Europa, giugno, praticamente al solstizio, estate latitante. Che succede? Niente di che, semplicemente, quest’anno, ancora non si sono viste configurazioni di blocco – leggi modalità della circolazione che facilitano la persistenza di regimi di alta o bassa pressione – che abbiano riversato i loro effetti positivi sull’Europa centrale.
A dire il vero in questi giorni un blocco c’è, ed è anche piuttosto robusto, però è sull’Europa settentrionale, Scandinavia, Baltico e Mare di Barents. Lì sì è arrivata l’estate, e sono arrivate anche temperature piuttosto alte per il periodo, per la gioia di commentatori sempre alla ricerca di qualcosa di eccezionale anche quando non lo è. Però, con l’alta pressione ben salda lassù, per il resto d’Europa sono dolori o, meglio, sono piogge, temporali e temperature sotto media.
Quindi, se il tempo lo fa sicuramente l’assetto della circolazione, il maltempo e il solleone duraturi lo fanno sempre le configurazioni di blocco, quelle fasi cioè in cui l’ampiezza delle onde planetarie è tale da mantenere la persistenza di un determinato regime atmosferico su di una determinata porzione di territorio. Da questa persistenza possono quindi derivare condizioni estreme. D’estate, un blocco con l’alta pressione sull’Europa centrale può portare onde di calore, viceversa d’inverno un blocco sulla parte nord del continente può causare ondate di freddo verso sud.
Negli ultimi tempi si è discusso molto circa la possibilità che il riscaldamento del pianeta – in corso qualche secolo – possa avere effetti anche su persistenza, dimensioni e frequenza di occorrenza delle configurazioni di blocco. La ricerca non ha portato evidenze di trend particolari per il passato recente, mentre gli scenari climatici indicano in generale un possibile trend negativo per la frequenza di occorrenza, ma positivo per l’ampiezza. Come appena detto, di questo non c’è riscontro nelle osservazioni, anche perché definire esattamente cos’è un blocco in termini fisici non è affatto semplice. Ad ogni modo, alla domanda “Il climate change sta causando blocchi più frequenti?”, la risposta è attualmente no.
Tutto questo e molto altro, è ben spiegato in un interessante articolo che mi è capitato per le mani via twitter:
NEW – Jet stream: Is climate change causing more ‘blocking’ weather events? | @rtmcswee with comment from @TimWoollings @Len_Shaffrey @turbulentjet https://t.co/Rq24pPxWHs pic.twitter.com/2hnCAZYV1j
— Carbon Brief (@CarbonBrief) June 12, 2020
Ve ne consiglio la lettura, anche se, quando si arriva alla discussione sulle proiezioni è necessario trattenere il respiro (anzi, il sospiro), perché inevitabilmente la letteratura che si riporta è riferita allo scenario climatico RCP8.5, che ormai sappiamo essere buono solo per il secchio, a meno che non venga utilizzato per quello che è invece che per fare previsioni, ossia una sorta di stress test estremo che non ha nessuna probabilità di occorrenza, né alcuna coerenza con la realtà.
E questo, invece , è proprio quello che ha fatto un altro gruppo di ricercatori, dedicando però l’attenzione ad un altro spauracchio dell’AGW, l’aumento del livello dei mari e la presunta (non)resilienza degli atolli del Pacifico. Lo stress test ha dimostrato che le isole della barriera corallina, piuttosto che scomparire miseramente tra i flutti, si adattano. Quando il livello del mare cresce i coralli salgono e il deposito dei sedimenti contribuisce a mantenere quei piccoli lembi di terra emersa appunto tale.
RCP8.5 used as a stress test, with interesting results:
Coral reef islands can accrete vertically in response to sea level rise https://t.co/WHIjoW1yGA— Roger Pielke Jr. (@RogerPielkeJr) June 12, 2020
Di questo, diversamente da quanto detto invece per le configurazioni di blocco, dove non c’è accordo tra le proiezioni e le osservazioni, c’è invece una conferma nella realtà dei fatti. Alcuni atolli del Pacifico, buona parte di quelli messi sotto osservazione, sono effettivamente cresciuti di dimensioni sotto l’assalto dell’aumento del livello del mare.
Leggere per credere.
Buon we.
Buonasera colonnello guidi, io sono abbastanza ignorante in materia ma una situazione di blocco non è dettata da un modo di girare dell’aria con forti ondulazioni in verso meridiano piuttosto che un giro d’aria con poche ondulazioni seguendo una veloce traiettoria ovest est ? Mi spiego meglio..se io sono una particella d’aria che gira attorno al pianeta dentro alle correnti occidentali..e ho un momento di forza e per inerzia lo mantengo perché non c’è nessun altra forza che me lo faccia variare..nel nostro emisfero ho come centro di rotazione il polo nord dato che fisicamente più ti avvicini ad esso e più fisicamente ti avvicini all’asse di rotazione terrestre..se io mi avvicino al polo nord dato che man mano che vado su il raggio diminuisce e la terra girerà più lentamente per mantenere il mio momento di forza sarò obbligato ad aumentare la mia velocità .. perciò più convenzione all’equatore termico più alta pressione in quota..e maggior differenza pressoria tra equatore e poli dato che proporzionalmente si rinforzeranno le alte sub tropicali e si approfondiranno i cicloni del fronte polare..e in questo modo le correnti occidentali si velocizzeranno e si alzeranno di latitudine spostando il fronte polare più a nord e le ondulazioni e scambi meridiani saranno più rari..viceversa se prevalgono gli scambi d’aria lungo i meridiani.. vuol dire che correnti occidentali rallentano e si formano ondulazioni…se ci sono meno situazioni di blocco credo che sia perché le correnti occidentali si sono rinforzate rispetto a qualche anno fa piuttosto che a qualche emergenza climatica pubblicizzata dalle varie televisioni… però mi sorge un dubbio..se le correnti occidentali più si spingono a nord e meno ondulano è perché vorticizzano di più e se vorticizzano di più è perché lassù c’è meno inerzia dato che ruota più piano il pianeta e vince la forza di gravità rispetto all’inerzia.. correnti veloci e vortici veloci e brevi viceversa se le correnti si spingono più a sud è perché rallentano…più vicino all’equatore vai vince l’inerzia rispetto alla forza di gravità e allora correnti lente e vortici lenti e larghi e così si materializzano le ondulazioni da sistemi di blocco…lei cosa ne pensa colonnello ? Grazie
missione AGW- Iuston, abbiamo un problema…
controllo missione IPCC- diteci AGW
AGW- il ghiaccio groenlandese non si scioglie come da modelli e da previsioni della missione per la quale siamo stati organizzarti. Guardate anche voi, nonostante la CO2 sia in aumento ed il lockdown non ha avurto nessun effetto rilevante ( osserviamo lo strumento https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/gl_trend.html ) : http://polarportal.dk/en/greenland/surface-conditions/
IPCC: non allertate inutilmente, la vostra missione consiste nell’indurre il consumatore medio ad accettare di spendere più danaro per pseudosoluzioni a pseudoproblemi al solo scopo di garantire nuovi settori di mercato.
Non vbi preoccupoate inutilmente, anche se i dati non confermano il modello, ci penseranno gli esperti in comunicazione ed in scienze politiche a convincere il popolino che esiste un riscaldamento globale causato dalla CO2 e che è necessariuo lottare contro i cambiamenti climatici investendo fiumi di danaro in monopattini, pale eoliche e bottiglie in alluminio.
Ricordatevi, missione AGW, che se non continuate a seguire il protocollo ed il modello che indica la CO2 la manopola del clima, andrete a roaccogliere i pomodori sotto il sole del tavoliere della Puglia, mentre adesso statre in un bel comodo ufficio con l’aria condizionata
AGW- ricevuto controllo missione. Non esiste nessun problema, il riscaldamento globale continua come da modello… siamo in estate e qualòcosa si dovrà sciogliere prima o poi
Avevo notato anch’io l’articolo sugli atolli corallini e lo sto analizzando con attenzione. A breve credo che pubblicherò un post sull’argomento.
Ciao, Donato.
Buongiorno Guido, interessante articolo e links, grazie!
Quando all’ondata di caldo nel nord del continente europeo, vedi notizie di incendi “mai visti prima” (perche’ non c’era nessuno a guardarli) in Siberia… colgo l’occasione per far notare che, quanto a massa di neve sull’emisfero boreale, quest’anno siamo ben oltre, oltre 1 deviazione standard, sopra la media… come indicato su questo sito:
http://globalcryospherewatch.org/state_of_cryo/snow/
Stranamente… I telegiornali e blog “verdi”, cosi’ solerti ad informarci del minimo spot caldo, non parlano proprio di questo evento a livello semi-planetario.
Cherry picking at its best… sono leggendari per quello. 🙁
Immagine allegata
Ho letto Roberto, credo di aver fatto rt di un articolo che ne parla proprio questa mattina.
Il cherry picking è ormai la nuova norma.