Alle 22,30 di sera del 14 dicembre 2018 ancora non sono in grado di dire come sia andata a finire la COP 24. Da Katowice non giungono notizie di sorta o, per essere più precisi non giungono notizie ufficiali. Ad oggi solo due documenti relativi all’attuazione degli articoli più importanti dell’Accordo di Parigi sono stati definiti: quello relativo agli impegni finanziari (art. 9 dell’Accordo di Parigi) e quello relativo alla struttura tecnica che sovrintende all’accordo (art. 10). Per il resto siamo ancora al livello di bozze con numerosi punti da chiarire: 181 erano le questioni ancora aperte oggi pomeriggio. In merito ai documenti già definiti, quello relativo agli impegni finanziari appare piuttosto generico e non sembra fissare termini stringenti: la dizione “as available” è piuttosto diffusa nel testo e questo sembra lasciare tutto alla disponibilità delle Parti e, quindi, siamo ancora a livello di “buona volontà”. Circa il meccanismo “loss and damage” che era assurto al ruolo di protagonista nelle COP precedenti quella odierna, compare in una nota a piè di pagina del documento.
Ieri mattina era già disponibile la bozza di dichiarazione finale riassuntiva della COP 24, ma tale è rimasta fino ad ora. Fonti raccolte da The Independent danno per certo il rinvio a sabato o domenica della chiusura della Conferenza. Di tale parere anche il nostro ministro dell’ambiente in una dichiarazione raccolta dall’ANSA.
Nel frattempo non ci rimane che riportare qualche reazione a margine delle trattative in corso. Secondo molte ONG presenti alla COP i problemi sono nati quando USA, Arabia Saudita, Russia e Kuwait, hanno respinto la proposta di accettare SR 1.5°C quale base scientifica della COP 24, avanzata dai Paesi in via di sviluppo. Questi ultimi, esasperati anche dall’atteggiamento di altri Paesi che tentano di sottrarsi agli impegni finanziari ed a quelli di riduzione delle emissioni assunti in passato o che tentano di rinviarli sempre più in avanti nel tempo, hanno irrigidito la loro posizione, minacciando di bloccare del tutto la trattativa in corso. Nella bozza di accordo redatta dalla Presidenza della COP 24, un riferimento al rapporto SE 1,5°C è rimasto, ma è piuttosto generico e, in particolare, il rapporto non viene accettato esplicitamente.
Gli osservatori aderenti alle varie organizzazioni ambientaliste paventano che nella concitata fase finale delle trattative vengano fatte concessioni che renderanno vuoto l’accordo finale. Il principale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi più ambiziosi che le ONG si augurano, viene visto nel differente atteggiamento delle Parti: quelli che temono di essere maggiormente danneggiati dal cambiamento climatico non riescono a convincere quelli che prevedono danni limitati per le loro strutture sociali, territoriali ed economiche. Dalle mie parti si dice che colui che è sazio, non crede a chi è digiuno ed in questa circostanza tale detto calza a pennello.
Al momento in cui chiudo queste brevi note, è diventato ufficiale che la Presidenza della prossima Conferenza delle Parti sarà affidata al Cile. Voci di corridoio rendono noto che la dichiarazione finale della COP 24 sarà pronta all’una di questa notte e che la plenaria conclusiva dovrebbe iniziare alle quattro del mattino di sabato 15 dicembre. Nel frattempo il Presidente della Conferenza ha tenuto una conferenza stampa di un paio di minuti, nella quale ha detto ai giornalisti che non c’è nessuna novità da comunicare ed ha assicurato ai presenti che ogni novità sarà resa nota con tempestività.
La lobby degli albergo/ristoratori di Katowice, potentissima, sta intralciando sottobosco i lavori, così da costringere i poverini a rimanere oltre il previsto in loco.
Quanto all’Italia e all’essere “ambiziosi”, io direi più che altro: coglioni (mi si perdoni il termine crudo e secco, ma è proprio così). Perchè i nostri fenomeni a capo del Paese (usare il termine governanti mi pare un insulto al significato del lemma…), per farsi vedere più bravi degli altri, aggiungono sempre un qualcosa agli obiettivi già utopistici. Chiaramente, senza avere la minima coscienza e conoscenza degli impatti e dei costi, a volte devastatnti, di tali impegni sull’economia e sui sistemi italiani. Salvo poi, come ovvio, non essere minimamente in grado di mantenere quegli impegni, semplicemente perchè essi sono impossibili da realizzare. E, per di più, prestando pure il fianco alle (giuste) critiche altrui di inaffidabili, i soliti ecc ecc ecc.
AGGIORNAMENTO
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Si racconta che durante le contestazioni studentesche di fine anni sessanta, uno studente, leggendo sul giornale di scioperi ad oltranza, abbia esclamato: possibile che a “Oltranza” fanno sempre sciopero e qui mai?
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Probabilmente ad “Oltranza” la COP 24 è già finita, ma a Katowice ancora no. :-))
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A parte gli scherzi oggi 15 dicembre 2018 alle 20,40 nessuna notizia giunge da Katowice. Sono ore che i canali informativi che utilizzo per redigere le mie note, sono muti. Nel corso della giornata la plenaria finale è stata rinviata diverse volte: l’ultimo rinvio noto era per le ore 18,00, ma non si sa se essa abbia avuto inizio o meno. Nel frattempo apprendiamo che il discusso documento sull’art. 6 dell’Accordo di Parigi (relativo ai meccanismi di mercato ed ai trasferimenti internazionali), con grande probabilità verrà rinviato alla COP 25 del 2019: 132 parentesi quadre residue non si potevano dirimere in 24 ore. Sembra che sia stato determinante l’atteggiamento del Brasile che, avendo investito molto nei certificati verdi, non ne vuole sapere di rinunciare a tutto e pretende che tali certificati abbiano valore anche dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi. Si spera che un altro anno di dialogo talanoico possa risolvere la faccenda. Mah! L’anno prossimo ci sarà Bolsonaro e non credo che la delegazione brasiliana militerà ancora sotto le bandiere del “gruppo degli ambiziosi”. A proposito di gruppo degli ambiziosi si è saputo che di esso fanno parte meno della metà degli Stati europei: le ambizioni “parigine” hanno spaccato anche l’Europa! Solo per la cronaca preciso che anche l’Italia fa parte del gruppo degli ambiziosi: finora non siamo riusciti a mantenere neanche gli impegni assunti volontariamente, ma contiamo di essere ambiziosi.
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Nel pomeriggio è stata pubblicata un’altra bozza di dichiarazione finale della COP 24, ma stando a come si stanno allungando le cose, non sembra che essa abbia avuto il consenso necessario. Secondo alcune voci i disaccordi dovrebbero essere limitati al 30% del testo. Se son rose fioriranno …. domani (forse).
Ciao, Donato.
Soldi buttati;meglio utilizzarli contro la fame nel mondo!
Braccia sottratte all’agricoltura, come sempre.
Much ado about nothing, come sempre.