C’era una volta il clima, prima che arrivasse il climate change. E c’era una volta anche la divulgazione, prima che ci si votasse, appunto, all’assolutismo del cambiamento.
C’erano quindi anche delle pagine che spiegavano in effetti come stanno le cose o, più precisamente, come si pensa che stiano con l’attuale livello di conoscenza. Anche se si possono definire d’autore, non sono affatto vecchie, parliamo appena di qualche anno fa. Pagine di blog? Di quotidiani? Di dilettanti? No, pagine della NASA, che oggi, quando parla di climate change, tutti stanno a sentire come l’oracolo.
Un’occhiata qui sotto:
Ebbene, appena nel 2010 poi, non si sa perché quella bella pagina è scomparsa dal web, la NASA scriveva:
The Sun is the primary forcing of Earth’s climate system. Sunlight warms our world. Sunlight drives atmospheric and oceanic circulation patterns. Sunlight powers the process of photosynthesis that plants need to grow. Sunlight causes convection which carries warmth and water vapor up into the sky where clouds form and bring rain. In short, the Sun drives almost every aspect of our world’s climate system and makes possible life as we know it.
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Other important forcings of Earth’s climate system include such “variables” as clouds, airborne particulate matter, and surface brightness. Each of these varying features of Earth’s environment has the capacity to exceed the warming influence of greenhouse gases and cause our world to cool.
In mezzo, naturalmente, anche il potenziale forcing antropico.
Ecco, ora come allora, è esattamente così che stanno le cose. Ripeto, naturalmente con l’attuale livello di conoscenza. Perché non si possa dire o perché siano state cancellate quelle pagine resta un mistero, non risolvibile con la motivazione di un restyling del web, quanto piuttosto, forse e purtroppo, con la volontà di trasmettere un messaggio differente.
Da qui: https://climatism.blog/2018/06/13/the-orwellian-era-of-nasa-climate-pseudoscience/
@Rocco
Chiedo scusa ma potrei sapere da che fonte si dimostra la relazione fra aumento dei raggi cosmici ed aumento dei nuclei di condensazione e quindi della temperatura
A me risulta una relazione inversa, sia da un articolo precedente postato mi sembra da Mariani sia da questo articolo su Skeptikal Science
https://skepticalscience.com/graphics.php?g=71
Luca,
pur con delle inesattezze, mi sembra che Rocco abbia detto che all’aumento dei raggi cosmici la temperatura diminuisce, confermando le basi della teoria dell’influenza dell’attività solare sul clima.
gg
la CO2 non è il gas serra più potente, ma neanche il metano, bensì il vapore acqueo.
Se mi consentite di avanzare una ipotesi:
a parità di irraggiamento solare, quando il Sole emette abbastanza vento solare carico di particelle (alto numero di macchie solare), non si formano nuvole, in quanto sono i raggi cosmici a fare da nuclei di condensazione che sono spazzati dal vento solare. Non essendoci più uno schermo ai raggi “caloriferi” c’è più evaporazione e meno precipitazioni per cui la concentrazione di vapor d’acqua aumenta e fa aumentare le temperature.
Quando, invece, il numero di macchie è basso o nullo, sono i raggi cosmici ad avere la meglio e quindi più nuvole e più precipitazioni, riducendo la concentrazione di vapor d’acqua e si raffredda l’atmosfera.
Questo, dovrebbe essere, il motore climatico principale, poi vi sono le inerzie degli oceani, l’albedo, i vari cicli multidecadali…
In buona sostanza, del clima si può solo parlare al passato, cercare di fare una previsione futura è la stessa cosa che fare profezie alla Nostradamus.
Di fatti, le previsioni parlano sempre del 2100, quando nessuno di noi sarà lì a verificarle.
Se la “climatologia ideologica” fosse scienza dovrebbe fare una previsione sul prossimo periodo climatico, in modo da poterlo verificare.
Comunque, visto che ci siamo, con la mia palla magica, prevedo che nel 2100 la temperatura del pianeta sarà di 0,7° superiore alla media climatica 1551-1580.
Si accettano scommesse.
Rocco,
questa teoria è molto dibattuta, sono stati condotti molti esperimenti (anche uno al CERN dal nome CLOUDS), ma i risultati sono controversi. Il problema risiede nella difficoltà di riprodurre le condizioni che si generano in Natura. Ad ogni modo, i raggi cosmici non agiscono come nuclei di condensazione, quanto piuttosto, agendo come ionizzanti sugli aerosol, ne aumentano il potenziale di accrescimento facilitando il raggiungimento di dimensioni idonee alla nucleazione, di qui l’aumento della copertura nuvolosa, soprattutto bassa, che scherma la radiazione entrante. Questo aumento del potenziale di accrescimento, varia però da aerosol a aerosol e non è sempre così efficace. In sostanza, al pari dell’azione della CO2, anche per la teoria dei raggi cosmici manca la prova dell’effetto moltiplicatore che ne validerebbe i contenuti.
gg
Una piccola intervista a Marcel Leroux
https://www.dailymotion.com/video/x33184
Interessante ascoltare il compianto Marcel Leroux. Qui un’interessante conferenza del 2009 del geofisico Vincent Courtillot:
https://levelevoile.fr/2018/10/vincent-courtillot-demontre-les-incoherences-du-giec-et-apporte-les-vraies-courbes-du-changement-climatique
Per restare in tema di c’era una volta il clima e soprattutto di c’erano una volta i Climatologi ( con la C maiuscola) mi permetto di ricordare quello che per me é stato un grande climatologo francese Marcel Leroux. Per chi non lo conoscesse consiglio di leggere le sue pubblicazioni e i suoi libri.