Ti svegli e ti trascini in bagno come ogni mattina. Ti guardi allo specchio e vedi il volto di un vecchio, probabilmente centenario, ma con lo sguardo vispo. Una via di mezzo tra una tartaruga e un ramarro. Sicuramente un rettile.
Ti stropicci gli occhi, ma nello specchio c’è ancora il rettile. Torni in camera e nel tuo letto a baldacchino riposa una specie di modella che potrebbe essere compagna di classe della tua pronipote. Una bottiglia di Cristal sul tavolino da scacchi in cristallo di Boemia e Swarovski, la vestaglia di raso sulla sedia Cassina. Quando vedi una copia di Repubblica sull’ottomana Achille Salvagni hai la conferma a tutti i tuoi sospetti: sei un miliardario e appartieni a quella elite che hai sempre disprezzato.
La cosa ovviamente ti piace, e ti cali immediatamente nel ruolo. Indossi la vestaglia di raso e ti trascini con fare annoiato, ma elegante, in sala, dove ti aspettano gli ospiti.
- Vodolfoooo! Ma che splendooove! Pvesentavsi in disovdine al brunch è…TOOOP!
- Eh si, in effetti, eh eh… Vedo che vi siete già messi comodi, bravi! Avete provato i cioccolatini solidali del Madagascar? Li ho pagati 5,000 euro.
- ADOROOOOOOOO! Una vera delizia! Che poi con quei soldi che ci faranno?
- Boh?! Magari ampliano la fabbrica di cioccolato e assumono altri bambini per lavorarci. Ma il prezzo è soprattutto per la confezione in pelle umana: operaio metalmeccanico torinese.
- Cielooo! Una cosa vavissima, vintaaaage!
- Eh si, praticamente estinta ormai. Di cosa stavate parlando?
- Abbiamo Edoardo qui! È tornato dal meeting!…Dice che ha notizie importanti per noi! Edoardo, puoi cominciare!
- Grazie Brigitta. Rodolfo… ma… Olga?
- Non ti preoccupare, dorme ancora. E comunque non capirebbe un cazzo.
- AHAHAH!
- AHAHAH!
- Vai Edoavdo!
- Allora, amiche, amici, filantropi, COMPAGNI! Sono tempi difficili questi. Di cambiamenti! Lo sappiamo, le cose sono andate bene negli ultimi dieci anni. Le banche centrali di tutto il mondo hanno stampato denaro a fiumi per… diciamo… salvare le banche, salvare i paesi… Denaro che è finito tutto in asset cartacei gonfiando bolle finanziarie ovunque.
- E noi…siamo andati in bolla!!!
- AHAHAHAHAH!
- E gli altri… in bolletta!!!
- AHAHAHAHAHAH!!!
- Esatto, siccome quegli asset cartacei li deteniamo noi, e non certo i poveracc…i lavoratori… noi abbiamo incrementato enormemente il valore dei nostri patrimoni, e senza nessuno sforzo. Purtroppo, però, la gente non è contenta perché di quei soldi non ha visto nemmeno l’ombra: il lavoro sparisce, i servizi peggiorano e l’inflazione da asset finanziari li ha resi ancora più poveri di quanto essi stessi credano.
- Embeh? E il problema dove sarebbe?
- Il primo problema è che non possiamo aspettarci che le banche centrali continuino a stampare carta igienica all’infinito gonfiando altre bolle finanziarie, anche perché i tassi sono a zero e le banche soffrono di conseguenza. La bolla dell’high tech ormai è gigantesca, e dopo la rivoluzione degli smartphone non si intravede una nuova gallina dalle uova d’oro con cui giustificare altri slanci azionari. Infine, abbiamo bisogno di una sponda politica adeguata.
- Beh, questo è un pvoblema pevò.. Perché il popolo è diventato così ignovante e volgave! Non bisognevebbe più favlo votare!
- Certo. Ma il punto è che finché vota, il popolo deve continuare a votare bene, e noi dobbiamo trovare nuovi modi per far soldi. Soldi sicuri e a rischio zero, come quelli fatti con i Quantitative Easing.
- E quindi? Che facciamo?
- Allora, avete presente la storia della CO2, dell’effetto serra, del tempo che… oggi fa caldo domani freddo, poi le tempeste, le alluvioni, gli orsi polari… quelle cose lì?
- Seeee… il global warming, il cambiamento climatico…. Quella roba non se la fila più nessuno…
- Se la fileranno invece. Dobbiamo alzare il tiro, coi nostri media. Minacciare catastrofi, stragi, fine del mondo, le cavallette, la pioggia di sangue, qualsiasi cosa. Dopo aver salvato le banche e salvato la Grecia…Adesso la narrativa sarà che noi salviamo il mondo!
- Oddio se salveremo il mondo come la Grecia… Prepariamoci a colonizzare Marte AHAHAHAHAH!
- AHAHAHAHAH!
- L’importante è fare un buon affare. L’abbiamo fatto con la Grecia, lo faremo salvando il mondo dal troppo caldo, dal troppo freddo, dal buco nell’azoto, dalla bomba d’acqua, dalla siccità, da quel che l’è.
- Ma come?
- Semplice: col prestesto della catastrofe climatica noi imponiamo una riconversione energetica totale. Ovvero prendiamo tutto quello che c’è oggi, e funziona bene, e inquina poco: macchine, centrali elettriche.. E lo buttiamo via. Per sostituirlo con roba “verde” fighissima, che piace ai gggiovani e fa sorridere il sole, tipo pannelli, mulini a vento, maree, e altre cose di cui hanno parlato al meeting ma non ricordo.
- .. E chi paga?
- Che domande! Paga il contribuente, no?! Per finanziare questa riconversione epocale ci vorranno incentivi, ovvero nuove tasse, tariffe energetiche molto più elevate, ma a questo ci pensano i governi. I governi tassano, la gente paga, e noi finanziamo i mega-progetti o partecipiamo direttamente dei profitti. Con rischio di impresa nullo perché le tariffe saranno garantite dai governi.
- GENIALE! In questo modo risolviamo anche i problemi delle banche, rovinate dal Quantitative Easing: faranno “green project financing” a tassi di interesse molto più elevati di quello interbancario, e con la sicurezza di rientrare del capitale, perché il ritorno sull’investimento è garantito da un Governo!
- Proprio così : Governo che in caso di necessità deve solo mettere la mano nelle tasche dei cittadini, e prendere quello che serve. Patrimoniali, IVA, taglio dei servizi, pensioni a 120 anni, sanità privata…tutto va bene. Alla fine è un travaso di soldi dalle tasche del contribuente..alle nostre. Mediato dai governi, e promosso dai nostri media come inevitabile e salvifico. Per l’ambiente!
- Tutto perfetto. Ma per questo servono supporti politici adeguati…
- Anche per questo c’è il Global Warming.
- Che intendi dive?
- Appoggiamo con i nostri media la creazione e la crescita di contenitori politici adatti allo scopo. Movimenti salvamondo, salvaclima e salvatutto! Da presentare come una cosa nuova, bella, fresca e… ggggiovane! I gggggiovani sono sensibili a questo tipo di temi. Se serve, li mettiamo anche contro i loro genitori, che saranno accusati di aver rovinato il mondo, e per senso di colpa torneranno a votare bene anche loro, per compiacere i figli e ripulirsi la coscienza.
- Un esevcito di piccoli Morozov! ADOROOOOOO!
- Brava. In fondo la storia si ripete no? Le facevamo già 80 anni fa queste cose. I “nuovi partiti” spinti dall’entusiasmo dei nostri Morozov promuoveranno ovviamente una agenda tutta global warming e finemondista, spianando la strada alla miracolosa riconversione energetica. Con la grancassa dei nostri media, il gioco è fatto. Andiamo avanti almeno altri 30 anni. Sostituendo centrali, automobili, abbattendo e ricostruendo le case…
- Tvent’anni… Mi tocca fave altvi 6 lifting…
- Te li potrai permettere, stai tranquilla.
- Una cosa sia chiara. Non ci servono più partiti e movimenti che parlano di crescita, sviluppo, produzione industriale, occupazione… Roba vecchia, superata. L’Europa non ha bisogno di energia a basso costo perché sta diventando un deserto industriale. Ma solo gli europei hanno abbastanza risparmi da potersi permettere di sopportare i costi esorbitanti della “rivoluzione verde”. Il lavoro, la produzione saranno solo in Asia, dove la manodopera non ci costa niente e l’energia deve continuare a costare poco.
- Questa cosa degli investimenti verdi è davvero perfetta per l’Europa. Pochi posti di lavoro generati rispetto all’entità degli investimenti, e zero indotto perché continui a produrre tutto in Cina. Manodopera poco specializzata per installazioni ripetitive, e quindi reperibile a costi irrisori, preferibilmente straniera. E ritorno sull’investimento garantito, a spese del contribuente.
- Cazzarola, l’uovo di Colombo!! Dovreste farne di più di questi meeting!!!
- A pvoposito, ho saputo che c’è una vagazzina che fa uno sciopevo per il clima, una cosa del geneve…Potvebbe esseve un bello spottone…
- Dimmi un po’, sembra interessante…
E lì ti svegli. Era solo un sogno, naturalmente. Ti guardi allo specchio, sei più giovane ma te ne fai poco, perché sei squattrinato e sfigato come sempre. Poi ti siedi sul water e ti metti a spippolare sullo smartphone, leggendo articoli segnalati da siti non-mainstream per perdenti come te. E ti imbatti in un paio di pezzi…
Nel primo, la Banca d’Inghilterra invita a riversare fiumi di denaro in investimenti “verdi” perché lo chiede Greta. Nel secondo si fa una analisi del voto nelle elezioni europee sottolineando l’importanza del tour di Greta per drenare voti a favore di partiti “verdi” ultra-europeisti. Spegni lo smartphone e pensi che se la realtà è così simile al sogno, tanto valeva continuare a sognare. Ci guadagnavi la vestaglia di raso, la modella e i cioccolatini solidali.
E quell’ottomana di Salvagni, poi…
Avete descritto per caso i genitori della famosa Karola?
Un po’ disdegnando il climarrosto, ENI lancia la sua campagna pubblicitaria di Greenwashing ecosostenible:
Eni + Luca è meglio di ENI!
https://youtu.be/OxYvDXyc5_U
L’articolo descrive in modo surreale delle situazioni che, però, sono abbastanza verosimili.
Tra i vari spunti di riflessione che meritano attenzione, vorrei soffermarmi sul problema relativo alle nuove generazioni.
I giovani sono rivoluzionari per natura. Essi si ribellano contro le idee della generazione che li ha preceduti, in quanto questo atto serve ad affermare il loro essere. Lo abbiamo fatto tutti. Anch’io ho lottato contro quelli che consideravo pregiudizi dei vecchi. E’ successo mezzo secolo fa, purtroppo, ma è un fatto normale, insito nella natura umana.
Ciò che non mi va giù, è la strumentalizzazione del senso di ribellione giovanile che viene fatta da molti volponi della vecchia generazione.
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E’ ciò che sta succedendo oggi con il cambiamento climatico e che è stupendamente rappresentato dal movimento giovanile che vede in Greta Thunberg la sua leader. L’adolescente svedese si è fatta portavoce di istanze terzomondiste, geopolitiche ed ambientaliste che, in fondo in fondo, potrebbero essere addirittura condivisibili. Le ha travisate, però, con i panni del cambiamento climatico.
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Io non conosco gli adolescenti svedesi, forse sono dei geni in miniatura, ma conosco quelli nostrani in quanto trascorro con loro molte buona parte del mio tempo. Analizzo il loro comportamento, seguo il loro processo di crescita culturale e la loro evoluzione sociale. E questo in tutto l’arco che va dai 14 anni ai 18 anni compiuti, ovvero seguo la loro adolescenza. In questi giorni si sta diplomando un’altra “nidiata” di questi ragazzi e posso affermare con certezza che quasi tutti hanno apprezzato il lavoro che ho fatto nei cinque anni in cui siamo stati insieme.
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Con loro ho discusso, tra l’altro, delle problematiche climatiche ed ambientaliste ed ho potuto verificare con mano che tra quello che dice G. Thunberg e quello che dicono gli adolescenti che conosco, c’è una grandissima differenza. Se qualcuno mi viene a dire che il pensiero di Greta è tutta farina del suo sacco, mi scappa da ridere. I giovani la seguono in quanto è una di loro che riesce a farsi ascoltare dai potenti della Terra.
Io credo, però, che sono stati i potenti della Terra a cogliere al volo l’occasione che si è presentata con l’apparizione di Greta. Da ora in poi Greta sarà inserita in pianta stabile nel circo mediatico che porta avanti la linea di pensiero dominante in campo sociale, economico ed ambientale. Comparirà al fianco dei potenti della Terra e questo fino a che la cosa funziona, consente, cioè, di attrarre sempre più giovani dalla parte “giusta” della storia. Fra qualche anno sarà dimenticata dai media e dai giovani che oggi la osannano. E’ il triste finale di tutte le storie come questa e me ne dispiaccio sinceramente.
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Nel frattempo si sarà innescato un affare che crescerà e si svilupperà autonomamente fino a che non finirà in una bolla speculativa o, più prosaicamente, si esaurirà per naturale consunzione. Quando? Quando tutti si accorgeranno che i proclami di Greta e dei suoi seguaci (ed ispiratori, ovviamente) dovranno confrontarsi con la dura realtà: la decrescita socio-economica che stiamo già sperimentando dall’inizio di questo secolo.
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Qualcuno dirà che sono prevenuto. A costoro rispondo che è già successo. Ieri, per la precisione.
A Bruxelles il Consiglio dei Capi di governo europei non è riuscito a far accettare a tutti la data del 2050 per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. E’ stato approvato un banale impegno a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma senza specificare, se non in una nota a piè di pagina, la data entro la quale questi obiettivi dovranno essere raggiunti.
Il motivo va ricercato nell’atteggiamento dei Paesi del blocco di Visegrad: disponibili a firmare a patto che la cosa fosse collegata a benefici finanziari da capogiro.
In mancanza di soldi tutte le idee e l’impegno di Greta e dei suoi emuli ha fatto una brutta fine. E’ stato relegato in una semplice nota a piè di pagina di un prosaico documento che ribadisce generici impegni cui, chi vuole, può aderire volontariamente.
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E con questo il cerchio si chiude: senza soldi non si cantano messe.
Posti di fronte alla scelta tra un ipotetico salvamento del mondo ed un più prosaico benessere sociale ed economico, non c’è l’imbarazzo della scelta. Questo spiega tante cose e, per quel che mi riguarda, replica un copione che ho visto in tutte le COP che ho seguito fino ad oggi: tutto si arena quando si comincia a parlare di soldi, ovvero di affari. Gli stessi di cui scrive M. Lupicino nel suo post.
Ciao, Donato.
Tutto perfetto e condivisibile, ma…
“Ciò che non mi va giù, è la strumentalizzazione del senso di ribellione giovanile che viene fatta da molti volponi della vecchia generazione”
..non si può sentire 🙂 . Perché, voi sessantottini non foste strumentali alla “solita” rivoluzione “dal basso”, che la stessa identica élite con nomi diversi propone alla ribalta mondiale dal 1789 in poi, con cadenza grosso modo regolare di circa 50 anni (1798 – 1848 – 1917 – 1968 – 201?)…? E con gli stessi disastrosi esiti per la vera crescita morale, spirituale, sociale, e non ultimo materiale del mondo civile (=occidentale)?
Alessandro, nessuno lo nega. Anche il ’68 può essere considerato un momento di ribellione pilotata, nel senso che si auspicava il trionfo di principi che appartenevano ad una linea di pensiero ben precisa e che aveva individuato nel mondo giovanile il grimaldello per aprire una porta che fino a quel momento non ne aveva voluto sapere di aprirsi.
Io facevo riferimento, però, a delle lotte molto più prosaiche che riguardavano la vita quotidiana: modo di vestire, persone da frequentare, impegno sociale, ecc..
E che coinvolgevano la stretta cerchia familiare e sociale in cui mi muovevo.
Le “grandi idee”, quelle che dovevano, devono e dovranno trasformare il mondo, le utopie, in altre parole, non mi hanno mai appassionato. Passavo, passo e passerò, difatti, per conservatore, per non dire peggio. 🙂
Ciao, Donato.
ma non è un sogno, è la realtà.
La curva della vita di un qualsiasi prodotto ha lo stesso aspetto della curva di vita di una colonia di batteri in coltura: una crescita lenta, poi un’esplosione logaritmica, un assestamento ed infine una decadenza.
Il mercato si mantiene in crescita solo grazie a nuovi prodotti, i quali possono essere di qualsiasi tipo l’importante e che creino dividendi, vanno bene anche gli uomini come merce.
Oggi, però vi è una variabile inattesa: l’economia digitale, la quale non ha bisogno di masse di operai e contadini, per cui le classi dominanti e le elites non sanno che farsene di tanta popolazione che, se continua a crescere, porterà alla decadenza come nelle colture dei batteri. E’ meglio, per le elites, eliminare elegantemente gli strati più bassi della società, impedendo loro l’accesso alle cure ad esempio, con la scusa che è meglio spendere i soldi per finanziare la salvezza del paese.
L’economia digitale fa a meno di tutta una serie di figure intellettuali intermedie, come i bancari, ma ha bisogno di pedalatori di biciclette per la consegna dei pacchi; quindi meno classe media, un po’ più sfruttati, una valanga di nuovi poveri e la solita elites a godere dei giardini nelle loro ville in periferia o negli attici dei quartieri snob.
Bisogna salvare l’ambiente, si, ma quello economico, non altri.
Su segnalazione di Donato attiviamo i commenti a questo articolo, funzione che inspiegabilmente era stata disattivata.
– VODOLFOOOOO questa discussione e’ TOP! Ma meglio se non finisce in vete, neh?
– Certo, vado a svegliare Olga che ci pensa lei, noi 120enni con la rete non abbiamo tutta questa confidenza…
– ADOOOOVO I GGGIOVANI! Basta che siano tutti come Morozov.
– Per Olga, Morozov sarà la marca di un fondotinta russo.