Salta al contenuto

Il ghiacciaio di Planpincieux e la cattiva informazione

Contrariamente alle mie abitudini, questo sarà un post molto breve. Poteva essere un commento, ma credo sia necessario porre molta attenzione ad un fenomeno che caratterizza, ormai, il nostro sistema di informazione, per cui un breve articolo mi è parso più opportuno.

In questo articolo voglio mettere in evidenza il pressapochismo di certa informazione, la mancanza di approfondimento delle notizie, il sensazionalismo e, in ultima analisi, il pessimo livello dell’informazione generalista.  So che su questo blog sfondo una porta aperta, ma voglio portare l’ennesima testimonianza, riguardo al malcostume imperante.

Io non sono un glaciologo, non mi interesso di informazione a livello professionale, sono un semplice cittadino che cerca di informarsi, ma che è costretto, suo malgrado, a defaticanti sforzi per discernere nella marea di notizie che mi investe quotidianamente, ciò che è vero, da ciò che è verosimile; ciò che è improbabile, da ciò che è falso. In base alla mia esperienza, quasi ogni volta che approfondisco una notizia, mi accorgo che essa si colloca tra il verosimile e l’improbabile, per cui il mio scetticismo nei riguardi dell’informazione generalista sta aumentando in modo esponenziale.  Non potendo approfondire tutto, mi limito a prendere atto di ciò che leggo, ma non penso mai che ciò che ho letto sia vero. Non dovrebbe essere così, visto che chi fa informazione “ufficiale”, si lamenta delle false informazioni e invoca leggi draconiane contro le fake-news.

In questi giorni il caso del temuto collasso del ghiacciaio di Planpincieux, sta infestando tutti i media generalisti e sta alimentando la narrativa della crisi climatica incombente: il ghiacciaio rischia di collassare a causa delle forti oscillazioni termiche di questi giorni. Da quel poco di fisica che conosco, mi sembra alquanto improbabile che un’oscillazione di pochi gradi centigradi possa destabilizzare un volume di ghiaccio di diverse centinaia di migliaia di metri cubi, per cui nel mio cervello è risuonato il trillo di uno dei campanellini di allarme che si attiva di fronte ad un fatto palesemente eclatante.

Mi sono bastati cinque (dico cinque) minuti di ricerca on-line, per capire che tutto l’ambaradan mediatico di questi giorni rientra nel capitolo del sensazionalismo e del pressapochismo giornalistico.

Ho trovato un brevissimo resoconto di una ricerca condotta cinque anni fa sul ghiacciaio di Planpincieux che spiega in modo chiaro, semplice, elementare, oserei dire, che cosa sta accadendo. La massa glaciale che minaccia di collassare fa parte, cito testualmente la mia fonte, di

” … un ghiacciaio pensile, con il fronte in corrispondenza di una ripida rottura di pendio. La posizione, la morfologia molto acclive del fronte, e l’instabilità locale rendono impossibile l’installazione di sistemi e strumenti di monitoraggio sul fronte del ghiacciaio. Per questo motivo, prima del nostro intervento, le informazioni disponibili sui tassi di movimento e sulla dinamica del ghiacciaio di Planpincieux erano poche, frammentarie e qualitative.”

Lo studio risale al 2015 e riguarda dati raccolti a partire dal 2013. L’instabilità del fronte glaciale del ghiacciaio del Planpincieux è un fatto strutturale, legato alla morfologia del ghiacciaio e del sito su cui insiste. Ogni anno da quando sono iniziate le osservazioni, cioè dal 2013, il fronte glaciale si è mosso in modo simile a quanto sta accadendo oggi e, prima o poi, ci sarà un collasso che farà precipitare migliaia di metri cubi di ghiaccio nel fondovalle. Lo impongono le leggi della fisica, la morfologia del ghiacciaio e la circolazione idrica sub glaciale che può accelerare o rallentare un processo ineluttabile. Invito tutti, comunque, a leggere il breve resoconto citato ed a guardare i filmati, confrontandoli con quelli di oggi. Autori dello studio sono ricercatori dell’IRPI – CNR, io mi sono limitato solo a segnalare il loro lavoro e ad esprimere qualche considerazione.

Domanda retorica finale: perché nessun giornalista ha reputato necessario approfondire l’argomento, prima di scrivere gli inverecondi articoli di questi giorni?

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAmbienteAttualitàMedia Monitor

21 Comments

  1. giovanni geologo

    vista ghiacciaio google maps

    Immagine allegata

  2. giovanni geologo

    In poche parole quanto sta succedendo al ghiacciaio di Planpincieux fa parte della normalissima dinamica ed evoluzione di un ghiacciaio alpino….. Ossia scorre da monte verso valle come tutti i ghiacciai.
    Osservando le immagini si vede chiaamente che due lingue sommitali si concentrano in un piccolo circo glaciale il cui sbocco verso valle ( come in pratica tutti i crichi glaciali, che non sono altro che delle depressioni a forma di conca sospese nelle parti sommitali dei rilievi) é caratterizzato per una rottura di pendenza ad angolo elevato. Quindi il ghiaccio proveniente dalle due lingue sommitali si accumula nella depressione del circo fino a farlo tracimare (esattamente come l’acqua in un bacino o una bacinella). Il ghiacciaio tracima nel punto piu basso, in corrisondenza della rottura di pendenza che si protende verso valle. Il ghiaccio trovandosi a poggiare su delle pariti ripide crea un classico seracco e il ghiacciaio sovrastante puo defiirsi come ghiacciaio sospeso. I seracchi sono tipici proprio di rotture di pendenza e segnano spesso anche il limite tra la zona di accumulo e quella di ablazione. Quindi veramente nulla da dire, si cerca di creare paura e spattacolo da un evento di routine, come sta succedendo anche in altri settori da alcuni mesi a questa parte. Non ho tempo di dilungarmi penso ch egli osservatori piu’ attenti abbiano notato i parallelismi a cominciare da OMS e IPCC……
    La questione che bisognerebbe porsi invece é se questa dinamica del ghiacciaio di Planpincieux corrisponda ad una dinamica di avanzamento glaciale o di ritirata e fusione. A voi la risposta.

    DI seguito qualche link a semplici presentazioni liberamente accessibili su morfologia e dinamiche glaciali nel caso potesse interessare.

    Buona continuazione a tutti

    http://scienzeambientali.unicam.it/matdid/geomorfologia/morfglac1.pdf

    http://scienzeambientali.unicam.it/matdid/geomorfologia/morfglac2.pdf

    https://moodle2.units.it/pluginfile.php/180003/mod_resource/content/0/Geomorfologia_glaciale_2017-2018.pdf

    Qui trovate anche alcune foto di torrenti glaciali, quelli che avevano fatto urlare alla fine del mondo in groenlandia l’anno scorso ( in quanto mai visti prima nella storia dell’ignoranza umana)….. ma abbiamo visto lo stato dei ghiacciai groenlandesi in questi giorni 😉
    https://www.caimilano.org/alpinismoarrampicata/wp-content/uploads/sites/24/2017/02/A1-2016-glaciologia_rdc-1-30.pdf

    Immagine allegata

    • donato b.

      Giovanni,
      grazie per aver voluto arricchire con i tuoi interessanti contributi questo articolo.
      Le tue parole mi confortano, in quanto confermano quelle che ho usato io, ma le tue sono molto più “pesanti” delle mie in quanto scritte da un geologo, ovvero da un esperto delle dinamiche terrestri.
      Ciao, Donato.

  3. Sandro

    C’è un motivo ben particolare che fa guadagnare massa all’interno dell’area continentale della Groenlandia, piuttosto che nelle aree costiere. È forse tutto il regime in alta stratosfera che sta cambiando lungo il circolo polare artico? E che differenze abbiamo rispetto l’annata scorsa?

    Caratterizzata da una stagione invernale 2019-2020 abbastanza scarsa di freddo, quello intenso e continentale.

    CI sono fluttuazioni climatiche nel nostro paese. Con annate dove prevale il clima mediterraneo, ed annate dove abbiamo fasi di clima continentale.

    Saluti a me fa piacere ripartire da qua 🙂

    Immagine allegata

  4. Fabrizio Giudici

    Visto che si parla di Monte Bianco, ricordo questa notizia del… 1892 (milleottocentonovantadue). Dinamica diversa dall'”hanging glacier”, tanto per ricordare le dinamiche di alta montagna.

    https://fr.wikipedia.org/wiki/Glacier_de_T%C3%AAte_Rousse

    En 1892, une coulée de lave torrentielle constituée de boues, roches et débris végétaux, survient à la base du glacier à la suite de l’accumulation d’eau de fonte dans une poche dans le glacier et à la libération brusque de près de 100 000 m3 d’eau1. La coulée ravage les vallées du Bionnassay, du Bon Nuant et de Bionnet au Fayet, et fait plus de 175 victimes sur la commune de Saint-Gervais-les-Bains situé en contrebas.

    Ne approfitto per salutare tutti: sono sempre qui e vi leggo anche se non commento.

  5. robertok06

    Buongiorno:

    ieri ho postato un intervento a commento di questo articolo di Donato… ma non compare… c’era pure una figura in allegato…

    • Roberto chiedo scusa a te ed agli altri, ho ritardato la moderazione per sopraggiunta estate

    • robertok06

      @Guido

      Non c’e bisogno di scusarsi, l’immaginavo, solo che essendoci zero commenti visibili in quel momento ho pensato che magari ci fosse un problema tecnico sul sito.
      Grazie, e buone ferie, per chi le deve ancora fare… io ho gia’ dato…

      Qui in allegato un breve estratto di un articolo su sito francese, dove intervistano commercianti locali, che dicono cosa ne pensano (oltre al commento ufficiale del sindaco).

      Rischi sempre presenti in montagna, e in questo caso molto bassi, dicono I RESIDENTI LOCALI…

      Immagine allegata

  6. Sandro

    allego un’immagine all’articolo.

    Non sempre riusciamo a dare una spiegazione uniforme e condivisibile pienamente. Questo per quanto concerne la climatologia e poi conseguentemente, la metereologia. Sono in moto dinamiche su scala nord emisferica, difficili da inquadrare nel loro complesso. È banale dire che il clima sta cambiando. Ma soffermerei sull’andamento del clima mediterraneo italiano. Specialmente quello invernale. Fatto di periodi miti e periodi molto freddi, con abbondanti nevicate al suolo. Ci aspettiamo tutti sempre l’Inverno continentale, fatto di freddo e neve, ma non è così la realtà. Le carte storiche, mostrano nelle reanalysis, un’andamento del clima italiano, pressoché invariato gli ultimi cento anni. Con periodi freddi, decenni con sfuriate gelide e periodi più caldi, con ondate di caldo simili a quelle attuali..
    Servirebbe quindi un poco di coerenza, nel descrivere tutto questo. Un’andamento climatico emisferico, che ha come riferimento: sole e pianeti, ed in più relativamente una componente “irresponsabile” o “responsabile” antropica.

    Il clima può cambiare del corso di un secolo. Quindi ciò che andava regolarmente in base alle stagioni; può divenire del tutto instabile, quando certe dinamiche atmosferiche sono, attualmente, a pieno regime.

    Non è sempre colpa dell’uomo, ma non è proprio lui stesso l’artefice del guaio.

    Qui il ghiacciaio sta crollando a valle. Per addirittura non sciogliersi, ma consolidare andando verso il prossimo Inverno. Dinamica puramente inlandsis. Come costruire alla base di un vulcano spento, che da un momento all’altro si riattiva e diventa più pericoloso di altri vulcani.

    Immagine allegata

    • donato b.

      In questo caso il sindaco di Courmayer ha chiuso la valle sottostante il ghiacciaio, per evitare i problemi derivanti dal fatto che qualcuno ha autorizzato e consente attività commerciali ed abitazioni sotto un ghiacciaio che prima o poi scaricherà a valle centinaia di migliaia di metri cubi di ghiaccio, seminando morte e distruzione.
      Logica vorrebbe che quell’area venisse sgomberata e gli abitanti trasferiti in luoghi più sicuri, ma la logica con alberga nelle menti dei nostri decisori politici: meglio buttarla in caciara ed incolpare di tutto la crisi climatica in atto. Non si sa cosa sia, ma va bene per tutte le stagioni e, se l’evento è eccezionale, non ci sono neanche responsabilità penali individuali.
      Nel frattempo si adotta il principio “di massima precauzione” e si blocca tutto. Mah!
      Ciao, Donato.

  7. Caro Donato,
    commento quanto mai opportuno, vista la bomba devastante di allarmismo climatico cui siamo sottoposti in questi giorni (questa è vera, non come le bombe d’acqua, alias forti temporali, con le quali giornali & C ci
    “deliziano”).
    Ricordo un post sull’argomento di qualche tempo fa (1 anno o forse due), che credevo fosse il tuo, che riportava il tutto a normale dinamica geologica e citava un lavoro scientifico (forse degli stessi autori che citi tu).
    Allora avevo scaricato e salvato il lavoro (ma a cosa serve salvarlo se poi uno è anche in grado di ritrovarlo? :-)).
    Non lo trovo più e chiedo aiuto ai lettori, o all’autore, per un riferimento anche minimo.

    “perché nessun giornalista ha reputato necessario approfondire l’argomento, prima di scrivere gli inverecondi articoli di questi giorni?”.
    Sennò come fanno a sviluppare le battaglie contro le fake-news (le loro)? Ciao. Franco

    • donato b.

      Caro Franco,
      io non ne ho parlato e, ad essere sincero, non mi ricordavo neanche del commento che scrisse robertok06. Ho scritto questo post di getto, dopo aver scoperto che si stavano pubblicando un sacco di scemenze.
      E questa volta non siamo solo noi a dirlo. Il sindaco del Comune di Courmayer è stato molto esplicito in proposito. In una dichiarazione alla stampa egli ha espresso “rammarico per i toni allarmistici che alcune testate nazionali e internazionali hanno utilizzato”
      https://www.ansa.it/valledaosta/notizie/2020/08/09/cessa-lallerta-per-il-ghiacciaio-planpincieux-riapre-val-ferret_0acf0a72-20a8-4a5a-ab1d-07646aeaadd3.html
      ..
      Finalmente qualcuno comincia a rendersi conto che l’allarmismo fine a se stesso ed il sensazionalismo, guidano il circo mediatico. Fino a quando i media generalisti continueranno a rincorrere i social, le cose non cambieranno. Dobbiamo solo augurarci che un minimo di buon senso prenda il sopravvento e l’informazione generalista torni a fare ciò che dovrebbe: approfondimenti ed inchieste imparziali.
      Ciao, Donato.

  8. robertok06

    @donato

    Forse ne ho gia’ parlato qui in passato, l’estate scorsa quando lo stesso ghicciaio doveva cadere da un momento all’altro?… non ricordo… comunque vorrei solo dire che lo stesso ghiacciaio ha gia’ “perso” quantita’ maggiori di ghiaccio/roccia/neve in passato, come ben documentato dallo studio sulla rivista The Cryosphere, che si puo’ leggere qui:

    https://tc.copernicus.org/articles/10/1191/2016/

    E’ un ghiacciaio di tipo “hanging”… cioe’ e’ “appeso” alla cima della montagna… e prima o dopo, con frequenza che dipende da molti fattori, DEVE venir giu’.

    Ho sentito alla TV dei commenti IMMONDI, a partire, ma non solo, da quello del “climatologo” Mercalli!… l’ho trovato piu’ rivoltante del solito.

    Immagine allegata

    • Grazie Roberto, era proprio quell’articolo che cercavo!
      Adesso cercherò di non perderlo di nuovo. Franco

    • donato b.

      Caro Roberto,
      in un momento in cui non succede nulla di eclatante dal punto di vista climatico, ci si arrampica sugli specchi, pur di sostenere la narrativa catastrofista corrente. Salvo, poi, ad essere smentiti alla prima occasione. Nel frattempo, però, il danno è stato fatto.
      Il collasso del fronte glaciale del ghiacciaio di Planpincieux è certo: se non capita quest’anno, accadrà l’anno prossimo o l’altro ancora. Ciò che è in alto, cadrà giù, non si scappa, soprattutto se, come in questo caso, l’equilibrio è instabile.
      .
      Indagando un po’ sulla situazione attuale del fronte glaciale, ho scoperto che il problema (aumento del rischio di collasso) è stato causato dal blocco della circolazione idrica sul letto del ghiacciaio: l’aumento del livello dell’acqua ha determinato un’accelerazione del moto del fronte e, quindi, l’aumento del rischio di collasso. La catena fattuale dovrebbe essere stata la seguente: fusione estiva dei ghiacci–> blocco del flusso idrico di base, forse a causa di una diminuzione delle temperature (la stessa diminuzione che ha portato la neve sullo Stelvio ad agosto)–>accelerazione dei moti del fronte glaciale.
      Il ripristino del flusso idrico basale, ha determinato una stabilizzazione del moto del ghiacciaio e, quindi, la riduzione del rischio, con conseguente riapertura della valle (notizia di stasera).
      .
      A proposito del commento di Mercalli, questa volta sono stato più previdente di te: ho cambiato canale appena prima che iniziasse a parlare, per cui mi sono risparmiata l’arrabbiatura. 🙂
      Ciao, Donato.

  9. Cristiano

    Che ci vuole fare, signor Barone… Io ho scritto un paio di volte a Mediaset lamentando le sciocchezze climatiche spacciate dai loro telegiornali. Risultato?
    Assolutamente nulla, neanche una nota di ricevuto messaggio: qualunque voce discordante rispetto alle bufale globali entra da un orecchio e esce dall’altro, senza incontrare resistenza dato che in mezzo non c’è nulla!
    Non vale la pena perderci tempo, presto tardi, come diceva qualcuno, una risata li seppellirà.
    La saluto, con grandissima stima.

    • donato b.

      La ringrazio per la stima e mi auguro che questa risata arrivi al più presto. Nel frattempo siamo costretti a roderci il fegato di fronte alla totale indifferenza dei mezzi di informazione anche di fronte a segnalazioni circostanziate. Io ho avuto la stessa sventura con “Le Scienze” ed alla fine ho disdetto l’abbonamento.
      Ciao, Donato.

  10. David

    …dal tg1 al tg5 al tg ma de che,oramai l’informazione televisiva è uno sfacelo enorme di false notizie(se va bene modificate).Consiglio a tutti di evitare la tele e godersi le ferie se riuscite a farle!
    buon ferrogosto in anticipo.

    • donato b.

      David,
      grazie per gli auguri che contraccambio di cuore.
      Per il resto sottoscrivo quello che hai scritto a proposito di informazione generalista; parziale e scorretta.
      Ciao, Donato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »