Il riscaldamento globale antropogenico o crisi climatica o catastrofe climatica, o come preferiamo chiamare la situazione che si basa sull’assumere come vere alcune affermazioni mai dimostrate (l’aumento della CO2 produce riscaldamento a livelli parossistici; l’aumento della CO2 precede l’aumento della temperatura; l’uomo, tramite la modifica dell’ambiente è in grado di modificare il clima; di conseguenza, diminuire la concentrazione di gas serra permette di avere un clima “migliore”, in un qualche senso mai specificato, e in definitiva permette il controllo umano sul clima) è un argomento che in questi tempi tristi e pieni di ombre, che, vagamente ma non troppo, ricordano la caduta dell’impero romano e le invasioni barbariche, tiene banco in tutte le manifestazioni sociali che si rispettino.
Ma non è il solo argomento; seppur a debita distanza, ha il suo spazio anche la diminuzione dell’attività solare che fa pensare ad un nuovo minimo di Maunder con la sua coda di periodo freddo tipo PEG. Anche io, nel mio piccolo, nel 2013 ho previsto un periodo freddo attorno al 2030, sulla base di una oscillazione di periodo 60 anni nelle temperature globali.
Tutte queste considerazioni, però, rischiano di essere poco più che chiacchiere da salotto perché, su tempi molto, molto più lunghi, ho visto che abbiamo iniziato la discesa delle temperature verso le prossima era glaciale. Infatti ho scaricato dal sito NOAA Paleo i dati di δ18O tra 0 e 200 mila anni fa (un dato di prossimità per la temperatura) che mostro in figura 1 insieme al duplicato dell’interglaciale precedente (l’Eemiano o MIS 5e), sovrapposto all’Olocene con uno spostamento di 120 mila anni puramente indicativo e arbitrario (differenze di mille o duemila anni possono essere considerate normali).
Questi dati fanno parte della carota della stazione antartica Vostok e sono definiti a “bassa risoluzione”, come indica la sigla “lo” nel nome.
Si può notare una notevole somiglianza tra i due interglaciali, anche in almeno una delle oscillazioni che hanno preceduto la salita verso il periodo più caldo e nella struttura dell’inizio di discesa verso un nuovo periodo glaciale; anzi, la parte più calda dell’Olocene sembra aver avuto una durata inferiore all’Eemiano e che abbia iniziato una discesa più accentuata. La cautela è d’obbligo perché per l’Olocene abbiamo dati più dettagliati, a differenza di quanto succede per l’Eemiano e, se posso dirlo, di hockey stick ne abbiamo abbastanza da troppo tempo.
Se i dati sono attendibili, ma se non lo sono bisogna dimostrarlo, abbiamo iniziato la corsa, probabilmente lunga alcune migliaia di anni, verso la prossima Era Glaciale e l’AGW appare come un insignificante episodio transitorio che lascia il tempo che trova e per il quale si configura sempre di più una natura puramente politica.
Per la sezione “amenità” ripropongo la verifica di qualcosa che qui su CM conosciamo bene: mai si ha che l’aumento della CO2 precede sistematicamente l’aumento di temperatura, anzi spesso è proprio il contrario, come succede nelle carote groenlandesi GRIP e GISP2. A volte si nota che il chi precede chi è un balletto in cui a guidare la danza sono alternativamente l’una o l’altra grandezza e questo fa pensare che entrambe rispondano, ognuna con le sue caratteristiche e i suoi tempi, allo stesso stimolo esterno.
In figura 2 ho confrontato il δ18O di figura 1 con la serie antartica di anidride carbonica (è una serie composita tra 0 e 800 mila anni che qui uso fino ai 200 mila anni di δ18O).
Questa figura mostra la validità del discorso sul balletto appena fatto: infatti a partire dalla parte iniziale (destra) del grafico in alto si vedono una serie di oscillazioni che sembrano sincrone, precedute da una stasi della temperatura cui non corrisponde un andamento simile della CO2; poi seguite dalla temperatura che precede la CO2 durante la rapida salita dell’Eemiano. Seguono varie fasi, tipo due stasi della CO2, attorno a 120 e 90 mila anni fa, che coincidono una con la brusca discesa dell’Eemiano e l’altra con la salita e la successiva discesa del MIS 5c; durante il MIS 5a salita e discesa sembrano essere avvenute in fase, a meno che non si voglia considerare la strana idea che nella salita la temperatura precede la CO2 e il contrario nella discesa: in questo caso il meccanismo andrebbe spiegato e sarebbe anche necessario spiegare perché alcune volte succede e altre no.
Per terminare questo elenco (ma ognuno può verificare con i propri occhi le altre situazioni) andiamo alla salita dell’Olocene in cui la CO2 precede la temperatura fino a metà percorso, per poi permettere l’ormai usuale scambio di ruoli. La parte finale (sinistra) del grafico mostra una ripidissima salita della CO2 cui corrisponde, tra molte oscillazioni, una generale diminuzione della temperatura e io mi pongo una semplicissima domanda: e allora?
Ma, si dirà, quell’aumento è tutta CO2 immessa dall’uomo in atmosfera! Ammesso che sia vero (ma quei dati di CO2 vengona da Mauna Loa e sono recenti e dettagliati come non avremo mai da una carota di ghiaccio, e quindi hockey stick ancora), la domanda non cambia. E allora?
Se, come sembra dai grafici presentati qui, CO2 e temperatura sono disaccoppiate e vivono ognuna di vita propria (sicuramente con qualche periodo di momentanea correlazione), qualcuno, ma certo non io, dovrà spiegare in cosa consista e a cosa si riferisca l’eventuale preoccupazione che deriverebbe da questo grafico.
Sulla relazione tra temperatura e CO2 su scale temporali molto inferiori, ricordo un post su CM di Luigi Mariani, del 2012, e un mio post di poco successivo, che mostra il balletto di cui si è parlato sopra, commentato ancora in forma embrionale. In quest’ultimo post si fa riferimento, per il sito di supporto, ad un server che non esiste più. Ecco il sito corretto.
I dati di questo post sono disponibili nel sito di supporto. |
[…] come avevo testimoniato, per intervalli temporali simili a quelli trattati qui, ma più ampi, in un post di circa due anni fa, pensando all’esistenza di una o più forze alle quali sia la CO2 che la temperatura reagiscono […]
[…] Ho pubblicato (fig.2) il confronto tra temperatura e anidride carbonica e ho sottolineato (come hanno già fatto altri prima di me) che la CO2 segue la temperatura e, a volte, la precede: di conseguenza mi sono posto il problema di una causa terza alla quale sia temperatura che CO2 possano rispondere, ognuno con i suoi tempi e modi. Ma, ancora, non è questo il punto: noi abbiamo a che fare con la relazione di Arrhenius e la consideriamo una specie di legge universale. Quindi è giusto cercare di capire se questa funziona in un verso oppure nell’altro, senza nulla togliere ad altre possibilità di “relazione”. […]
@Alessandro2, 2.o commento
Grazie per gli auguri! Franco
Nei grafici si riporta la scala anni in ka=1000 anni fa; quindi in teoria lo 0 è adesso. Ma adesso quando?
Qual’è l’età del tetto (dato più recente) delle carote di ghiaccio utilizzate in questi studi?
Il senso era questo, l’avevo posta male.
Veramente la mia domanda nasceva dal fatto che in ascissa abbiamo gli anni espressi in ka, che significa 1000 anni fa. In teoria lo 0 è adesso , non è detto che sia l’anno 0 cristiano.
Spiego meglio: l’estremità a sinistra include l’attuale warming post 1850? arriva al 1800, al 1500. Non lo so. Se ci fossero l’età espresse in BC o AD o BP sarebbe stato più chiaro. Tutto qui.
dal file dati di d18O (nel sito di supporto):
Second column:
Interpolated st9507 age at top depth (in yr BP) where 0 BP represents AD 1950 summer to AD 1949 summer.
In genere, quando non viene specificata la data di inizio degli anni BP (kyr BP o ka) questa è intesa come 0=1950 (a volte si usa il BP dal 2000 e allora alcuni esprimono questo come BP 2K).
I primi dati del file sono (la prima colonna è la profondità in m):
m ka d180
1.16 -0.0185 -41.09
2.17 0.0001 -39.82
3.17 0.0187 -41.12
cioè il primo dato vale 18.5 anni dopo il 1950 (il 1968.5) mentre il terzo vale 18.7 anni prima del 1950 (1931.3) [è 1950-ka*1000].
In genere io traduco anche in anni BCE/CE quando c’è qualcosa che interessa l’attività umana, tipo eventi storici particolari. In questo caso non mi è sembrato di doverlo fare. Franco
@Alessandro2
La domanda di Rocco è campata in aria perché avrebbe dovuto chiedere l’anno zero rispetto ad un altro calendario, non rispetto al nostro.
“Zero, per chi crede, è l’attimo, il momento della nascita di Colui …”. Non solo: è anche l’attimo in cui si passa da BCE a CE e quindi … esiste!
E poi, vogliamo negare il diritto di avere una data di nascita a chi è nato 6 mesi prima o dopo Cristo? Oppure a me che, se fossi nato nell’anno zero, avrei avuto 5 giorni meno di Cristo? Spero di no. 🙂
Franco
Errore: essendo nato il 20, avrei avuto 5 giorni più di lui. Franco
@Franco. Tanti auguri di buon compleanno per domani :-).
Chi è nato 6 mesi prima di Cristo è nato nel giugno dell’1 a.C e chi è nato sei mesi dopo è nato nel giugno dell’1 d.C. Se tu fossi nato il 20 dicembre precedente la nascita di Gesù, saresti nato il 20/12/1 a.C.
Gesù Cristo, che sembra sia nato proprio il 25 dicembre (https://bit.ly/2McrmBX), paradossalmente è nato il 25/12/1 a.C., dato che l’inizio del nuovo anno era (ed è) fissato al cambio dei consoli romani in carica, il giorno 1 gennaio. Una settimana dopo la nascita di Gesù, scattò l’anno 1 d.C. Questo al netto di possibili errori di Dionigi il Piccolo, che probabilmente fissò l’anno della nascita di Gesù 6 o 7 anni più tardi del dovuto (ma questa è un’altra storia).
I consoli dell’anno 1 a.C. furono Cosso Cornelio Lentulo e Lucio Calpurnio Pisone; quelli dell’anno 1 d.C. furono Gaio Giulio Cesare (non quello famoso, ma un nipote di Augusto) e Lucio Emilio Paullo. I consoli dell’anno zero non ci sono, perché l’anno zero non esiste :-).
Spero che sia tutto chiaro e scusate l’OT.
Ma l’anno 0 a che anno corrsiponde nel nostro calendario?
Rocco,
proviamo a scherzare un po’ …
Ma è una domanda che richiede una risposta? Se sì provo a rispondere con un’altra domanda, anch’essa fondamentale nella nostra vita: “Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?” 🙂
L’anno zero corrisponde all’anno zero nel nostro calendario (che conta gli anni dalla nascita di Cristo fissata a zero). La domanda giusta sarebbe stata, ad esempio, l’anno zero a quale anno corrisponde “ab urbe condita”, o rispetto all’inizio del regno di un qualche faraone egizio?
Buone feste a tutti. Franco
La domanda di Rocco non è del tutto campata per aria, visto che l’anno zero… non esiste :).
Siamo infatti passati dal -1 (1 BCE, 1 a.C.), al +1 (1 CE, 1 d.C.). Zero, per chi crede, è l’attimo, il momento della nascita di Colui che volle assumere la nostra dimensione umana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Anno_0#L'anno_0_nella_cronologia_dell'era_cristiana