Avevo deciso di dare un titolo diverso a questo post, doveva suonare più o meno cos’: “Era Buona la Marmellata?”. Il riferimento è al reale o presunto conflitto di interessi che il NYT ha neanche tanto velatamente adombrato per le gesta mediaclimatiche dell’ex futuro presidente degli Stati Uniti, paladino del clima, portatore di pace e geniale uomo d’affari Al Gore.
Circa un anno fa abbiamo dedicato qualche riga alla fitta rete di relazioni tra il mondo dell’alta finanza internazionale e le dinamiche del clima. No, non sono fanatici delle previsioni del tempo, sono investitori, per cui hanno un interesse più venale che genuino per le oscillazioni delle temperature. In questa rete avevamo anche visto che il buon Al ci si muove alla grande, investendo parecchi soldini e trendone non pochi benefici.
Di qui a pochi mesi questi ultimi potranno crescere a dismisura, perchè appena un anno fa, una tra le più attive compagnie della Sylicon Valley, che incidentalmente è di Al Gore, ha fatto un investimento importante nel settore dell’energia, circa 75 mln di dollari, più precisamente finanziando un’azienda che produce e vende tecnologia per ottimizzare la distribuzione dell’energia elettrica. Appena una settimana fa il Dipartimento per L’Energia americano ha annunciato un piano di spesa per l’ottimizzazione delle reti da circa 3,4 mld di dollari. Di questa immensa torta una fetta da 560 mln di dollari andrà direttamente o indirettamente alla compagnia finanziata da Gore. Un ricavo superiore all’investimento di circa otto ordini di grandezza.
Una bel colpo di fortuna. L’uomo politico più impegnato del mondo nelle vicende del clima e ricava da questo impegno quantità oceaniche di denaro. Le sue esternazioni valgono fino a 100.000 $ a botta, però spesso esterna anche gratis. Sta meglio di noi che invece dobbiamo ascoltarlo sempre gratuitamente. Il doppio ruolo di sostenitore ed investitore se esercitato privatamente è più che legittimo, quando si partecipa a decisioni politiche il discorso si complica non poco. Comunque, è grave? Personalmente credo di no, lo stesso Gore si dice fiero delle sue convinzioni e rivendica il suo diritto di fare affari in un settore in cui crede. Più che giusto, il problema è che per fare questi affari si danna l’anima perché ci crediamo anche noi e quelli che, sempre incidentalmente, hanno attualmente il potere di prendere queste decisioni nel suo paese. Non è dato sapere se con questi vorrà spartire questi favolosi dividendi, anche se sempre dall’articolo del NYT leggiamo che in questa pratica il nostro è in buona compagnia, però, per questa disponibilità a credergli sulla parola, non è che qualche dollaro lo potrebbe far arrivare anche da queste parti? Oltre all’ovvio beneficio di carattere pratico che ne potremmo trarre, faremmo la felicità di tutti quelli che da anni accusano chi è scettico sulla teoria dell’AGW di collusione con le compagnie petrolifere, producendo finalmente le prove del nostro interessato atteggiamento. Che per farlo si sia dovuto attingere alle casse dell’altra parte della barricata poco importa, in fondo vengano dai combustibili fossili o dai certificati di credito delle emissioni i dollari sempre verdi sono, ed il verde mi pare sia di moda.
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NB: Grazie a Fabio per la segnalazione.
[…] un paio di precedenti occasioni (qui e qui) abbiamo fatto un rapido excursus dell’intricatissima rete di interessi che avvolge […]
[…] per l’ottimizzazione delle reti di distribuzione dell’energia, 560 milioni di dollari andranno ad un’azienda (incidentalmente di proprietà di Al Gore) che un anno fa ha investito 75 […]
Il conflitto di interessi a noi italiani sembra normale ma non è così. Vorrei citare un film capolavoro “Il portaborse” il politico diceva “quando hai una 500 vecchia, la devi cambiare e non importa se ti ha servito fino adesso” Peccato che la 500 era un’azienda di stato svenduta o meglio regalata ad una ditta canadese, comprata qualche anno prima dallo stesso politico perchè: credeva in quella tecnologia!
Il bravo Beppe ha già risposto a tutti i punti, ma aggiungo solo una cosa.
Questa storia del conflitto di interessi di Gore è ridicola ed diventata un autogol per chi l’ha sollevata.
Il personaggio può non stare simapatico, ma certamemnte può dire “I put my money where my mouth is” e non credo proprio che il Climate bill possa essere liquidato come una leggina ad personam… E’ semmai la più grande svilta ambientale in Usa dopo il Clean Air act.
Btw: l’Epa ha riconosciuto la CO2 come un inquinante…
La frase più corretta sarebbe “I make my money where my mouth is”.
Comunque, ora che l’EPA ha deciso siamo tutti più tranquilli. Un bel risultato scientifico raggiunto democraticamente a maggioranza. E’ proprio vero, gli USA sono sempre almeno vent’anni avanti a noi.
gg
Per fare una minima transizione energetica, e mi scuso se adotto un tono professorale, per un pianeta da sei miliardi di individui, con Cina e India (e si spera pure Africa) in crescita a livelli civili, ci vogliono al minimo vent’anni. Per mobilitare questa massa di scimmie, cioè noi, hanno magnificato dati scientifici dubbi sul clima, in modo da creare la necessaria paura planetaria, la spinta.
Banalotta come strategia politica, usata spesso nel corso dell’ultimo paio di millenni. Ma sempre efficace. La cosa è partita nel 1983, ad opera di un geniale professore, credo norvegese. Però non hanno calcolato internet, nel frattempo fatta nascere da noi, che ha il difetto di discutere tutto, e in modo aperto. Le balle e le non balle.
Ora tante verità presunte, tante menzogne, ma anche tanti pericoli veri stanno piano piano venendo a galla. E’ il caso di farsi un’opinione un po’ più alta di un po’ di manipolatori. Il dato di partenza è quello accettato un po’ ovunque: la transizione energetica. Il metodo proposto è semplicemente ridicolo: prendersela solo con la Co2. Tanto per fare media. Il punto è che tra petrolio a Eroei crescente, gas pure, carbone meno di quel che si crede, nucleare a insostenibile ciclo di vita, fotovoltaico e termodinamico stracostosi e di nicchia, siamo tutti (scusate la rozzezza) nella palta. Allora giù con la paura per mobilitarci al risprmio energetico, a pagare un futuro che si annuncia sempre più caro. A meno di lontana fusione nucleare o di bombe atomiche (reattori autofertilizzanti) sul territorio. Questa è nella sostanza l’equazione da risolvere. Andate avanti a fare il debug delle balle o simulazioni climatologiche amatoriali. La sostanza del problema non cambia.
Scusate
Beppe Caravita
E di che?
gg
A parte il fatto che non si tratta dell’unico conflitto di interessi denunciato. In ogni caso quando un ex-vice-futuro-presidente di un governo, investe nel privato e prende sussidi dal governo, unanimemente, il mondo civile parla di conflitto di interessi.
CG
Concordo, infatti il piano che la Camera dei Rappresentanti ha approvato a stento e che il Senato sta facendo fatica anche solo a discutere avrebbe dovuto chiamarsi Energy Bill e non Climate Bill. Questa sì è demagogia. Ad ogni modo, ripeto quanto scritto nel post, per me non è grave, però non ci venga a raccontare che tutto questo impegno è per salvare il pianeta. Personalmente, visto che credo che non ci sia nessun pianeta da salvare, penso che sia molto meglio parlare di energia. Nessuna confusione da parte mia Giuseppe, la commistione è assolutamente voluta. 🙂
gg
Qualsiasi cosa che comporti un beneficio economico ai cittadini è in benvenuto, questo nessuno lo mette in dubbio.
Da quanto ho capito, questo progetto mira ad ammodernare la vecchia rete elettrica, quindi figurati se non sono daccordo io che vivo in un posto bellissimo (Parco del Pollino) ma preso ormai di mira da Enel,Terna & Co.
(Ormai è diventato difficile anche fare delle foto panoramiche perchè becchi elettrodotti ovunque).
Qualsiasi iniziativa che ha come obiettivo la semplificazione e quindi il risparmio energetico va sempre bene. Fa bene al nostro portafoglio e fa bene anche all’ambiente, ci mancherebbe.
Ma il problema è un altro, se l’ex futuro presidente ha a che fare con questo business e nel contempo gira il mondo strombazzando le sue catastrofiche previsioni (An inconvenient truth- UNA SCOMODA VERITA), significa che qualcosa non va.
Per essere credibile dovrebbe smetterla di occuparsi di clima, come Silvio dovrebbe smetterla d’essere proprietario delle TV italiane.
E’ la stessa identica cosa.
P.S. Ho fatto una piccola ricerca su queste Smart Grid.
Su un sito che si occupa di energia rinnovabile ho trovato un articolo che ha come titolo:
Le Top 5 Tecnologie Sostenibili che ci Salveranno dal Cambiamento Climatico.
(non posto il link per evitare di fare pubblicità )
L’ex futuro presidente è in buona compagnia…
Fare confusione, non so quanto voluta, tra energia e clima porta al peccato di demagogia, che non è lieve 🙂
Giuseppe,
non mi sembra di aver espresso giudizi negativi al riguardo. Magari la faccenda non è proprio limpida dal punto di vista etico, ma ripeto, per me non è grave. Sarà sufficiente tenerne conto magari in occasione delle future esternazioni che sono certo di qui ad un mesetto non mancheranno.
Chissà , ora che abbiamo avuto anche il coinvolgimento diretto dei leader religiosi, smetteranno di cercare il Santo Graal visto che hanno trovato il Santo Al. 🙂
gg
Non sono per niente d’accordo:
http://blogs.it/0100206/2009/11/08.html#a9036
Beppe Caravita