Forse tra qualche decennio questo potrebbe essere il nome affibbiato alla fase solare che stiamo attraversando. Sarebbe un bel contrappasso, minimo solare, raffreddamento del pianeta e strepiti sul riscaldamento globale in controfase. Per ora comunque con i paragoni sarebbe meglio andarci piano. Il Dott. Svalgaard, che di Sole ne sa un bel po’ , invece si ostina a farne, senza lesinare una buona dose di coraggio. Nel suo ultimo lavoro, presentato nel settembre scorso, ha messo in evidenza molte analogie tra la fase di preparazione del minimo solare detto di Maunder, per intenderci quello della Piccola Era Glaciale, ed il trend che starebbero assumendo i maggiori parametri solari di riferimento.
Particolarmente interessante il confronto tra la durata dei cicli solari di quella e di quest’epoca. E’ infatti opinione abbastanza diffusa tra i “Solar Addicted” che dopo un lunga fase di intensa attività solare, che in assenza di accertati meccanismi di influenza sul clima è stata del tutto trascurata nella ricerca delle cause del riscadamento globale, ora siano giunti tempi diversi. Le previsioni sulla tempistica e sull’intensità del (nascente/nato/nascituro?) 24° ciclo solare, sostanzialmente basate sul principio della persistenza e quindi orientate ad un ciclo breve ed intenso, sono state via via smentite per far posto a proiezioni di un ciclo piuttosto lungo e debole. Anche in questo caso si potrebbe parlare di persistenza, seppur di breve periodo, visto che, di fatto, il 23° ciclo solare ha impiegato parecchio tempo per terminare ed il 24° stenta a dar segnali di stabilità .
Questo allunga i tempi in cui dovrebbe presentarsi il picco del ciclo, ma soprattutto potrebbe allungare i tempi di durata in senso generale e di distanza tra i picchi del 23° e del 24° ciclo. Sembra che queste caratteristiche evolutive possano essere paragonabili a quelle che dovrebbero aver assunto le dinamiche solari all’inizio della prolungata fase di scarsa attività dell’inizio della PEG. Queste considerazioni sono possibili in base a quanto ricostruito in un lavoro di del 19951, nel quale sono stati impiegati dati sulle variazioni del 14C negli anelli di accrescimento degli alberi su un campione proveniente dagli Urali.
Sono confronti suggestivi, anche se assolutamente prematuri, infatti, anche se il paragone dovesse continuare a reggere nel tempo, ci vorranno comunque molti anni, prima di avere un campione che possa essere sovrapposto a quello del Minimo di Maunder, durato ben tre cicli solari. Se così dovesse essere inoltre, sarà oltremodo interessante vedere quali potranno essere gli effetti sulle dinamiche del clima del pianeta, che oggi sono osservabili e quantificabili con un buon grado di precisione. Insomma, parafrasando quanto si legge spesso sulla rete e quanto detto anche su queste pagine in un recente commento, stiamo vivendo tempi interessanti.
Ah, dimenticavo un piccolo particolare. Quando qualcuno di quelli che tutto sanno si accorgerà che la stasi delle temperature medie globali è iniziata contestualmente alla drastica riduzione dell’attività solare e che questo è già successo attorno agli anni ’70, altro periodo in cui il global warming si è preso le ferie, forse questo argomento, da esclusiva dei “Solar Addicted”, diventerà parte sostanziale del dibattito sul clima.
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NB: questa notizia la potete leggere per intero su WUWT , mentre la presentazione del Dott. Svalgaard la trovate a questo link .
Finalmente una voce che esce dal coro. Non si capirebbe infatti perchè da NOAA non abbiano più aggiornato le previsioni sul 24o ciclo, se non perchè ogni precedente previsione fosse errata (= il crollo di un mito?).
Adesso che sembra iniziato il 24o ciclo, abbiamo ad es. la macchia 1033 che è praticamente invisibile e che in passato forse non sarebbe stata conteggiata; inoltre la densità del flusso rimane quasi costantemente sotto i 3 protons/cm3. Concordo quindi pienamente con Guidi.
Era ora che te ne occupassi, signro Maggiore! Appoggio.
ref: http://www.solarcycle24.com/