Nelle nostre dissertazioni invernali sulle evoluzioni del Vortice Polare Stratosferico dell’emisfero nord, abbiamo più volte accennato al fatto che la circolazione stratosferica dell’emisfero sud sia simile, ma tutt’altro che uguale a quella che ci riguarda più da vicino.
Nell’altra metà del pianeta, infatti, la prevalenza di superficie liquida rispetto alle terre emerse, la presenza di un continente (il sesto) interamente isolato e posizionato sul Polo e l’assenza di catene montuose importanti – eccezion fatta per le Ande – conferiscono al Vortice Polare Stratosferico molta più solidità del suo omonimo nel nostro emisfero. Solidità vuol dire anche forti velocità zonali e compattezza del vortice stesso, quindi, sebbene con le dovute differenze interannuali, anche raffreddamento molto più accentuato della stratosfera polare nei lunghi mesi della notte invernale.
Una stratosfera molto fredda – tracciabile anche attraverso la diffusa formazione di nubi nottilucenti, proprio come è accaduto quest’anno, è anche l’ambiente ideale per l’innesco dei processi chimici che portano al depauperamento dell’ozono, processi in parte naturali, ma soprattutto facilitati dalla presenza di clorofluorocarburi (CFC), gli idrocarburi banditi dal Protocollo di Montreal del 1989 che pare stiano finalmente diminuendo in concentrazione dopo il picco raggiunto nell’anno 2000.
Ebbene, terminato l’inverno australe, la NASA fa sapere che nonostante le condizioni ideali, quest’anno il “buco dell’ozono” è stato più piccolo di quanto sarebbe avvenuto a parità di condizioni negli anni ’90, ossia prima che fosse implementato il Protocollo di Montreal.
Ozone Hole Modest Despite Optimum Conditions for Ozone Depletion
Il cammino però sembra ancora lungo, dal momento che l’estensione dello strato atmosferico polare in cui l’ozono scende sotto la media delle 350-500 Unità Dobson (con minimo di 136 per quest’anno) è comunque ancora considerevole e soggetta a forti variazioni da un anno all’altro. Ad esempio, l’anno scorso, con condizioni ambientali molto diverse dovute ad una persistente debolezza del Vortice Polare Stratosferico e conseguente stratosfera “calda”, l’estensione era stata molto inferiore a quella di quest’anno.
Una curiosità: una unità Dobson è pari al numero di molecole che sarebbero necessarie a creare uno strato di ozono puro di 0,01mm alla temperatura di 0°C e con pressione equivalente a quella del livello del mare, per cui le 350-500 Unità Dobson misurate mediamente nell’atmosfera terrestre sono pari allo spessore di… 3,5-5mm. Tanto basta a quel particolare strato della nostra atmosfera per schermare il pianeta dalla radiazione ultravioletta che altrimenti lo renderebbe invivibile. La Natura fa tutto per bene, anche il minimo dettaglio!
@A. de Orleans-B.:
“Confesso che vorrei vivere dieci vite per poter conoscere tutte le cose interessanti che stiamo facendo/scoprendo in questi ultimi anni!”
Condivido questo tuo desiderio… vale la pena di vivere anche solo per cose come questa.
Magnifico articolo – e il link nel commento di Robertok06 (grazie!) mi ha fatto scoprire altri due programmi scientifici che ignoravo completamente e che ho trovato di grande interesse:
Qui: https://www.nasa.gov/feature/goddard/2018/nasas-epic-camera-tracks-earth-events
la NASA nel 2015 ha piazzato un satellite geostazionario a più di quattro volte la distanza Terra-Luna (il primo utilizzo pratico di un punto di Lagrange che io conosca) e già solo le sue immagini sequenziali sono veramente notevoli!
Qui:
https://www.nasa.gov/feature/goddard/2018/nasas-world-tour-of-the-atmosphere-reveals-surprises-along-the-way
la NASA ha volato con un DC-8 sondando sù e giù la troposfera in mezzo agli oceani per misurare la concentrazione di inquinanti lontano dalla terraferma.
Confesso che vorrei vivere dieci vite per poter conoscere tutte le cose interessanti che stiamo facendo/scoprendo in questi ultimi anni!
Ma come stanno le cose sulle zone più popolate del pianteta? A febbraio di quest’anno una valanga di articoli informava su questo dato, diceva che una parte vitale dell’ ozonosfera non guarisce, poi più nulla.
Qui uno dei tanti articoli http://www.lescienze.it/news/2018/02/07/news/riduzione_ozono_nasse_medie_latitudini_stratosfera-3850730/
[…] Fonte: Le ultime sul buco dell’Ozono […]
Sul banner Twitter a fianco qualcuno si chiede perché il buco nell’ozono è al polo sud mentre le emissioni sono per lo più al nord del pianeta…
https://goo.gl/k1VkpN
… questo credo che lo spieghi..