro in un esperimento chiamato ITER che ha come scopo produrre un plasma di fusione con più potenza rispetto alla potenza richiesta per riscaldare il plasma stesso.
forse sarebbe più sagio evitare di sprecare energia elettrica con asset finanziari come i bitcoin, che consumeranno 128 TWh di energia elettrica a fine 2021.
ma, per chi non lo ha ancora capito, la sostenibilità è un affare economico, non certo è stato concepito per migliorare l’ambiente o il clima.
su un altro blog sono venuto a conoscenza di uno studio sulle dighe e l’albedo The albedo–climate penalty of hydropower reservoirs https://www.nature.com/articles/s41560-021-00784-y
in cui si sostiene che l’effetto albedo dei bacini vanifica la minor emissione di CO2 delle centrali idroelettriche.
In pratica, coma la si gira e rigira la frittata…. verrà sempre bruciata.
però c’è bruciato e bruciato:
il bruciato sostenibile causato dal non utilizzo (almeno apparentemente, perchè anche per costruire gli sbarramenti delle dighe serve il cemento che, si s, produce molta CO2″ degli idrocarburi è buono;
il bruciato alla fiamma degli idrocarburi è cattivo.
Se non è ideologia, anzi, religione questa…. e parlano di dar retta agli scienziati di formazione gretina?
Senza contare che per produrre in modo continuo diciamo 1 MW di potenza per ottenere l’elettrolisi dell’acqua, ne occorrono 5 considerando le fonti rinnovabili, dato che non sono continue…e quindi ne serve un eccesso per caricare le batterie (di terre rare…in mano ai cinesi).
E che l’acqua…mica ci stanno assillando da anni che il 70% (numeri a caso) della popolazione non ne ha? E noi usiamo una così preziosa risorsa per produrre idrogeno? No, perché l’elettrolisi si fa da acqua “demi”. E quindi, non mi si venga a dire che basta prendere quella del mare…
Io avrei usato un altra nave dei folli , il Mallewagen di Hendrick Gerritsz Pot.
E’ un allegoria ironica della tulipomania che colpì l’Olanda nel ‘600. la gente si rovinò investendo una bolla speculativa sui bulbi di un tulipano particolarmente raro.
La gente cerca di salire sul carro di Flora dove i pazzi indossano cappelli a forma di tulipano mentre sullo sfondo un altro carro sprofonda in una palude
Una pignoleria. Bosch è contemporaneo di Michelangelo , solo noi italiani confondiamo la pittura rinascimentale fiamminga con quella medievale.
Caro Luca, medievale è il tema della nave dei folli non il dipinto.. copio e incollo da Zanichelli (a proposito per altro della citazione iniziale di Foucault): Secondo quanto riportato da Michel Foucault – autore della celebre opera Storia della follia nell’età classica – si trattava di un’usanza diffusa soprattutto in Germania durante il Basso medio evo e consistente nel caricare su battelli gli alienati mentali trovati a vagabondare per le vie cittadine, consegnando il loro destino alla corrente del fiume.
Resta il fatto che siccome adoro Bosch ho scelto il suo dipinto tra tante rappresentazioni del tema in questione 😉
Grandissimo!! L’ennesimo, puntuale “tradimento dei chierici” ci porterà diritti nella bocca del Dragone…
Meraviglioso pezzo (come sempre, senza piaggeria alcuna).
La storia di questo pezzo va di pari passo con quella del delirio di voler utilizzare l’energia prodotta, inutilmente, dalle pal(l)e eoliche norvegesi (costruite coi proventi del petrolio da loro estratto e venduto nel Mare del Nord, che l’ipocrisia a Bergen e dintorni cresce bene anche con poco sole e caldo) per generare idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua, e poi bruciato come combustibile diretto (molto sicuro, tra l’altro….) o per produrre……. corrente elettrica !!!! Vediamo quanto tempo ci mettono a scoprire che rifare la rete distributiva per l’idrogeno non è proprio una passeggiata di salute.
E tanto per restare in tema di demenza scientifico-industriale, qualche fenomeno di giornalista, non ricordo più che quotidiano fosse (mi pare fosse Il Sole 24 ore), qualche giorno fa si meravigliava che in Italia si fossero vendute pochissime automobili elettriche, notando altresì che tale vendita era avvenuta anche grazie agli incentivi vari.
Evidentemente gli sfuggiva un particolare, al prode vergatore di righe inutili: la cifra in basso a destra della fattura. Trentamila mila (dicesi: TREN-TA-MI-LA!!) euro per una 500e.
Povero Kelvin….
La gente non ha i soldi per comprare le brioches, e questi pretendono che corra a comprare il caviale. Sara’ un successone.
Nel forum online del sole24 su H di un paio di gg orsono il ceo di snam , in netto contrasto con quello di enel, ha detto che non ci sono problemi a trasportare H con i nuovi acciai dal Sahara dove c’è tanto sole e pensa che alla fine ci saranno tre , dico tre, reti di trasporto (certo un affare per .snam) . Per RINA invece nessun problema con ammoniaca , già adesso navi pronte con motori ad ammoniaca ma per il futuro meglio FUEL CELL. Per il. Trasporto ok per Sapio purché la tratta navale sia > 1500 km .
Ancora aspettiamo fiduciosi che il sahara venga trasformato in un gigantesco deserto solare “perche’ hanno tanto sole e poi l’energia la esporteranno in Europa”. Sono decenni che vengono propinate sciocchezze energetiche nel Nordafrica, senza che nulla di quello che viene promesso si realizzi.