Proprio mentre Greta profonde il massimo sforzo per salvare il mondo dalla CO2 con una ennesima ondata di bigiate scolastiche trans-nazionali (del tutto casualmente in pieno svolgimento di elezioni europee), trapela su qualche sparuto giornale una notizia: ovvero che in Svezia una studentessa è stata bullizzata da compagni e insegnante per essersi rifiutata di scioperare “per il clima”.
Ci informa di questo episodio il Daily Mail che racconta come una sventurata studentessa svedese di nome Sanna abbia osato, unica nella sua classe, opporsi allo sciopero climatico pre-elettorale di Greta. Di fronte al suo rifiuto di scendere in piazza contro il celebre solleone scandinavo, Sanna è stata aggredita verbalmente prima dalla sua stessa insegnante, poi dai compagni di classe che l’hanno tacciata di “negazionismo climatico”. La madre della studentessa, costernata, ha chiesto quindi un colloquio con la preside della scuola, salvo ritrovarsi a sua volta messa sul banco degli imputati: “La ragazza si è messa contro la sua stessa classe, e per giunta si è rifiutata di partecipare a qualcosa di positivo”, la affonta la preside, aggiungendo che anche lei mostra un’attitudine sbagliata giacché non le interessa che la figlia venga coinvolta su temi sociali così importanti.
La madre della ragazza, commentando l’episodio, ha attribuito ad una forma di isteria collettiva il comportamento disgustoso nei confronti della figlia, che a sua volta adesso si rifiuta di andare a scuola per paura di subire altri trattamenti simili: “le scuole dovrebbero assumere almeno un atteggiamento neutrale e rispettare gli studenti che non vogliono scioperare. Ci sono altri modi di relazionarsi ad argomenti politici (come questo)”. Sottolineando che la pressione dei media e dei politici è la causa principale di quello che succede nelle scuole, la donna conclude: “vogliono che andiamo nel panico per le minacce climatiche. Qualsiasi altro atteggiamento (diverso dal panico) è considerato sbagliato. Non ci vuole molto a passare per negazionisti. È una pura e semplice caccia alle streghe.”
Fa una certa impressione, il fatto che le parole più sensate ascoltate in questi mesi di delirium tremens climatista vengano da una madre infuriata per il trattamento subito a scuola dalla figlia. Così come fa impressione, ma non sorprende affatto, il silenzio tombale dei media su una vicenda piccola, eppure significativa come questa. Sono gli stessi media, del resto, che hanno bollato senza esitazione le poche critiche a Greta come atti beceri di bullismo, cyberbullismo, maschilismo e chi più ne ha più ne metta.
Certo è un mondo a dir poco capovolto, quello in cui una quindicenne chiama masse oceaniche di coetanei a bigiare la scuola con argomentazioni degne di una setta millenarista, mentre un’altra ragazzina vorrebbe andare a scuola ma non può farlo perché bullizzata da compagni, professori e preside, tutti impegnati nella lotta senza quartiere alla fotosintesi clorofilliana. E mentre Greta, forte di risorse milionarie, viene coccolata da un fronte sterminato quanto eterogeneo che spazia dagli Extinction Rebels all’elite dei trilionari illuminati di Davos, con tanto di colonna sonora intonata dai media globalisti di tutto il mondo, Sanna è difesa solo dalla mamma, nel silenzio più totale.
La lotta tra le èlites globaliste e la plebe senza volto sembra declinarsi tutta qui, nel confronto tra Greta e Sanna. E in questa lotta spietata che deciderà i destini dell’umanità nel prossimo futuro, il Climate Change pare solo uno specchietto per le allodole: uno dei tanti strumenti di propaganda ad usum populi che sottendono ad interessi precisi quanto inconfessabili. Eppure ogni giorno più visibili attraverso gli squarci che continuano, insolenti, ad aprirsi nella cortina solo in apparenza impenetrabile del Politically Correct.
Leggo da tempo il blog e lo propongo sempre quando mi trovo a parlare di clima, da persona della strada, con qualcuno. Noto con sconcerto che in realtà non siamo di fronte solo ad un lavaggio del cervello globale, ma ad una vera e propria anestetizzazione delle menti. Vedo un subire passivo acritico di tutto quanto viene propinato, senza nemmeno il desiderio di una verifica. Ho proposto climatemonitor molte volte, ma non ricordo un solo riscontro. Io, comunque, persevero!
Sicuramente questo è un episodio da condannare, ma l’articolo in sè non mi sembra molto imparziale ,tanto che sembra una lotta tra Greta e l’altra ragazzina. Bastava leggere sui social quanto bullismo mediatico ci sia stato anche verso la stessa Greta eppure in quel caso climatemonitor non ha condannato il bullismo
Il flusso di elettroni ancora basso di sicuro non è un caso.
https://services.swpc.noaa.gov/images/goes-electron-flux.gif
Il Sole attraverso il vento solare modifica la concentrazione delle particelle in atmosfera e favorisce alte pressioni sul vicino Atlantico e basse pressioni immediatamente ad est:
http://lasp.colorado.edu/space_weather/xlf3/xlf4.jpg
A Gennaio era basso il flusso e abbiamo avuto un sottomedia marcato dele temperature, a Febbraio e a Marzo invece il flusso di elettroni era sopra media, da Aprile ad oggi un calo del flusso di elettroni. Assomiglia molto all’andamento del flusso di elettroni del 2014.
Pessimo segnale ormai di una caccia alle streghe stile medievale. Mi chiedo però anche il perchè anche veri meteorologhi (non tutti per fortuna) continuino ad infarinare anche le comuni previsioni del tempo (pioggia, sole ecc.) con stupide frasi “siamo nell’epoca dei cambiamenti climatici e amenità simili. L’ultima sentita domenica da un noto ex colonnello: prosegue il clima freddo e piovoso perchè c’è il “cambiamento climatico”.
E’ ovvio che il cittadino normale senza conoscenze meteo finisca con il credere che abbiano ragione. Perchè non c’è mai un controdibattito serio nei media con personalità scientifiche che dimostrano che non c’è nessuna prova del riscaldamento globale dovuto alla CO2?
Lavaggi del cervello. Sentita stamane nell’ospedale dove lavoro: “dottore, se raccolgo le urine devo tenerle in frigo?” Risposta: “non è necessario, basta un ambiente fresco, al buio”. La paziente: “ma hanno detto che arriva un caldo africano!”.
Analisi rovinate. A causa dell’urine change.
@A. de Orleans-B
La tua analisi è da film Fanta-Horror ma, purtroppo, credo che non siamo lontano di ciò che verrà se non si trova il coraggio, come CM fa da anni, di divulgare un po’ di buon senso, accompagnato dai dati misurati.
@Roberto
Il 1740 fu probabilmente l’anno più freddo in Europa della Piccola Età Glaciale, quindi almeno dal Medioevo. Nevicate diffuse in pianura si ebbero a maggio nel Centro-Nord italiano, Domini di Terraferma della Serenissima inclusi, dopo un inverno già gelido e lunghissimo, praticamente durato in tutta Europa da ottobre 1739 a maggio 1740 e con mesi freddissimi ovunque. Voler tornare apposta (ammesso e non concesso che sia possibile) a quegli anni può affascinare chi ama il freddo e la neve come me, ma per il resto dell’umana civiltà è delirante.
Se questo movimento del “agire subito, non c’è più tempo per pensare” continuasse senza opposizione intellettuale, potremmo presto confrontarci con:
– la proibizione di misurare, analizzare e divulgare dati atmosferici al di fuori di strutture “certificate”, in base a nuove leggi contro le “fake news”, ai fini di combattere il negazionismo ambientale;
– la vandalizzazione, stile banlieues francesi di un paio di anni fa, delle vetture di alta cilindrata, seguite dalle altre, come manifestazione di una “condivisibile” rabbia popolare contro il degrado della nostra atmosfera;
– una forte accelerazione del “calendario dell’urgenza”, onde dimostrare entro pochi anni l’efficacia delle misure draconiane per prevenire il runaway irreversibile del clima e la conseguente necessità di mantenerle indefinitamente;
– la deificazione morale del principio di precauzione e la corrispondente demonizzazione epistemologica del principio di causa ed effetto.
Infine, molti anni dopo, cercheremmo, forse invano, di comprendere questo scontro storico e così distruttivo tra passione e ragione.
Analisi perfetta!
Ciao, Donato.
Giustamente l’insegnante se l’è presa perchè è dovuta rimanere in classe per colpa dell’unica studentessa cocciuta, invece che prendersi le ore libere per farsi gli affari propri… Ma il nord non era l’esempio da seguire per tante cose compresa la cultura del vivere civile? Stanno peggiorando pure li evidentemente…
Un paio di giorni fa, in una trasmissione su La7, il noto meteorologo Sottocorona equiparava i “negazionisti” dell’AGW ai seguaci della teoria della Terra piatta!
Tanto per capire a che punto sta i dibattito…
Non bisogna meravigliarsi più di tanto. Ormai siamo in preda ad un’ubriacatura globale che tende a radicalizzare tutto, indipendentemente dall’argomento di cui si tratta. I social, i talk-show ed i dibattiti in genere, non rappresentano più uno spazio di approfondimento e di discussione, ma solo uno strumento economico: più urli, più offendi e più audience e contatti ottieni. Entrambi determinano maggiori entrate pubblicitarie e, quindi, soldi. Abbiamo monetizzato tutto, anche la conoscenza.
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La scuola è una parte di questa società e, pertanto, non è immune da nessuno dei mali che l’affliggono. Vivo in questo mondo da oltre cinquant’anni, prima da studente, ora da docente, per cui ne ho potuto seguire l’evoluzione nel corso dei decenni. Essa è sempre stata lo specchio della società e non poteva essere diversamente. Oggi, pertanto, mi stupisco quando vedo persone che si scandalizzano per quanto accade nella scuola. Nella scuola accade esattamente ciò che accade nella società civile. Se la società è intollerante, la scuola è intollerante, se la società civile è tollerante, lo è anche la scuola.
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Spesso, di fronte a qualche fatto di cronaca particolarmente eclatante, si sente dire: “ma la scuola dov’era”. La scuola sta dove è sempre stata, solo che oggi si tende a scaricare su di essa responsabilità che sono della famiglia, dei corpi sociali intermedi (che non esistono quasi più) e della società in generale. Con questo non voglio dire che la scuola sia estranea a quel che accade intorno a noi, è corresponsabile con tutta la società di cui fa parte, ma non ne è l’esclusiva responsabile.
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Nell’impazzimento generale non bisogna, quindi, meravigliarsi che anche il mondo della scuola stia impazzendo. Qualche lettore ha parlato di tabelline. Non si usano più, chi pretende dai propri alunni anche la minima abilità nel calcolo mentale o grafico (le vecchie quattro operazioni con i numeri in colonna 🙂 ), è considerato fuori dal mondo. Per non parlare della grammatica e via cantando. L’insuccesso dell’alunno è considerato insuccesso del docente; il disinteresse dell’alunno è attribuito al fatto che il docente non è in grado di suscitare interesse. I nostri alunni (i nostri figli) sono in buona parte bulli, perché così li vuole la società.
Quando mi lamento con i genitori del comportamento dei loro figli, normalmente mi viene risposto che così fa pure a casa. Una mamma cui dissi qualche tempo fa che la figlia aveva un caratteraccio (per non dirle che era scostumata), mi rispose che avevo ragione, ma lei non poteva farci nulla. Il 90% dei genitori considera i propri figli una specie di divinità: intoccabili e infallibili. E la scuola una rottura di pxxxx. Con chi vai a discutere!
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L’esempio citato nel post di Massimo Lupicino non mi sorprende per nulla: atteggiamenti simili sono considerati normali da buona parte degli studenti, dai loro familiari e dagli operatori scolastici. E non da ora, purtroppo. E non venite a dirmi che non è vero, in quanto vivo questa realtà tutti i giorni, da diversi decenni. Chi lo nega mente sapendo di mentire.
Ciao, Donato.
La piccola Greta parla a nome dei posteri.
Mi piacerebbe che la suddetta leggesse la nota che un cappellano del mio paese (Bovolone,Verona) scrisse su un registro parrocchiale dell’anno 1740 a commento di una serie di pessime stagioni susseguitesi in quegli anni.
“Dal ghiaccio, dalla neve e dal rigore del freddo di questo anno bisestile 1740 e dalla gran fame di detto anno, liberaci, o Signore!
In detto anno nevicò sette volte, il freddo con la pioggia continuo fino alla metà ed oltre del mese di aprile e giugno, frumento pochissimo, meno ancora segala, il granoturco da cui i poveri traggono la polenta, eguagliò il prezzo della segala, i predetti prodotti furono venduti nei pubblici mercati così che i poveri del popolo patirono la penuria e la fame.Le vigne dei campi veronesi, essendosi la maggior parte essiccate, quelle che sopravvissero diedero poca uva. Ciò resti a ricordo dei posteri!”
E’ terribile, ma purtroppo era prevedibile. Credo che mai sia stato usato un termine più adatto: “isteria collettiva”, brutta cosa, che porta insperabilmente a dittature feroci: è successo con il Nazismo : l’isteria collettiva contro gli ebrei, che erano nella propaganda additati come i fautori di tutti i mali della Germania, lavando il cervello di milioni di Tedeschi che oggi non si capacitano come possono essere stati così capaci di tanto odio. E’ successo -e purtroppo succede ancora, perché la storia ancora non ha fatto i conti- con il comunismo, soprattutto asiatico, dove i contrari all’ideologia non potevano che essere traditori o pazzi.
Purtroppo l’atteggiamento di questi giorni è lo stesso ed il lavaggio del cervello è già in atto. Ho paura che l’interessi in gioco siano più ampi di quelli puramente economici.
Tristezza…
Caro Massimo, sarà che ho avuto la (s)fortuna di crescere a Milano e studiare lì, ma noi, nella capitale “morale” d’Italia, ci eravamo già arrivati a inizi anni 90, quando ero al liceo . Ricordo bene le minacce sia degli studenti, sia dei professori quando alla votazione (democratica, ça va sans dire, per alzata di mano) per la consueta occupazione di metà autunno (mi sfugge se il motivo erano gli esperimenti nucleari di Chirac nel Pacifico oppure la qualità delle merendine offerte all’intervallo) io non alzai la mano. Oggi come ieri, gli organizzatori delle bigiate avevano sempre la pretesa di salvare il mondo. Da Chirac, o dal cobalto, poco cambia: il mondo è sopravvissuto a Chirac (e Napoleone 200 anni prima), sopravviverà anche all’eccesso di cobalto, o anidride carbonica
E’ arrivata la fine del mondo!
Se una scuola promuove l’assenza vuol dire che non ha più niente da insegnare.
Ai miei tempi, il preside imponeva di essere accompagnati dai genitori anche se lo sciopero era per gravi motivi sociali, come la pace.
Oggi, invece, i presidi autorizzano gli scioperi; per quale motivo?
Il clima che cambia!
Interessante, quindi faranno bene a chiudere le scuole dato che è una costante il clima che cambia.
Io me la rido, fortunato di aver fatto la vecchia scuola anni ’70 dove se non imparavi la tabellina vi era una bacchetta pronta a scagliarsi sulle mani.
A cosa serve ancora la scuola se non insegna più le cose basilari, ma ammaestra piccoli millenials a seguire il pifferaio magico?
Aboliamola, tanto c’è internet!
Ciao Massimo, ciao a tutti. Queste cose mi fanno veramente incavolare; credo sarebbe veramente opportuno che qualche studioso/scienziato di un certo spessore cominci già da ora a far sentire la propria voce in merito a tutti gli argomenti legati al clima che cambia, spiegando come stanno le cose, e proprio attraverso gli stessi media che unilateralmente diffondono il verbo climatico senza prove inequivocabili e, di fatto, facendo un vero e proprio lavaggio di cervello in modo “gentile”. E poi, alla fine, nel silenzio delle periferie mediatiche, accadono fatti come questi che possono essere vissuti come un vero e proprio trauma. Quando argomenti profondamente scientifici diventano oggetto di lavoro di non addetti ai lavori, allora è un brutto segno! Significa che si sta dando agli stessi una valenza che denota più un aspetto religioso che scientifico. Una fede! Io dico che è pericoloso; che si faccia qualcosa! Che qualcuno/a o un gruppo di persone di certa fama internazionale a livello scientifico, scenda in campo per far capire come stanno realmente le cose. Qui si stanno riscrivendo pian piano i libri storia, di scienze, di geografia moderna, la scuola ne è complice. Francamente comincio a preoccuparmi. Per i piccoli e per i ragazzi. Pericoloso plagiare le menti dei più piccoli a scuola in favore di una cosa che sembra più una fede che una scienza. Mi vengono i brividi, .. come nel medioevo… buona domenica. Ale
Caro Massimo Lupicino
grazie, grazie e ancora grazie per avermi permesso di essere edotto su cotanta perla di miseranda e sciatta “umana isteria ”
Comunque, al di là delle facezie, questi atteggiamenti, seppur declinati con minor veemenza, cominciano ad essere presenti anche da noi, non solo sul tema del clima…e questo fa correre un gelido brivido lungo la schiena, anche se è fine maggio e con questo caldo sembra strano…o forse non è così caldo? …attenzione Greta in ascolto … è caldo è caldo :o)
Io sto dalla parte delle evidenze scientifiche.
Con Greta stanno i Gretini.
Il problema è che la madre degli imbecilli è sempre incinta ma in epoca di dittatura dei social media qualsiasi sciocchezza diventa il VERBO.
SPENGI I SOCIAL E LEGGI UN LIBRO.
Leggere un Libro scritto da un appartenente ad una Lobby ambientalista? sei punto e a capo