Mese che ha visto il predominio di tipi di tempo perturbati con piovosità in prevalenza superiore alla norma associata a temperature generalmente nella norma.
La topografia media del mese di gennaio per il livello barico di 850 hPa (figura 1a) mostra che l’Italia è interessata da un regime di correnti atlantiche a debole curvatura ciclonica. Ciò consegue al fatto che le correnti atlantiche vettrici di aria umida hanno interessato con frequenza la nostra area, dando luogo ad una piovosità generalmente abbondante salvo anomalie negative a carattere locale. La carta di anomalia del livello barico di 850 hPa (figura 1b) conferma la diagnosi mostrando l’Italia interessata da un’area ad anomalia negativa (in azzurro).
La tabella 1 indica la presenza di 17 giorni con tipi di tempo perturbato, 13 giorni con tipi intermedi e solo 1 giorno con tempo anticiclonico. Inoltre la descrizione del regime circolatorio giornaliero in tabella 2 evidenzia che il territorio nazionale è stato in tutto o in parte interessato da 7 perturbazioni.
Prendendo in esame la piovosità media di tutte le stazioni presenti in ogni macroarea, al Nord i tre giorni più piovosi sono stati il 22 gennaio (22.2 mm di media), il 23 (12.8 mm) e il 31 (10.0 mm), al Centro il 24 gennaio (13.9 mm), il 2 (11.4 mm) e il 5 (10.0 mm) e al Sud il 26 gennaio (9.5 mm), il 31 (5.5 mm) e il 2 (5.4 mm).
Dal punto di vista climatologico il mese di gennaio vede di norma il prevalere di regimi circolatori di tipo perturbato sul Mediterraneo mentre al settentrione è soggetto al minimo precipitativo invernale con piovosità più ridotta. Lo dimostra il fatto che la piovosità media di gennaio rispetto alla media annua è mediamente del 6-7% al Nord, del 7-11% al Centro e del 9-13% al Sud.
Andamento termo-pluviometrico
La carta di anomalia mensile delle temperature massime (figura 2) mostra il prevalere di temperature nella norma, salvo anomalie negative a carattere locale al centro-Nord. Inoltre l’analisi decadale in tabella 3 evidenzia che le anomalie negative si sono concentrate nella prima e seconda decade del mese. La carta di anomalia mensile delle temperature minime (figura 3) evidenzia anch’essa il prevalere di temperature nella norma, salvo lievi anomalie a carattere locale, positive al centro-sud e negative al Nord. A livello decadale (tabella 3) le anomalie positive si sono concentrate nella seconda decade e quelle positive nella terza.
(*) LEGENDA:
Tx sta per temperatura massima (°C), tn per temperatura minima (°C) e rr per precipitazione (mm). Per anomalia si intende la differenza fra il valore registrato ed il valore medio del periodo 1990-2019.
Le medie e le anomalie sono riferite alle 202 stazioni della rete sinottica internazionale (GTS) e provenienti dai dataset NOAA-GSOD. Per Nord si intendono le stazioni a latitudine superiore a 44.00°, per Centro quelle fra 43.59° e 41.00° e per Sud quelle a latitudine inferiore a 41.00°. Le anomalie termiche positive sono evidenziate in giallo(anomalie deboli, fra 1 e 2°C), arancio (anomalie moderate, fra 2 e 4°C) o rosso (anomalie forti, di oltre 4°C), analogamente per le anomalie negative deboli (fra 1 e 2°C), moderata (fra 2 e 4°C) e forti (oltre 4°C) si adottano rispettivamente l’azzurro, il blu e il violetto). Le anomalie pluviometriche percentuali sono evidenziate in azzurro o blu per anomalie positive rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% e giallo o rosso per anomalie negative rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% .
Per collocare in un contesto più ampio l’andamento termico per l’Italia facciamo come spesso accade ricorso alla carta dell’anomalia termica globale mensile dell’Università dell’Alabama (figura 6a) la quale mostra l’Europa centrale e l’Italia centro-settentrionale interessate da una debole anomalia negativa connessa ad un nucleo di anomalia negativa sul mare del Nord. La carta di anomalia termica mensile del Servizio meteorologico tedesco – Deutscher Wetterdienst (figura 6b) mostra invece l’Europa centrale interessata da una debole anomalia positiva, con una differenza fra le due carte che si spiega con il diverso periodo di riferimento per il computo delle anomalie (1961-90 per Deutscher Wetterdienst e 1981-2010 per l’Università dell’Alabama).
La carta di anomalia pluviometrica percentuale (figura 5) mostra il netto prevalere di anomalie positive che si sono concentrate nella prima e terza decade del mese ed hanno interessato soprattutto il Nordovest e il versante tirrenico. Ciò è da leggere come un effetto di un regime circolatorio caratterizzato da veloci correnti atlantiche che hanno dato luogo a massimi sopravvento al rilievo appenninico.
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