Il #Polarvortex, come piace chiamarlo ai giornaloni d’oltreoceano, si è finalmente allontanato dagli Stati Uniti lasciando dietro di sè una vasta scia di distruzione della già residuale qualità dell’informazione giornalistica in fatto di clima. Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori: stratosfere che si sciolgono e piovono incandescenti verso il basso, caldo che genera il freddo, teiere fumanti sull’Atlantico settentrionale, carneficine climatiche e poi gli immancabili hacker russi. In mezzo a cotanta abbondanza si fa fatica a mettere ordine, ma alcuni spunti sono decisamente meritevoli di una menzione speciale.
Ha stat’ Putin
MSNBC, canale televisivo via cavo americano che rivaleggia con la CNN nella gara a chi la spara più grossa contro il presidente americano, in un annuncio drammatico e carico di pathos spiega agli ascoltatori che Putin potrebbe approfittare del freddo per ordinare un attacco informatico contro infrastrutture vitali americane, come le pipeline a gas. “È una minaccia mortale” argomenta la conduttrice in stato di evidente alterazione. “Cosa succederebbe se la Russia togliesse l’elettricità a Fargo oggi? Con 50 gradi sotto lo zero?” Probabilmente quello che sarebbe successo se la Clinton avesse vinto le elezioni, e coperto l’America come promesso con mezzo miliardi di pannelli solari: tutti al buio a scaldarsi con la legna.
Tea Time
Poche ore dopo la comparsa del tweet di Trump, il NOAA si è sentito in dovere di rispondere con un contro-tweet che sentenzia: “Le tempeste di neve non dimostrano che il Global Warming non stia comunque accadendo”. A corredo, un disegnino da scuola materna, con una teiera bollente in mezzo all’Atlantico scaldata dall’acqua di mare “troppo calda” che soffia neve sulla costa americana. Cosa c’entri il calore del mare con i 45 gradi sotto lo zero nel Midwest lo sanno solo al NOAA. Resta infatti da capire come mai il vapore della teiera in questione non arrivi a scaldare le pianure americane congelate: si perde forse per strada?
Come al solito, non è una cosa seria, ma il fatto che una agenzia che pretende di essere scientifica si riduca a snocciolare vignette per bambini senza alcun senso, fa capire quale sia la vera posta in gioco: la credulità del popolino. Sono decenni che il NOAA e i suoi fratelli prevedono la scomparsa della neve, l’avanzata dei deserti e l’arrostimento collettivo, senza mai azzeccarci: deve essere cambiato qualcosa se adesso si ritrovano a giustificare ondate di gelo record con teiere fumanti e nuvolette bianche con asterischi. L’unica cosa che non cambia al NOAA sono i suoi dipendenti: ben 11,000 come si conviene ad un carrozzone politico (parte del Dipartimento del Commercio) infarcito di militanti liberal e impiegati che col clima-terrorismo ci sbarcano il lunario da decenni.
Carneficina
Veniamo adesso al giardino di casa nostra. Cominciamo con un riferimento irrinunciabile in fatto di clima-catastrofismo: La Stampa, che all’apice dell’ondata di gelo in America, se ne esce con un articolo dal titolo sobrio: “Quanti uomini saranno portati ad uccidersi tra loro domani a causa del cambiamento climatico?”. Trattandosi di una “Top News” (sic), l’articolo è accessibile solo ai fortunati abbonati al quotidiano torinese, ma dall’incipit si capisce che il tema è il solito: migranti climatici, ovvero la favola bella che spiega tutto: dalla guerra in Siria ai conflitti etnici e religiosi più disparati (ne abbiamo parlato). Volendo contestualizzare, c’è da chiedersi se milioni di americani del Midwest da bravi migranti climatici si metteranno in marcia verso il Messico per godere di temperature più gradevoli. O se non si scanneranno prima tra loro, come profetizza l’articolo in questione. L’unica certezza, per il momento, è la migrazione dei lettori de La Stampa (-15% solo nell’ultimo anno).
And the winner is…
Giovanna Botteri, che al TG1 realizza un gioco di prestigio senza precedenti (minuto 28): l’ondata di gelo negli USA diventa il prodromo di una imminente ondata di caldo, fin dall’annuncio della notizia. Dopo il dovuto resoconto sul freddo, viene infatti annunciato l’arrivo del caldo (?) “effetto del cambiamento climatico che sta sciogliendo i ghiacci artici”. In sottofondo parte una musica lugubre, e con questa una inspiegabile digressione sugli Inuit che soffrono per il troppo caldo (ripresi mentre scorrazzano in canoa, in estate) e che sono costretti per questo ad usare celle frigorifere per conservare le balene di cui si nutrono. Frigoriferi donati “dalla stessa società petrolifera che ha contribuito a rovinare il loro habitat”.
In poche parole, l’ondata di freddo diventa ondata di caldo. E all’interno di una notizia che si vorrebbe di cronaca, si mandano filmati estivi di repertorio. Il messaggio che passa, è che in America si muore di caldo e i ghiacci si sono sciolti, in pieno inverno, per colpa di una non meglio precisata società petrolifera. In compenso si va a spasso in canoa, sotto il famoso sole artico di Gennaio.
Meglio di così…
Ehi!… e non dimentichiamo la notiziona di due giorni fa, l’Himalaya si scioglierà entro fine secolo, quasi tutto… parola di modelli…
Quasi comico: è il risultato di uno “studio” climat-social-politico, scopo finale è la distribuzione della ricchezza… studio di più di 600 pagine e moltissimi capitoli separati… ognuno con decine di citazioni bibliografiche… anni e anni di lavoro… giurano che è il top dei top… ne parla bene la BBC e le cheerleaders del Guardian… quindi…
Poi se uno va a leggerlo si accorge che si sono “dimenticati” di includere questo studio di 2 anni fa…
“Himalayan glaciers experienced significant mass loss during later phases of little ice age”
https://www.nature.com/articles/s41598-017-09212-2
… dove spiegano, utilizzando dati e proxies vari, come zone diverse della catena himalayana abbiano aumentato o diminuito la loro massa dei ghiacciai per ragioni diversissime, anche antropiche… ma non necessariamente legate alla CO2 assassina.
Sono dei falsari di bassa lega.
Ieri a SkyPD24 ho sentito l’ultima follia: a causa dei cambiamenti climatici, entro la fine del secolo (BOOM!), cambieranno i colori degli oceani. XD
E io scemo che pensavo che il colore del mare dipendesse dal cielo. Quante se ne imparano. SKY tremendo. Ho disdetto l’abbonamento per disperazione. Quando mi hanno chiesto perché lo facevo gli ho risposto che i loro TG facevano schifo. La tipa al telefono mi fa “beh, diciamo che abbiamo la stessa linea editoriale di tutti gli altri TG in Italia”. Io le ho risposto che allora tanto valeva vederne uno qualsiasi, e per giunta gratis.
Quando ho restituito il decoder ho avvertito un profondo senso di liberazione. Alla fine della fiera ci resta il potere di scegliere cosa guardare, e quello di punire chi informa male e a senso unico. Non è poco.
Giovanni Geologo, quello che chiedi c’è già:
http://climatechangepredictions.org/
Come dice GG, enjoy.
Ridere per ridere, almeno questo fa veramente ridere, senza pretese.
https://pics.me.me/n-only-two-years-trump-fixed-global-warming-less-than-32074283.png
@giovanni geologo
“verba volant et scripta manent…”
Non ne sarei cosi’ sicuro che “scripta manent”!… vedi un po’ a quel che e’ successo alle temperature misurate decenni fa, e scritte da qualche parte… una bella “omogeneizzata”, poi passa Karl col suo tritatutto e voila’, gli scripta cambiano…. 🙂
Salve a tutti non so se lo avessi già proposto o chiesto ma…. sarebbe possibile dedicare una parte del sito (o fare un post) che raccolga tutte le profezie di sventura climatica mai avveratesi ? ( ex quella di al gore sui poli senza ghiacci e la neve solo incertolina nel 2013).
Giusto per avere una memoria storica scritta visto che
verba volant et scripta manent…
Grazie
Proporrei una legge con l’obbligo di poter far scegliere ai consumatori anche l’informazione di origine protetta, l’etichettatura di origine dell’informazione permetterebbe a chi ne vuole usufruire di poter scegliere un informazione liberamente, qui siamo davanti ad una dittatura dell’informazione. VOGLIAMO un mercato libero anche nell’informazione, libero di poter SCEGLIERE!
Un REFERENDUM popolare e così rendiamo libera la scelta di informazione! Non se ne può più delle notizie d’oltreoceano!!!
Caro Alessandro, la possibilita’ di scelta ci viene offerta: basta non comprare certi quotidiani (i dati sulle vendite parlano chiarissimo) ed evitare di regalare click a certi siti. Tutto parte dalla consapevolezza del lettore.
Argomento ben piu’ spinoso, e’ chi si nasconda sotto le proprieta’ dei giornali: siccome la loro agenda politica non piace alla gente, perdono copie di conseguenza, e di conseguenza diventano anche possibili prede di gruppi editoriali o gruppi di pressione con fini in apparenza Non Governativi. La vera domanda da farsi, e’ perche’, sapendo di perdere copie, lettori, e soldi, perseverino nella loro opera di brainwashing, rinunciando deliberatamente al dovere di informare. Mai come in questo momento il confine tra informare e fare propaganda e’ assolutamente labile. Nel dubbio, il lettore consapevole puo’ fare la scelta piu’ ovvia: tenersi alla larga da certe fonti.
Qualunque editore/testata in un mercato libero ha la possibilità di far qualunque accordo commerciale, quindi credo che sia scomparsa qualunque volontà di fare corretta informazione.
“perche’, sapendo di perdere copie, lettori, e soldi, perseverino nella loro opera di brainwashing, rinunciando deliberatamente al dovere di informare”
e’ ovvio il perchè: con qualunque accordo commerciale si diventa “cassa di risonanza” in Europa.
Qualcuno che vorrebbe guadagnare meno in favore di una corretta informazione non esiste, ormai è solo necessario sopravvivere nel mercato europeo…
Bell’articolo, come del resto tutti gli altri pubblicati sul vostro sito.
Probabilmente, però, vi siete persi il servizio di apertura del TG5 delle ore 20 del 3 febbraio.
https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/tg5/edizione-ore-2000-del-3-febbraio_F309453601013501
Caro Davide, scrivere certi post e’ una attivita’ fortemente usurante. Leggere certe sciocchezze, guardare certi filmati, fa sinceramente male al cuore e alla mente. Quindi perdonami se mi faccio bastare tutta la clima-immondizia che sottende a questo articolo e rinuncio a guardarne dell’altra 😉
Io trovo più divertente il servizio della Sig.ra Botteri rispetto alla vignetta. Come spesso accade, quando vogliono far ridere fan piangere (si pensi alla loro “satira”, che pur di strappare qualche risata, diventa offensiva al limite della violenza verbale…naturalmente verso chi non è “allineato”) e quando vogliono farci piangere, ci fan ridere. E il motivo, sempre quello è: sono talmente staccati dalla Realtà, chiusi nei loro attici di New York, o nelle loro ville del Parioli, che non capiscono nemmeno cosa ci fa preoccupare davvero e cosa invece non ci tocca affatto.
Non capiscono, hanno processi mentali cristallizzati che gli impedirebbero di vedere in ogni caso, e rispondono ad azione con reazione sempre uguale, se non ancora piu’ sconnessa e furiosa. Un tweet di Trump per loro e’ come la polpetta per il cane di Pavlov: sbavano immediatamente senza nemmeno curarsi se sia buona o cattiva. Ma da un attico con vista Central Park o da una terrazza ai Parioli, come dici bene, certa indignazione diventa solo un ottimo ingrediente per una serata tra amici, ostriche e champagne.
Ottimo articolo, come sempre incisivo e condito dalla giusta ironia. L’immagine della teiera è fantastica. L’ho vista per la prima volta in una discussione su twitter in polemica contro Trump, tirata fuori da un tizio con una didascalia che recitava più o meno cosi: chissà se Trump arriverà a capire con questo semplice disegno che il freddo di questi giorni è l’evidente conseguenza del global warming. Che tenerezza! Riguardo alla Botteri, che dire, se le sue intuizioni sul clima sono le stesse che l’hanno portata a dare per sicura vincitrice la Clinton, il global warming è fottuto…
Carlo, il punto e’ proprio questo: si ricorre alla teiera per contrastare un tweet di Trump. Se il NOAA fosse un ente puramente scientifico, dovrebbe astenersi dall’entrare in polemica con Trump in risposta ad un Tweet. Sono scienziati? Bene, parlino con i loro modelli (OK non gli conviene) o con i loro paper (peggio me sento, vedi Karl e i suoi secchi magici). Se si dilettano a disegnare teiere e offrire rappresentazioni scientificamente imbarazzanti, umilianti e squalificanti come quella della teiera, e’ perche’ evidentemente il loro fine e’ un altro: e’ puramente politico, e sottende alla auto-conservazione: se la gente non crede piu’ alla favoletta, i fondi non affluiscono generosi come prima, e i posti di lavoro sono a rischio. Questo dice, quella teiera: continuate a credere alle nostre favole.
Ribadisco: e certuni si chiedono perchè la gente non legge più i giornali….
Che poi l’alternativa possa essere pure peggio (interDet) è vero. Però, mentre ad un sito mi approccio con cautela, e lo valuto giorno per giorno, da un giornale secolare mi attendo, e pretendo anche, l’autorevolezza, la qualità, la serietà. Tutto quello che la stampa – ahimè praticamente tutta, diciamo un buon 90% abbondante – ha perso da almeno un ventennio.
I giornali “secolari” come giustamente li definisci, si sono allineati e appiattiti su una visione unica del mondo: quella globalista. In gran parte non sono nemmeno proprieta’ di gruppi nazionali, e comunque sono pesantemente influenzati da agenti di pressione trans-nazionali. Quindi apparentemente si leggono giornali diversi, in realta’ si legge lo stesso giornale, con gli stessi contenuti (molto spesso gli stessi articoli, semplicemente tradotti nella lingua locale). E i telegiornali riflettono specularmente tutto questo. In Italia ci sono esempi solari di questo: abbiamo giornali con ONG rappresentate nel CDA, e la prorpieta’ degli stessi giornali, posssiede anche reti televisive e relativi TG. Quindi, di riffa o di raffa, il prodotto e’ identico. Che sia partorito da una terrazza di New York, o copiato e incollato direttamente da un giornale newyorkese, poco cambia.