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Coordinatore del Clima

A elezioni concluse va prendendo forma la nuova amministrazione americana, e sebbene i media stiano profondendo il solito impegno per omettere fatti ritenuti non utili all’agenda, molte nomine stanno facendo alzare il sopracciglio anche ad osservatori schierati politicamente su fronti opposti.

Se le polemiche degli sconfitti sulle nomine non fanno giustamente notizia, va anche detto che alcune di queste sono state aspramente criticate dall’ala più militante dei sostenitori del “President-elect”, in quanto non abbastanza “nuove”. Si tratta, infatti, di burocrati stagionati appartenenti ai circoli più elitari di Washington, nonché già protagonisti negli 8 anni di amministrazione Obama.

L’ultima nomina si inserisce proprio nel contesto appena descritto: parliamo infatti di Gina McCarthy, fresca “Coordinatrice del Clima” alla Casa Bianca. In questo caso le critiche bipartisan non si limitano alla sola “mancanza di novità”. Il punto è che la neo-nominata è stata protagonista di uno dei disastri ambientali più noti in America: quello della “Crisi dell’acqua di Flint”.

Una crisi partita nel momento in cui la cittadina di Flint, Michigan, decise di approvigionarsi di acqua potabile dall’omonimo fiume piuttosto che dalla rete di Detroit. Peccato che il mancato utilizzo di inibitori di corrosione e lo stato pietoso delle condutture portarono all’esposizione di 100,000 persone e circa 10,000 bambini a tassi altissimi di piombo. Un avvelenamento di massa di cui, tra gli altri, fu accusata anche la McCarthy, nominata a suo tempo da Obama a capo della potentissima EPA, l’Agenzia federale per la Protezione dell’Ambiente.

La polemica fu squisitamente politica, visto che se da una parte McCarthy sostenne che la responsabilità era delle autorità locali, dall’altra va anche detto che i poteri dell’EPA durante l’amministrazione Obama furono estesi notevolmente, trasformando l’agenzia in un vero e proprio braccio armato del potere esecutivo in materia di legislazione ambientale grazie alla strategia del “sue-and-settle”. Certo è che l’EPA era ben informata dei rischi connessi all’utilizzo di quell’acquedotto, ma non li ritenne meritevoli di un intervento urgente, e si arenò in pastoie legali e burocratiche che fecero perdere mesi preziosi. Mesi in cui i cittadini di Flint continuarono a bere acqua al piombo.

Al di là della storia in sé, che pure consente di aprire uno spiraglio sui problemi che l’amministrazione neo-eletta si ritroverà ad affrontare, stretta tra un Senato probabilmente ostile e un’ala sinistra radicale chiamata a mandare giù bocconi amarissimi, si può comunque fare qualche considerazione a margine.

Il ruolo della McCarthy (per molti versi simbolico, visto che non ha bisogno di essere approvato dal Congresso) prevede un titolo davvero evocativo, che in Italia potremmo provare a tradurre come “Ministro del Clima”, ma che in inglese ha un nome ancora più rivelatore. “Coordinator” è, letteralmente, “colui che coordina”, e questo termine viene usato per identificare chi ha la responsabilità di coordinare un team di collaboratori su attività squisitamente tecniche, pratiche.

Lecito assumere, quindi, che in qualità di “Climate Coordinator”, la McArthur nel suo nuovo ruolo coordinerà il clima. Si immagina, quindi, che il suo Team sia a sua volta addetto al controllo della varietà di eventi meteorici che contribuiscono a definire il clima stesso: la pioggia, le nuvole, la neve, la grandine, il freddo, il caldo…

Per dirla alla maniera dei media adoranti, la nuova amministrazione pare quindi già ben attrezzata per fare miracoli, letteralmente. Una capacità per altro già ampiamente manifestata nell’urna elettorale. Aspettiamoci quindi piogge a comando nel deserto del Colorado e un piacevole tepore invernale nel Montana. Non fosse che a quest’ultimo ci pensa già il global warming.

La nomina in questione apre anche nuove prospettive ad una classe politica che in tanti paesi del mondo è alle prese con gravi crisi di consenso, per la serie: “se non sei in grado di fare l’ordinario, allora dedicati allo straordinario”. La titolistica potrebbe quindi essere praticamente sterminata. Così, giusto per non sottrarsi al piacere dell’esercizio di fantasia si potrebbe proporre:

  • Coordinatore delle Nuvole (riporta al Coordinatore del Clima ma si fa trascinare  troppo dal Coordinatore del Vento)
  • Coordinatore della Pioggia (riporta al Coordinatore delle Nuvole)
  • Coordinatore delle Stagioni (ovviamente con 4 riporti, da ridurre a 2 se quelli di mezzo dovessero decidersi finalmente a scomparire)
  • Coordinatore dell’Asse Terrestre (anche con delega alla Precessione)
  • Coordinatore del Sole (la posizione più “hot“, vanta discendenza da Luigi XIV)
  • Coordinatore dei Raggi Cosmici (con Goldrake come consulente)
  • Coordinatore Stellare (riporta al Coordinatore Galattico, ma brilla di luce propria)
  • Coordinatore degli Asteroidi  (si interfaccia con la ISS, in caso di distrazioni chiama Bruce Willis a rimediare)
  • Coordinatore dei Vulcani (riporta a San Gennaro)
  • Coordinatore delle Placche Tettoniche (riporta a Mario Tozzi)
  • Coordinatore del Big Bang (il più temuto: “l’ho già fatto una volta e posso rifarlo ancora!!!”)

Una ultima considerazione…elettorale. I cittadini di Flint hanno votato in maggioranza per Biden, in uno Stato chiave tra quelli in bilico. E chissà che grazie al loro voto, la stessa persona che hanno accusato pochi anni prima di averli avvelenati, non trovi una grande occasione di riscatto salvandoli da un pericolo ben più grave. Cosa vuoi che sia, ingurgitare piombo per mesi, rispetto al rischio terribile che il Global Warming privi i cittadini di Flint del privilegio di morire di freddo l’inverno, come da “norma climatica” del posto?

Resta il sospetto che gli avvelenati di Flint saranno salvati dal clima allo stesso modo in cui sono stati salvati dal piombo. E forse anche in questo caso la responsabilità sarà attribuita a qualcun altro più in basso, a livello locale: magari ad un supervisore delle nuvole distratto, o ad un funzionario infedele nell’ufficio di raddrizzamento dell’asse terrestre.

Poche settimane fa, in occasione della nomina della Barret alla Corte Suprema, il Presidente uscente (tra le solite critiche a reti unificate) aveva affermato, con durezza: “le elezioni hanno conseguenze”.  Chissà cosa ne pensano, dalle parti di Flint.

 

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Published inAttualità

9 Comments

  1. robertok06

    Salve:

    la mc Carty non e’ neanche la scelta peggiore fatta da biden (e non e’ ancora presidente!)… aspettate di vedere cosa fara’ la pasdaran verde che e’ stata prescelta per il posto di capo del dipartimento dell’energia… Jenni fer Granholm, l’ex governatrice del Michigan (due mandati consecutivi (2003-2011), sfegatata per le rinnovabili intermittenti (e’ noto che le fabbriche di auto del michigan potranno girare con elettricita’ intermittente e stagionale, senza problemi).
    Se si va a vedere la composizione dell’elettricita’ in quello stato si vede che c’e’ tanto gas, un po’ di carbone, parecchio nucleare, e un po’ di eolico… ovviamente in crescita dato che e’ iper-incentivato.
    Lei spingera’ per aumentare fottovoltaico e eolico, se volete fare soldi cercate azioni di societa’ eoliche negli USA…

    Qui un TEDx della Granholm… “scienziata politica”!… e’ avvocato. In lizza per lo stesso posto c’era un fisico del MIT in odore di Nobel, gia’ a capo del DoE ai tempi di Obama… ma dato che e’ favorevole al nucleare e al gas (se non altro nella “transizione” alle rinnovabili) i soliti pasdaran verdi lo hanno ostracizzato, e biden per tenersi buona quella parte dell’elettorato ha scelto questa incompetente al 100%!…
    Scusate, devo andare a vomitare… 🙁

    https://www.ted.com/talks/jennifer_granholm_a_clean_energy_proposal_race_to_the_top

    Non dice nulla… solo un’abile oratrice… come se bastasse a generare energia e corrente!
    Ma per favore… ma trovatele un lavoro serio… giornalista CNN, giusto per dire!… […]
    Da estinzione di massa, altro che!…

    @Roberto
    Ho moderato la fine del tuo commento. Mi spiace ma non posso fare eccezioni. La politica di casa nostra qui non la discutiamo.
    gg

  2. AleD

    Altro pezzo degno di nota ma complimenti! Sarà la vecchiaia che permette di raggiungere certe vette?

    Ovviamente i brogli che ci sono stati sono stati al 100% per biden e 0% per trump. E’ un peccato che non abbiano censito solo i voti di trump perché altrimenti avrebbe vinto di sicuro! Ma è stato tutto un imbroglio e questa modalità non ha potuto essere attuata. Una vergogna, come il pezzo sia chiaro. E come il mio commento, ma ci tenevo a rimanere in linea con la qualità dello scritto… 😀

    • Massimo Lupicino

      Al tuo solito, non hai capito niente e i tuoi bias ti fanno prendere fischi per fiaschi. Sei la mia cartina al tornasole: vuol dire che e’ un buon pezzo. Grazie.

    • AleD

      ma certo, vorresti per esempio integrare la tua chiusura:

      Poche settimane fa, in occasione della nomina della Barret alla Corte Suprema, il Presidente uscente (tra le solite critiche a reti unificate) aveva affermato, con durezza: “le elezioni hanno conseguenze”.
      “?
      Che usa il barney rifatto uscente per associargli chissà che profonde analisi da statista quando invece ha dimostrato innumerevoli volte solamente il suo status da mediocre imprenditore? E poi ti lamenti del cherry picking degli altri quando qui siamo a ben altri livelli: si vogliono addirittura appioppare significati precisi a parole che non ne hanno

    • Massimo Lupicino

      Non si capisce niente di quello che hai scritto, non solo non capisci nulla di quello che leggi, ma non sei nemmeno in grado di spiegarti. Del resto le cose vanno di pari passo. Buona giornata!

    • AleD

      Immagino sia comodo dire di non capire, certo.

    • @Tutti
      Non c’è verso, per quanto si voglia cercare di star sopra, si deve sempre finire ad azzuffarsi nel sottoscala.
      Direi che può bastare.

  3. donato b.

    Caro Massimo,
    quest’anno non ho dovuto occuparmi della COP e, quindi, delle implicazioni geo-politiche, oltre che geo-climatiche 🙂 , della kermesse multilaterale globale. La conferenza di Glasgow è stata, infatti, rinviata al prossimo anno a causa della pandemia in corso: neanche il supremo interesse della lotta ai cambiamenti climatici avrebbe potuto giustificare un mega assembramento del genere.
    .
    Il prossimo anno spero, però, di poter toccare con mano gli effetti del cambiamento di leadership negli USA. E, questo, per due ordini di motivi: il primo, più importante del secondo, perché significherà che la pandemia è, finalmente, finita; il secondo per vedere, quanto il nuovo gruppo dirigente sarà capace di modificare l’atteggiamento USA, nei riguardi delle scelte vincolanti effettuate dalle COP.
    .
    Per chi lo avesse dimenticato, infatti, vorrei far notare che fino ad oggi (quindi anche nell’era Obama) chi più di ogni altro si batteva, per rendere NON vincolanti gli accordi sottoscritti, erano i delegati degli Stati Uniti. Il famoso Accordo di Parigi ha vincolato, infatti, solo l’UE, ma quasi nessun altro al mondo e, questo, per il semplice fatto che siamo stati noi a volerlo fare, a prescindere da quanto è scritto nel testo dell’Accordo.
    Saranno capaci i nuovi Coordinatori del clima, nominati dall’Amministrazione Biden, di sottoscrivere in modo vincolante l’impegno a trasferire ai Paesi in via di sviluppo, le enormi quantità di danaro previste dai tecnocrati dell’ONU? Se si, allora potremo dire che l’Amministrazione Biden ha rappresentato un punto di svolta nelle politiche climatiche globali.
    I delegati USA saranno in grado di sciogliere il nodo del doppio conteggio delle certificazioni verdi, imponendo a Paesi come il Brasile di rinunciare a questa importante fonte di entrate? Se si, allora avrà un senso parlare di Coordinamento (delle politiche) del clima.
    Perché, in effetti, questo, credo, sia il senso della nomina della McCarthy: coordinare le politiche del clima a livello globale e locale.
    .
    In quanto al posto di Coordinatore del Clima è già occupato. Secondo alcuni da Colui che tutto può. Secondo altri e più prosaicamente, dalle forze esogene ed endogene che regolano il clima terrestre mediante una serie di meccanismi estremamente complessi e non del tutto chiari, checché ne dica il 97% (sic!) degli scienziati.
    Ciao, Donato.

  4. David

    …io la definirei la signora in questione una Flint…stone;in quanto queste persone se potessero ci riporterebbero ai tempi della pietra(si stava meglio quando si stava peggio!).
    Buone feste(blindate) a tutti i lettori!

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