Le nevicate su Milano sono fenomeni per me sempre interessati da osservare, soprattutto perché trasfigurano completamente la città, che di norma mi pare più simile a un gigantesco parcheggio che alla metropoli con vie ampie e spaziose che ci hanno lasciato i nostri padri.
La nevicata in corso è iniziata nella notte scorsa e sta proseguendo abbondante al momento in cui scrivo queste note e, alle 5,30 di questa mattina ho misurato al suolo fra 7 e 9 cm di neve (“al suolo” sta qui per “sui tettucci delle auto”, che è il modo per me più sensato di misurare la neve a Milano).
Per contestualizzare a livello storico il fenomeno allego il diagramma in figura 1 in cui riporto l’altezza della neve al suolo registrata a Milano dal sottoscritto dal 1991 ad oggi, con dati per l’appunto aggiornati alle ore 5,30 di questa mattina.
Dal diagramma emerge che di fronte a un fenomeno tanto irregolare nel tempo è poco interessante utilizzare un trend lineare, che infatti mi sono ben guardato dall’aggiungere al diagramma. L’unica cosa sensata che si può a mio avviso fare è delineare i tre seguenti sotto periodi:
- 1991-2004, a nevosità ridotta (media di 4,3 cm/anno con 7 anni del tutto privi di neve)
- 2005-2012 con maggiore nevosità (media di 19,6 cm/anno con 2 anni del tutto privi di neve)
- 2013-2020 con scarsa nevosità (media di 5,4 cm con 1 anno del tutto privo di neve).
Ovviamente la memoria va anche alle grandi nevicate del XX° secolo, che ho riassunto nella tabella 1, fra cui spicca in assoluto quella del gennaio 1985 che distrusse il bellissimo palazzetto dello sport di recente costruzione, a perenne monito per coloro i quali ignorano l’importanza dei carichi da neve sui manufatti.
Non vale la pena infine di commentare le tante profezie di scomparsa delle neve in pianura padana, su cui stenderei un velo pietoso (di neve, ovviamente).
Mi corre l’obbligo di fare un commento sulla frase: “fra cui spicca in assoluto quella del gennaio 1985 che distrusse il bellissimo palazzetto dello sport di recente costruzione, a perenne monito per coloro i quali ignorano l’importanza dei carichi da neve sui manufatti”.
Non sono d’accordo.
Ho avuto l’onore di avere come insegnante di scienza delle costruzioni l’ing.prof. Samuelli Ferretti, che sul suo libro di testo portava proprio l’immagine della struttura del palazzetto di Milano, da lui progettata.
Nelle sue lezioni ci raccontava dell’emozione provata quando, in corso di collaudo, l’inflessione massima sotto condizioni di carico massimo fu di 99 cm a fronte dei 100 cm previsti dal suo calcolo.
Ricordo che le norme di calcolo FISSANO i valori di carico di neve, in relazione all’area geografica e su base statistica. Qui da me (provincia di Roma) tale valore è di 100 cm, e io nel 1985 ne vidi una trentina. A Milano non so.
Quindi NON FU una sottovalutazione del carico da parte del progettista, ma una condizione veramente eccezionale.
Tanto devo come ingegnere e allievo del progettista di quel bellissimo palazzetto.
Gentile Ingegnere,
La ringrazio anzitutto moltissimo per la testimonianza a difesa del suo professore, che le fa davvero onore e che, lo confesso, mi fa provare una certa invidia nei confronti del professor Samuelli Ferretti, nel senso che vorrei anch’io avere allievi così.
Ciò detto le segnalo che quando ho scritto la frase da lei contestata non mi riferivo tanto a un problema progettuale quanto gestionale, facendo con ciò appello alla ricostruzione dell’evento presente sul sito https://www.pianetabasket.com/palla-a-spicchi/tutta-la-verita-sul-palasport-di-san-siro-151200 al paragrafo “Il disastro”, cui rimando i lettori per ulteriori approfondimenti e in merito alla quale richiedo cortesemente il suo parere, non essendo io un ingegnere strutturista. Analogamente chiederei la cortesia di un giudizio all’amico Donato Barone, assiduo lettore di CM e che so occuparsi professionalmente di problemi strutturali.
Caro Luigi,
ascoltando alcuni TG di oggi, sembrava che a Milano si fosse scatenato l’inferno: 400 mezzi spazzaneve, 800 spalatori, polemiche a non finire tra esponenti politici, inquadrature di alberi caduti su macchine e nei parchi cittadini, croniste vestite come per un servizio dall’Artico, ecc., ecc.. 🙂 🙂
Leggendo il tuo articolo, scopro che a Milano sono caduti una decina di centimetri di neve e, dalla tua “graduatoria”, scopro, altresì, che ben altre nevicate ha conosciuto la città.
Onestamente mi sembra che ancora una volta i media abbiano dato il peggio di se; dieci modestissimi centimetri di neve, descritti come una specie di disastro apocalittico!
Meno male che ci hai pensato tu a mettere le cose al loro giusto posto con questo articolo, di cui ti ringrazio infinitamente.
Ciao, Donato.
Caro Donato,
grazie per il tuo commento. Al riguardo posso dirti che nella prima parte della mia vita lavorativa mi sono occupato di meteorologia operativa lavorando per 18 anni al servizio meteorologico regionale della Lombardia. In tale ruolo mi sono costantemente confrontato con le “sparate” del mondo giornalistico, cogliendo che lo iato rispetto alla realtà era spesso rilevante e in alcuni casi enorme. Ad esempio in occasione di emergenze da pioggia spesso i massimi pluviometrici non si avevano a Milano ma l’immagine che il mondo dei media dava era i più delle volte conforme allo stereotipo di “Milano in ginocchio”. D’altronde dobbiamo riflettere sul fatto che un articolo come quello che ho scritto io non lo venderesti a nessuno, mentre la re “realtà aumentata” con tanto di orsi polari, pinguini e colpevoli da bruciare sul rogo la vendi alla grande, così come vendi l’AGW con deserti, cammelli e compagnia cantante.
Tutto ciò penso trovi giustificazione nel fatto che l’informazione viene prodotta per utenti che vivono per lo più in città e Milano, con i sui 1,3 milioni di abitanti cui devi aggiungere quelli dei comuni delle cintura, è un cliente di primaria grandezza. A ciò aggiungi che i giornalisti sono quali tutti ormai free-lance, per cui se non producono pezzi accattivanti (e la realtà il più delel volte non lo è) debbono cambiar mestiere.
Ciò detto e con riferimento alle polemiche di cui tu parli e che mi sono ben guardato dal seguire, voglio aggiungere alcune cose a quelle che ieri ho scritto in real time (l’articolo l’ho mandato a Guido intorno alle 9 del mattino):
1. quando ho fatto la mia passeggiata fra le 5 e le 6,30 del mattino, allorché a suolo c’erano già 7-9 cm di neve, ho visto un lodevole attivismo da parte del personale di servizio dei condomini (quelli che di norma vanno ad esporre l’immondizia) con molti che avevano già spalato la neve sui marciapiedi e sparso sale. Inoltre ho visto spalaneve e spandisale già all’opera e persone che stavano distribuendo sale alle fermate del tram. Pertanto il piano neve per quel che ho potuto vedere stava funzionando, anche se la mia testimonianza si riferisce a un ambito piccolo (fra piazza Napoli e il parco Solari, un quadrato di 1×1 km circa).
2. la neve caduta era molto, molto pesante. Tieni conto che alle 8 (ora in cui faccio di solito le misure pluviometriche in accordo con Franco Zavatti che le fa a Bologna) ho tolto dal pluviometro e messo a fondere la neve intercettata ottenendo un totale di 19 mm cui, devi aggiungere i 5,5 mm che ho travato questa mattina alle 8, per un totale di 24,5 mm, che rapportati agli 9-10 cm da me misurati a suolo fanno 2,45 mm di pioggia per 1 cm di neve, ben oltre la media che è grossomodo di 1 mm di pioggia per 1 cm di neve. Questo spiega a mio avviso le cadute di rami anche grossi che ho osservato io stesso attorno a casa mia.
Questo è tutto. Buona giornata.
Luigi
e che ci volete fare….
sono i cambiamenti climatici.
Installando palLe eoliche e pannelli fotovoltaici a Milano non nevicherà più.
ma senza l’AGW, a Milano nevicava di meno o di più?
Quel’è il clima “naturale” per la città di Milano il 28 dicembre?
Una volta ridotta la CO2 ai livelli preindustriali, gli alberi non cadanno più sui tram di Milano?
Ritornando al clima “naturale” (non AGW), la neve cadrebbe più lenta?
A prescindere se l’uomo può o non può cambiare il clima, ma vi sembra razionale combattere i cambiamenti climatici con monopattini elettrici o palLe eoliche o ancorchè con bonus 110% o con danaro virtuale o smaterializzando anche le esistenze umane?
Mi scrivono i due amici Ernesto e Flavio dandomi i dati di altezza della neve da loro misurati:
– a Bergamo alle 12 del 28/12: 20 cm
– a Clusone (Val Seriana – BG): 30 cm.
– a Confienza (Lomellina – PV) alle 11 del 28/12: 16 cm
Aggiungo che a Milano alle ore 11,30, a nevicata ormai conclusa, ho misurato un totale di 9-11 cm.
Aggiungo un ulteriore dato relativo a Castellanza (VA) e che mi è stato fornito un osservatore locale: 20 cm di neve caduti nell’intero evento.
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