Come ormai è chiaro agli abitanti del villaggio di Asterix, spesso ci capita di dedicare i post prossimi al week end alle segnalazioni per fornire passatempo, spunti di riflessione e magari suggerimenti per interventi a venire.
Tanto farò oggi, ma non posso nascondere una punta di soddisfazione nel segnalarvi la lettura dell’articolo uscito appena qualche giorno fa su Nature (climate and atmospheric sciences):
Historical predictability of rainfall erosivity: a reconstruction for monitoring extremes over Northern Italy (1500–2019), di Diodato et al.
Il lavoro prosegue in un filone che abbiamo già avuto modo di commentare sulle nostre pagine (Luigi Mariani e Franco Zavatti, qui e qui), che è quello degli eventi estremi e dei processi erosivi della valle del Po, argomento quanto mai attuale alla luce delle discussioni inerenti l’eventuale aumento degli eventi precipitativi estremi e dei conseguenti effetti sul territorio.
Viene pubblicata per la prima volta una serie storica con risoluzione annuale dell’indice di erosività del bacino del Po, una grandezza dal cui andamento si evincono delle informazioni davvero interessanti. Tra tutte, la conferma di un andamento degli eventi erosivi che mostra una dipendenza da fattori climatici di lungo periodo piuttosto evidente, con cambiamenti importanti tra la fase fredda della PEG e la successiva fase di recupero che giunge fino ai giorni nostri. Inoltre, si identifica anche un segnale di ciclicità presumibilmente connesso al ciclo solare di 22 anni, oltre che alle modifiche di più lungo periodo dell’attività della nostra stella. Altrettanto importante, ma di difficile interpretazione, il segnale di aumento della variabilità interannuale degli eventi erosivi nella fase post PEG, con un incremento decisamente accentuato nelle ultime decadi, pur in un contesto di eventi erosivi mediamente meno frequenti.
Qui sotto, la Figura 5 del paper con la sua didascalia.
Infine, e vengo alla soddisfazione, troviamo citato nel testo il lavoro che Carlo Colarieti Tosti ha prodotto nel 2015 per le pagine di CM (Il clima del futuro, la risposta è nel passato), un lavoro che, come si dice in questi casi, sta invecchiando davvero bene. Qui di seguito un estratto del testo con la citazione:
In fact, during recent decades, the aggressiveness seems to indicate a recovery in the erosive activity of rains. This trend is in accordance with a marked increase of erosivity density (the ratio of rainfall erosivity to precipitation, data not shown), which confirms an increased inter-annual variability. Though the frequency of occurrence of daily precipitation was found to decrease over in Italy, episodes with shorter duration (from 1 to 3 h) have instead enhanced the torrential character of seasonal rains. This accords with what reported by Colarieti Tosti, which provided sufficient data to show that in the coming decades the polar vortex will undergo a phase of expansion towards the south with consequent exacerbation of the hydrological cycle in the central-western Mediterranean area.
Spero che la lettura del paper di Diodato et al., (e, con riferimento ai link, la rilettura) sia di vostro gradimento per questa fine settimana, confidando inoltre che qualcuno degli amici di CM vorrà fornirci analisi più approfondite del paper stesso e dei dati in esso pubblicati.
A corredo di tutto questo e sempre con gli eventi estremi sullo sfondo, vi segnalo anche il podcast della trasmissione Smart City di Maurizio Melis, andata in onda appena ieri sera su Radio24. L’argomento è la prossima realizzazione del centro ad elevatissima capacità di calcolo dell’ECMWF al Tecnopolo di Bologna, con cui si progetta di far scendere la definizione del modello meteorologico globale più performante dagli attuali 9Km a 5Km (praticamente un LAM), un modello non idrostatico che dovrebbe aumentare parecchio la capacità predittiva numerica degli eventi a piccola e media scala spaziale. Il podcast lo trovate a questo link. Nella speranza che chi si occupa di futuro con tanto impegno non dimentichi il passato ;-).
Enjoy
Ringrazio tutti quelli che proseguono nel percorso della diffusione della cultura e del sapere…: il nostro futuro e, quello dei nostri figli in particolare, dipende dalle scelte che andremo a fare nel prossimo futuro, partendo dalla conoscenza del passato.
Francesco S.
Bello! 🙂
Grazie Guido per l’attenzione di CM a questo lavoro.
Spero che l’importanza del messaggio scientifico non sia offuscata da alcune inaccuratezze che hanno accompagnato la produzione dell’articolo (e che stiamo cercando di risolvere con la rivista). Invio pertanto la figura 5 nella sua versione corretta, che riflette quanto scritto nella didascalia.
Un caro saluto a tutti
Immagine allegata
…sull’importanza della semplice verifica storica: https://sergiopinna-clima.jimdofree.com/articoli-recenti/una-verifica-molto-semplice/