IL MESE DI FEBBRAIO 2020
Febbraio ripropone il copione già visto a gennaio 2020 con precipitazioni ovunque molto ridotte e temperature in debole o moderata anomalia positiva, più spiccata nei massimi.
La topografia media mensile del livello di pressione di 850 hPa (figura 1a) evidenzia che l’areale italiano è sotto l’influenza di un promontorio anticiclonico atlantico da ovest con condizioni di tempo stabile e l’areale alpino interessato da un debole regime di correnti da nordovest. La posizione assunta dall’anticiclone atlantico è da giudicare anomala secondo la carta delle isoanomale di figura 1b che indica una anomalia positiva del livello barico di 850 hPa di 20-30 m sul nostro areale, anomalia che si traduce in una maggiore difficoltà delle perturbazioni ad accedere alla mostra area.
Dalla graduatoria dei diversi tipi di tempo rilevati in questo mese e proposta in tabella 1, si evince che i tipi anticiclonici (A) hanno dominato con un totale di 15 giorni (con predominio dei tipi 9 e 11 che danno così il massimo contributo alla forma della topografia media mensile di 850 hPa), seguiti dai tipi intermedi (13 giorni, come frequenza massima per il tipo 17 che configura un regime di correnti atlantiche su una parte significativa del nostro territorio) e da quelli ciclonici (1 solo giorno).
Nel periodo in esame si è assistito al transito di tre deboli perturbazioni che hanno interessato solo parzialmente il territorio nazionale e sono state registrate rispettivamente il 14, il 17 e il 28 febbraio. I due giorni più piovosi in Italia sono stati il 14 e il 28 febbraio, rispettivamente con medie di 3,2 e 1,9 mm al Nord, 2,3 e 3,0 mm al centro e 2,3 e 2,2 mm al sud. La modestia dei quantitativi medi è indice di debolezza delle perturbazioni transitate.
Il mese di febbraio si colloca nel periodo invernale che al settentrione si caratterizza per condizioni di minimo precipitativo associato a quello caratteristico del centro-nord Europa. Il Mediterraneo è invece di norma interessato da una piovosità più abbondante.
Andamento termo-pluviometrico
A livello mensile (figure 2 e 3) le temperature medie sono risultate in anomalia moderata nei massimi, con un’anomalia media nazionale di +3.1°C e in debole anomalia positiva nei minimi (anomalia media nazionale = +1.9°C). A livello pluviometrico mensile (figure 4 e 5) domina una sensibile anomalia negativa con precipitazioni che a livello nazionale sono risultate in complesso del 77% inferiori alla norma. Unica eccezione di rilievo è la Val d’Aosta e dal Gargano che ha registrato precipitazioni localmente superiori alla norma (figura 5).
L’analisi decadale (tabella 4) condotta a livello termico mostra che l’anomalia più spiccata nei massimi è stata toccata al centro-nord nella seconda decade del mese allorché l’anomalia positiva è stata superiore ai 4°C. A livello pluviometrico invece l’anomalia negativa è persistita nei tre macrosettori e nelle tre decadi del mese con livelli di anomalia più rilevanti raggiunti al sud.
(*) LEGENDA:
Tx sta per temperatura massima (°C), tn per temperatura minima (°C) e rr per precipitazione (mm). Per anomalia si intende la differenza fra il valore registrato ed il valore medio del periodo 1990-2019.
Le medie e le anomalie sono riferite alle 202 stazioni della rete sinottica internazionale (GTS) e provenienti dai dataset NOAA-GSOD. Per Nord si intendono le stazioni a latitudine superiore a 44.00°, per Centro quelle fra 43.59° e 41.00° e per Sud quelle a latitudine inferiore a 41.00°. Le anomalie termiche positive sono evidenziate in giallo(anomalie deboli, fra 1 e 2°C), arancio (anomalie moderate, fra 2 e 4°C) o rosso (anomalie forti, di oltre 4°C), analogamente per le anomalie negative deboli (fra 1 e 2°C), moderata (fra 2 e 4°C) e forti (oltre 4°C) si adottano rispettivamente l’azzurro, il blu e il violetto). Le anomalie pluviometriche percentuali sono evidenziate in azzurro o blu per anomalie positive rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% e giallo o rosso per anomalie negative rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75% .
L’analisi di anomalia termica globale dell’università dell’Alabama (figura 6a) evidenzia che l’anomalia termica positiva sull’Italia si associa a un nucleo di anomalia positiva sul Mediterraneo centro-occidentale. Tale nucleo non emerge invece dall’analisi del Deutscher Wetterdienst (figura 6b) che pone in maggior risalto il nucleo di anomalia positiva presente in Siberia. La differenza si deve almeno in parte al diverso periodo di riferimento scelto per l’anomalia: 1961-90 per la carta del Deutscher Wetterdienst e 1981-2010 per quella dell’università dell’Alabama.
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