In questi giorni su Nature Geoscience è apparso uno studio che ha fatto alzare qualche sopracciglio: pare che il ghiacciaio di Jakobshavn, quello che è considerato il “termometro” della febbre della Groenlandia, dopo 20 anni di trend negativo (leggi arretramento/assottigliamento), negli ultimi due anni abbia deciso di cambiare vita, e ha ripreso a crescere. Inopinatamente, visto che gli autori dello studio in questione hanno ammesso di essere rimasti semplicemente “increduli” dinanzi ai risultati dello studio stesso: “ci aspettavamo che avrebbe continuato ad assottigliarsi con lo stesso trend degli ultimi 20 anni”.
Riavutisi dallo shock, però, gli scienziati in questione ci hanno pensato meglio. E sono arrivati a delle conclusioni interessanti. Ebbene, pare che l’inversione di trend sia legata al raffreddamento delle acque marine della vicina baia di Disko. E allora? Tutto chiaro vero? Il mare si raffredda e il ghiacciaio ritrova la forma dei bei tempi andati. Nemmeno per sogno. Il raffreddamento del mare e l’avanzamento del ghiacciaio sono invece tragico presagio di sventura, perché dimostrano che il ghiacciaio è più sensibile alla temperatura del mare di quanto non si ritenesse in precedenza.
Ergo, siccome questo raffreddamento è ovviamente temporaneo e dovuto ad oscillazioni fisiologiche della NAO che ogni tanto fa i capricci, e siccome in futuro il mare si scalderà di sicuro (lo dicono i modelli) allora il ghiacciaio si scioglierà in misura maggiore rispetto al previsto. Riassumendo e trivializzando: siccome il ghiacciaio avanza e cresce contro ogni previsione nel breve termine, allora nel lungo termine moriremo tutti affogati perché in futuro si scioglierà più del previsto.
Lascia o Raddoppia
Lascio volentieri ai blogger più esperti del sottoscritto l’analisi delle motivazioni raffinatissime che hanno spinto i ricercatori in questione a considerare le “fisiologiche oscillazioni della NAO” del tutto irrilevanti nei precedenti 20 anni, salvo scoprirle improvvisamente determinanti solo per gli ultimi due anni in cui il trend è cambiato.
Resta il fatto che in questo specifico caso l’evidenza sperimentale smentisce un modello di previsione che assumeva una decrescita sostanzialmente lineare per il ghiacciaio. E questa stessa evidenza sperimentale, invece di suggerire una revisione del modello nei termini di una decrescita meno rapida, diventa invece l’input per una revisione del modello stesso in termini ancora più catastrofistici. Più che davanti ad una dotta disquisizione scientifica, all’osservatore poco avvezzo alla letteratura sulla scienza del clima pare di ritrovarsi davanti a una puntata di Lascia o Raddoppia.
Questione di Trend
Ben inteso, il Lascia o Raddoppia in questione è spettacolo tristemente noto a chi guarda, da scettico, allo spettacolo offerto dalla narrativa corrente sul global warming. Più l’evidenza sperimentale pare smentire le previsioni di modelli plurifallimentari (trend di aumento di temperatura globale, di scioglimento dei ghiacci artici, di aumento di fenomeni estremi, di aumento del livello dei mari, global greening e chi più ne ha più ne metta) e più le previsioni si fanno a loro volta catastrofiche.
A volte ci si chiede dove sia andato a nascondersi, il cosiddetto metodo scientifico, in certe discussioni sul Global Warming. Ovvero quella bizzarra pretesa di partire da dati empirici per mettere alla prova le ipotesi e le teorie da vagliare. Perché la sensazione, talvolta, è che la teoria sia diventata chiave unica di interpretazione dei dati empirici stessi. Quale che sia il trend, o addirittura il segno stesso, di quei benedetti dati.
Ma sono solo impressioni infondate di un non addetto ai lavori. Perché per fortuna, certi ricercatori hanno il dono della capacità comunicativa, e aiutano l’ignorante di turno come il sottoscritto a capire cosa bolle davvero in pentola. Con riferimento al ghiacciaio groenlandese, lo scienziato Joughin (l’unico, pare di capire, che avesse previsto la temporanea inversione di trend) spiega: “quello che accade è solo uno scostamento temporaneo. Dei cali capitano anche sul mercato azionario, all’interno di un trend comunque crescente. Si tratta della stessa cosa”.
Al sottoscritto, che invece di mercati azionari qualcosa capisce, si accende una lampadina: i trend infiniti non esistono, perché prima o poi il trend si inverte. Ma soprattutto, uno dei segnali più forti di imminente inversione del trend, si ha quando (quasi) tutti gli investitori sono convinti che il trend continuerà. In gergo: quando il gregge è tutto dalla stessa parte.
E se avesse ragione Joughin, anche questa volta?
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Le dichiarazioni dei ricercatori sul paper in questione sono tratte dall’articolo pubblicato su Zerohedge in data 29/03/2019
Grazie per aver segnalato un articolo che ho letto con grande interesse!
Ho trovato gli autori molto sicuri nel descrivere i fatti e definirli “inattesi”, precisi nel formulare le loro ipotesi locali circa le cause dell’inversione di tendenza del ghiacciaio, ma molto cauti nel valutarne il significato futuro, con vari “we cannot explain”, come espressioni di una genuina incertezza scientifica.
Presumo che quel ghiacciaio riceverà molta più attenzione nel futuro, anche perché, secondo gli autori, contribuisce ancora oggi a una perdita netta della massa di ghiaccio sulla Groenlandia.
Circa le espressioni del Dr Joughin su ZeroHedge, gli suggerirei un pò di Elliott Wave Theory per prevedere le temperature globali, se nella recente crescita del ghiacciaio trovasse solo tre picchi A, B e C avrà ragione, siamo in un temporaneo raffreddamento controtendenza… scherzo, ma più seriamente qualcuno dovrebbe ricordargli che le borse stanno salendo grazie al GMP – Global Monetary Printing, un fenomeno 100 % “antropogenico”.
Forse l’AGW ha una componente antropogenica un pò minore?
Accostare l’attuale salita delle borse alla futura salita delle temperature – “…it’s the same thing”, afferma testualmente il Dr Ian Joughin, uno scienziato molto stimato nel suo campo… insomma non trovo le parole per commentarlo con il dovuto rispetto.
Ormai siamo al dogmatismo applicato al positivismo. Oggi è tutto irreversibile: il global warming, l’euro, i diritti (?) acquisiti. E se qualcuno osa eccepire è un negazionista, o un oscurantista o un retrogrado.
Nel merito, mi verrebbe da dire: “mai una gioia!: a confronto il dies irae di medievale memoria era un inno alla gioia…almeno lì si aveva la prospettiva del paradiso, se ti comportavi bene…
Caro Andrea, sicuramente non parli dei diritti acquisiti in un secolo di battaglie sindacali: quelli si sono dimostrati reversibilissimi… Sul resto, posso solo concordare.
Quanto al paradiso, un tempo era promessa di riscatto in una vita ultraterrena. Oggi pretendono di venderti che in paradiso ci sei già, grazie a loro, ma la colpa è tua che non te ne rendi conto. Non è colpa loro, è solo un meccanismo di proiezione:il loro mondo è davvero perfetto e paradisiaco. E il rompipalle sei tu, che pretendi persino di cambiarglielo.
Grazie per l’articolo che ci fa capire ancora una volta quali siano i motivi per cui un determinato evento succede.
Quelli che vedono e scrivono solo del caldo, cercando di metterci paura, non lo avrebbero divulgato perchè non opportuno
i trend infiniti non esistono, perché prima o poi il trend si inverte.
Eh già, caro Massimo, ma in questo modo come fai a distruggere il pianeta a forza di feedback positivi? Se i trend si invertono, cioè se i feedback diventano negativi, il pianeta “si salva” e sta su per 4.5 miliardi di anni, e questo non va bene … deve morire tra 12 anni. /sarc
A questi signori che immaginano trend infiniti la memoria a lungo termine (l’esponente di Hurst) con le sue caratteristiche di sali-scendi non è del tutto chiara. Ciao. Franco
Caro Franco, quando leggo certi disclaimer a babbo morto in calce ad articoli “imbarazzanti” mi sembra di vedere gli autori sudare freddo davanti al Beria di turno, per giustificare il misfatto e provare a salvarsi dal gulag.
Perché certe cose davvero non te le puoi spiegare diversamente. Scopri che sto benedetto ghiacciaio ha ripreso a crescere? Per due anni dopo 20 di fila? Possibile non ti venga in mente una spiegazione meno astrusa e assurda di quella relativa alle bizze della NAO? Ci sono cicli multidecadali che potrebbero spiegare comportamenti del genere, come mai non se ne parla? Mi aspetterei qualche riflessione sull’AMO, giusto per rimanere sugli acronimi. Ma questo vorrebbe dire ammettere che il ghiacciaio non è arretrato negli ultimi 20 anni per le flatulenze delle vacche e per i SUV, bensì per cause naturali. E quindi l’eventualità non può nemmeno essere considerata perché smentisce l’ipse dixit antropogenico.
La sensazione è che nella ricerca climatica il Rasoio di Occam se lo siano perso da qualche parte. Abbondano spiegazioni talmente astruse da superare il ridicolo, mentre l’ovvio (esempio l’influenza del sole o, appunto, i cicli multidecadali) sparisce dai radar.
Rideranno di noi. Mentre a noi non resta che piangere.
Grazie per aver pubblicato l’articolo che gli “altri” non avrebbero divulgato perché non opportuno.
Perfetto il commento finale con il paragone dei mercati azionari
Anche se faccio parte della minoranza, da semplice appassionato di ghiacciai e di meteorologia, da tempo non credo più a tutto quello che il sistema ci vuole far credere per forza
Grazie Francesco. Non sei il primo appassionato di ghiacciai o montagne in generale a mostrare un atteggiamento cauto sull’argomento. Ne ho sentiti tanti, di montanari, che di fronte ai piagnistei sui ghiacciai che arretrano rispondono che la montagna ha sempre fatto di testa sua e bisogna farsene solo una ragione.
Quanto ai mercati finanziari di analogie ce ne sono diverse. Penso di parlarne (di striscio) a breve 😉
Buongiorno
e grazie per la splendida narrativa che consente di gustare queste “perle di saggezza scientifica”
….sto cercando di leggere quanto più rapidamente possibile ogni articolo, ogni titolo, ogni minima e all’apparenza insignificante notizia appaia su Climatemonitor….prima che qualche normativa “mondialista” impedisca a questa voce unica, e irriverentemente libera, di esprimersi, assimilandone la libertà di espressione a Fake news….unico modo per evitare che qualcuno possa gridare “il Re è nudo!”
Caro Stefano, ringrazio per i complimenti generosi che inoltro idealmente agli amici che tirano la carretta di questo Blog da tanti anni, con più competenza e saggezza del sottoscritto.
Sulla censura strisciante che dire… I tentativi di mettere bavagli e limitare la libertà di pensiero e di opinione in Europa abbondano. Ma quello che dimenticano, i fautori della neo-censura, è che l’unione sovietica implose proprio quando la censura e la repressione erano ai massimi livelli. Quindi quella che appare una minaccia, probabilmente è solo la più candida confessione di debolezza.